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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | Urania Mondadori | Discussione: I libri di Maxpullo 2009 «prec succ»
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  Autore  Discussione: I libri di Maxpullo 2009  (letto 76366 volte)
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #120 data: 27 Maggio 2009, 15:55:44 »
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Intanto un bel grazie a free will, lolinhozzo e attiliosfunel che, nonostante il mio imbarazzante silenzio di queste settimane, hanno contribuito a non far cadere questo mio thread nell'oblio... approfitto ora di un raro momento di "non crisi" per provare a ripartire, anche perchè sennò il lavoro mi si accumula...
A proposito di lavoro: avessi mai fatto il benedetto trailer! Per star dietro all'ambizioso programma di lettura sono letteralmente "inciampato" nella nefanda antologia "A.I. Intelligenza Artificiale" che, al di là dei tre raccontini/favoletta sul bambino automa David, è proprio una ciofeca devastante che non augurerei di leggere nemmeno al mio peggior nemico... altro che "Salmone del dubbio": questo è un "Salmone della noia"... ma questa è un'altra storia...
Per ripartire con il piede giusto e ritrovare il giusto grado di confidenza con le letture passate vi voglio raccontare di quando trovare Urania in giro era facile e bastava solo chiedere...
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #121 data: 27 Maggio 2009, 15:55:59 »
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Il mercato del Mercoledi

Quando ero piccolo, mia madre mi portava spesso con se al mercato che, settimanalmente, ogni mercoledi, veniva allestito a Ciampino. Per la cronaca è giusto osservare che qualunque mercato, in qualunque località ed in qualunque periodo dell'anno venga allestito, è sempre caratterizzato da un clima afoso e abominevole e da temperature tipo fine Luglio, inizio Agosto... Come sia possibile raggiungere i 35 gradi all'ombra anche in pieno Inverno è un mistero troppo imbarazzante per la scienza che si limita a voltarsi dall'altra parte e ad aspettare che il mercato venga smantellato.
L'altro mistero del mercato è la tragica anomalia comportamentale che coglie ogni essere di sesso femminile in prossimità di esso: se non vengono viste (e frugate) tutte, ma proprio tutte, le bancarelle che lo compongono, non è in alcun modo possibile uscirne, provare per credere.
Ed è con questa drammatica consapevolezza che, ogni mercoledi, alla domanda retorica "ti va di venire con mamma?", venivo preso, impacchettato e portato mio malgrado ad investigare sui misteri di quel luogo, finchè un giorno non scoprii un motivo valido che mi desse la forza di accompagnare la mamma: la scoperta che la bancarella dei libri usati aveva gli Urania!
All'epoca, infatti, avevo già preso familiarità con gli Urania di casa ed avevo imparato a vedere i numeri arretrati, ma, in una tragica telefonata alla Mondadori, avevo appreso che per "arretrati" loro intendevano solo gli ultimi numeri usciti e che per gli altri non c'era nulla da fare... a meno ovviamente di non trovarli nel mercato dell'usato.
Fu così quindi che un bel giorno, alla bancarella dei libri "usati" trovai il coraggio di porre la fatidica domanda: "ce li avete dei romanzi di Urania?". Con aria da cospiratore il bancarellaro mi scortò allora nel retro del furgone, neanche dovesse vendermi della Marijuana e lì mi aprì davanti agli occhi il baule delle meraviglie! C'erano più Urania di quanti non ne avessi in casa e quasi nessuno già in mio possesso.
Ricordo che il primo in assoluto che acquistai da lui fu "L'arma dei Walbrook" di Ron Goulart, Urania 700, che da allora è uno dei capisaldi storici della mia collezione e che, per le sue avanzate caratteristiche di "volume usato" fu anche quello che mi iniziò alla sottile arte del restauro.

     Di seguito il commento inserito per il libro.

Un buon romanzo d'azione con una sottile vena d'ironia in sottofondo, ma nulla di più.
Il ritmo con cui si sviluppa la vicenda è molto serrato e la caratterizzazione dei vari personaggi è ottima.
Senza dubbio non è un capolavoro ma ha i suoi pregi: ha una trama interessante, ha un inizio ed una conclusione, è ben scritto ed è prevaso solo in parte da quella vena di follia che caratterizza (e in parte rovina) un po' tutti gli altri romanzi di Goulart che mi è capitato di leggere.
Secondo me questo è un buon "fantagiallo" che si legge con facilità e non perde troppo neanche rileggendolo a distanza di anni.

Che altro dire? Il suo precedente proprietario (che tra l'altro aveva avuto l'acume di inserire il suo numero di telefono in copertina, un giorno lo chiamerò) aveva tanto apprezzato il libro al punto da utilizzarlo per esperimenti di combustione, praticando un foro, quasi sicuramente con la lente d'ingrandimento, sul bordo inferiore, rovinando la copertina e le prime 15 pagine... mosso a pietà ricostruii le parti mancanti con lo scotc- carta, rifeci il cerchiorosso e la parte inferiore della copertina con i pastelli colorati e riscrissi a matita le parole mancanti... oggi è un volume normale e solo da una attenta analisi è possibile dedurre che è stato restaurato e questa constatazione non manca mai di rendermi assai orgoglioso e soddisfatto di questo libro così pieno di storia e di ricordi.
Dal giorno della scoperta tornai più volte con mamma al mercato del mercoledi, ma sempre con spirito positivo perchè ormai sapevo che gli Urania erano lì ad attendermi e che se non facevo troppe storie ne avrei potuti prendere altri.
« Ultima modifica: 27 Maggio 2009, 15:58:11 di maxpullo » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #122 data: 27 Maggio 2009, 16:38:24 »
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Stupendi, i Tuoi ricordi.
Li porterai con Te per tutta la vita.
Ne so qualcosa.
Un abbraccio

Lucky
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attiliosfunel


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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #123 data: 27 Maggio 2009, 22:54:18 »
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Beh, spassosissima e geniale questa scheda . Guarda caso, fu questo anche uno dei primi Urania che comprai a un mercatino, a Viale Palmiro Togliatti con mia madre, credo nel marzo 1988 (impazzava il Cacao Meravigliao!) Ricordo che all'epoca mi piacque molto, ma non ero ancora svezzato... quali altri Urania mia madre mi cromprò in quella occasione unica? L'ancor più spassoso Aquiliade di Somtow Sucharitkul (le maledizioni che negli anni ho lanciato a Lippi per aver dimenticato il terzo capitolo della saga si sprecano...), Lebbra antiplastica di Pedler e Davis, Gli incappuccati d'ombra di Hamilton e non ricordo cos'altro, forse niente: è sempre stata abbastanza tirchia coi libri. Tutti mi piacquero moltissimo; forse oggi i miei giudizi sarebbero altri, però... che nostalgia per quei tempi là, sarà per aver quindici anni in meno, e avere tutto come possibilità.

PS: a chi scopre la citazione finale, un paragrafo riuscito (e ovviamente scartato dall'edizione originale) dell'ultimo libro fantasy di Valzania e un autografo della cugina (celebre per essere l'unica in famiglia a saper scrivere) di Stefano di Marino.
« Ultima modifica: 27 Maggio 2009, 22:55:51 di attiliosfunel » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #124 data: 28 Maggio 2009, 09:21:44 »
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Citazione da: attiliosfunel il 27 Maggio 2009, 22:54:18

... che nostalgia per quei tempi là, sarà per aver quindici anni in meno, e avere tutto come possibilità.


Facile, è Eskimo del grande Guccini... però di quella canzone mi ritrovo di più in

Perchè a vent' anni è tutto ancora intero, perchè a vent' anni è tutto chi lo sa,
a vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell' età....

e da questo punto di vista mi sento ancora ventenne......
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #125 data: 29 Maggio 2009, 22:36:24 »
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Piccole soddisfazioni collezionistiche

Quando ancora non collezionavo Urania su scala industriale, mi accontentavo di completare alcune serie di libri idealmente collegati tra loro: ad esempio facevo incetta di tutti i libri di Simak e di Vance che mi capitavano ed ero sempre in caccia dei numeri pubblicati in più volumi successivi come ad esempio il ciclo di Tschai, le antologie di Asimov o quelle a tema: pensate, tanto per fare un esempio, che a casa avevamo "Asimov story n.4" e "Antologia scolastica n.2" e mi urtava davvero tanto non possedere gli altri volumi.
Ma la vera grande sorpresa di questo periodo fu quella di scoprire tra i banchi del mercato del mercoledi un libro che aveva la copertina stranamente simile a quella di "Strisciava sulla sabbia" e che, per questo motivo non mancò di colpirmi: si trattava de "La cura impossibile" di Hal Clement, Urania 1017, insperato e inatteso seguito del celebre capolavoro che tanto aveva colpito la mia fantasia di ragazzino e che tanta considerazione aveva nella mia collezione appena iniziata.

          Di seguito il commento inserito per il libro.

Un bel libro, forse anche migliore di "Strisciava sulla sabbia" con cui condivide il finale un po' affrettato.
La storia è più avvincente di quella della prima avventura e non mancano i colpi di scena anche se alcuni personaggi protagonisti alla fine rimangono sullo sfondo o appena abbozzati.
Molto interessante l'introduzione dell'elemento femminile, del tutto assente nel primo romanzo e la "tinta di rosa" delle avventure di Robert Kinnaird e del "Cacciatore" non guasta affatto anche perchè il cosidetto "sesso debole" si rivela qui decisivo per il buon esito della vicenda.
Una delle rare volte in cui un seguito non delude le aspettative

Questo fu davvero il primo "colpaccio" della mia carriera collezionistica: prima ancora di completare il ciclo di Tschai, le antologie di Asimov e di iniziare la frenetica avventura delle mancoliste e delle bancarelle romane e virtuali, avevo completato un ciclo di due romanzi e chissà che non fu proprio questo "successo" a darmi il coraggio di proseguire nella raccolta...
Al di là dei ricordi e dell'orgoglio di quando ero un collezionista in erba ve lo consiglio calorosamente perchè si legge con gusto anche a distanza di anni.
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #126 data: 31 Maggio 2009, 15:18:57 »
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La pelle dell'orso

Come recita un vecchio detto non bisogna mai vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso e questo detto si applica perfettamente alla mia esperienza di lettura del Millemondi 14, "Strani giorni", antologia di autori italiani a cura di Franco Forte e Giuseppe Lippi.
L'introduzione roboante e la copertina misteriosa mi avevano da sempre incuriosito, ma i primi passi di lettura mi hanno annoiato oltre l'inverosimile tanto che stavo quasi per rinunciare... ma poi, prima di vendere la pelle dell'orso, appunto, ho deciso di tirare avanti e di concedere un'ultima chance a questo volume; occasione che inaspettatamente il volume ha saputo sfruttare... di seguito il commento completo con indicati i racconti migliori per chi vorrà evitare di leggerseli tutti e 22 come ho fatto io.

     Alti e bassi in questa antologia della fantascienza italiana che ha rischiato il naufragio con ignominia dopo circa 120 pagine di inutili sofferenze da parte del sottoscritto... è stato solo grazie alla mia tenacia di lettore se ho avuto il coraggio di andare avanti con la lettura nonostante quasi metà del volume fosse trascorso con poche fievoli luci e molte fitte ombre.
Delle prime pagine conservo il ricordo solo una vaga impressione di confusione di idee, di mancanza di un senso compiuto e di puro fastidio, appena in parte attenuata dai divertenti giochi di parole di Diego Gabutti con il suo surreale "Tempora! Mores!" e dalla mediocre atmosfera horror di "Sepultura" di un irriconoscibile Valerio Evangelisti, ben al di sotto dei livelli cui eravamo abituati con le storie del ciclo di Eymerich.

Poi, all'improvviso la svolta: il racconto "Riciclaggio" di Carlo Formenti è una vera perla dal finale intelligente e soprendente che mi ha ridato la forza di proseguire nella lettura, facendomi scoprire altri racconti davvero buoni tra cui spiccano senza dubbio il misterioso "Garze" di Dario Tonani, il sovrannaturale e toccante "Strange Day" di Gloria Barbieri (allietato, tra l'altro, da alcune strofe di canzoni dei Cure), l'imprevedibile e scientificissimo "Starlight" di Fabio Calabrese che, per l'uso di linguaggio scientifico e descrittivo sembra quasi un racconto di Sawyer o di Clarke, ed il grandissimo capolavoro dell'antologia che è "Nel ventre di Napoli" di Francesco Grasso.
Il racconto di Grasso assieme a quello di Formenti merita senza dubbio un applauso non soltanto per aver contribuito a ribaltare la valutazione complessiva del volume, ma anche perchè di racconti scritti così bene, così profondi, ironici e al contempo intelligenti ce ne sono ben pochi, anche traguardando il panorama fantascientifico internazionale.
Sugli altri racconti stendo un velo pietoso: senza dubbio è questione di gusti, ma credo sarà pressochè impossibile che saltino fuori degli esitmatori oltre ai curatori dell'antologia.
Da leggere a salti, tipo corsa ad ostacoli.
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #127 data: 01 Giugno 2009, 09:09:07 »
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Campionato da ricordare

Era dalla stagione 90/91 che non ricordavo un campionato così bello della mia squadra.
A quell'epoca lo scudetto lo vinse la Sampdoria, ma il Genoa di Aguilera, Branco e Skuhravy arrivò quarto buttando fuori dalle competizioni europee Juventus e Roma. A vedere la classifica finale dell'attuale campionato non posso che dirmi soddisfatto e gongolare nel vedere il mio Genoa insospettabilmente e (quasi di sicuro) "fastidiosamente" inserito nel circolo delle "cinque sorelle" del calcio italiano, avendo di fatto spodestato la Roma dal suo ruolo di "grande" ed avendo insidiato fino all'ultimo quello della Fiorentina, avvantaggiata in classifica solo per una manciata di episodi.
A pensarci, infatti, bastava vincere con l'Atalanta o con il Chievo o chiudere meglio lo scontro diretto con la stessa Fiorentina ed oggi forse la classifica sarebbe stata diversa... ma poi mi viene in mente che anche per la Fiorentina varrebbero analoghe considerazioni ed allora, visto che tutto questo pensare lascia il tempo che trova mi limito a sorridere per questo quarto posto "in coabitazione" e, credetemi, per una squadra di cui tutti si sono "dimenticati" con il trascorredere degli anni, questa è una vetta storica che cancella gran parte delle amarezze e dei torti subiti nel corso degli anni.
La rincorsa presa tre anni fa dopo l'ingiusta retrocessione in C1 non è ancora terminata e chissà che il prossimo anno...
Ma ora è tempo di essere realisti, di festeggiare quello che si è ottenuto e di rimanere con i piedi per terra, e soprattutto di non indugiare oltre con il calcio in un'area del forum riservata ad altro... ma forse, come vedrete, questo cappello introduttivo non è proprio del tutto fuori luogo...
anzi...
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #128 data: 01 Giugno 2009, 09:09:30 »
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La partita di Rigel

Per celebrare degnamente il campionato appena trascorso non trovo modo migliore che presentarvi un romanzo sorprendente, cui ho dato la caccia sin da piccolo, perchè è l'unico urania della collezione in cui si faccia riferimento (anche se solo ne ltitolo) ad una squadra di calcio italiana e, per la mia "squadra del cuore", non potevo davvero auspicare un connubio più appropriato con la mia "rivista del cuore".
Sto ovviamente parlando di "Genoa - Texcoco: zero a zero", di Mack Reynolds, Urania 484, di cui riporto il commento già inserito.

        Da tifoso genoano non ho potuto che apprezzare che Urania abbia dedicato un titolo alla mia squadra. Ma al di là, tuttavia, della fantastica copertina di Thole e della trama in quarta di copertina, qui di calcio c'è davvero poco: la vicenda è infatti incentrata sull'importante traguardo della colonizzazione umana di altri sistemi solari e, dopo l'introduzione che ci illustra il piano generale della Terra di "diffondere" e abbandonare gruppi di pionieri su diversi pianeti per poi riprendere i contatti dopo qualche secolo, l'azione si sposta su due pianeti di Rigel, che, per le caratteristiche della società sviluppata dai coloni sono stati denominati Genoa e Texcoco.
Genoa deve il suo nome al tipo di società sviluppato dal suo gruppo etnico più progredito che ricorda quello delle città italiane del periodo feudale europeo, mentre Texcoco prende il nome dall'antica civiltà azteca sviluppatasi prima della conquista spagnola, sempre in riflesso del tipo di cultura sviluppato dalla sua società più avanzata.

Ma se di calcio c'è ben poco, non si può negare che sui due pianeti di Rigel si giochi una importante partita: nella spedizione incaricata di riprendere i contatti con le due colonie e di portarle ad un livello di progresso tecnologico sufficiente a garantirne l'inserimento nel "Commonwealth Galattico", infatti, serpeggia una grande rivalità tra due scuole di pensiero. Una scuola pretende che il risultato migliore si possa ottenere introducendo un regime di tipo liberale che favorisca la concorrenza, l'altra invece è convinta che uno stato forte e totalitario sia la miglior struttura sociale per un rapido progresso.
La soluzione scelta dalla spedizione sarà quindi quella di dividersi: su Genoa andrà il gruppo "liberale", su Texcoco andrà quello "totalitario" e l'obiettivo sarà quello di misurare il progresso tecnologico dei due pianeti ogni dieci anni.
E' facile vedere come Reynolds voglia ironicamente dimostrare come le due dottrine economico/sociali, l'una tipica del pensiero liberale occidentale e l'altra tipica dei paesi a regime "comunista", siano entrambe contaminate all'origine dal fattore umano: a prescindere dal regime instaurato, infatti, alla lunga i due gruppi si riveleranno incapaci di perseguire lo scopo originario del programma assegnato e cercheranno in ogni modo di sfruttare a proprio vantaggio le risorse del pianeta, sino all'imprevedibile e affatto scontato esito finale.
A parte il finale un po' affrettato, unico punto debole del rmanzo, ritengo che questo sia uno dei libri più intelligenti della collana e che l'intento satirico di Reynolds sia lodevole, costruttivo e ricco di spunti attualissimi.
Dopo, infatti, aver assisitito negli anni novanta al crollo dell'ideologia "comunista" e mentre stiamo ancora vivendo sulle nostre spalle l'attuale periodo di profonda crisi dell'economia occidentale, proprio non possiamo fare a meno di osservare che entrambe le teorie politiche hanno le loro pecche e che è virtualmente impossibile applicare una delle due dottrine in modo corretto perchè l'elemento umano dello sfruttamento e delle speculazione è sempre in agguato, pronto a rovinare qualunque buon risultato possa scaturire.
Un romanzo geniale e ben scritto che scorre senza intoppi e lascia trascorrere piacevolmente la lettura.
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« Rispondi #129 data: 04 Giugno 2009, 08:56:27 »
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Fantastico datato

Ci sono racconti che sopravvivono al tempo e regalano generazione dopo generazione sempre le stesse emozioni. Tuttavia, questi racconti, che di solito denominiamo "classici", rappresentano una eccezione; la maggior parte delle storie, infatti, risultano indissolubilmente legate al periodo in cui sono state scritte e, con il trascorrere del tempo, acquistano un valore più che altro storico/letterario, perdendo quasi interamente la loro capacità di suscitare emozioni nel lettore.
Un esempio di ciò che voglio dire è per me rappresentato dall'antologia "Red brain", a cura di Dashiell Hammet, pubblicata come Urania extra 21, supplemento al numero 1497, che ho letto di recente e di cui riporto il commento.

      Questa è una antologia di racconti "alla Poe", per i quali si avverte sensibilmente il tempo che è trascorso dalla loro prima stesura. Personalmente ci ho trovato parecchia ingenuità e pochi brividi, sebbene diversi spunti siano piuttosto originali e interessanti. Gli stili di narrazione dei diversi autori sono accumunati dallo strano potere di ottundere la mente ed indurre il sonno: forse è solo colpa della traduzione ma, con un pizzico di ironia, mi sentirei di consigliarlo a chi soffre di insonnia.
Persino il racconto di Lovecraft qui presentato, la "Musica di Erich Zahn", non è tra i migliori della sua produzione e certamente non è tra i miei preferiti.

La valutazione complessiva del libro è positiva quasi esclusivamente per il valore "storico" dei racconti ivi raccolti, ma, per equità di giudizio, devo dire che ci sono anche delle doverose eccezioni.

I tre racconti seguenti, infatti, nonostante l'ingenuità e lo stile a volte soporifero, mi hanno profondamente colpito.
  • "Pensieri verdi", di John Collier, una macabra allucinante storia di vegetali in grado di "assimilare" e inglobare altri esseri, è sicuramente il racconto migliore. Orrendo, angosciante, visionario, è senza dubbio degno di essere considerato un classico del genere fantastico.
  • "Fede, speranza e carità", di Irvin S. Cobb, stupenda, magistrale e sorprendente interpretazione della giustizia divina e del destino, è un racconto assolutamente sopra le righe. Se la firma fosse quella di Poe non ci avrei trovato nulla di strano.
  • "Assoluto, insoluto", di Conrad Aiken, sebbene noioso e sonnolento all'inverosimile, riesce a riprendersi proprio nelle inattese righe finali, riuscendo a risultare davvero sorprendente.
Il racconto eponimo di Donald Wandrei, "Cervello rosso", è appena leggibile, mentre quello finale di Frank Belknap Long, "Un visitarore dall'Egitto", da cui mi aspettavo tantissimo, è degno solo di un velo pietoso: lodevole tentativo di riproporre il tema lovecraftiano degli dei dell'antico Egitto, ma condotto in modo insulso e dilettantesco.
Insomma, se vi capita di trovarne una copia prendetela per la vostra collezione perchè è abbastanza difficilotto che vi ricapiti tra le mani, ma se vi salta il ticchio di leggerlo ricordatevi che è pur sempre una raccolta di racconti degli anni '30 e tenetene conto nella valutazione.
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« Rispondi #130 data: 05 Giugno 2009, 12:55:32 »
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Quando il "cult" è anche un capolavoro

Ci sono libri che hanno fatto la storia della fantascienza e che leggiamo con piacere anche a distanza di anni, considerandoli dei veri e propri "classici". "Assurdo universo" di Fredric Brown e "Solaris" di Stanislaw Lem sono due ottimi esempi del genere di libro che ho in mente quando scrivo questo: geniali, originali e soprattutto capaci di sfidare i secoli e di dare forti emozioni generazione dopo generazione. Si tratta, ovviamente, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, di eccezioni, di vere e proprie "mosche bianche", ma che tuttavia che non possono davvero mancare in una ideale rassegna che si proponga di presentare il meglio del meglio della fantascienza.
L'ottima idea che la Mondadori ha da sempre avuto riguardo il romanzo "Il pianeta proibito", di William J. Stuart (pseudonimo del romanziere giallo "Philip Mc Donald") è senza dubbio testimoniata dalla quantità di ristampe ad esso dedicate; ben quattro volte, infatti, il titolo compare nelle sue testate come già avvenuto per altri capolavori: due edizioni nella collana principale Urania, una nella collana de "I classici" ed una, abbastanza recente, anche negli "Urania collezione".
Le bellissime copertine di Carlo Jacono, Karel Thole e Franco Brambilla sono senza dubbio il modo migliore per introdurre questo straordinario libro.

C. Jacono, Urania 148K. Thole, Urania 406K. Thole, Classici 5F. Brambilla, UC 035

Il romanzo ha una genesi assia singolare in quanto nasce come trasposizione letteraria della sceneggiatura del film omonimo, scritta da Cyril Hume come rielaborazione di un racconto di Irvin Block e Allen Adler, a sua volta liberamente ispirato a "La tempesta" di William Shakespeare.
Da segnalare, nel film originale del 1956 di Fred McLeod Wilcox, la presenza nel cast di un irriconoscibile Leslie Nilesen, nei panni del valoroso e romantico capitano Adams.

La vicenda è strutturata in otto capitoli, narrati in prima persona dai protagonisti principali, e da una premessa ed un poscritto costituiti da brevi estratti da un non meglio identificato "Compendio ad uso degli studenti".
Gli elementi per una storia di successo ci sono tutti: mistero, avventura, romanticismo, orrore e meraviglia, tutti sapientemente dosati per un libro senza età che si legge con piacere anche dopo oltre 50 anni; ma, al di là della straordinaria avventura che vede protagonisti il capitano Adams ed il suo equipaggio sul misterioso pianeta Altair-4, sulle tracce della precedente spedizione dell'astronave Bellerofonte, bisogna osservare come la storia sia molto ricca di spunti davvero felici, alcuni dei quali destinati ad entrare a pieno diritto nell'immaginario collettivo. Non è un caso, infatti, se una delle trovate più riuscite della storia, il robot "Robby", sia diventata una delle icone più conosciute della fantascienza di tutti i tempi e non è ancora un caso se, dopo tanti anni, le copie di questo romanzo, qualsiasi edizione, vadano ancora a ruba e siano difficili da reperire anche nel mercato dell'usato.
Come tutte le grandi storie, il libro si presta a più livelli di lettura o personali interpretazioni: il riuscitissimo personaggio del professor Morbius, unico superstite della spedizione Bellerofonte, incarna, a mio avviso, in modo quasi perfetto la figura dell'Ulisse. L'eroe omerico, per la rovina sua e dei suoi compagni, osò sfidare i limiti imposti agli uomini e tentò l'impresa di varcare le colonne d'Ercole, allo stesso modo lo scienziato del Bellerofonte, come gli avventati abitanti del pianeta prima di lui, ha l'ardire di tentare di trascendere i limiti imposti all'uomo dalla sua evoluzione e di assurgere al ruolo di divinità. Il suo sogno di follia è destinato ad un rovinoso fallimento e la spaventosa, indomabile forza, che egli stesso ha evocato sarà la sua rovina.
Da leggere assolutamente e da conservare.
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« Rispondi #131 data: 06 Giugno 2009, 15:11:12 »
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Che dire....se parli di un libro che possiedo devo prenderlo e piazzarlo davanti allo schermo. Lui (il libro) si bea dei commenti e si gira guardandomi con mezzo sorriso. Il messaggio e chiarissimo....rileggimi...rileggimi...rileggimi....rileggimi...
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #132 data: 08 Giugno 2009, 18:19:48 »
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Chilometri

Ci sono libri che mi hanno fatto penare assai più degli altri per trovarli: "Vento dal nulla" (Urania 621), come ho già detto in più occasioni, è da sempre fisso al primo posto nella mia ideale top ten dei libri "rari", con diversi anni di assenza dalla mia collezione, ma posso dire che neanche "Quake, pianeta probito" (Urania 1274) ha scherzato, perchè per due interi anni ha frustrato le mie ricerche ed ancora oggi, dopo quasi tre anni di osservazioni (inclusi lotti di libri "quasi completi"), le copie avvistate tra mercatini reali e virtuali sono solo due per cui gli dedico tranquillamente il secondo posto... al terzo posto di questa mia ideale classifica ci piazzo senza alcun dubbio un altro "fantasma", un libro inspiegabilmente assente da quasi tutte le cedoliste spulciate e rispulciate senza esito per due lunghissimi anni e che ha ritardato di parecchio il momento "magico" del completamento dei miei primi mille Urania.
A vedermelo davanti adesso mi sembra innocuo, quasi un numero qualsiasi, ma poi ripenso alla fatica fatta per trovarlo, alla gioia di averlo tra le mani e di aver finalmente completato la mitica serie bianca con la dicitura "I romanzi di Urania" e capisco che questo volumetto, nonostante non sia nulla di eccezionale, rimarrà per sempre un numero speciale per me, non fosse altro per i ricordi ad esso legati.
Sto parlando di "Attenzione, dischi volanti!", di B.R. Bruss (pseudonimo di Renè Bonneffay), Urania 142, nonchè l'unico libro della mia collezione che sono andato a ritirare di persona anzichè farmelo spedire a casa dal venditore.
Dopo un anno di ricerche, infatti, il libro comparve finalmente su ebay, in vendita in una libreria di Nettuno all'abominevole prezzo di 35 euro: dopo un tira e molla lunghissimo, perchè il venditore non rispondeva alle proposte di acquisto, ci accordammo per 21 euro, cifra di tutto rispetto, ma che pagavo volentieri pur di avere "il reperto"... per il pagamento però altra sorpresa: il venditore pretendeva il vaglia postale!!!!! Dovete sapere che per questo tipo di pagamento la posta si piglia ben 6 euro di commissione e, peggio, ebay non offre alcuna garanzia all'acquirente in caso di mancata spedizione. Stufo di nicchiamenti, mancate risposte e dilazioni, ho preso una storica decisione ed una mattina, alzatomi di buon'ora, grazie alla maxpullomobile alimentata a gpl, ho raggiunto "brevi tempore" la ridente località balneare e, recatomi all'indirizzo del negozio specificato su ebay, ho potuto concludere la trattativa in loco. Anzi, poichè il venditore non ricordava il prezzo pattuito, sono riuscito a farmelo dare per 15 euro e con i 6 risparmiati mi sono goduto un bel gelato in un bar del porto ed ho rifatto il pieno all'auto prima di riprendere la via del ritorno...
Ma ora basta con i ricordi: è tempo di mettere in guardia tutti gli UMini perchè in questo libro è contenuta una verità scottante sul pianeta che più di tutti ha stimolato la fantasia degli scrittori di fantascienza agli albori di questo genere: il pianeta Marte.

     Da sempre, infatti, sappiamo che Marte, per definizione è il "Pianeta Rosso", ma questo è il primo romanzo che leggo in cui finalmente viene data una spiegazione esauriente e plausibile del perchè.
Altro che le sabbie rosse! Il povero Arthur Clarke e l'ingenuo Lester del Rey, pur essendo riusciti nella loro fantasia ad immaginare, già nei primi numeri della collana, che su Marte ci fosse la vita, mai e poi mai nei loro sogni più sfrenati avrebbero potuto immaginare che i marziani (sebbene verdi) fossero comunisti!
Ed è per questo motivo che i cattivissimi carciofoni verdi, come primo passo verso la conquista della Terra, trovino i loro più naturali alleati nei freddi, spietati e cattivissimi Russi, ovviamente pronti a rinnegare la razza umana pur di ottenere il potere assoluto e la supremazia mondiale: fortunatamente, per il bene del pianeta, gli Americani fanno buona guardia e approntano per tempo un singolarissimo nuovo modello di "Enola gay" per contrastare efficacemente l'alleanza tra i due imperi del male.

Che dire? Per me questo libro è pura fantascienza/spazzatura, per di più datata, ma con il singolare pregio di un ritmo forsennato che fa terminare la lettura in tempo brevissimo e ti lascia indeciso se continuare con il romanzo successivo della serie per sapere fin dove possa arrivare l'umana follia oppure andare a fare una passeggiata.
E ripensando ai km già percorsi per andarlo a prendere davvero non saprei decidere.
« Ultima modifica: 08 Giugno 2009, 18:24:22 di maxpullo » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #133 data: 09 Giugno 2009, 21:07:31 »
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Libri che ti chiamano

A qualcuno è rimasto appiccicato alle mani andando in edicola, ad altri invece, come me, è capitato di non riuscire a resistere alla tentazione di leggerlo subito; in entrambi i casi c'è stata una "chiamata" e chissà che alla base di questi impulsi non vi sia un qualche residuo vagante di una antica e ancora sconosciuta "magia" di Eymerich.
Parlo ovviamente del numero 2 della neonata collana Epyx, e cioè di quel "Acque oscure", antologia targata Valerio Evangelisti, che ho acquistato e letto a tempo di record, scavalcando ogni priorità nella mia personale coda di lettura.
Di seguito il commento appena inserito.

        In questa antologia a fosche tinte Valerio Evangelisti riprende e rielabora diversi spunti propri della sua narrativa e ci propone alcune delle sue visioni più tremende: la storia umana futura caratterizzata dalla lotta tra la Rache e l'Euroforce, l'instaurarsi di regimi totalitari basati sul predominio dei media e delle comunicazioni, il sorgere di nuovi tipi di terrorismo e di lotta contro il potere costituito, l'inimmaginabile connessione esistente tra tutti gli esseri viventi, l'inconcepibile straordinaria bizzarria del tempo, elemento misterioso e mai sufficientemente compreso da uomini e scienziati.
In un caleidoscopio di immagini che spaziano dalle stanze del Grande Fratello ai tribunali dell'Inquisizione Spagnola, dai cieli degli Stati Uniti attraversati dall'Air Force One di George W. Bush sino alla campagna Toscana teatro dei delitti del "Mostro di Firenze", Evangelisti ci conduce per mano nel suo regno di follia, ironia e perversione, denunciando come mai nessuno forse aveva fatto prima, che l'uomo è il peggior nemico di se stesso.
Tutti i racconti sono degni di nota e caratterizzati da una immane potenza descrittiva, ma alcuni di essi sono davvero superlativi.

Davvero impossibile, ad esempio, non fare tanto di cappello al racconto "Marte distruggerà la Terra", intelligentissima e ironica satira delle fasi preliminari della "guerra preventiva" in Iraq, ma con un finale a sorpresa che stupisce e diverte. Attraverso l'uso della fantascienza, Evangelisti trova qui il modo più intelligente di denunciare la capacità dei regimi di rovesciare il senso delle cose attraverso l'uso strumentale dei media, finalizzato non ad informare ma bensì a distogliere, a celare, a nascondere l'evidenza.
Il racconto "Stanlio & Ollio, Terror Detectives", erroneamente omesso nell'indice del volume, poi, è un capolavoro che dimostra come, solo applicando le leggi della logica e correlando tra loro semplici fatti, anche un abominevole atto terroristico possa essere imputato alle azioni di chi lo subisce. Fantapolitica o no, risulta spassoso, efficace e convinciente, quasi meglio di un film di Michael Moore.
Tra gli altri racconti, facendo un difficile sforzo di selezione perchè tutti sono davvero sopra le righe, vale la pena di ricordare la mini-avventura di Eymerich descritta ne "La sala dei giganti", il suo "titanico" scontro con Dan Brown dagli esiti davvero imprevedibili e la colossale opera di "autoplagio" che Evangelisti perpetra nei confronti di se stesso, rielaborando ed ampliando il racconto "Sepultura" (già apparso nel Millemondi 14, "Strani giorni"), nel più complesso, efficace e compiuto racconto conclusivo "Gocce nere".
Una raccolta di storie di fantascienza "sui generis" che lasciano il segno: credo che un modo migliore di iniziare questa collana non ci fosse.
« Ultima modifica: 11 Giugno 2009, 08:08:19 di maxpullo » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #134 data: 11 Giugno 2009, 09:29:32 »
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Magia di un titolo

Ci sono libri che hanno titoli davvero ridicoli o impossibili, come ad esempio il già citato "Terroristi e mostro a Stonehalt", ma ce ne sono altri con titoli meravigliosi, che già a vederli ti mettono voglia di trovarli e leggerli: "Strisciava sulla sabbia", "Ed egli maledisse lo scandalo" e "La porta sull'Estate" sono già ottimi esempi, ma nulla in confronto al potere evocativo ed alla magia di un titolo come "Le rive di un altro mare", romanzo di Chad Oliver, pubblicato al numero 599 della collana.
Fu proprio leggendo "Strisciava sulla sabbia" che, dopo la consueta sbirciata in fondo al volume nell'elenco degli ultimi numeri pubblicati, mi innamorai di quel titolo e mi ripromisi di trovarlo inserendolo nella mia prima storica mancolista.
Lo trovai finalmente in una delle tante allegre scorribande alle bancarelle di Piazza della Repubblica a Roma e, dopo la lettura, ebbi un motivo in più per apprezzarlo. Di seguito il commento.

       Avvincente e strana questa storia che racconta un "incontro ravvicinato" davvero sui generis.
Molto suggestiva ed efficace risulta la descrizione del paesagio africano in cui la vicenda è ambientata: un panorama desolato e spesso ostile, ma anche capace di ispirare nell'animo di chi lo guarda la sensazione del sublime e della maestosità della natura.
L'atmosfera carica di minaccia e di sospensione che vive il protagonista, anche grazie ad una narrazione quasi perfetta, si trasmette, praticamente inalterata, al lettore che vive con lui le ansie e le paure provocate dagli strani, inesplicabili fenomeni di cui egli è testimone.
Certamente il passaggio dai pochi fievoli indizi quali suoni e luci in lontananza e lo strano comportamento dei babuini, fino alla certezza di una "visita" e della presenza di una astronave è forse un po' troppo repentino, ma anche perfettamente giustificabile alla luce della situazione di drammatico isolamento che il protagonista è chiamato a vivere e del timore che qualcosa di irreparabile possa capitare ai suoi cari.

Bellissimo e toccante, anche se poco credibile da un punto di vista strettamente umano, il finale non delude le aspettative ed anche se i misteriosi "visitatori" non si fanno vedere ed i loro scopi non vengono rivelati, rimane una sensazione di compiutezza che raramente si riscontra nelle storie di contatti tra l'uomo e le civiltà extraterrestri.
Una lettura che rimane impressa anche a distanza di anni per un romanzo davvero molto buono da annoverare tra le cose migliori proposte da Urania.
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