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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | Urania Mondadori | Discussione: I libri di Maxpullo 2009 «prec succ»
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  Autore  Discussione: I libri di Maxpullo 2009  (letto 76360 volte)
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #135 data: 12 Giugno 2009, 00:02:57 »
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Primo anniversario!

Amici UMini! Date uno sguardo a questo mio vecchio post... notate nulla? Ma dai, su guardate bene... La data! Indovinato!
E' un anno esatto che sopportate i miei sproloqui ed è da altrettanto tempo che con questa rubrica cerco di trovare il giusto equilibrio tra ricordi, emozioni e sensazioni derivanti dalla lettura di un libro e l'oggettività di quello che dovrebbe essere un commento "serio".
Riguardando le schede sin qui prodotte mi accorgo che non sempre questo equilibrio è stato mantenuto, ma, credetemi: a volte è davvero difficile scindere il significato "storico" di un libro da quello che è il suo reale contenuto: ogni volume è associato a un ricordo ben specifico, perchè sin da piccolo quei volumetti caratterizzati da quel rosso cerchio ipnotico hanno accompagnato la mia vita.
Da quel "Dentelungo e altri estranei" trovato sul comodino di papà, sino all'ultimo urania acquistato in edicola qualche giorno fa, ogni libro rinvenuto lungo il percorso ha significato e significa ancora qualcosa: un profumo, una immagine, una sensazione che non si può non ricordare e che non si può non raccontare... ed ancora oggi, dopo un anno esatto di "recensioni" basate su letture recenti, riletture ed anche semplici ricordi, ancora non vedo la fine di questo percorso.
Non so se sia un bene o un male, ma la voglia di scrivere è ancora tanta come tante sono ancora le cose da raccontare.
Credo che il modo migliore di "celebrare" questo primo "anniversario" della mia rubrica sia quello di ringraziarvi tutti per l'attenzione che ancora dimostrate a quanto scrivo, per il vostro entusiasmo, per il vostro contributo e, perchè no, anche per le vostre "bacchettate" che mi aiutano a capire come non tutti, per fortuna, siamo uguali, perchè se lo fossimo non ci sarebbe più necessità di confronto e siti di incontro e scambio di opinioni come questo non avrebbero motivo di esistere.
Un ringraziamento particolare lo devo a Freesmo ed al Trifide, per l'appoggio che sin da subito hanno dato a questa mia iniziativa ed anche al WebMaxter Maxnaldo, che stranamente ancora non mi ha presentato il conto dei byte che gli consumo sul server dopo ogni post...

Se ce l'ho fatta a fare bene i conti anche stavolta questo post dovrebbe comparire in cima alla pagina 10 del topic: quasi a simboleggiare un nuovo inizio... e per festeggiare il primo anno di rubrica vissuto pericolosamente a breve, nella prossima scheda vi parlerò di un libro davvero speciale.
Vi anticipo solo che non è nè Urania, nè fantascienza, nè fantasy, nè tantomento horror: come tutti i veri capolavori trascende ogni classificazione di genere e potrei solo definirlo "fantastico".
Ve lo voglio presentare perchè sento che questa rubrica non sarebbe davvero "I libri di Maxpullo" se in essa mancasse il mio libro preferito in assoluto.

A presto
Maxpullo
« Ultima modifica: 12 Giugno 2009, 00:04:57 di maxpullo » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #136 data: 12 Giugno 2009, 09:12:26 »
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Citazione da: maxpullo il 12 Giugno 2009, 00:02:57

Riguardando le schede sin qui prodotte mi accorgo che non sempre questo equilibrio è stato mantenuto, ma, credetemi: a volte è davvero difficile scindere il significato "storico" di un libro da quello che è il suo reale contenuto: ogni volume è associato a un ricordo ben specifico, perchè sin da piccolo quei volumetti caratterizzati da quel rosso cerchio ipnotico hanno accompagnato la mia vita.


Credo sia proprio l'aspetto emotivo e sentimentale della tua rubrica a suscitare il mio interesse e la mia curiosità. La recensione canonica è uno strumento utile per decidere se iniziare o meno una lettura o per confrontare magari le proprie impressioni con altre... questa rubrica non avrebbe né senso né attrattiva, a mio avviso, se non ci si potesse trovare qualcosa di diverso... al punto che a volte mi viene quasi da saltare la parte centrale in cui riproponi la recensione vera e propria, così come lasciata in sede di commento nelle schede libro.

Devo confessarti che spesso mi stupisce da un lato la precisione dei tuoi ricordi, dall'altro quanto siano "simili" ai miei... mi riferisco in particolare alle prime scoperte... ai primi urania letti e rimasti nel cuore come capolavori pur probabilmente non essendolo... allo stupore ed alla meraviglia che certi libri hanno suscitato in maniera indelebile... Il primo urania che ho letto (un classico urania, per la verità) è stato "L'incubo sul fondo" di Murray Leinster (era il 1983 e avevo 13 anni). Ricordo ogni istante della giornata in cui ho aperto quel libro, a casa di mia zia in campagna... Ricordo persino i discorsi che i miei zii facevano mentre io seduto sul divano divoravo quel volumetto, in una giornata di lettura initerrotta... Ho  trascorso un mese in campagna dai miei zii... e non ho un solo altro ricordo nitido di quella vacanza... eppure avro' pur fatto qualcosa di interessante o divertente.
Inutile dire che ho sempre considerato "L'incubo sul fondo" un capolavoro.  Altrettanto inutile ammettere che probabilmente non lo è affatto... ma questa sarebbe una recensione
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #137 data: 12 Giugno 2009, 10:38:36 »
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Cari Max e Thx, mi associo. Anche per me i ricordi di alcuni Urania sono tali da stravolgere la realtà del loro valore critico letterario. Ma forse è questo che ci unisce il ricordo del " sense of wonder" che un libretto con il cerchio attorno ad un' immagine ci ha dato.Ho meravigliosi ricordi di odori e temperature estivi che si accompagnano al ricordo di alcune pagine.Sono passati tanti anni dai miei primi Urania ma sono legati ai miei ricordi più belli, alle mie Estati giovanili quando io, Urania e la nazione eravamo più giovani, più ingenui e forse più belli. E proprio per questo sono affezionato al loro aspetto vissuto e non li cambierò mai.
Vin
« Ultima modifica: 12 Giugno 2009, 11:59:59 di Lupo dei Cieli (VinMar) » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #138 data: 13 Giugno 2009, 11:16:22 »
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Le parentesi: altre letture

Credo che molti di voi, vedendo le schede di questa rubrica e non avendo letto l'introduzione all'e-book, si domandino: "ma possibile che questo Maxpullo legga solo Urania e derivati?".
Un tempo se lo domandava anche mia madre e, per tutta risposta, mi inseguiva per ogni angolo di casa brandendo una copia de "I fratelli Karamazov" di Fëdor Michajlovič Dostoevskij e, probabilmente ispirata da chissà quale artificio di Eymerich, mi leggeva come una specie di mantra il passaggio de "Il grande Inquisitore". E' inutile dire che, come tutti i figlioli che si rispettino, sbeffeggiavo il libro e mia mamma e dopo che lei si era finalmente arresa mi rimettevo in cameretta a gustarmi "Io sono Helen Driscoll" e "L'ospite del sentatore Horton" magari per la dodiciesima volta... ma con il tempo, quelle gustose scenette finirono per incuriosirmi e, di nascosto da lei, lo lessi avidamente e fu quella la mia iniziazione alle cosidette "letture serie". A parte il passaggio del grande inquisitore e del relativo processo al redivivo Gesù, ho davvero pochi ricordi di quella lettura, ma sono ricordi positivi e tali da indurmi a considerarmi offeso quando il romanzo è fatto oggetto di dileggio da chi lo banalizza e lo considera solo un esempio di lettura "mattone".
In questa scheda, tanto per spezzare un po', vorrei proporvi alcune letture al di fuori dei generi ospitati qui su Uraniamania, non tanto per proporvi libri "seri", perchè considero irritante e superficiale l'atteggiamento cattedratico e intellettuale di chi considera ciarpame il "fantastico" e i suoi derivati, quanto piuttosto perchè in una rubrica che si chiama "I libri di Maxpullo" non possono non comparire, anche se solo di sfuggita, titoli a me cari.

Il mio libro preferito in assoluto, letto sempre su consiglio di mia madre, è "Cent'anni di solitudine" di Gabriel García Márquez: fiabesca e surreale storia della famiglia Buendía, narrata nell'arco di sei generazioni. Più che la trama qui è importante immergersi completamente nell'atmosfera assurda del villaggio di Macondo, un luogo ideale, perduto nel tempo e nello spazio, in cui il trascorrere degli anni e delle stagioni perde quasi completamente il suo significato e gli echi del mondo reale giungono fievoli e attutiti, quasi come in un sogno. Gli abitanti di Macondo e principalmente i membri della famiglia Buendía, vivono la loro vita di idee, manie e piccole follie, completamente al di fuori dell realtà e, generazione dopo generazione, si osserva quasi un richiudersi del tempo su se stesso, una staticità che impedisce di fatto qualunque cambiamento della condizione umana. Non mancano poi elementi fantastici come la chiaroveggenza ed il ritorno delle sagome dei defunti, che fanno assumere alla storia un sapore del tutto particolare e stupefacente e che rendono questo romanzo un capolavoro assoluto, al di fuori da qualsiasi schema e da qualsivoglia classificazione di genere.

Un'altro libro a me molto caro è "Cime tempestose" di Emily Brontë, romantica, drammatica e fantastica storia d'amore destinata a sconvolgere le vite dei protagonisti e dei loro congiunti in un crescendo di odio e tensioni che si placheranno solo nell'aldilà. Letto su coercizione dell'insegante di inglese del liceo il libro mi ha appassionato non solo per la vicenda che si intreccia nell'arco di due generazioni, ma anche per l'atmosfera di magia che l'autrice riesce ad evocare e per la presenza di elementi fantastici come gli spettri.

Proseguendo questa brevissima rassegna, non posso non citare gli unici due esponenti della narrativa italiana che sono stati in grado di darmi vere e intense emozioni: Dino Buzzati e Luigi Pirandello.
Il primo l'ho scoperto grazie al racconto "I sette piani", che rimane il mio preferito, e mi ha colpito per la sua capacità pressochè unica di riuscire a "tagliare" i suoi racconti in modo da lasciare il lettore quasi senza fiato: l'imprevedibiltà del finale, lo chock che si insinua nelle ultimissime righe e soprattutto la bravura con cui riesce a concludere una storia senza una parlola di più o una di meno, me lo fanno idealmente accostare a due maestri del calibro di Fredric Brown e Richard Matheson che avevano la sua stessa capacità.
Riguardo Luigi Pirandello posso dire senza ombra di dubbio che sia stato uno dei massimi pensatori dell'ultimo secolo: uno dei pochi che, in quasi tutte le sue opere, sia riuscito ad infondere ed a rendere tangibile quel senso di mancanza di identità e di staniamento dell'uomo moderno, incapace di riconoscere la sua vera essenza e di trasformarsi, assumendo l'opportuna "maschera", a seconda di ciò che le circostanze impongono. Considero un capolavoro assoluto il dramma "Sei personaggi in cerca d'autore", che, a mio modesto avviso, è la sua opera più significativa, ma è davvero difficile selezionare qualcosa in una produzione letteraria e filosofica di prim'ordine come la sua.

Avrei sicuramente altri titoli da proporvi, ma ci sarà tempo per farlo: per adesso mi piace pensare che, come l'anno scorso vi proposi la lettura de "Le escrescenze della Luna" di Robert Bloch, prima recensione de "I libri di Maxpullo", oggi, nello stesso giorno, sono riuscito a trovare l'occasione di presentarvi dei titoli e degli autori che, pur non essendo propriamente dei generi qui letti e apprezzati, fanno pur sempre parte della mia storia di lettore e, fedele alla mia "missione", non potevo davvero mancare di proporveli.

A presto
Maxpullo
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #139 data: 13 Giugno 2009, 11:53:44 »
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ah scusami MAX.... io sono rimasta indietro con la tua rubrica!!! Ma il mio unico neurone ha molto da fare da solo, ma tu continua così perchè è bellissimo leggere questi post. Oramai quando vado a guardare le ultime recensione sui libri di fantascienza, mi viene una tale malinconia sono tutta propaganda pubblicitaria mal fatta e non rendono mai veramente un libro, e poi non so.....ma chi legge certa roba a tal prezzo?! quindi grazie della freschezza che la tua rubrica da, mi piace sentir stroncato un libro......    e che la verità si dica, almeno la propria!
Tanti auguri " i libri di maxpullo"

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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #140 data: 19 Giugno 2009, 18:43:15 »
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Il profeta

Capita a volte di imbattersi in libri che pur non suscitando grandi aspettative dal titolo o dalla copertina, si rivelino invece letture appassionanti e coinvolgenti.
Una vera sorpresa per me è stato il romanzo "La città e il deserto" di Alan Barclay, urania 721, che, scelto assolutamente a caso, mi ha tenuto incollato alla lettura per una giornata quasi intera.
Riporto qui il commento inserito perchè ci tenevo a recensirlo per inaugurare questa nuova "tranche" della mia rubrica.

     Davvero bello questo romanzo.
Avventuroso e visionario, il libro racconta una vicenda simile a quella de "I superstiti di Ragnarok", ma se ne discosta per presenza della figura eroica, quasi sempre in primo piano, del protagonista John Hart, umile ma geniale condottiero, in grado di assicurare la sopravvivenza del suo gruppo in un ambiente quasi del tutto ostile.
Le belle descrizioni del "Deserto", delle oasi e degli avventurosi viaggi con le "navi", i progetti di sopravvivenza a medio e lungo termine, le insospettabili alleanze con gli indigeni del pianeta e, soprattutto, la battaglia contro la cultura sterile e reazionaria della "Città" si vivono istante per istante, pagina dopo pagina, in una atmosfera che ha l'afflato lirico delle grandi epopee ed ogni immagine che l'autore ha saputo produrre rimane vividamente stampata nella memoria del lettore.

La messianica, lungimirante, figura di Hart, attorno a cui tutto il romanzo ruota, rimane una delle figure di eroi più affascinanti che la fantascienza abbia mai saputo produrre: egli è semplicemente un uomo che si adatta alle circostanze; non è un eroe di prima grandezza, non è forte, non è veloce, non ha superpoteri, ma affronta i problemi che il pianeta e le situazioni gli pongono davanti con umiltà e coscienza di ciò che è moralmente più giusto, con calma, intelligenza e fermezza, sempre traguardando quello che è il suo fine ultimo e cioè assicurare la sopravvivenza del suo gruppo e di quelli che saranno i suoi eredi futuri.
Un personaggio che, grazie alla sua intelligenza ed alla sua lungimiranza, diventa leggenda vivente già tra i suoi simili, ma che, al momento di decidere quello che dovrà essere il suo destino, trova la forza d'animo di non cedere a questa tentazione e coraggiosamente rinuncia ad assurgere al ruolo di mito per mantenere quello più scomodo e difficile di "uomo".
Una vicenda ed un protagonista che fanno vivere in prima persona quella che potrebbe benissimo essere la verità celata dietro uno dei tanti miti biblici: quasi che Hart simboleggi un moderno Mosè impegnato a condurre il suo popolo verso la terra promessa.
Per me questo è un capolavoro e ve lo consiglio ad occhi chiusi.
« Ultima modifica: 19 Giugno 2009, 18:44:01 di maxpullo » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #141 data: 24 Giugno 2009, 14:21:24 »
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Il mercato del martedi

Siete mai stati inseguiti da una mantide religiosa? Beh, a me è capitato... immaginatevi la scena: un assolato mercato estivo pieno zeppo di gente sudata ed io che, una busta per mano accompagno la mamma tra le deliziose bancarelle. D'improvviso, tipo spartizione delle acque del Mar Rosso, si apre un corridoio nella folla e da lontano vedo sopraggiungere a grande velocità verso di me un mostruoso insetto gigante assai simile a quello che dava la caccia all'Ape Magà nell'omonimo cartone. Non ho mai saputo se mi avesse puntato o se fosse invece solo una mia impressione per il semplice motivo che, senza pensarci un attimo e senza nessuna intenzione di verificare quale ipotesi fosse quella giusta, mollai a terra le buste e mi diedi ad una fuga disperata... tutto questo accadde nel mitico mercato settimanale che tutti i martedi si tiene nella ridente località balneare di Torvaianica vicino Roma e che, per molestia, è assolutamente equivalente a quello di Ciampino.
Unico punto a favore di questa manifestazione, oltre al fatto che ci si va presto perchè "sennò dopo fa troppo caldo" e che ci si può anche andare in bicicletta, era la presenza del bancarellaro dei libri usati, che, al pari del suo corrispondente ciampinese, teneva ben celati nel retrobottega dei ricchi giacimenti uraniferi.
Ricordo ancora che nella mia prima "frugata" tra i vari tesori riuscii a disseppellire degli urania che per il mio standard dell'epoca erano "mooolto vecchi" perchè avevano una copertina diversa con un bel rombo colorato... il primo in assoluto che mi rimase attaccato alle mani fu "Agonia della Terra" di Edmund Hamilton, urania 386, ed è proprio di questo che voglio riportarvi il mio commento.

      Sebbene l'idea iniziale sia un po' fiacchina e assai simile a quella de "La valle condannata" (è probabile che Davies abbia ripreso l'idea di Hamilton), questo è un romanzo che non esiterei a definire un vero classico e quindi senza età.
La tremenda esplosione che sbalza la città di Middletown con i suoi abitanti avanti nel futuro più remoto non verrà ricordata negli annali della fantascienza per la sua verosimiglianza o per la sua plausibilità, ma è indubbio che la capacità che ha avuto Hamilton nel riuscire ad immaginare questa Terra morente, con il Sole che si spegne, la Luna mostruosa che incombe nel cielo, il vento freddo e le città disabitate è da premio Oscar.
L'atmosfera da fine del creato che sottende le pagine iniziali della storia è degna del miglior Ballard, ma, diversamente da quanto avviene nei romanzi del "cantore delle catastrofi", qui l'accento, più che sulla catastrofica situazione del pianeta, viene posto sulla capacità di adattamento dei superstiti e sui problemi di sopravvivenza immediati che la situazione esige.
L'arrivo di un insperato aiuto dal cosmo, lungi dal risolvere la situazione, contribuirà a creare nuovi problemi e darà uno sviluppo del tutto imprevisto e assai godibile alla trama perchè gli abitanti di Middletown, reduci del XX secolo, riusciranno, con il loro "provinciale" attaccamento al pianeta patrio, a modificarne le sorti.

Davvero un buon libro ed un ottimo esempio del fatto che le trame di fantascienza costruite e incentrate sui sentimenti umani più che sulle "trovate" tecnologiche, siano assai più longevi degli altri, spesso in grado di divertire ed emozionare anche a distanza di anni.
Dimenticavo: quali che fossero le sue intenzioni, la mantide quel giorno non riuscì a prendermi.
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #142 data: 28 Giugno 2009, 08:37:52 »
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Cambiare idea

Può accadere di rileggere un libro già letto in passato e rivedere completamente il proprio giudizio: il caso più clamoroso che mi sia capitato sinora è sicuramente quello di "Praticamente innocuo" di Douglas Adams, ma in altre occasioni mi è capitato di modificare radicalmente un giudizio stroncatorio basato sulla prima lettura o sui suoi ricordi.
Un caso abbastanza emblematico è quello di "Dietro il muro", di Fred Saberhagen, urania 710, uno dei romanzi da sempre presenti nella mia collezione perchè ammiccava verso di me già dalla libreria della vecchia casa di Ciampino assieme a Dentelungo.
Ricordavo una lettura scialba e deludente ed un finale che mi aveva fatto infuriare perchè distruggeva le ottime premesse iniziali, ma forse ero stato un po' troppo severo ed il secondo giudizio, certamente più equilibrato, è quello che conta.

     Bello lo spunto iniziale e molto efficace l'atmosfera sovrannaturale che l'autore riesce a costruire a poco a poco attraverso i sogni ricorrenti, le sensazioni del protagonista ed il ritrovamento del diario con i riferimenti ad un diabolico "lui" che possiederebbe la casa.
Poi l'atmosfera di magia a poco a poco svanisce, principalmente per la deludente connotazione della "creatura" nascosta nella cantina della casa (viene presentato solo un suo "automa", ma l'identità della "mente" che si cela dietro tutta la vicenda non viene mai mostrata) e per la presenza di alcuni piccoli particolari che non vengono spiegati proprio adeguatamente come ad esempio l'identità e le motivazioni di chi aveva inviato i sogni.
La cosa che ho trovato più deludente, tuttavia, è il fatto che l'autore indichi uno degli elementi più "comuni" e diffusi in tutto l'universo come arma risolutiva, in un finale che ricorda un po' quello de "La guerra dei mondi" o, peggio, del film "Signs".

Nel complesso comunque l'atmosfera che l'autore riesce a creare nelle pagine iniziali e lo spunto assolutamente fantascientifico alla base del romanzo (un po' mi ha ricordato "Gli strani suicidi di Bartlesville", capolavoro di Fredric Brown) riescono a reggere abbastanza bene al finale raffazzonato ed il mio giudizio è senza dubbio positivo.
Con un po' di cura in più poteva essere un vero capolavoro: così è solo un buon libro, scorrevole e che si legge piacevolmente anche a distanza di anni.
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #143 data: 28 Giugno 2009, 20:24:49 »
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ARGHHHHH........  Gli ultimi tre mi mancano   CHE DOLORE!!!!!!!!
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #144 data: 28 Giugno 2009, 20:41:55 »
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Citazione da: gretana il 28 Giugno 2009, 20:24:49

ARGHHHHH........  Gli ultimi tre mi mancano   CHE DOLORE!!!!!!!!


Mi dispiace... sul serio...
però dai, non sono rari, si trovano facilmente e costano pure poco... credo che con 5 euro li puoi prendere anche tutti e tre assieme ...
Comunque se vuoi fare una selezione, l'unico "imperdibile" è "La città e il deserto"
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #145 data: 29 Giugno 2009, 11:37:01 »
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Autodeterminismo

Uno dei temi più sfruttati dalla fantascienza è da sempre quello dei viaggi nel tempo: le teorie e le storie che affrontano la possibilità di viaggi nel passato o nel futuro sono molteplici e tutte, per l'intrinseca natura dell'argomento trattato, conducono a ragionare sulla possibilità di incorrere in paradossi.
Il rischio più grande sembrerebbe quello connesso ai viaggi nel passato, che, per incuria dei viaggiatori, potrebbero produrre modificazioni imprevedibili e spesso nefaste sul presente, ma anche la possibilità di poter vedere e viaggiare nel futuro non è esente da paradossi.
Se infatti esistesse qualcosa in grado di farci vedere il futuro, come la metteremmo con la questione del libero arbitrio? La visione del futuro, quale che sia, presupporrebbe infatti una catena di cause ed effetti tale da impedire ogni possibile ipotesi di autodeterminismo del singolo individuo o dell'umanità in genere e, anche non conoscendo i particolari e i dettagli dei singoli eventi, resterebbe sempre la sensazione di un qualcosa già "scolpito" ed immutabile, indipendentemente dalle azioni umane.
Un libro che esplora in modo abbastanza esplicito, anche se non sempre in maniera efficace, questo tipo di paradosso è rappresentato da "Caverna nel tempo", di Rex Gordon, Urania 835, un altro libro del nucleo iniziale "ciampinese" della mia collezione, che da sempre ha colpito la mia fantasia, non tanto per il suo contenuto, quanto piuttosto per la fosca e orrenda copertina di Karel Thole e per il forte invito alla lettura rappresentato dalla trama in quarta di copertina.

     Romanzo quasi sempre in bilico tra il fantascientifico ed il filosofico: non si discute mai sulla possibilità di compiere un viaggio nel tempo, perchè l'esperienza ne dimostra ampiamente la fattibilità, ma si discute invece ampiamente sulla possibilità paradossale di modificare il futuro, anche quello che è già stato visualizzato.
Inviato nel futuro ad indagare sul mistero che si cela dietro le immagini di un cortometraggio che riprende una scena cento anni più avanti nel tempo, il protagonista, il maggiore Judgen, si troverà a dover affrontare una realtà assolutamente differente da quella cui è abituato e ad accorgersi che il futuro dell'umanità è assai peggiore di qualsiasi pessimistica previsione si riesca ad immaginare. Nonostante la sua dedizione alla missione e nonostante il rischio della sua stessa vita, il maggiore Judgen riuscirà a scoprire ben poco, anche se i pochissimi indizi raccolti basteranno per poter alimentare le speranze di un futuro diverso, magari migliore.

Molto simile a "Sarà un futuro d'Inferno", il romanzo di Rex Gordon se ne discosta perchè, mentre nel pessimistico libro di D.F. Jones all'uomo non è data alcuna facoltà di modificare la propria sorte, qui assistiamo al trionfo del libero arbitrio: l'uomo attraverso le sue decisioni può modificare gli eventi futuri e scongiurare eventuali catastrofi. Non si avrà mai alcuna garanzia che la scelta fatta sia quella giusta o quella migliore, ma l'autodeterminazione dell'umanità è salva.
Per lunghi tratti il libro appare leggermente noioso e ripetitivo, ma la descrizione delle desolatissime "Terre Straniere" in cui il protagonista entrerà in contatto con le entità telepatiche destinate a succere all'uomo risolleva di molto le sorti di questo romanzo e gli fa meritare un qualcosa in più della piena sufficienza.
Si può leggere
« Ultima modifica: 29 Giugno 2009, 11:37:40 di maxpullo » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #146 data: 29 Giugno 2009, 14:47:02 »
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Ho scaricato i 2 pdf, grazie mille per questa iniziativa!

Molto gentile veramente
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« Rispondi #147 data: 30 Giugno 2009, 08:38:01 »
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Citazione da: Kolok il 29 Giugno 2009, 14:47:02

Ho scaricato i 2 pdf, grazie mille per questa iniziativa!

Molto gentile veramente


... aspetta a ringraziare...
prima leggili
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #148 data: 30 Giugno 2009, 16:34:33 »
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Il romanzo nel romanzo

Nelle prime allegre scorribande alle bancarelle di Roma di Piazza della Repubblica assieme a mia madre, mentre io mi concentravo sulla mia pseudo-mancolista basata su titoli, copertine e "impressioni a caldo", concentrando la mia attenzione su cerchiorosso e rombetti, lei ogni tanto sceglieva qualche urania "vecchio", quelli cioè più costosi ed imbustati nella cellophane con il prezzo scritto a pennarello sulla busta. Parliamo di prezzi che oggi farebbero sorridere visto che si andava dalle 5.000£ per "i rossi" alle 10.000£ per quelli "bianchi" fino alle 25.000£ per i romanzi di urania sotto il numero 100, ma comunque per l'epoca (e soprattutto per me) quelle erano delle vere "cifrone" e lasciavo a mamma il compito di scegliere lei quei pezzi che in fondo a me non interessavano per nulla perchè, ripeto, non ero intenzionato a completare la collezione.
Mia madre cercava soprattutto quei libri che aveva letto in gioventù, come ad esempio "I vampiri di Bellatrix", ma se trovava un titolo o una copertina che la convincevano prendeva anche quelli, per un tetto di spesa massimo complessivo di circa 15.000£.
Uno dei primi urania che prese fu "La trama fra le nubi" di Lafayette Ron Hubbard, Urania 105 e, dopo averlo letto e apprezzato moltissimo, mi consigliò vivamente di leggerlo.
Da buon figliolo obbediente ci ho messo più di vent'anni ad ascoltare quel consiglio, ma, come si suol dire, meglio tardi che mai. Di seguito il mio commento a questa interessante lettura terminata proprio ieri sera sul tardi.

     Già con "Le quattro ore di Satana" Ron Hubbard aveva proposto una vicenda molto strana e onirica, ma con questo libro si è davvero superato. Tuttavia, mentre lì il mistero delle sovrannaturali esperienze del protagonista era incentrato sulle quattro ore che egli aveva inspiegabilmente perduto, qui non c'è davvero nulla nè di misterioso nè di sovrannaturale: semplicemente il protagonista, Mike De Wolf, si trova a vivere una vicenda che ha del surreale, intrappolato nella trama di un libro di un suo amico scrittore che lo vede imprigionato nei panni dell'antagonista dell'eroe del suo romanzo e dunque quasi sicuramente destinato ad una drammatica fine.
L'indiscutibile ticchettio della macchina da scrivere, che sembra provenire dalle nubi e che solo lui può udire, accompagna i momenti di "assenza" di Mike, quei momenti cioè in cui egli, nei panni del personaggio del romanzo, non ha facoltà decisionali e, come in una sorta di incubo ad occhi aperti è costretto a vivere passivamente ciò che l'autore sta scrivendo. Ma, fortunatamente, ogni tanto lo scrittore si concede delle pause, ed è in questi momenti di libertà, che Mike, resosi conto della situazione, tenta in tutti i modi di scongiurare il suo tremendo destino.

Il finale sarà forse un pochino scontato, ma è anche l'unico possibile finale ipotizzabile per una vicenda surreale come questa e non è affatto deludente: al contrario, esso rende il romanzo assai più gustoso e divertente, sicuramente molto migliore di quanto avrebbe potuto fare qualunque ipotetico escamotage fantascientifico/sovrannaturale.
E' un libro assolutamente unico e fuori dal comune che, senza effetti speciali e trovate sorprendenti, si lascia gustare dall'inizio alla fine, divertendo ed appassionando il lettore che vive, istante dopo istante, il dramma di Mike, imprigionato in un universo in cui le leggi del libero arbitrio sono vere solo parzialmente, in cui è possibile che il sole si fermi in cielo nello stesso punto per ore ed ore senza che il tempo passi, in cui si passa dall'alba al tramonto nel giro di pochi istanti ed in cui è possibile che i personaggi, tutti a loro insaputa tranne il povero Mike, si trovino a rivivere più volte la stessa vicenda ma con esiti diversi, un universo impazzito e soggetto tanto ai marchiani errori di ambientazione di uno scrittore poco informato sui dettagli dell'epoca che descrive, quanto ai suoi repentini ripensamenti sulla trama e sui destini dei suoi personaggi.
Un libro che, pur non essendo vera e propria fantascienza, è davvero un classico senza tempo, che si legge oggi come 50 anni fa e che vi consiglio di leggere appena ne avete il tempo. Ma mi raccomando: non fate come me, non aspettate più di vent'anni.
« Ultima modifica: 30 Giugno 2009, 16:37:05 di maxpullo » Loggato
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Re:I libri di Maxpullo 2009
« Rispondi #149 data: 01 Luglio 2009, 21:25:00 »
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Sulle ali del ricordo

Ogni tanto mi ritornano in memoria immagini suscitate da letture passate. E', forse, anche per questo che oggi tengo questa rubrica di letture: non soltanto cioè per narrare la storia della mia collezione, ma anche, in un certo modo, per "fissare" questi ricordi in modo da non dover sempre chiedermi "ma qual era quel romanzo che...?".
Durante le scorse settimane, ad esempio, ero tormentato dall'immagine ricorrente di una "spedizione", tipo quella de "Il signore degli anelli", costretta ad inerpicarsi attraverso delle altissime montagne e di un misterioso assassino che ne decimava i componenti; dopo affannose ricerche negli "sbiaditi" banchi mnemonici e confronti all'americana con moltissimi volumi della libreria, ho finalmente rimesso le mani sul romanzo.
Si trattava di "Spedizione verso il Niente" di Dean Ray Koontz, Urania 733, letto diversi anni fa e che voglio presentarvi oggi dopo una appassionata rilettura.

     Di genere indefinibile, questo libro alterna i sapori del fantasy con quelli del giallo e della pura fantascienza. La missione che parte all'esplorazione del misterioso territorio denominato "Niente" è, infatti, condotta dalla tipica compagnia che caratterizza diverse avventure del fantasy, con tanto di maghi, forzuti vari e soldati, ma bastano pochi accenni qua e là per capire che qui magia e sovrannaturale hanno ben poco spazio e la vicenda si fa davvero interessante e godibile.
I personaggi sono ben delineati e la bravura dell'autore fa si che la prima parte del libro scorra in modo davvero appassionante ed emozionante tanto che, durante la lettura, molte volte mi sono soffermato ad ammirare lo stile descrittivo e ad immaginare vividamente come in un film quello che stava accadendo. La caccia ai misteriosi assassini che decimano i membri della compagnia da un tocco di mistero in più ad una avventura già sufficientemente appassionante e contribuisce al piacere della lettura.

L'ultima parte del libro, come peraltro già osservato in altre recensioni e commenti, è quella meno convincente: lo scenario post-bellico della Terra sconvolta da cataclismi e mutazioni, ancorchè maestoso e ben descritto, fa da sfondo ad una vicenda in cui l'autore sembra aver decisamente pigiato sull'acceleratore per concludere il libro il prima possibile dopo essersi accorto di aver scritto troppo. Se l'impressione derivi magari da piccoli "ritocchi" dei curatori proprio non saprei dirlo, ma è un fatto che in meno di 40 pagine vengono condensate tutte le meraviglie della terra degli antichi nonchè una guerra galattica con misteriosi e "improvvisati" alieni.
La pletora di trovate, storie, spiegazioni e narrazioni condensate in poco spazio a mo' di bignami da un lato annoia un po', dall'altro lascia una sensazione di delusione che rovina l'atmosfera delle prime pagine e fa si che questo bel romanzo non possa essere definito come capolavoro.
Rimane comunque un bel libro da leggere tutto d'un fiato e che consiglio a tutti.
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