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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | Urania Mondadori | Discussione: I libri di Maxpullo 2008 «prec succ»
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  Autore  Discussione: I libri di Maxpullo 2008  (letto 22483 volte)
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #30 data: 23 Giugno 2008, 23:17:06 »
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Citazione da: ansible il 23 Giugno 2008, 21:19:31

Non io. Considero i romanzi di Adams stilisticamente piatti e piuttosto noiosi, se voglio leggere un romanzo intelligente umoristico e paradossale, leggo Robert Scheckley o Mack Reynolds o R. A. Lafferty.


Personalmente trovo "Guida Galattica" esilarante, una delle cose migliori prodotte nel campo della fs, mentre sono d'accordo che i successivi capitoli siano molto più piatti e ripetitivi... sino ad arrivare a "Praticamente Innocuo" che già dal titolo la dice lunga
Di Sheckley ho letto "Dramocles" e "Alistair Crompton", ma è stato troppo tempo fa per poterli commentare bene e prima o poi li rileggerò perchè conservo solo ottimi ricordi. Stessa cosa per l'ottimo Reynolds di cui ho letto "Ed egli maledisse lo scandalo" e "Genoa - Texcoco: zero a zero" (da buon genoano non potevo perdermelo )
Su Lafferty sospendo ogni commento perchè ho letto solo un romanzo (L'equazione del giorno del giudizio) e francamente non mi ha stimolato a leggere altro, ma probabilmente mi sbaglio...


Citazione da: ansible il 23 Giugno 2008, 21:19:31

E come fai a dirlo?. Farmer e Sladek sono due grandi e conosciutissimi autori di SF:
Sladek è stato un alfiere della New Wave assieme a Thomas Disch ed era uno degli autori di punta della rivista New World, Farmer poi non ha certo bisogno di presentazioni.


Hai proprio ragione, mi sono espresso male: quello che volevo dire è che Adams ha avuto una maggiore diffusione, tanto che dal suo libro hanno addirittura tirato fuori un film e diversi gadget, mentre Sladek e Farmer sono molto meno noti in ambienti "non specializzati"...

Ti ringrazio per le precisazioni e le "chicche" sui retroscena di "Venere", che non conoscevo affatto
Buonanotte
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #31 data: 24 Giugno 2008, 09:35:34 »
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Caro Maxpullo sei semplicemente GRANDE!! Mi complimento anch'io per questa iniziativa, che ti invito a proseguire "a ritmi forsennati", utilissima per chi, come me, ama moltissimo Urania, ma che fra tanti numeri è un po' perso...
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #32 data: 24 Giugno 2008, 11:56:04 »
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Citazione da: maxpullo il 23 Giugno 2008, 23:17:06

[Su Lafferty sospendo ogni commento perchè ho letto solo un romanzo (L'equazione del giorno del giudizio) e francamente non mi ha stimolato a leggere altro, ma probabilmente mi sbaglio...


Sul romanzo di Lafferty ti do' ragione, ma era ormai vecchio e stanco, e non fa testo. Di lui ti consiglio

                   Cantata Spaziale, pubblicato su Galassia n. 216, ed. La Tribuna (veramente spassoso).
                   Quarta Fase, pubblicato di SF, Narrativa d'Anticipazione n. 2, ed. Nord.
                   Maestro del Passato, pubblicato su Cosmo Argento n. 18, ed. Nord.

Un saluto da ansible
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #33 data: 24 Giugno 2008, 20:32:28 »
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Un mondo pluralistico e senza tempo

Tra i tanti "tesori" scoperti nella libreria dei nonni ricordo sempre con particolare entusiasmo "I Tesori di Tschai" di Jack Vance, Urania 567. Mentre la Porta sull'Estate mi aveva avvinto per le sue idee, i suoi valori ed i suoi messaggi positivi, il libro di Vance, iniziato con riluttanza perchè era il terzo di una quadrilogia, seppe conquistarmi via via per la sua avventurosità, per la descrizione dei paesagi alieni e per la costante trepidazione per la sorte di Adam Reith e dei suoi amici/alleati.
Dovettero passare 4 anni prima che trovassi "Fuga da Tschai", Urania 571 su una bancarella e ne passarono altri 2 prima di trovare "Le Insidie di Tschai", Urania 565 oltre ad una copia rovinatissima e mancante prorpio delle prime pagine de "Naufragio sul pianeta Tschai", Urania 562. Ricordo ancora che fu "il custode" a trovarmi la copia perfetta che ora ho il libreria.
La cosa bella fu lo scoprire che, nonostante la "lettura analogica", i singoli libri non perdevano affatto il loro fascino, ma anzi, andando a ritroso, venivano chiariti diversi aspetti dei libri precedenti e tutta la vicenda, già di per se avvincente, si arricchiva di elementi preziosi.
Riporto qui le bellissime copertine di Thole della quadrilogia in ordine di apparizione (nella mia collezione), assieme al commento "globale" che ho lasciato per l'edizione nella biblioteca di Urania.


Una emozionante avventura a contatto con razze ed etnie che solo la mente di un grande come Vance poteva concepire, descrivere e far coesistere su un unico pianeta!
L'ambientazione del tutto straordinaria, la grande fantasia nelle descrizioni degli usi e costumi delle razze di Tschai e le avventurose trovate fanno si che questo ciclo sia assolutamente "senza tempo", leggibile e godibile oggi come in passato!
Un capolavoro assoluto, da leggere e conservare

Un "ciclo senza tempo", ecco, queste sono proprio le parole giuste per descrivere questi quattro capolavori unici della fantasceinza di avventura. Senza tempo, perchè il merito più grande di Vance è stato quello di immaginare un mondo che da un alto è assolutamente straordinario perchè fa coesistere cinque (anzi sei) etnie completamente aliene tra di loro (Chash, Wankh, Dirdir, Pnume, Phung e Uomini) e dall'altro non da alcuna coordinata precisa nè di tempo, nè di spazio. Le avventure del naufrago Adam Reith potrebbero svolgersi tra qualche secolo come pure dopodomani e nè la leggibilità di questo ciclo straordinario potrebbe mai essere intaccata da nuove scoperte scientifiche.
Quattro romanzi che non saranno mai "datati" e che conserveranno intatto il loro fascino anche per le generazioni future.
Consiglio la lettura a tutti: chi non ha i 4 urania, piuttosto che andare "a caccia" di quattro volumi piuttosto rari, può magari provare a reperire l'altrettanto splendida edizione Biblioteca Urania 1, che ancora è in circolazione su bancarelle virtuali e non.
« Ultima modifica: 24 Giugno 2008, 20:37:07 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #34 data: 25 Giugno 2008, 08:28:38 »
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Sopravvivere ad ogni costo

Nella mia ideale "top ten", lascio sempre un posto d'onore per un altro grande capolavoro della fs d'avventura e di sopravvivenza: "I superstiti di Ragnarok" di Tom Godwin, Urania 711.

  Tutta la mia ammirazione per questo grande capolavoro traspare dal mio commento lasciato nell'apposita sezione.

Ci sono libri per i quali il tempo non passa. Questo "manuale di sopravvivenza" in un pianeta totalmente ostile è uno di loro. La trama ben scritta, i valori ed i sentimenti che trasudano da questa epopea ne fanno un libro intramontabile per tutte le stagioni.                             

Come per la saga di Tschai, anche qui l'imperativo è la sopravvivenza in un ambiente ostile, ma mente nel libro di Vance abbiamo un protagonista solitario, astuto ed esperto in tecniche di combattimento, naufragato in un mondo nemico ma per certi versi "civilizzato" (leggi "tecnologico"), nel libro di Godwin ci troviamo di fronte ad un vero e proprio dramma: circa 4000 civili terrestri, vengono deportati su un pianeta assolutamente ostile e primitivo e lasciati a "cavarsela da soli" da nemici implacabili della razza umana. La guerra contro i perfidi "Gern" è appena abbozzata e fa semplicemente da sfondo ad una vicenda che assume spesso i toni lirici dei grandi poemi dell'antichità e che ci mostra come anno dopo anno, generazione dopo generazione, i pochi superstiti della deportazione riescano a cavarsela.
La caratteristica più importante di questa avvincente saga è l'assoluta mancanza di un vero e proprio protagonista inteso come personaggio chiave: il protagonista qui è la comunità umana costretta a fronteggiare una lotta spietata contro la natura ostile di Ragnarok. Anno dopo anno, generazione dopo generazione, i capi e gli eroi si alternano, gli episodi e le conquiste si susseguono, ma quello che davvero non muta mai è la ferrea volontà a sopravvivere ed a riuscire a volgere a proprio favore le micidiali minacce del pianeta.
Gli spunti "lirici", il taglio che l'autore riesce a dare ai capitoli e la descrizione di alcuni episodi particolarmente toccanti arricchiscono la narrazione e rendono questo libro davvero difficile da dimenticare.
Un libro in grado di conquistarti sin dalla quarta di copertina e che regala sempre molte emozioni.
Da leggere e conservare.
« Ultima modifica: 25 Giugno 2008, 08:29:54 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #35 data: 25 Giugno 2008, 10:46:54 »
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Quando il titolo non è tutto...

Un tempo acquistavo e leggevo gli Urania basandomi quasi solo sul titolo o sulla copertina, a volte, ma meno spesso, basandomi sulla fantasiosa mitica "quarta di copertina"... avessi proseguito con questo criterio, non avrei mai letto "Terroristi e mostro a Stonehalt" di Anthony Grant, Urania 883.
Intendiamoci: qui non si tratta di un capolavoro del calibro di Tschai, Helen Driscoll o Ragnarok, ma il libro è comunque di piacevole lettura e per certi versi molto avvincente.

    
  
Questo il commento scritto a suo tempo nell'apposita sezione.

Lettura piacevole che mette una discreta dose di brividi. Se vogliamo è la solita storia di "mutazioni" provocate dall'uomo e di ribellione della natura, ma l'originalità del mostro e le descrizioni dei paesagi ne fanno un piccolo capolavoro.

Non so spiegare perchè questo libro mi sia piaciuto tanto. Forse perchè l'autore, descrivendo lo stagno nelle cui profondità si cela la creatura ed il silenzio che vi regna intorno riesce a darmi la sensazione di essere lì, forse perchè nonostante il riciclo di diversi clichè della fantascienza è riuscito a costruire una storia originale, o forse semplicemente perchè la sua lettura è indissolubilmente legata alla mia prima vacanza "da solo" (se escludiamo la compagnia di "Fuffo", uno dei gatti della mia famiglia) ed è quindi associato ad un senso di libertà e spensieratezza.
Quale che sia il motivo, mi sento di consigliarlo a tutti, come lettura facile e non impegnativa, per intrattenere e divertirsi, così come dovrebbe fare ogni buon libro di fantascienza.
« Ultima modifica: 25 Giugno 2008, 10:47:24 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #36 data: 25 Giugno 2008, 12:58:21 »
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Non l'ho letto, ma certo ha uno dei titoli peggiori che mi sia capitato di vedere...Orribile!
Se pensiamo poi che si intitolava in originale "The mutant"...
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #37 data: 26 Giugno 2008, 12:55:53 »
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Il lieto fine

Quanto conta il "lieto fine" in una storia? Sicuramente le storie che finiscono bene lasciano dei buoni ricordi ed è per questo che le apprezziamo, ma, spesso, mi trovo a considerare che non sempre nella realtà le cose vanno nel modo migliore e quindi, voler a tutti i costi un lieto fine può rovinare un racconto e renderlo meno credibile. E chi può dire poi quale sia davvero un "lieto fine"? A volte mi è capitato di notare che scelte apparentemente sbagliate con il tempo si rivelino migliori di altre, oppure che situazioni drammatiche o senza uscita portino a sviluppi felici, come nel famoso detto "non tutti i mali vengono per nuocere".
Tutto questo per introdurre un romanzo speciale, una storia d'amore sfortunata e toccante, che considero sempre tra i miei Urania preferiti di ogni tempo. Sto parlando de "La collina di Hawotack" di Samy Fayad, Urania 261.

  Nel commento inserito di getto nella sezione apposita mi limitai a scrivere poche ma significative righe.

Una storia meravigliosa raccontata in modo fantastico e commovente. Una perla da leggere e conservare che mantiene il suo fascino anche a distanza di tanti anni.

Oggi, dopo averlo riletto, voglio provare a descrivere più approfonditamente perchè abbia trovato davvero speciale questo libro.
La vicenda in se stessa è presto riassunta: partendo dalle strane "apparizioni" che si verificano nella tranquilla cittadina di Hawotack, la narrazione si sviluppa soffermandosi sulle vicende di due giovani amanti, destinati a "rincorrersi" e cercarsi, attraverso i corridoi del tempo, fino all'imprevedibile e toccante conclusione.

La vera trovata di questo stupendo racconto è, tuttavia, rappresentata dalla nota iniziale, che ci informa che quanto stiamo per leggere è un manoscritto rinvenuto dal narratore quasi per caso. Questo espediente consente all'autore/narratore di farci vivere la vicenda da due diversi punti di vista che corrispondono ovviamente a stati d'animo e interpretazioni differenti.
Da un lato, infatti, viviamo la vicenda con l'ansia, le speranze e gli interrogativi dei protagonisti, destinati a non trovare risposta o a trovarla quando è ormai troppo tardi, dall'altro, invece, ci muoviamo nella vicenda con l'occhio privilegiato di chi, potendo permettersi di raccontare la storia "a posteriori", può vedere con maggiore serenità come un finale all'apparenza triste possa invece costituire solo una tappa intermedia, verso una conclusione comunque felice.
Un libro che consiglio a tutti perchè, a mio modesto parere, è molto difficile trovarne di più belli.
« Ultima modifica: 26 Giugno 2008, 12:58:36 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #38 data: 26 Giugno 2008, 17:40:17 »
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Maxpullo bello non me lo dovevi fare. Parlare di Vance e della sua Quadrilogia e dire l'ho trovato nella biblioteca dei nonni. E' un acoltellata alla schiena di chi come me ricorda di averlo comprato in edicola e di averlo letto ed amato. Ma quanti anni hai malefico individuo ?? A Roma mi sembrasti giovane ma non così giovane.
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #39 data: 29 Giugno 2008, 18:35:26 »
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Citazione da: Lupo dei Cieli (VinMar) il 26 Giugno 2008, 17:40:17

Maxpullo bello non me lo dovevi fare. Parlare di Vance e della sua Quadrilogia e dire l'ho trovato nella biblioteca dei nonni. E' un acoltellata alla schiena di chi come me ricorda di averlo comprato in edicola e di averlo letto ed amato. Ma quanti anni hai malefico individuo ?? A Roma mi sembrasti giovane ma non così giovane.
Continua i tuoi libri sono splendidi
Vin

eh, eh... però se può consolarti penso che tu abbia penato molto meno di me per raggruppare la mitica quadrilogia
Gli anni sono 35 e diverranno 36 il prossimo 20 Luglio... purtroppo sarà una domenica estiva in piene vacanze per cui non mi aspetto molti messaggi di auguri , ma fatemeli lo stesso, eh? anche il giorno dopo va bene ...
Ciao
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #40 data: 29 Giugno 2008, 18:59:30 »
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Coincidenze?

La febbre, che mi ha preso ieri mattina (e che mi ha rovinato un bel fine settimana di mare), mi spinge ad essere più ardito in questa mia rubrica ed a proporre assieme due romanzi apparentemente "inavvicinabili" come trama, come edizione e come tutto... insomma è quasi impossibile trovare due romanzi così differenti, eppure (ma forse è solo una conseguenza della febbre) qualcosa in comune i due libri ce l'hanno...
Sto parlando de "Le quattro ore di Satana" di Lafayette Ron Hubbard, Urania 89 e "Missione su Jaimec" di Eric Frank Russel, Urania 1532.
Innanzitutto presento i due libri con il commento inserito di getto, poi proverò a spiegarvi perchè li metto assieme...

  
  
Surreale, onirico, allucinante, visionario. Ecco alcuni degli aggettivi più appropriati per definire questo straordinario romanzo, che, per essere stato scritto nel 1955, presenta molte caratteristiche in comune con gli horror dei giorni d'oggi (visioni spettrali, incubi e deliri che sfociano nell'orrore della rivelazione finale), ma al contempo se ne discosta di molto risparmiandoci i fiumi di sangue e le scene efferrate.
La trama ci porta subito nel bel mezzo dell'incubo e l'autore, di allucinazione in allucinazione, ci conduce in un mondo surreale e aberrante in cui il protagonista vive avventure degne delle migliori febbri e deliri. Il solipsismo e la febbre sembrano essere le uniche spiegazioni plausibili alle spaventose avventure in cui James Lowry si trova coinvolto, ma il racconto è (fortunatamente) molto meno banale e, come già l'autore ci ha preannunciato nelle primissime righe, è proprio l'ultima pagina a svelare il mistero dietro tutta la vicenda ed a farci capire come spesso l'orrore della realtà possa superare la più tremenda delle fantasie.
Da leggere sino all'ultima pagina.
Può sembrare strano detto da uno che si avvia a completare la propria collezione, ma questo è in assoluto il primo urania che ho comprato in edicola... a parte questo l'ho trovato originale, divertente edentusiasmante. La lettura scivola piacevolmente ed è facile arrivare all'ultima pagina senza nemmeno accorgersene. Consigliato a tutti

Vedendo i commenti piuttosto discordanti attribuiti a "Missione su Jaimec", mi sento di spendere due parole in più su questo bel libro piuttosto che spenderle sull'altro, il cui commento mi sembra già abbastanza logorroico.
Lo faccio per difendere un romanzo che, nonostante il tempo trascorso, riesce ancora ad "intrattenere": se ci dimentichiamo, anche per un solo istante, che lo scopo della fantascienza è proprio quello di intrattenere e non quello di stupire per forza con "effetti speciali e colori ultravivaci", allora siamo tentati di dare un giudizio negativo, ma se teniamo presente che questo è un libro che scorre piacevomente in poche ore di lettura, mi sento di classificarlo, se non tra i capolavori, almeno tra i libri "migliori" che abbia letto. Unica pecca il finale, ma come possiamo sapere se Russell non avesse in canna anche il seguito?
E la coincidenza?
Beh, intanto iniziate ad immaginare una collezione, la mia, piena di "buchi", con libri che arrivano qua e là in ordine sparso... ci riuscite? Bene, una mattina compero in edicola "Missione su Jaimec" ed inizio a leggerlo; poco dopo suona il postino che mi porta "Le quattro ore di Satana" da poco preso su eBay...
Ebbene tanta è stata la mia sorpresa nel constatare che questi due libri, separati dall'abbisso del tempo editoriale, non solo erano arrivati quasi assieme, ma, mentre ne "Le quattro ore" di Satana il protagonista si chiama James Lowry, in "Missione su Jaimec" il protagonista si chiama James Mowry...
Capisco (e cercate di capire anche voi) che la febbre (ormai ho superato i 38) forse mi gioca dei brutti scherzi... sperando di non "perdere" anche io quattro ore della mia vita (nonchè, probabilmente, buona parte di quelli che mi hanno dato il loro sostegno a questa iniziativa), chiudo qui questo commento.
Leggeteli e sappiatemi dire
« Ultima modifica: 29 Giugno 2008, 19:03:25 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #41 data: 29 Giugno 2008, 23:09:25 »
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Citazione da: maxpullo il 29 Giugno 2008, 18:35:26

eh, eh... però se può consolarti penso che tu abbia penato molto meno di me per raggruppare la mitica quadrilogia
Gli anni sono 35 e diverranno 36 il prossimo 20 Luglio... purtroppo sarà una domenica estiva in piene vacanze per cui non mi aspetto molti messaggi di auguri , ma fatemeli lo stesso, eh? anche il giorno dopo va bene ...
Ciao


Caro Maxpullo,
purtroppo parto per le vacanze il 19 Luglio e mi è proibito portarmi dietro il portatile
mi è concesso solo un paio di libri contingentati
Quindi se non ti dispiace :

in leggerissimo anticipo
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #42 data: 01 Luglio 2008, 18:17:38 »
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Sigh... auguratemi anche buona guarigione, vah...
Alla veneranda età di 35 anni anni (quasi 36) ho preso la varicella ...
Per la lettura dei post delle prossime due/tre settimane, quindi, si consiglia di installare preventivamente un buon programma Antivirus
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #43 data: 01 Luglio 2008, 18:50:39 »
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Auguri allora di buona e pronta guarigione Max
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #44 data: 01 Luglio 2008, 19:06:27 »
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Due capolavori

Per festeggiare il 25° anno di vita della collana Urania, la Mondadori scelse di pubblicare un numero speciale doppio, il 740, contenente due romanzi di Bob Shaw: "Quando i neutri emergono dalla terra" e "Cronomoto".  Sebbene "Cronomoto" fosse già stato pubblicato nella collana diversi anni prima (al n. 580), in copertina (forse per la presenza di un indedito, o per la mancanza di spazio) non comparve la dicitura "i Capolavori", ma, a mio modesto avviso, non ci sarebbe stato alcun errore se la Mondadori lo avesse fatto.

    "Quando i neutri emergono dalla terra" è l'avvincente narrazione di un insolito "incontro ravvicinato" tra il nostro pianeta ed un mondo per così dire "parallelo", da sempre gemello invisibile (se non attraverso speciali ed avanzati accorgimenti tecnologici) della Terra e indissolubilmente legato alla sua orbita. La vicenda si sviluppa attorno alle apparizioni di strani essere all'interno di una miniera africana, apparizioni rese possibili, non solo grazie alle particolarissime lenti in dotazione ai minatori, ma anche grazie al tremendo e catastrofico "dramma" che questo mondo gemello sta per vivere.
"Cronomoto", invece (neanche a dirlo), è una particolare e romantica storia di viaggi nel tempo. Una storia, se vogliamo, per certi versi, un po' prevedibile, ma anche assolutamente unica per la descrizione dei sentimenti dei protagonisti. Non mancano poi diversi spunti particolarmente felici, come la seduta spiritica con il messaggio erroneamente attribuito ad "Oscar Wilde" e l'associazione tra "emicrania" e viaggi nel tempo; si tratta di lampi che illuminano una storia già di per se avvincente e che contribuiscono a rendere questo romanzo indimenticabile e capace di emozionare anche dopo più letture.

I sentimenti di fondo che accumunano queste due grandi storie di fantascienza sono il dolore, la solitudine, la ribellione e la sconfitta. Gilbert Snook, protagonista dell'insolito incontro tra due mondi di "Quando i neutri emergono dalla terra" è, per sua stessa ammissione, un "neutrino umano", destinato a passare inosservato ed in solitudine attraverso le vicende della vita e, nonostante al momento giusto sia in grado di conquistare il ruolo di "eroe", è lo stesso destinato a trascorrere i suoi giorni in esilio e nella "solitudine" di un universo alieno.
Analogamente, il "doppio" protagonista di "Cronomoto", dopo aver perso la moglie, è incapace di accettare la solitudine ed il rimorso e, rifiutandosi di vivere ancora nel suo tempo, concepisce un piano di "recupero" titanico, contrario a tutte le leggi della natura e dell'universo. La sua ribellione, al pari dell'eroismo di Snook, ancorchè motivata da sentimenti apparentemente nobili, è destinata al fallimento in un modo sconvolgente ed imprevedibile.
Due eroi sfortunati che, a modo loro, sanno conquistare la ribalta della scena e, ancorchè schiacciati dalle enormi e soverchianti forze in gioco, dimostrano di non arrendersi mai e di voler combattere davvero sino alla fine.
Due protagonisti che, da esseri UMani quali siamo, non possiamo non ammirare.
Due storie così avvincenti e particolari che difficilmente si dimenticano e che, per questo motivo, hanno fatto entrare di diritto questo volume doppio nella mia "top ten", sin dalla prima lettura.
« Ultima modifica: 11 Febbraio 2010, 10:09:40 di maxpullo » Loggato
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