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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | Urania Mondadori | Discussione: I libri di Maxpullo 2008 «prec succ»
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  Autore  Discussione: I libri di Maxpullo 2008  (letto 22481 volte)
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #150 data: 13 Novembre 2008, 12:25:59 »
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I motivi del silenzio

Quando maxpullo scompare per un po' i casi sono 3: o ha tanto da lavorare, o sta pensando ad una nuova scheda multipla, oppure è rimasto "impastoiato" in una lettura che non ha il coraggio di interrompere perchè ciò è contrario al suo codice etico di concedere ad un libro l'opportunità di stupirlo fino all'ultima pagina. Lascio a voi decidere quali siano state le cause del mio silenzio "settimanale" durante la lettura di "La lampada dell'amore" di Brian Wilson Aldiss, Urania Classici 244.

     L'idea di fondo del romanzo è davvero buona, ma gli sviluppi della vicenda sono poco credibili e lo svolgimento della narrazione è davvero molto lento.
La curiosità di capire come poteva finire la storia e la prosa scorrevole mi hanno incoraggiato ad andare sino in fondo alla lettura, ma di emozioni e di sorprese ce ne sono ben poche.
L'idea di installare sulla fronte di tutti i cittadini britannici un Rivelatore di Emozioni (ER), un dispositivo in grado di accendersi in caso di "attrazione" verso chi ci si trova davanti, e la conseguente dittatoriale forzatura del governo di sanzionare e punire chi si sottrae all'obbligo, anzichè provocare una guerra civile con conseguente rovesciamento del governo ed anarchia, da invece origine a poco credibili manifestazioni ed è solo una minima minoranza, peraltro poco convinta, ad opporsi al disegno. Credo che se una cosa del genere accadesse davvero, il Primo Ministro salterebbe dopo neanche 24 ore... Ma anche volendo dare credito a questa "accondiscendenza" della maggioranza della popolazione, non si può non rimanere delusi di fronte al ridursi di una idea così ben concepita alla descrizione degli adolescenziali e banali turbamenti sentimentali del protagonista.
Non avendo letto altri romanzi di Aldiss non posso esprimere un giudizio sull'autore, ma sono convinto che se questo libro fosse stato meglio focalizzato sull'idea e sugli effetti sociali da essa provocati, poteva davvero diventare un cult della fantascienza. Così, invece, è una lettura che non lascia il segno e che già ho dimenticato.

Come avrete compreso l'ER appena installato sulla mia fronte, stavolta non si è acceso e, credetemi, è un vero peccato.
« Ultima modifica: 13 Novembre 2008, 12:28:25 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #151 data: 14 Novembre 2008, 18:26:01 »
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L'abisso della noia

Dopo aver affrontato la lettura de "L'abisso di Maracot", di Sir Arthur Conan Doyle, Urania Classici 214, per la prima volta mi trovo a voltare le spalle a questo bravo scrittore. Riporto qui il commento scritto di getto a fine lettura.

     Di Conan Doyle avevo letto praticamente tutto, da Sherlock Holmes ai racconti fantastici, ricevendone sempre una ottima impressione; certamente nessun capolavoro immortale, ma comunque libri sempre piacevoli, brillanti, divertenti e per certi versi capaci di catturare l'attenzione. Questo banale e noioso rifacimento di 20.000 leghe sotto i mari, invece, proprio non mi è piaciuto, tanto da farmi pensare che sia forse una sua opera postuma.
Un protagonista caratterizzato solo in parte, assolutamente non all'altezza dei grandi Holmes e Challenger, una storia che non ha capo nè coda, una pletora inimmaginabile di creature marine e descrizioni confuse, rozzi tentativi di rifarsi ai miti di Atlantide e del Diluvio Universale, sentimenti grossolani e molta molta ingenuità sono gli ingredienti che affossano questo libro e che ne fanno, a mio avviso, il più colossale flop di questo bravissimo e intelligente autore.
L'unico pregio è la sua brevità.                             

Mi viene spontaneo pensare che, a parte la ristampa di alcuni dei migliori titoli della collana principale, in quella dei "Classici" la Mondadori si limiti a presentare una produzione fantascientifica "minore", opere cioè di scarso successo che altrimenti non sarebbero mai comparse. Ma naturalmente questa è solo una mia impressione, derivante dal fatto che le ultime letture dei libri di questa serie finora mi hanno regalato davvero pochissime emozioni.
A mio avviso l'abisso di Maracot è consigliabile solo ai fan sfegatati di Conan Doyle o a chi deve scrivere una tesi su di lui e gli servono informazioni per una bibliografia dettagliata.
« Ultima modifica: 08 Dicembre 2008, 18:53:33 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #152 data: 22 Novembre 2008, 10:02:33 »
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Memorie di un collezionista

Per ristabilirmi dopo due letture niente affatto appassionanti ho deciso di fare un breve tuffo nel passato, andando a recuperare dal sito B un libro, acquistato al mercato settimanale di Ciampino diversi anni fa e che tanto mi era piaciuto. Sto parlando de "Il pozzo delle anime", di Jack Laurence Chalker, Urania 1284, con cui la Mondadori concluse la mitica serie cerchiorosso. Nonostante l'emozione della lettura, questo volume all'epoca rappresentò per me la fine (momentanea) delle mie aspirazioni collezionistiche: lo spazio in casa era finito, mi mancavano centinaia di volumi di Urania "antichi" (molti dei quali erano originali di ristampe che già avevo) e poi i nuovi numeri della collana (i pocket neri) mi sembravano bruttissimi: il mio istinto conservatore mi fece odiare la novità che spazzava via per sempre la serie con cui avevo imparato sin da piccolo ad identificare gli urania e decisi che la mia collezione finiva lì! Finchè non ebbi tra le mani il 323bis, ma questa è un'altra storia...

     Forse sbaglierò: non pretendo di essere infallibile nei miei giudizi, ma questo libro è da sempre rimasto tra i miei preferiti in assoluto.
Innanzitutto questo non è affatto un romanzo di semplice lettura ed anche se per certi versi può somigliare ad una avventura fantasy perchè ha tutti gli elementi propri di questo genere, in realtà è una storia fantascientifica molto complessa ed avvincente.
Il misterioso "Mondo del Pozzo", che ha la capacità di trasformare gli esseri viventi che vi entrano, è al centro della vicenda ed il viaggio dei protagonisti, tra mille pericoli ed incognite, all'interno dei suoi esagoni popolati dalle più straordinarie creature che la fantascienza di tutti i tempi abbia mai concepito assume i contorni di una missione fondamentale: scongiurare che il segreto di quel mondo cada nelle mani sbagliate e che le equazioni fondamentali che regolano l'equilibrio tra massa ed energia per dare all'universo la sua attuale struttura, non vengano sconvolte.
Le descrizioni degli habitat e delle straordinarie creature che popolano la superficie del pianeta sono fantastiche e molti episodi sono rimasti impressi indelebilmente nella mia memoria sin dalla prima lettura e, nonostante passino gli anni, l'emozione riesce a rinnovarsi ogni volta come fosse la prima.
Pur essendo innamorato di questo libro, tuttavia, non posso mancare di osservarne un difetto fondamentale: l'autore, pur avendo concepito una straordinaria teoria sulla creazione dell'universo e su Dio stesso, non riesce del tutto a distaccarsi da quello che potremmo definire, passatemi il termine, un certo "etnocentrismo". Infatti, pur in presenza di una "razza eletta", i Markoviani, che di umano non hanno proprio nulla, nonchè di una pluralità di altre razze tra loro paritarie, degna del miglior Tschai, l'uomo sembra ancora rivestire un ruolo da protagonista e nelle pagine conclusive del romanzo, pur con tutte le incognite che il futuro rappresenta si intuisce che grandi speranze sono riposte proprio negli uomini stessi.
Nonostante questa "sbavatura", per me è un piccolo capolavoro e lo consiglio a tutti.

L'ultimo regalo di questo straordinario libro è stato scoprire che esso è il primo di un ciclo di 5 romanzi, dei quali Urania ha stampato solo 3 volumi. Nel momento in cui scrivo questa recensione ho già attaccato il "secondo": poteva essere l'occasione per una nuova scheda multipla, ma così facendo "il Pozzo delle anime" non avrebbe avuto quel rilievo che invece mi sento di dargli, proprio per tutti i ricordi che mi ha evocato. Se vi capita leggetelo.
« Ultima modifica: 22 Novembre 2008, 10:05:21 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #153 data: 27 Novembre 2008, 15:16:14 »
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Ritorno al mondo del pozzo

Durante le lunghe ore di prigionia di questi giorni ho avuto modo di riflettere, ma soprattutto di leggere ed apprezzare il fantasmagorico, ricchissimo romanzo di Jack Laurence Chalker, "I corpi di Mavra", Urania 1303, secondo capitolo della saga riguardante il Mondo del Pozzo.

     Il romanzo, come il precedente, si basa sulla premessa che tutta la realtà sia costituita da materia ed energia il cui equilibrio è governato da precise equazioni matematiche: la realizzazione, da parte di uno scenziato umano, di un computer senziente, Olbie, in grado di alterare queste leggi, e cioè di modificare la struttura fisica di una persona, di un pianeta o di una intera galassia, sono lo spunto inziale per questa vicenda. La dimostrazione del potere di Olbie su un intero pianeta, provoca l'immediata reazione del gigantesco cervello Markoviano posto a guardia dell'integrità delle equazioni e già incontrato nel romanzo "Il pozzo delle anime": il cervello trasporta Olbie assieme al planetoide su cui esso è alloggiato, nei pressi del Mondo del Pozzo, per tentare di stabilire una comunicazione con lui. Gli abitanti del planetoide, nel tentativo di raggiungere il mondo del pozzo con due astronavi di salvataggio, precipitano sul mondo stesso, scatenando tra gli abitanti del pianeta una folle corsa alle astronavi stesse: possederle è infatti per loro l'unica chance di lasciare il pianeta, di raggiungere Olbie e, attraverso esso, tentare di controllare il cervello Markoviano per assumere un potere superiore ad ogni immaginazione.
I naufraghi, trasformati dal potere del cervello Markoviano in altrettante razze indigene del pianeta, saranno le guide di tre diverse spedizioni che avranno come obiettivo il raggiungimento dell'unica astronave delle due ad essere precipitata in un luogo raggiungibile.
Il romanzo risente, a mio avviso, di una eccessiva lunghezza nonchè della difficoltà di riuscire a seguirne agevolmente l'intreccio e le alleanze. Un valido aiuto è rappresentato dalle mappe presenti nella prima pagina e dall'appendice che descrive le razze del Mondo del Pozzo coinvolte nella vicenda, ma è senza dubbio poco agevole riuscire a districarsi nel vasto e stupefacente teatro che l'autore ha concepito come sfondo della storia.

Altro fattore penalizzante è rappresentato dal fatto che il romanzo, a differenza del precedente, non è autoconclusivo; mentre, infatti, "Il pozzo delle anime", poteva essere letto come storia a se stante, la sensazione lasciata dalla lettura de "I corpi di Mavra" è di eccessiva sospensione: la vicenda, pur arrivando alla sua conclusione, lascia molti punti aperti ed i protagonisti rimangono come in sospeso, in attesa di un esito definitivo della loro avventura.
Nonostante ciò va dato merito all'autore di aver dipinto uno degli affreschi più complessi e maestosi che la storia della fantascienza ricordi: nel Mondo del Pozzo, infatti, la cui superficie risulta suddivisa in esagoni, trovano posto più di 1500 razze differenti, ciascuna inserita in uno specifico habitat il cui ecosistema è autosufficente. Al sud troviamo le razze aliene più "affini" biologicamente alla specie umana, dove questa affinità è dovuta semplicemente al fatto che si tratta di forme di vita basate sul carbonio; nel settentrione del mondo, trovano invece posto razze la cui biologia è totalmente aliena e con le quali risulta quasi impossibile ogni tipo di contatto.

Rimane un romanzo straordinario, incredibilmente ricco di trovate, in cui l'autore ha inserito numerosi richiami alle diverse creature della mitologia umana e che, nonostante alcune sbavature, costituisce un gustoso piatto in vista dei capitoli successivi.
Da leggere in previsione del seguito.
« Ultima modifica: 27 Novembre 2008, 15:21:38 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #154 data: 03 Dicembre 2008, 13:28:56 »
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La storia interrotta

Leggere il terzo capitolo di una storia suddivisa in cinque romanzi avendo in più la consapevolezza che gli ultimi due capitoli non sono stati pubblicati nella collana è davvero un atto di fede; nonostante ciò non mi sono affatto pentito della lettura de "L'abisso" di Jack Laurence Chalker, Urania 1337. Di certo non è da annoverare tra i capolavori di urania, ma la storia fila ed anche se sembra tutto troppo facile, l'argomento è comunque affascinante e le emozioni non mancano.

          In questa nuova avventura nel mondo del pozzo si conclude la vicenda delle due astronavi naufragate sulla sua superficie e del rush degli abitanti del pianeta per raggiungerle. La storia si svolge a distanza di 22 anni dalla precedente (narrata ne "i corpi di Mavra") e stavolta l'obiettivo è la navetta naufragata nell'emisfero settentrionale, patria di razze talmente aliene alla biologia umana da rendere il viaggio già difficile di per se, senza contare le eventuali ostilità da parte degli abitanti degli esagoni attraversati.
Nuove razze, nuove alleanze, ma soprattutto i nuovi incredibili esagoni da esplorare e descrivere nel fantasmagorico pianeta nato dalla fantasia dell'autore, rappresentano il vero "sale" di questa vicenda; di contro abbiamo una trama eccessivamente simile a quella del romanzo precedente ed una fastidiosa tendenza alla prolissità che attenuano in parte il piacere della lettura.
Da apprezzare particolarmente la "figura" del computer Obie, macchina senziente in grado non solo di riuscire a modificare le equazioni che regolano gli equilibri costituiti di materia ed energia per poter "plasmare" la realtà, ma anche di riuscire a ribellarsi ai suoi perversi padroni e di ingannarli per scongiurare che tale potere possa essere utilizzato in modo errato.

La vicenda può senza dubbio dirsi conclusa, ma, come già accadeva per "Il pozzo delle Anime", vengono lasciate molte porte aperte per i successivi capitoli che sfortunatamente, come detto, non sono mai stati pubblicati nella collana.
Un buon romanzo
« Ultima modifica: 03 Dicembre 2008, 13:30:54 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #155 data: 04 Dicembre 2008, 11:56:19 »
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Licantropi: un libro d'epoca

Tempo addietro, quando ero un assiduo frequentatore delle Bancarelle di P.za della Repubblica a Roma (e quando ancora le bancarelle non erano state uccise da ebay), in una delle mie proficue scorribande comprai "Il mostro Immortale" di Jessie Douglas Kerruish, Urania 85, spinto dalla bellissima copertina e dalla trama sulla seconda pagina.
Lo lessi in una giornata, ma non ne serbavo un grande ricordo se non il fatto che fosse una mezza delusione. Approfittando del fatto che domani verranno a montarmi finalmente la libreria che costituirà ufficialmente il "sito A", mi sono messo a raccogliere i sacri tomi ed a riordinarli, riunendo finalmente i libri presi a Roma con quelli acquistati su ebay (e su UM) durante questo ultimo anno di follia; dal caos librico che è risultato aprendo i vecchi scatoloni, questo urania antico mi è riapparso e rileggerlo mi è sembrato il modo migliore sia per aggiungere un tassello a questa scheda multipla che per rinfrescare la mia memoria di lettore.

    Questa è quella che definirei senza dubbio una storia "all'antica".
La quasi assoluta mancanza di violenza e di quelle descrizioni forti proprie dei moderni horror, l'ingenuità dei personaggi e delle situazioni ed anche la brevità della storia stessa contribuiscono a delineare un quadro di un racconto pulito pulito, inquadrato perfettamente in un'epoca cavalleresca di buoni sentimenti e buone intenzioni.
La maledizione millenaria che incombe sulla famiglia Hammand provoca nei protagonisti della vicenda poco più che un fremito di paura ed anche la romantica medium incaricata di risolvere il mistero e di svelare l'identità (o il nascondiglio) del mostro, appare sconvolta solo quel tanto che il personaggio richiede. Anche le vittime del mostro fanno la loro parte ed anzichè comparire a brandelli negli incubi del loro carnefice come nella migliore tradizione delle storiedi lupi mannari si limitano a restare morti, in disparte, quasi dimenticati ed il "lieto fine" è la logica conseguenza di una storia che, invece di porre l'accento sulle atmosfere di orrore ed a calcare i toni sul secolare mistero del mostro, si limita ad esplorare i sentimenti reciproci dei diversi protagonisti.

Molto buone le descrizioni di alcune scene, purtroppo rovinate dall'abbondanza di errori di ortografia, mai a mio avviso così frequenti in un libro della collana.
Menzione speciale alla copertina che, per me, è una delle cose migliori mai realizzate da Caesar.
Non è davvero un cult della collana, ma si legge in fretta e lascia un ricordo gradevole anche se molto molto tenue.
Leggetelo se ne avete il tempo.
« Ultima modifica: 04 Dicembre 2008, 12:01:51 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #156 data: 08 Dicembre 2008, 16:20:51 »
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Un "amarillo" interesante

Holà hoy quiero presentar un libro bonito, que yo he lido su invito de UMino Gundam70. Me refiero al "Angelo Meccanico" de Richard Paul Russo, Urania 1351. Aquí está el comentario insertado ya para este libro.

     Ho trovato poco convincente la caratterizzazione dei personaggi ed anche un po' troppo semplicistica la trama con una indagine quasi in balia degli eventi e dei colpi di fortuna dei due detective, ma l'ambientazione è davvero ottima e le descrizione della San Francisco del futuro compete per squallore, tristezza e maestosità sia con la Milano di Infect@ che con la Los Angeles di Bladerunner.
Tutto sommato, vista anche la rapidità con cui si conclude la lettura, agevolata da una prosa molto scorrevole fatta di frasi brevi e quasi telegrafiche, lo considero un buon thriller/giallo/poliziesco con un ottimo ritmo, già pronto per una trasposizione cinematografica.
Credo che leggerò anche gli altri romanzi di Russo, ma aspettandomi tuttavia qualcosa di più.

Mi scuso se la lettura del presente commento vi potrà risultare difficile, ma vi assicuro che anche per me scriverne una parte in spagnolo non è stato affatto agevole... ma anche se non c'entra nulla con la trama del romanzo avevo i miei buoni motivi per farlo.
Leggetelo se vi capita.
« Ultima modifica: 08 Dicembre 2008, 16:22:05 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #157 data: 08 Dicembre 2008, 18:50:06 »
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E dunque mi hai preso in parola!

Anche io mi sto dilettando con questo primo libro della trilogia di Carlucci di Richard Paul Russo.
Tutto e' nato da Rosetta Codex che un utente (Helrick) del blog di Uraniamondadori ha consigliato tempo fa.
L'ho letto e sebbene non sia stata una lettura strabiliante, mi ha comunque lasciato soddisfatto.
Sapendoti un assiduo lettore (come me) ti ho chiesto se avevi gia' letto questi libri di Carlucci e se non l'avevi fatto se li mettevi in coda di lettura per sapere cosa ne pensavi.

Grazie per averlo fatto.

Al momento in cui scrivo sono a pag. 105 e conto di finirlo per domani sera.
Anche in questo caso, trovo il libro interessante e gradevole, ma non brilla di luce propria come fanno i libri di Sawyer per intenderci.

buone letture.
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #158 data: 11 Dicembre 2008, 13:30:30 »
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Il grande libro della solitudine

Su mio consiglio mio padre ha iniziato recentemente a leggere ed apprezzare i libri di Robert J. Sawyer, ma scommetto che se gli chiedete quale sia l'urania che gli è piaciuto di più, ancora oggi potrebbe rispondervi "La porta sull'estate" oppure "Naufragio" di Charles Logan, urania 681.
Poichè da poco è passato il suo compleanno, in questa chiusura del 2008 ho voluto rileggere quest'ultimo, in parte per poter rivedere il mio stringatissimo commento inserito all'epoca del mio ingresso su Uraniamania, basato su una lettura di diversi anni fa, e in parte perchè ci tengo a sottolineare che questo è, per me, un libro davvero bello ed unico nel suo genere.

        In questo struggente e malinconico romanzo, assistiamo alla lotta per la sopravvivenza dell'unico superstite di un naufragio spaziale su un pianeta inesplorato; una lotta contro il tempo, contro fattori ambientali sconosciuti e soprattutto contro l'incombente spettro della solitudine e della follia.
L'inevitabile rovina dello sfortunato protagonista non è quasi mai in dubbio: ogni più tenue speranza che riesce ad accendersi viene crudelmente e beffardamente spenta nei modi più inaspettati ed ogni traguardo faticosamente conquistato è destinato ad essere irrimediabilmente spostato prima o poi un poco più lontano.
Ma pur senza dialoghi, senza "effetti speciali" e senza troppe illusioni sul suo epilogo, questo romanzo riesce a tenerti incollato alla lettura sino all'ultima pagina: l'epica lotta del protagonista, le sue quotidiane scoperte, la sua voglia di sopravvivere in un mondo assolutamente estraneo anche se non del tutto ostile ti coinvolgono oltre ogni immaginazione e, quasi senza accorgersene, si rimane affascinati, con il fiato sospeso a fare il tifo per lui, sperando che, contro ogni previsione, questo Robinson Crusoe alla fine ce la possa fare.

Inevitabile il confronto con altri romanzi di sopravvivenza come Ragnarok, il ciclo di Tschai o Andrew il disturbatore, ma in questo caso la vera differenza la fa la solitudine: i deportati su Ragnarok sono in tanti, Adam Reith può contare su amici ed alleati e perfino Andrew Garin ha il conforto di un contatto con i monocolori abitanti del pianeta su cui naufraga; Tansis, invece, a parte un computer di bordo, peraltro assai limitato, ha solo se stesso come compagnia e, forse, il suo vero nemico è proprio il non aver nessuno, nè amici, nè nemici.
L'indifferenza con cui il pianeta risponde ai suoi sforzi è la vera forza contro cui Tansis deve lottare per sopravvivere.
Per me è un capolavoro
« Ultima modifica: 12 Dicembre 2008, 09:44:07 di maxpullo » Loggato
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« Rispondi #159 data: 11 Dicembre 2008, 19:00:28 »
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O mamma.... ..pora stella,  tiro fuori il libro e lo metto sul comodino, spero finisca bene.
« Ultima modifica: 11 Dicembre 2008, 20:33:08 di gretana » Loggato
Non sto invecchiando, sto diventando vintage.
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« Rispondi #160 data: 12 Dicembre 2008, 09:48:48 »
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Citazione da: gretana il 11 Dicembre 2008, 19:00:28

O mamma.... ..pora stella,  tiro fuori il libro e lo metto sul comodino, spero finisca bene.


Tienigli compagnia, mi raccomando...
E scusate per l'italiano stentato del post di ieri: c'erano ripetizioni, cambi di soggetto senza preavviso e altre anomalie sintattiche e grammaticali, probabilmente dovute all'avvelenamento da erbanastro... ho corretto quello che ho potuto... ancora c'è qualche frase che non mi suona ma spero che il senso di ciò che ho scritto sia chiaro
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« Rispondi #161 data: 15 Dicembre 2008, 20:04:36 »
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A spasso nel tempo

Se si ammette la possibilità di viaggiare nel tempo è quasi inevitabile la discussione sui possibili paradossi derivanti dalle azioni dei viaggiatori tanto nel passato quanto nel futuro. Questo l'argomento principale del romanzo "Il tunnel", Urania 468, con cui Murray Leinster ha voluto riprendere personaggi e situazioni di una celebre serie televisiva americana degli anni '60.

     Romanzo dal ritmo serrato, a volte forsennato, in poche pagine ti fa accettare la realtà dei viaggi nel tempo e ti proietta in una straordinaria avventura in cui tutto è messo in discussione ed il rischio di incorrere in paradossi è elevatissimo.
Derivato dal telefilm americano "Time Tunnel", prodotto da Irwin Allen ed andato in onda alla fine degli anni '60, il romanzo di Leinster evidenzia questa sua particolare genesi nella struttura stessa della trama, non solo per la sua rapidità, ma soprattutto per il suo taglio "ad episodi" e per la mancanza di una conclusione vera e propria.
Sebbene manchi del tutto un qualsiasi abbozzo di spiegazione sul concepimento del tunnel temporale, l'incipit del romanzo è di quelli che non si dimenticano ed il primo episodio, ambientato nei drammatici istanti che precedono il crollo di una diga, rimane impresso non solo per la potenza evocativa delle descrizioni, ma anche per la lucidità con cui l'autore riesce a rendere tangibile la paradossalità della situazione. I due protagonisti, infatti, con le loro azioni sono destinati ad alterare la realtà dell'evento storico, ma il loro intervento provvidenziale avrà l'effetto non già di provocare modifiche nella storia futura, ma anzi di far si che essa si mantenga inalterata.
Gli altri due episodi sono assai meno godibili e la mancanza di una conclusione fa si che il romanzo, ancorchè bello e scritto bene, non lasci ricordi duraturi. Discreto

Naturalmente, dopo la lettura del libro ho provato a capire da quali episodi del telefilm il buon Leinster avesse tratto la sua storia, ma da un rapido riscontro non mi pare di aver trovato alcuna corrispondenza, per cui immagino che si tratti di un "inedito" basato sui personaggi del telefilm, ma se qualcuno ha un contributo da portare può farlo qui senza problemi.
« Ultima modifica: 15 Dicembre 2008, 20:06:28 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #162 data: 19 Dicembre 2008, 15:13:10 »
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Augurissimi con... i Migliori del 2008!!!!!

Finalmente la busta del vecchio47 è arrivata... il 1477 è al suo posto... sono GURU!
Devo dire che il 2008 è stato un anno davvero difficile, pieno di dispiaceri e delusioni e che forse le uniche soddisfazioni, a parte quella di poter contare sempre su una famiglia molto unita e su una moglie che mi ama, le ho avute proprio qui su Uraniamania: grazie a questo sito ho ritrovato vecchi amici e ne ho scoperti di nuovi che non vedo l'ora di rivedere ed abbracciare alle prossime Trifidate!
In questi giorni sto leggendo molto perchè mi sposto con i mezzi pubblici e questo, grazie all'efficientissimo servizio della città di Roma, mi assicura almeno 4 ore di lettura al giorno!
Ma la rubrica per questo anno si chiude qui: troppe cose da fare tra il lavoro ed i regali mi impediscono di scrivere nuove schede come vorrei, ma le idee ci sono e tra qualche giorno vi manderò il trailer per il 2009
Per non lasciarvi proprio a bocca asciutta però, riunisco qui in una unica rutilante vetrina tutti i migliori libri che ho avuto la fortuna di leggere nel 2008... come noterete Sawyer ed Evangelisti la fanno da padroni, ma c'è posto anche per altri, tra cui i grandi Bloch, Matheson e Brown...


Le escrescenze della Luna
Robert Bloch

Assurdo universo
Fredric Brown

Cherudek
Valerio Evangelisti

I Transumani
Robert J. Sawyer

Starplex
Robert J. Sawyer

Apocalisse su Argo
Robert J. Sawyer

Mater Terribilis
Valerio Evangelisti

Il mistero dell'inquisitore Eymerich
Valerio Evangelisti

Tre millimetri al giorno
Richard Matheson

Cosmolinea B-1
Fredric Brown

L'equazione di Dio
Robert J. Sawyer

Cristo marziano
Philip J. Farmer

E se non ci rivediamo...

AUGURI


DI


BUON NATALE



A


TUTTI


GLI


UMANIACI


!!!!!!!!!!
« Ultima modifica: 19 Dicembre 2008, 15:14:15 di maxpullo » Loggato
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