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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | Urania Mondadori | Discussione: I libri di Maxpullo 2008 «prec succ»
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  Autore  Discussione: I libri di Maxpullo 2008  (letto 22482 volte)
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #60 data: 07 Luglio 2008, 14:34:33 »
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Citazione da: maxpullo il 07 Luglio 2008, 10:44:18
  
La mia personalissima teoria prevede che esistano infiniti universi, ciascuno differente dall'altro per un singolo, infinitesimo, quasi inapprezzabile particolare; questo universo in cui viviamo, quindi, è proprio così come lo vediamo esclusivamente perchè è così che deve essere e non potrebbe in alcun modo essere diverso. Eventuali diversità, che noi riusciamo a concepire con la fantasia, costituiscono però la realtà di altri universi, paralleli al nostro e, pertanto, per noi irraggiungibili.


Bravo Max! Eh, si... mi sa che sia proprio così, o almeno anch'io la penso come te!
In funzione del "libero arbitrio"...pfui... che in effetti non esiste, sempre secondo me,...  ma comunque della scelta o della variabile inserita da ciascuno di noi in un qualsiasi momento della nostra esistenza, si crea un'infinità di universi con diverse modalità di svuiluppo a evoluzione frattale.

Senza farla troppo lunga... un'infinità di "Sliding doors", hai presente?

Poi però tu dici "per noi irraggiungibili"! Beh, qui io penso che la potenza del nostro cervello e della nostra immaginazione ci consente di attraversarli, ogni tanto, riportandone sensazioni e "ricordi" alquanto confusi, ma tutto sommato, piacevoli.

Tale esercizio, per lo più inconscio e/o  in forma onirica può essere sviluppato, con adeguato esercizio, e consentirci di percorrerne dei tratti significativi.

Attenzione. però! Occorre essere ben radicati nel "nostro" universo quello che, se non rapppresenta il migliore dei mondi possibili, è pur sempre l'unico concretamente disponibile e percorribile nella sua interezza.

Infine mi vien da dire che molto di ciò che leggiamo è frutto di queste situazioni sviluppate da uomini che hanno ben sviluppato la capacità di fare questo "turismo" interuniversale.

Grazie per le tue considerazioni che hanno indotto queste mie, e grazie per il tuo thread che mi sono stampato su carta e che tengo aggiornato!

SSS Freesmo
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Felice chi è diverso
essendo egli diverso,
ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.
          (Sandro Penna)
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #61 data: 07 Luglio 2008, 15:28:33 »
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Citazione da: waferdi il 16 Giugno 2008, 16:23:17

Coraggio, hai tutta la vita davanti a te, ma ricordati che con 1 libro alla settimana ti ci vorranno 23 anni ed 1 mese per metterti alla pari (calcolo della lettura tenuto conto che vengono pubblicati altri libri che leggerai nel periodo della loro uscita, e non sapendo se collezioni solo Urania o anche altra fantascienza).


mi hai depresso...
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bye
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #62 data: 08 Luglio 2008, 13:24:26 »
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La forza del pensiero

Uno dei "giacimenti" di Urania che ricordo dai tempi della mia infanzia era quello della casa al mare di Torvaianica. Dentro un mobiletto c'erano due galassia, qualche libro in inglese ed una quindicina di volumetti con il cerchio rosso e con delle copertine molto belle. Ricordo "Ed egli maledisse lo scandalo", "Messaggio da Cassiopea", "L'uomo che veniva dal futuro", "Operazione antimostro" nonchè una antologia che mi intrigava moltissimo dal titolo "I topi meccanici".
Tra questi c'era anche "Andrew il disturbatore", di Neal Barret Jr, Urania n. 682, la cui lettura è indissolubilmente legata al profumo ed ai ricordi di quelle prime estati.

    Molto diverso da altri romanzi di "naufragio" che mi è capitato di leggere, questo libro narra le disavventure di un professore di economia, Andrew Gavin, costretto a sopravvivere in un mondo tanto monotono e monocolore, quanto carico di indifferenza (e per certi versi di ostilità) nei suoi confronti.
Le apatiche creature che popolano il pianeta, infatti, tendono dapprima ad ignorare Andrew, la cui presenza sembra costituire un "disturbo" per le loro piatte esistenze, poi, si fanno via via sempre più ostili, non disdegnando anche a volte deliberati atti di aggressione.
Nonostante però la poco nutrita "tavolozza di colori" e l'apparente apatia dei suoi abitanti, il mondo su cui Andrew si trova costretto a vivere non ha terminato le sue sorprese e, dopo un continuo susseguirsi di colpi di scena, scopriremo anche perchè il povero professore, con la sua mente così viva ed i suoi "pensieri", rappresenta una "minaccia".

Quando leggo un racconto, nella mia mente si formano sempre delle immagini di quello che sto leggendo, una sorta di "film" a mio esclusivo uso e consumo.
La narrazione in prima persona, la divertente ironia che la permea e le meticolose descrizioni del mondo di Andrew hanno notevolmente agevolato questo processo ed è inutile dire che, avendo letto questo romanzo in un assolato weekend di fine Agosto nella casa delle mie vacanze, i frutti a bulbo con la polpa rossiccia me li sono sempre immaginati come i fichi dell'albero del giardino condominale mentre la spiaggia vuota e l'arcipelago di isole con cui si conclude il romanzo li vedo come la spiaggia deserta di fine stagione con il mare piatto e la secca che si allontana per molti metri dalla riva e ti permette di fare lunghe passeggiate con l'acqua che a malapena ti arriva alle caviglie.
Un libro che non riuscirò mai a dimenticare e che, anche a distanza di anni, rimane sempre tra i miei preferiti.
« Ultima modifica: 17 Luglio 2008, 07:03:12 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #63 data: 09 Luglio 2008, 19:25:58 »
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Una questione di dimensioni

Gli stessi motivi che mi hanno portato a ritardare la lettura di "Assurdo universo" hanno fatto si che per anni mi perdessi la lettura di "Tre millimetri al giorno", capolavoro di Richard Matheson, Urania 277.

   Questo il commento inserito di getto dopo circa 4 ore di lettura serrata.

Wow! Questo è un vero capolavoro: è la prima volta in assoluto che mi capita di leggere un libro in meno di un giorno e, pur avendo già letto altriromanzi di Matheson, non mi aspettavo davvero un capolavoro di questa fatta!
L'angoscia del protagonista, le sue straordinarie avventure, la narrazione serrata ti portano pagina dopo pagina ad andare avanti senza accorgerti del tempo che trascorre, davvero un grande.
La conclusione è assolutamente all'altezza e l'ipotesi che esistano altre "dimensioni" della vita e dell'esistenza lascia davvero senza fiato perchè appare assolutamente plausibile!
L'unico rimpianto è che il racconto non abbia avuto un seguito.                             

Lo stupore deriva soprattutto dal fatto che parliamo di un libro del 1962, ma qui Matheson si è davvero superato: non ci sono creature di altri mondi, non ci sono "effetti speciali" straordinari, c'è solo la storia di un uomo che lotta per sopravvivere ad un destino impossibile, in un mondo tutto da scoprire dove persino un comune ragno può diventare un antagonista implacabile.
Da notare che dal libro è stato tratto un eccellente film dal titolo "Radiazioni BX - distruzione uomo", molto fedele al romanzo di Matheson e che soprattutto ne rispetta i ritmi serrati.
Un classico intramontabile da leggere almeno una volta nella vita.
« Ultima modifica: 09 Luglio 2008, 19:26:59 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #64 data: 10 Luglio 2008, 14:35:44 »
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Come tutto ebbe inizio

Del mio papà posso dire tutto eccetto che sia affetto dal morbo del collezionista: ancora oggi la notizia che sto quasi per completare la collezione di Urania lo lascia pressapoco indifferente. Eppure la mia conoscenza con i mitici cerchiorosso la devo a lui che una Domenica pomeriggio di tanti anni fa (avevo quasi 5 anni) dimenticò sul suo comodino la copia di "Dentelungo e altri estranei", di Edgar Pangborn, Urania 639. Ricordo che la copertina mi fece molta paura e quasi non dormii tutta la notte, ma la curiosità era troppa e tornai presto a sbirciare il misterioso volumetto. Il mio destino era segnato per sempre.

   E' davvero molto difficile per me descrivere con distacco ed obiettività questo mio primo urania, perchè la sola vista della copertina ancora mi mette i brividi e mi riporta alla mente le mie prime escursioni nel giacimento uranico della libreria di casa tra "Dynostar", "La città Labirinto", "Le città che ci aspettano", "Invasori silenziosi" e "I serpenti sugli alberi".
Questo quanto scrissi a commento.

Esprimo un voto positivo non solo per ragioni affettive (è il primo urania che mi sia mai capitato tra le mani), ma anche perchè la collezione di "estranei" descritta in questa antologia è semplicemente fantastica e dopo un prima lettura è difficile dimenticarsi di questa raccolta.
Su tutti i racconti spicca il geniale, "misterioso" caso del signor Ponsonby, una chicca in un libro divertente, emozionante e scorrevolissimo.

Alcuni racconti sono davvero buoni: oltre ovviamente al terribile "Dentelungo", mi preme segnalare il toccante "la bestiola", l'esilarante "caso Ponsonby" ed il brevissimo incontro tra il giovane benzinaio e i misteriosi guidatori della "vecchia Chevvy per l'Olimpo". Gli altri racconti, pur se ben scritti, non hanno nulla di speciale.
E' inutile ribadire ancora che gran parte del mio entusiasmo derivi dai ricordi legati all'antologia, ma non posso neanche negare che il racconto eponimo ancora oggi riesce a trasmettermi quella dose di paura già provata nell'infanzia, oltre ovviamente alla sensazione che, da un momento all'altro, la finestra debba spalancarsi per far entrare il mostro urlante dalle lunghe zanne sporche e dal pelo fulvo.
Un libro che porterò sempre nei miei ricordi.
« Ultima modifica: 10 Luglio 2008, 14:36:35 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #65 data: 14 Luglio 2008, 16:57:45 »
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Il grande libro del pessimismo

La fantascienza, ha da sempre fornito due visioni opposte del nostro futuro: in una visione l'umanità riuscirà a vincere la sua innata barbarie e, di progresso in progresso, l'uomo sconfiggerà le malattie, supererà i limiti politici, razziali e di cultura e conquisterà le stelle; nell'altra, invece, l'umanità, a causa delle sue pulsioni oppure per una immane catastrofe indipendente dalla sua volontà, finirà con il distruggere se stessa ed il pianeta, per piombare in una nuova età della pietra.
Il romanzo "Sarà un futuro d'inferno" di Dennis Feltham Jones, Urania n. 945, appartiene senza ombra di dubbio al secondo filone.

           Il libro si apre in modo abbastanza repentino: senza troppi preamboli, al protagonista Mark Elver, ricercatore universitario malato terminale di una malattia incurabile, viene offerta la possibilità di un viaggio nel futuro, Mark accetta e dopo una ventina di pagine si ritrova proiettato avanti di più di 400 anni.
Parlare di pessimismo sembra quasi un eufemismo, perchè il mondo in cui Mark arriva è davvero tremendo: nessun adulto, pochi bambini sporchi e malati, lupi giganteschi e inspiegabili lampi dal cielo che uccidono senza pietà lasciando smembrati gli incauti che osano uscire di giorno.
Ma il mondo del futuro immaginato da Jones è ben più strano e terribile di questo e soprattutto non si limita affatto a quello che ancora esiste sulla Terra: attraverso le disavventure del protagonista, riusciamo a scoprire verità sempre più aberranti fino ad avere un quadro abbastanza completo di cosa sia avvenuto in quei 400 e più anni di storia futura.

Il ritmo serrato, le descrizioni che ti fanno "vivere" le avventure con gli occhi del protagonista e soprattutto l'evoluzione quasi "ad episodi" della trama sono tra le caratteristiche salienti di questo straordinario romanzo, ricco di trovate, di fantasia ma anche di storia umana perchè le comunità superstiti che Mark incontra nel suo cammino sono l'emblema cristallizzato di diverse società umane, dalle tribù dell'età della pietra, all'utopia del perfetto comunismo, sino alla spietata tirannia del "Capo".
La cosa che più ho apprezzato, tuttavia, è stata senza alcun dubbio la trovata finale: sebbene possa apparire frettolosa ed inadeguata rispetto al resto del libro, attraverso di essa l'autore è riuscito non solo a concludere in modo logico e coerente il quadro della storia futura, ma anche a "chiudere" la vicenda, come un ipotetico "anello" perfetto.
Un cerchio di pessimismo che si chiude sulla vicenda del protagonista e che preclude ogni possibilità di miglioramento del futuro della razza umana, futuro che non può essere alterato neanche dalla possibilità di viaggiare nel tempo.
Un capolavoro che non si dimentica.
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #66 data: 16 Luglio 2008, 20:15:03 »
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L'altra faccia della medaglia

Dopo "L'ultima invasione" e "Vento dal nulla", mi "permetto" di inserire un'altra scheda negativa nella mia rubrica di letture. Dopo quasi un mese di vana estenuante lotta ed inutili esercizi di training autogeno, mollo definitivamente la lettura di "La donna che bruciò nel vento" di Greg Bear, Urania 1293.
Rinuncio alla lotta e mi limito a riportare il commento inserito pocanzi nell'apposita sezione.

     
  
Mi ritengo fortunato di aver già letto un capolavoro come "Psychlone", perchè se mi fosse toccato di leggere prima questa antologia, probabilmente avrei dovuto attendere anni prima di riprendere in mano uno scritto di Greg Bear.
Per dovere di cronaca devo dire che non sono riuscito a terminare la lettura di tutti i racconti, neanche imponendomi delle tappe forzate: trame inconsistenti, situazioni incomprensibili e descrizioni molto vaghe hanno minato alla base il mio tentativo di lettura.
Mi sento di salvare solo il primo racconto che, a parte il finale deludente, almeno ha una trama comprensibile.
Davvero un peccato perchè avevo conosciuto un altro Bear                             

Se qualcuno vorrà in futuro cimentarsi nella lettura è libero di farlo e di dissentire dalla mia opinione, ma ai primi sintomi di "smarrimento" consiglio un repentino abbandono, tanto la situazione non migliorerà...
Sperando di non aver offeso nessuno chiudo qui la scheda.
« Ultima modifica: 17 Luglio 2008, 07:06:23 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #67 data: 17 Luglio 2008, 06:52:55 »
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Allievo diligente

Tra gli "epigoni" di Lovecraft, l'americano Donald Wandrei ha avuto il privilegio di comparire sulle pagine di Urania prima ancora del maestro. Lo ha fatto con "I giganti di pietra", Urania 120.
Personalmente non mi sento di annoverarlo tra i capolavori della collana, ma gli riconosco il pregio di aver saputo riprendere fedelmente le atmosfere ed i temi del maestro.

    Donald Wandrei è stato uno dei più grandi fan ed amici di Lovecraft e l'influenza del grande visionario di Providence traspare appieno in questo suo romanzo, che, fedele ai temi della narrativa di H.P., ricorda moltissimo "Il richiamo di Chtulhu", pur senza riuscire a riprodurre appieno l'atmosfera.
Nonostante l'argomento sia dei più stimolanti e le premesse per il capolavoro ci siano tutte, la storia non riesce a decollare e con una trama spesso sfilacciata, il racconto si trascina verso il finale senza particolari sussulti, dando l'impressione che l'autore abbia teso più a fare omaggio al suo grande amico, riproponendo un centone dei suoi racconti a più grande effetto, piuttosto che creare un racconto nuovo.                             

Chi conosce la narrativa di Lovecraft potrà divertirsi ad identificare i brani ripresi dai suoi racconti (la caverna piena di ossa de "i ratti nel muro", il cimitero preistorico de "la dichiarazione di Randolph Carter", la statuina e la storia de "il richiamo di Chtulhu", il mito dei grandi anziani de "le montagne della follia", etc), mentre gli altri lettori potranno cimentarsi nella lettura di un romanzo "diverso dal solito", godibile, anche se forse poco esaltante.
Consigliato agli amanti di Lovecraft.
« Ultima modifica: 17 Luglio 2008, 07:07:30 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #68 data: 18 Luglio 2008, 13:12:21 »
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La simpatia del protagonista

E' raro trovare un libro in cui il protagonista non sia una persona in grado di conquistarsi la "simpatia" del lettore. La figura di Nicolas Eymerich, inquisitore trecentesco, protagonista di "Picatrix la scala per l'inferno" di Valerio Evangelisti, Urania 1330, tuttavia, davvero non può essere annoverato tra i più simpatici mai apparsi nella collana.

    Caparbio, a volte villano, sicuro di se fino a rasentare l'arroganza, incapace (o quasi) di provare sentimenti "umani", Nicolas Eymerich è davvero il protagonista più bizzarro che mi sia mai capitato di conoscere da quando ho iniziato a leggere libri.
Eppure, nonostante tutto, la figura dell'incrollabile inquisitore, strenuo, rigido difensore della religione Cattolica e inflessibile persecutore di tutto ciò che la minacci (o che lui pensi possa minacciarla), non è priva di un certo fascino e va senza dubbio inquadrata nell'epoca in cui le streghe venivano bruciate sul rogo.
Il libro si apre con una "quaestio", un interrogatorio della Santa Inquisizione, con una sequenza di tortura che mi ha fatto subito pensare "se è tutto così lo mollo", ma, nonostante questo, proprio la figura quasi ipnotica del protagonista e l'atmosfera di mistero che subito cala sulla vicenda mi hanno indotto ad andare avanti nella lettura ed a concentrarmi sulla storia, nonostante le impressioni ed i sentimenti di Eymerich fossero del tutto alieni al mio modo di interpretare la vita.

Al di là del fascino ispirato dalla figura dell'inquisitore, il romanzo di Evangelisti è un libro piacevole perchè è scritto davvero bene e riesce a portare a conclusione in modo logico e praticamente perfetto tre vicende parallele, ambientate in epoche diverse, solo apparentemente prive di connessione tra di loro.
Anzi, è proprio la "tripartizione" della trama e la suddivisione in episodi tra di loro intrecciati, a contribuire al fascino di questo romanzo ed a farti rimanere incollato alla lettura sino all'ultima pagina.
Eccellente la trovata con cui viene ad essere fornita la "spiegazione" circa la "sfinge di Marte".
Non so se in futuro riuscirò a comprendere appieno (accettare proprio no) le motivazioni che spingono Nicolas Eymerich a comportarsi in maniera così inumana, ma è davvero sicuro che, appena possibile, leggerò le altre sue avventure.
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« Rispondi #69 data: 21 Luglio 2008, 14:02:33 »
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"Neanche gli dei" potevano prevedere che questa rubrica avesse tanto successo...
Il contatore delle letture si avvicina paurosamente a quota 1000 ed a questo punto subentra il timore di stancare chi legge... per questo motivo, mentre le mie letture proseguono per la loro strada, mi rivolgo ancora alle letture passate per farmi "aiutare" da due grandi che hanno avuto in vita il dono di non stancare mai e che certamente non hanno bisogno di presentazioni: Isaac Asimov e Arthur Charles Clarke.
Lavoro permettendo (in genere non permette), oserò recensire due libri di questi giganti della fantascienza, forse tra i meno "classici" della loro produzione, che ho avuto il privilegio di leggere e che voglio consigliare a tutti quelli che non lo abbiano già fatto.
La prima riga del presente post da un indizio abbastanza chiaro su quale sia uno dei due, dell'altro per ora posso dire solo che mi è stato in parte "suggerito" da un UMano in un post recente
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #70 data: 21 Luglio 2008, 16:11:18 »
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Una storia affascinante

Quando parliamo di "capolavori" intendiamo certamente parlare di libri che ci colpiscono in tutto e per tutto ed in grado di rimanere impressi nella memoria anche a distanza di anni.
In questa accezione "Neanche gli dei" di Isaac Asimov, Urania 608, può essere considerato certamente un vero capolavoro.

     Il romanzo è suddiviso in tre "episodi" tra di loro strettamente collegati da diversi aspetti.
Il primo filo conduttore è il tema degli universi paralleli. Con grande capacità narrativa "the good doctor", partendo dalla "fortuita" scoperta di un impossibile ed instabile isotopo del Plutonio, ci conduce alla scoperta di un universo parallelo con leggi fisiche diverse dal nostro e, da questa scoperta, alla costruzione di una stazione di scambio tra i due universi che, sfruttando le diverse leggi fisiche, è in grado di pompare energia "gratuita ed illimitata" in entrambi gli universi.
L'altro filo conduttore è quello della stupidità: la stupidità di chi nega l'evidenza, la stupidità di chi, pur di arrogarsi il merito di una scoperta, non esita a "bloccare" il mondo scientifico, impedendo la ricerca, la stupidità di chi, pur di non ammettere un errore è disposto a distruggere l'intero sistema solare, la stupidità di chi, pur di avere dei benefici è disposto a nascondere la testa ed a far finta che l'errore non vi sia.
Grazie al cielo, tuttavia, in entrambi gli universi esistono "persone" ragionevoli, che si prefiggono l'obiettivo di contrastare la stupidità con ogni mezzo, lecito o illecito, senza mai mollare. E sono proprio queste persone, destinate magari a vivere tutta una esistenza nell'ombra ed a sacrificarsi, pur di riuscire a dimostrare l'errore, a costituire il terzo e più importante filo conduttore del romanzo.

Quello che colpisce di più di questa affascinante storia è la sua "completezza": ogni cosa va al suo posto e tutto risulta perfetto e geniale, sin dalla scelta del titolo e dalla suddivisione in tre parti, ciascuna delle quali titolata con una parte della celebre frase di Friedrich von Schiller "Contro la stupidaggine neanche gli dei possono nulla". Ma Asimov si è davvero superato: con la semplice apposizione di un punto interrogativo a questa frase è riuscito a costruire una trama complessa che dapprima ti sconcerta, ma poi, inesorabilmente, ti rapisce, perchè riesce ad affrescare in modo mirabile e con termini semplici una realtà composta da infiniti universi e ad animarla del titanico scontro tra gli imbecilli e le persone di vero ingegno, destinate alla lunga a far valere le proprie ragioni.
Una menzione speciale merita la seconda parte del romanzo, quella ambientata nel para-universo, in cui, credo per la prima volta in assoluto, uno scrittore di fantascienza è riuscito a descrivere un sistema sociale in cui i "sessi" sono tre.
Da segnalare poi nell'edizione urania, la splendida copertina di Karel Thole ed il saggio in appendice dello stesso Asimov, che ci dimostra la sua grande capacità di riuscire ad illustrare un tema complesso (in questo caso le geometrie non euclidee) in termini che chiunque possa comprendere.
Dopo il racconto breve "l'ultima domanda" questo è per me la miglior storia di Asimov ed è un capolavoro che tutti dovrebbero leggere prima o poi.
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #71 data: 21 Luglio 2008, 19:53:26 »
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Da sempre un numero uno

Per chi ha la fortuna di averne già una copia (se non l'originale anche una delle molte ristampe), "Le sabbie di Marte" di Arthur Charles Clarke, Urania 1, può costituire davvero una piacevole sorpresa.
Avendola acquistata in extremis ad un'asta su eBay, ho la fortuna di avere una rara copia del numero 1 "originale", ma la scoperta più bella è stata quella di essermi trovato tra le mani un vero capolavoro, oltre che un numero "ricercato"; riporto qui il commento abbastanza esauriente scritto subito dopo la lettura.

  Devo dire che fa un po' strano leggere il numero 1... quello originale... ma, superata la naturale reverenza nei confronti della sacra reliquia, ci si immerge in una lettura davvero degna del miglior Clarke.
Ci sono alcuni dei temi che l'autore riprenderà con maggior successo in "2001 Odissea nello spazio", ma la cosa che colpisce di più è come il racconto riesca a tenere desta l'attenzione pagina dopo pagina, senza mai scendere di tono e con un crescendo di colpi di scena.
A tratti si ha la sensazione è che il libro sia un po' troppo ricco perchè di rivelazione in rivelazione il rischio è quello di rendere la trama un po' banale, ma di fronte abbiamo uno dei massimi scrittori di fantascienza mai esistiti e la catena di avvenimenti che si svolge davanti ai nostri occhi è perfettamente plausibile e la nobiltà dei sentimenti dei protagonisti, l'atmosfera "pionieristica" e le descrizioni del paesaggio marziano contribuiscono a rendere questo libro un vero capolavoro.
Consigliato a tutti.

Insomma, se volete vivere la magia di un vero "numero uno", in grado di emozionare ancora oggi come 56 anni fa, prendetevi una copia de "Le sabbie di Marte" e capirete perchè da sempre Clarke è sinonimo di fantascienza ad alto livello.
Non a caso la Mondadori scelse di aprire la collana con questo romanzo e non a caso questo libro è, immediatamente dopo "io sono Helen Driscoll", uno dei più "ristampati". A differenza del capolavoro di Matheson, tuttavia, questo è l'unico Urania che oltre alle ristampe "regolari" con il numero 402 e l'edizione Classici numero 7, può annoverare una copia "anastatica", quasi del tutto identica all'originale, che costituisce la gioia ed il cruccio di molti collezionisti.
Sicuramente questo non è il posto migliore per riprendere la discussione sul Numero 1 originale e la sua "Copia anastatica", ma visto che "repetita iuvant", onde evitare "facili tranelli" (soprattutto su eBay) vi do un piccolo trucco per distinguerle rapidamente: se a pagina 33 in basso a sinistra è scritto un "2" avete tra le mani l'originale, se invece ci trovate stampato un "3" allora è la copia anastatica. Per gli interessati consiglio di visitare questo link della fantabancarella che è davvero una miniera preziosa di notizie utili agli appassionati per imparare a distinguere i due volumi.
« Ultima modifica: 21 Luglio 2008, 19:55:21 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #72 data: 22 Luglio 2008, 16:09:08 »
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Amici UManiaci, questo è un arrivederci... dopo le due schede di ieri la rubrica chiude i battenti per le (mie) ferie estive, ma ritornerà dopo Ferragosto, arricchita (spero) dalle letture in quel di Torvaianica; infatti, visto che i postumi della varicella mi impediscono una vita sociale diurna e mi permettono di uscire solo dopo il tramonto, credo proprio che il numero di "arretrati" da recensire salirà vertiginosamente
Per rendere l'ozio forzato più sopportabile mi porto dietro tutti i libri di Sawyer, tre/quattro titoli della serie di Eymerich, qualche altro titolo interessante tra bianchi, cerchiorosso e arancioni e, naturalmente, un paio di occhiali nuovi

Un saluto a tutti e....

BUONE VACANZE!
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #73 data: 21 Agosto 2008, 13:58:47 »
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Amici UManiaci è tempo di ritorni!
Già da domenica (sigh) c'è stato il rientro nel quotidiano e, nonostante la mancanza di traffico e la consistente riduzione dei tempi di viaggio, il ritorno al lavoro è stato un vero chock... per fortuna ci pensa l'amico Eymerich a tenermi compagnia e, grazie all'interessantissimo "Cherudek", l'effetto del ritorno si è un pochino attenuato....
Come già annunciato questa è stata una vacanza ricca di "urania": alcuni li ho trovati ottimi, altri un po' meno... devo però dire che su tutti ha brillato la stella di Robert J. Sawyer che, dopo 4 romanzi ottimi su 4 letti, è ufficialmente divenuto uno dei miei autori preferiti e, in quanto tale, i suoi rimanenti romanzi saranno destinati ad esser letti solo nei momenti speciali... oppure dopo una sequenza di tre/quattro libri deludenti, tanto per rialzare la media ....
Nei prossimi giorni compatibilmente con il lavoro e gli impegni di casa cercherò di scrivere le schede dei libri letti (o riletti) sperando che possiate trovare utili consigli per le prossime letture.
A presto
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #74 data: 21 Agosto 2008, 14:11:08 »
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Mostro e gentiluomo

Durante le vacanze estive della mia infanzia non era infrequente che piovesse e, durante gli acquazzoni, tutto quello che si poteva fare era leggere e poi uscire in bici quando il temporale era finito (la spiaggia era bagnata).
Ho un ricordo nettissimo di aver letto "Operazione antimostro" di Darrel T. Langart, Urania 668, proprio in un pomeriggio di pioggia e prima di una bella pedalata in bicicletta ed ancora oggi, ogni volta che esco per pedalare un po' e percorro il viale che porta verso a casa mi torna in mente la copertina di Thole con una copia abbastanza fedele, anche se ingrandita, del mostruoso Nip.

      Questa estate ho voluto rileggere questo libro, anche perchè, a parte questa bizzarra associazione di idee, del romanzo ricordavo ben poco; devo dire di aver passato qualche ora piacevole, ma più per i ricordi che non per il libro in se.
Sicuramente si tratta di una storia molto originale, con l'invasore più "strano" che sia mai apparso nella collana: un alieno dotato di una cultura e di un senso dell'onore molto particolare e, se vogliamo, anche piuttosto "macabro" dal nostro punto di vista. Ma la confusa storia dei due gemelli che fa da sottofondo alla vicenda, l'improbabile"superuomo", mandato a combattere il Nip in un duello sul tipo di quelli dei film Giapponesi di Godzilla & Co e, soprattutto, uno stile un po' poco sviluppato che sfrutta malissimo la tecnica delflashback, contribuiscono a penalizzare il romanzo, rendendo tutta la vicenda piuttosto insipida.

Il pregio maggiore del romanzo, ma anche paradossalmente il suo punto debole, è costituito dalla sua brevità: se da un lato qualche pagina in più avrebbe forse aiutato a sviluppare meglio la trama, da un altro avrebbe forse annoiato e così sono propenso a credere che il libro vada proprio bene così com'è.
Per me è stato un tuffo nei ricordi delle mie giornate da "ragazzo spensierato", per chi vorrà leggerlo, invece, sarà una storia originale ed una lettura facile e scorrevole, senza troppe pretese, ma in grado di intrattenere piacevolmente.
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