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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | Urania Mondadori | Discussione: I libri di Maxpullo 2008 «prec succ»
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  Autore  Discussione: I libri di Maxpullo 2008  (letto 22460 volte)
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #15 data: 18 Giugno 2008, 08:09:26 »
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Miei cari compagni di merendine, anch'io ho amato amo e forse amerò La Porta sull'estate ma non ho il coraggio di rileggerlo.
Ho il ricordo di una sensazione di disagio che me lo impedisce. Ho come il ricordo di un lieve sentore di pedofilia. Secondo voi mi sbaglio ???
Vin
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #16 data: 18 Giugno 2008, 08:48:41 »
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Citazione da: Lupo dei Cieli (VinMar) il 18 Giugno 2008, 08:09:26

Miei cari compagni di merendine, anch'io ho amato amo e forse amerò La Porta sull'estate ma non ho il coraggio di rileggerlo.
Ho il ricordo di una sensazione di disagio che me lo impedisce. Ho come il ricordo di un lieve sentore di pedofilia. Secondo voi mi sbaglio ???
Vin


Caro Vin, secondo me sbagli... ho faticato un poco a capire di che parlassi, poi ho capito.
C'è si un affetto che lega il protagonista e la sua nipotina, ma da qui alla pedofilia ce ne corre.... l'affetto dello zio è semplicemente e limpidamente "affetto", senza traccia di malizia alcuna, mentre l'attaccamento della nipote nei suoi confronti è in parte una cottarella adolescenziale ed in parte un riflesso della paura di una ragazza orfana di perdere l'unico riferimento che ha ancora. Ricordati anche che si innamorano davvero solo al loro risveglio dal sonno criogenico, quando le loro età biologiche sono compatibili. In nessun punto del romanzo, poi, ho mai riscontrato pensieri diversi da affetto e tenerezza.
Per il tempo in cui il romanzo è stato scritto era normale così e sono sicuro che il buon Heinlein non conoscesse neppure la parola "pedofilia"... purtroppo siamo noi, oggi, abituati a vedere l'invedibile ed a sentire quasi quotidianamente cose inascoltabili che riusciamo a vedere ed immaginare il marcio anche dove non c'è.
Ora chiudo prima che qualcuno mi incarceri per aver rivelato parti della trama
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #17 data: 18 Giugno 2008, 09:09:09 »
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Bellissimo Inferi on net!!! In effetti ricordo vagamente un finale non all'altezza; pecca non suff. a cambiare l'ottima impressione generale sul libro.

cià!
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bye
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #18 data: 18 Giugno 2008, 14:20:08 »
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Quando la fantascienza fa sorridere... e pensare

Molti (me compreso) considerano la "Guida Galattica per Autostoppisti" di Douglas Adams il capolavoro della fantascienza ironica e nonsense, ma sicuramente pochissimi conoscono quelle due piccole perle di comicità tra il fantascientifico ed il demenziale che sono "Venere sulla conchiglia" di Philip Josè Farmer (celato dallo pseudonimo di Kilgore Trout), Urania n. 693 e "Robot Fuorilegge" di John Sladek, Urania n. 999.
Io ho avuto la fortuna non solo di leggerli entrambi, ma anche di riuscire a sopravvivere ai terrificanti accessi di riso provocati dalla lettura e posso quindi presentarveli, riportando il commento inserito già a suo tempo.

  Divertente, spassoso, accattivante, irriverente, un romanzo che sfugge a qualsiasi classificazione fuorchè quella della categoria dei libri "da leggere almeno una volta nella vita".
  Geniale, esilarante, fuori dagli schemi. Attenzione: se apprezzate i servizievoli automi di Simak, se avete affetto per i poveri, "buoni"robot di Asimov o anche semplicemente se avete provato compassione per il piccolo robot depresso di Douglas Adams, non leggete questo libro!

Entrambi i libri sono accumunati da una indiscutibile carica comica, prodotta dalle situazione al limite del surreale e dalle vicende grottesche che coinvolgono i protagonisti, ed entrambi i libri hanno il pregio di presentare un contenuto assolutamente "di rottura" rispetto al panormama fantascientifico loro contemporano; ma il paragone si esaurisce qui.
Nel libro di Farmer, oltre ai riferimenti espliciti al sesso, alle storielle amene ed alle balzane avventure del protagonista ho riscontrato personalmente un pessimismo di fondo ed una pesante critica a tutta la storia umana ed alle sue conquiste scientifiche e filosofiche. Il protagonista ha una innata sete di conoscienza, ma le domande che pone sono destinate a rimanere senza risposta perchè nell'universo "leopardiano" in cui viviamo sia noi che lui non c'è assolutamente nulla di conoscibile, non c'è una verità vera ed anche qualora vi fosse qualcuno che è lì pronto a rivelarcene una, allora accade qualcosa che ci impedisce di ascoltarla. Non è un caso che il libro anzichè con un punto, finisca con un punto interrogativo.
Il libro di Sladek è, invece, infinitamente più complesso ed esilarante, ma anche molto più diretto al bersaglio: partendo dal "ribaltamento" delle asimoviane leggi della robotica, l'autore costruisce una storia che, da un lato, ci diverte per le situazioni comiche e paradossali da cui il suo amorale robot esce (quasi) sempre a testa alta, ma, da un altro, getta una pessima luce sull'America contemporanea, pronta a perdonare l'omicida e ad accogliere in parlamento non già chi crede nei suoi valori, ma bensì chi li calpesta.
Due libri che fanno ridere a crepapelle, ma che fanno anche riflettere e questi due livelli di lettura gli valgono senza dubbio la classificazione tra i capolavori di tutti i tempi.
Da leggere e conservare
« Ultima modifica: 18 Giugno 2008, 14:26:40 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #19 data: 18 Giugno 2008, 18:36:48 »
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Magari qualcuno che li ha letti forse c'è.

Ciao e buone letture, Doc
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #20 data: 19 Giugno 2008, 08:16:51 »
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De gustibus...

Grazie al cielo valgono sempre i detti secondo cui "il mondo è bello perchè è vario" e "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"... se così non fosse mi asterrei davvero dallo scrivere questa scheda che, dopo tanti capolavori praticamente indiscutibili, presenta il primo "flop" della mia rubrica, ovvero un libro letto di recente che non ho apprezzato troppo, ma che vorrei evitare di sconsigliare proprio perchè il mio giudizio non va assolutamente preso come oro colato.
Il libro in questione è "L'ultima invasione" di Richard Calder, Urania 1409, per il quale riporto il commento inserito neanche due settimane fa.

       Noioso all'inverosimile e troppo prolisso: ho resistito stoicamente fino a pagina 200 e poi ho dovuto "volare" sulle ultime 40 perchè non ne potevo più... L'idea di fondo è sicuramente buona ma la storia poteva essere scritta in maniera più breve e concisa e tutto il romanzo ne avrebbe certamente giovato.
Utile per completare la collezione, ma nulla di più

Trovo difficile dire cosa non mi sia piaciuto, forse perchè gli elementi sono troppi. Innanzitutto lo stile, veramente pesante e prolisso, secondariamente la difficoltà intrinseca di capire l'ambientazione ed il genere. Qualcuno potrà gridare al capolavoro asserendo che il mix tra il western, il gotico e la fantascienza sia geniale, ma mi viene da dire che in questo caso l'ibrido sia davvero venuto male.
Un altro aspetto difficilmente condivisibile è la "supponenza" e la facilità con cui molte cose vengono date per scontate: si parla di "evento psicogeografico" fino alla nausea, ma la spiegazione che ne viene data è molto vaga e confusa e compare irrimediabilmente tardi nel racconto. Mi aspetterei una cosa del genere solo nel secondo/terzo libro in un ciclo di più romanzi...
Probabilmente non è il mio genere e se qualcuno lo ha letto ed ha elementi positivi da portare può farlo liberamente.
« Ultima modifica: 19 Giugno 2008, 08:17:34 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #21 data: 19 Giugno 2008, 08:59:53 »
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Il "volto" di Dio

Hanno ragione i creazionisti (cioè quelli che, interpretando la bibbia in modo letterale, credono che la Terra e l'universo siano stati creati così come sono oggi) o gli evoluzionisti (quelli che, fedeli alle terorie di Darwin, credono che la vita sia un continuo e lento progredire da forme semplici verso forme complesse)?
E' questa la domanda cui tenta di rispondere il bellissimo "L'equazione di Dio" di Robert J. Sawyer, Urania n. 1414, da poco terminato di leggere e del quale riporto il commento.

   Ecco un romanzo molto intelligente, innovativo e di facile lettura.
La vicenda si apre con il più buffo "incontro ravvicinato" della storia della fs per proseguire con una delle trame più affascinanti che siano mai state pubblicate su questa collana. L'arrivo degli alieni, infatti, non rappresenta nè una invasione, nè costituisce l'argomento principale della storia: la loro presenza sulla terra è semplicemente lo spunto per iniziare una strabiliante ed affascinante riflessione sulla creazione dell'universo, sulle origini e l'evoluzione delle specie viventi e sul ruolo di Dio.
In poco meno di 300 pagine, attraverso la contrapposizione dialettica di tre differenti civiltà, la presenza di "prove" ed evidenze ricavate con lo strumento filosofico del "rasoio di Occam" e soprattutto attraverso l'umanissima vicenda del protagonista, l'autore ci illustra passo passo la sua teoria di fondo, che sovverte alla base la gran parte delle idee presenti nella teoria evolutiva di Darwin.
Non mancano inoltre elementi d'azione e spunti di riflessione sulla meschinità di chi pretende di imporre il proprio credo con la sopraffazione.
L'unico punto debole del libro è rappresentato dal finale, leggermente confuso e che può apparire un poco banale e scontato rispetto al resto della trama, ma ciò non vuol dire che questo bellissimo ed ottimo romanzo non meriti un posto d'onore nella produzione Urania di tutti i tempi.
Consigliato

Davvero affascinante, è un libro che ti prende sia per l'argomento che per lo stile di narrazione.
Da leggere e conservare.
« Ultima modifica: 20 Giugno 2008, 12:14:25 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #22 data: 19 Giugno 2008, 11:29:09 »
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Ciao Maxpullo, ciao a tutti

come oramai sapete tutti, considero Robert J. Sawyer il mio autore di fantascienza preferito tra i viventi insieme a Dan Simmons.
Tra i passati a miglior vita ricordo che il mio preferito e' Heilein, seguito a ruota da Frank Herbert e il buon Dottor Asimov.

Questo per dire che a casa in libreria ho ancora un certo numero di libri di Sawyer tutti da leggere e piu' precisamente Killer On Line, Starplex (U. 1332), I transumani (U.1379) questo L'equazione di Dio (U.1414) e Avanti nel tempo (Solaria nr. 6).
In arrivo tra 15 gg c'e' il suo La genesi della specie U. 1536.

Appena finisco l'attuale libro (Cadetti dello spazio di Heinlein) spronato dal tuo messaggio, mi concedero' questo 1414 di Sawyer.
Del resto lo stesso Darkyo mi ha gia' piu' volte invitato a leggerlo e io invece ho continuato a rimandare.

Approfitto di questo spazio per elencare i libri che avrei voglia di leggere prossimamente, ma che per un motivo o per l'altro continuo a rimandare:
La trilogia "porta  per l'infinito, porta per il sole e porta per lo spazio di Nancy Kress, tutta su Urania fascia arancio.
I dieci libri di Peter F. Hamilton Crisi della realta', L'alchimista delle stelle e Il Dio Nudo. Sempre su Fascia Arancio.
Gli ultimi libri dell'esalogia di Dune di Frank Herbert.
Gli altri 3 libri su Ringworld di Larry Niven (I segreti dei costruttori di Ringworld cosmo oro) Il trono di Ringworld U. 1389 e l'attuale I figli di Ringworld U. 1535.
Sono anche quasi arrivato in pari con la lettura di tutti gli Urania Collezione, me ne mancano ancora una quindicina su 65. Spero di riuscirci entro la fine dell'anno.

Buone letture e... Max, continua a suggerire!

Ciao
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #23 data: 20 Giugno 2008, 12:11:49 »
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Echi Mortali

Come titolo di questa recensione voglio prendere la traduzione "migliore" del titolo del capolavoro di Richard Matheson "A stir of Echoes", che nella collana Urania è stato presentato più volte con il titolo "Io sono Helen Driscoll". Riporto qui le copertine delle varie edizioni, anche se il libro per me rimane legato indissolubilmente al solo Urania n. 501, che, al pari della Porta sull'Estate (494) e dell'Ospite del Senatore Horton (495), rappresenta uno dei libri a più alto valore "affettivo", anche perchè è il primo urania comprato sulle mitiche bancarelle di P.za della Repubblica a Roma che tanto contribuirono in passato alla mia collezione.


Il punto di forza di questo romanzo è costituito da diversi fattori. Innanzitutto il tema di fondo del soprannaturale (che pure è appena accennato) riesce a dare un sottofondo di paura ad una vicenda intricata e dalle tinte piuttosto fosche: è davvero difficile non provare un brivido lungo la schiena per le apparizioni di Helen ed il grande Richard è un maestro nello scrivere giusto quello che serve per fare paura, senza una sola parola di più. Le visioni, i sogni, le premonizioni, ogni elemento contribuisce ad arricchire la storia di mistero ed a legare il lettore sempre più strettamente alle pagine.
In secondo luogo, in questo strabiliante romanzo, nulla è lasciato al caso: la vicenda, ancorchè complessa e con molti elementi propri del genere giallo, si dipana con una logica ferrea e ciascun episodio, ciascuna scena, ciascun personaggio risulta essenziale alla trama. Non c'è spazio per digressioni e tutto quello che viene detto o raccontato è un tassello indispensabile che conduce inesorabilmente alla rivelazione finale, in cui viene scoperta l'orrenda verità che si cela dietro le tormentate apparizioni di Helen Driscoll.
Questo capolavoro del noir merita sicuramente un posto di primo piano nella collezione, non solo perchè è probabilmente il romanzo di Matheson più "ristampato" nella collana, ma anche perchè rappresenta uno dei rarissimi casi in cui il film tratto dal libro ("Echi mortali" appunto), pur non rispettando fedelmente la storia al 100%, è godibilissimo ed è capace di dare molti dei brividi dell'originale.
Questo è un libro che non si dimentica facilmente e per quanto mi riguarda è il capolavoro assoluto di Richard Matheson, senza nulla togliere ai tanto decantati ed arcinoti "Duel" e "Io sono leggenda".
Da conservare gelosamente.
« Ultima modifica: 20 Giugno 2008, 12:18:32 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #24 data: 20 Giugno 2008, 12:51:12 »
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Molto rumore per (il vento dal) nulla...

Ogni libro della mia collezione ha una storia, ma non tutte le storie sono del tutto positive. Il "Vento dal Nulla" di James Graham Ballard, Urania n. 621, pur rappresentando una "pietra miliare" della mia UMania, rappresenta anche una delle più cocenti delusioni della mia vita di collezionista, anzi una delusione "doppia", ma andiamo con ordine...
Ero un ragazzo felice: avevo qualche centinaio di libri di Urania, avevo letto già la Porta sull'Estate, avevo "ritrovato" l'ospite del Senatore Horton, avevo con me Helen Driscoll, avevo diversi urania "a due cifre" (quelli sotto il 100) e soprattutto avevo una mamma che ogni tanto mi portava alle bancarelle a "fare spesa".... tutto questo idillio finì il dannato giorno in cui su una bancarella trovai appunto "Il Vento dal Nulla". Avevamo già fatto "spesa", ma, visto il titolo volli fermarmi per prenderlo. Ma mia mamma esitava - "Ne hai presi già tanti, ma quando li leggi?" - mi disse. "Non lo so, intanto prendiamolo, che mi manca" - risposi io. "Ce lo abbiamo già, me lo ricordo, guarda prima bene a casa" - rispose lei e mi citò dei pezzi di trama. "Sono sicuro che non lo abbiamo" - insistetti io e così, di battuta in battuta finiì che quasi litigammo e la mia mamma gettò la maschera e disse che ormai era tempo che la finissi di riempire casa di libri di Urania che non c'era più posto...
Il libro rimase lì, naturalmente a casa non c'era (quando mia madre lo constatò fece una alzata di spalle aggiungendo "tanto era una schifezza") e naturalmente da quel giorno "sparve" definitivamente da tutte le bancarelle di Roma e dintorni.
Mi rimane sempre il dubbio su quel "tanto era una schifezza"... come faceva mamma a saperlo? Quando e dove lo aveva letto? C'era un altro urania "perduto"? Non ho mai trovato la risposta, ma dovettero passare ben 5 anni prima di rientrare in contatto con l'urania mancante. Furono 5 anni di affannose ricerche, frustranti rovistamenti, malinconiche mancoliste con in cima il 621 e irridenti continue comparse di "blocchi" di collezioni complete che abbondavano dei numeri fino al 620 e proseguivano dal 622... mi sembrava di diventar matto e quasi smisi di collezionare i libri, anche perchè lo spazio era davero (quasi) esaurito... poi, spinto da tizio su un newsgroup, visitai la Fantabancarella e qui conobbi "il custode". Questo grande personaggio, benemerito "honoris causa" della mia collezione, non solo mi trovò il 621 in condizioni perfette, ma diede una nuova spinta alla mia collezione, facendomi sfiorare "quota 800", sinchè un giorno mia mamma intercettò uno dei pacchi e mise nuovamente fine al commercio... ma questa è un'altra storia.
E la seconda delusione?
Beh, ragazzi, dopo aver atteso 5 anni per leggere un libro, uno si è creato un poco di aspettative, no? Avevo già letto "Deserto d'Acqua" e "Terra Bruciata" e, pur se non entusiasmanti, non erano proprio da buttar via... ma il vento... il vento fu una delusione così grande che rimasi sconcertato . La cosa che più mi diede fastidio però era la constatazione che, alla fine, che si fosse inventata tutto oppure che avesse realmente letto un "libro perduto", mia madre aveva avuto ragione
Riporto qui il commento scritto di getto per questo libro e, sperando di non aver offeso nessuno estimatore di Ballard o di questo volume, la chiudo qui....

Dopo anni ed anni di affannose ricerche sulle bancarelle, questo libro era diventato per me un vero incubo. Forse è stato l'averlo cercato troppo che ha creato troppa aspettativa, non saprei. Ma mi ha deluso in tutto: nell'idea iniziale, nella trama e soprattutto nel finale da temino delle elementari. Non ho letto altre versioni/traduzioni se non l'originale Urania n.288 (assolutamente identico) e mi è sembrato che Ballard più che scrivere un finale abbia messo un punto appena finito le idee...
Da utilizzare per non lasciare "buchi" nella collezione

PS
Se vi capita visitate la Fantabancarella!!!!!

PPS
Ciao Giuseppe e grazie ancora di tutto!!!!
« Ultima modifica: 20 Giugno 2008, 12:55:18 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #25 data: 20 Giugno 2008, 15:42:21 »
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Un numero davvero "speciale"

Cosa scrivere di un libro su cui sono già stati spesi fiumi di byte? Cosa dire che non sia stato già detto del volume che ha fatto ridere e piangere migliaia di collezionisti UManiaci e non?
Non lo so ancora, e allora scrivo di getto... perchè "B.C." di Johnny Hart, il rarissimo Urania speciale 323bis, è anche il volume che mi ha condotto qui su UM e non poteva mancare nel giorno in cui divento ufficialmente Ptertha Rosa Anziano....
Innanzitutto un po' di storia: il primo avvistamento avviene sulle bancarelle di P.zza della Repubblica a Roma quando avevo solo 14 anni, il prezzo 3500£ non era alto, ma allora non ero ancora morbosamente intenzionato ad avere "ogni numero" e, pensando che tanto di B.C. a casa avevamo già tutte le strisce in altre edizioni, me ne andai e lo lasciai lì... grazie al cielo crebbi inconsapevole della capperata fatta e la frenetica ricerca del 621 assorbì completamente le mie energie collezionistiche e non mi sentii affatto un idiota nemmeno quando sulla Fantabancarella lessi che quello era l'urania più raro e ricercato.
L'ho ritrovato ad una cifra (quasi) accettabile su eBay, dove, anche grazie allo stratosferico prezzo che i collezionisti sono disposti a spendere per prenderlo, compare con una certa frequenza (circa una volta ogni 2 mesi). Acquistato dopo un rapido consulto con mia moglie, ho passato giorni febbrili con la reliquia tra le mani, finchè mi sono reso davvero conto di una cosa: a che serviva avere poco più di 800 urania + il 323bis? Se avevo trovato il più raro, che mi ci voleva a trovare anche gli altri? E fu così che per la prima volta ascoltai davvero la voce ultraterrena del collezionismo e passai al "lato oscuro degli urania". Acquistai senza ritegno per giorni e giorni, spinto da una fame di rivalsa verso anni di stenti e rinunce, calpestai avversari e vinsi battaglie folli all'ultimo centesimo, finchè non ebbi strappato i primi 50 numeri di urania dall'oblio... ma questa è un'altra storia.
Uno degli effetti secondari del 323bis fu quello di voler scoprire chi già lo aveva e fu così che da google arrivai alla pagina che mi spalancò le porte della comprensione... non ero solo! Da qualche parte nel pianeta c'erano persone che collezionavano Urania e, riunite attorno all'orbita di due pianeti gemelli (Tana del Trifide e Uraniamania), si scambiavano preziose informazioni.
Atterrai qui ed attesi il momento per rivelarmi, entrando intanto in contatto con altre forme di vita UMane che mi aiutarono non a guarire dal morbo, ma ad accettarlo ed a conviverci.
Ed oggi, grato a quel tomo che mi qui mi spinse, non posso che presentarlo in tutto il suo splendore, ben conscio del fatto che non ha bisogno davvero di alcun mio consiglio o raccomandazione.

Le considerazioni sul valore e sulla rarità ci fanno forse dimenticare degli eccellenti contenuti di questa "perla" della collezione di Urania. Al di là delle quotazioni è un piccolo gioiello che non stona nè tra gli altri volumi della serie, nè tra i "colleghi" più affini delle altre raccolte di B.C. e Mago Wiz. Vista l'eccellente caratterizzazione dei personaggi e la graffiante ironia su quelli che sono gli archetipi del comportamento umano, le strisce conservano intatto il loro fascino anche dopo anni di distanza. Giusta la classificazione tra i "capolavori"

Un numero da trovare e conservare per le generazioni future.
« Ultima modifica: 20 Giugno 2008, 15:43:26 di maxpullo » Loggato
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« Rispondi #26 data: 20 Giugno 2008, 15:47:25 »
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Con il 621 ed il 323bis, due momenti "storici" della mia collezione, vi saluto: la rubrica chiude i battenti per il weekend. Mi ritiro al mare per due giorni di sole, bicicletta, spiaggia, "Bugs" di John Sladek (quasi finito) e "La donna che bruciò nel vento" di Greg Bear (che devo iniziare)...
Buon fine settimana a tutti!
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« Rispondi #27 data: 20 Giugno 2008, 18:27:23 »
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Citazione da: maxpullo il 20 Giugno 2008, 15:47:25

Con il 621 ed il a323bis, due momenti "storici" della mia collezione, vi saluto: la rubrica chiude i battenti per il weekend. Mi ritiro al mare per due giorni di sole, bicicletta, spiaggia, "Bugs" di John Sladek (quasi finito) e "La donna che bruciò nel vento" di Greg Bear (che devo iniziare)...
Buon fine settimana a tutti!


Buon mare a te
Noi che rimaniamo in città, ci mettiamo sin d'ora in attesa della riapertura della già mitica rubrica !!
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #28 data: 23 Giugno 2008, 16:30:55 »
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"Bug" di lettura

Ho da poco concluso la lettura di "Bugs" di John Sladek, Urania 1268 e mi ha convinto molto poco.

  L'aver già letto "Robot fuorilegge" è stata senza dubbio una vera fortuna: forse se avessi letto prima questo libro non avrei preso in considerazione la lettura di un altro romanzo di Sladek... di contro, il ricordo dell'esilarante storia Tik-tok mi ha forse creato troppe aspettative rendendo un cattivo servizio a questo libro, assai più modesto.
Molti spunti divertenti, ma differentemente dall'altro racconto, qui manca il conforto di una trama che abbia un inizio, una evoluzione ed una fine.
Divertente, ma nulla di speciale

Come in "Robot fuorilegge" ci sono molti spunti per sorridere e riflettere, come ad esempio il robot assassino che si giustifica perchè non è responsabile della sua programmazione, i programmatori folli ed i loro insensati monologhi, i nonsense, le situazioni paradossali e grottesche, ma purtroppo qui manca un vero e proprio filo conduttore e il racconto si trascina di assurdità in assurdità senza che emerga una trama vera e propria.
Il leitmotiv è ancora l'intenzione di "dissacrare" il sistema americano, ma l'aver affidato la narrazione ad un fantozziano programmatore ed aver incentrato tutto sulle sue peripezie, aventi sempre come sfondo una America "impazzita" (notiziari sempre uguali, assassini a piede libero, il fisco che tassa redditi non percepiti, etc.), non ha la stessa devastante efficacia del libro precedente.
Una o due scene meritano, ma nel complesso lo consiglio solo a chi ha già letto l'altro libro.
« Ultima modifica: 23 Giugno 2008, 16:31:34 di maxpullo » Loggato
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Re:I Libri di Maxpullo
« Rispondi #29 data: 23 Giugno 2008, 21:19:31 »
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Citazione da: maxpullo il 18 Giugno 2008, 14:20:08

Molti (me compreso) considerano la "Guida Galattica per Autostoppisti" di Douglas Adams il capolavoro della fantascienza ironica e nonsense

Non io. Considero i romanzi di Adams stilisticamente piatti e piuttosto noiosi, se voglio leggere un romanzo intelligente umoristico e paradossale, leggo Robert Scheckley o Mack Reynolds o R. A. Lafferty.


Citazione da: maxpullo il 18 Giugno 2008, 14:20:08

ma sicuramente pochissimi conoscono quelle due piccole perle di comicità tra il fantascientifico ed il demenziale che sono "Venere sulla conchiglia" di Philip Josè Farmer (celato dallo pseudonimo di Kilgore Trout), Urania n. 693 e "Robot Fuorilegge" di John Sladek, Urania n. 999.

E come fai a dirlo?. Farmer e Sladek sono due grandi e conosciutissimi autori di SF:
Sladek è stato un alfiere della New Wave assieme a Thomas Disch ed era uno degli autori di punta della rivista New World, Farmer poi non ha certo bisogno di presentazioni.

Per quanto riguarda 'Venere sulla conchiglia', Kilgore Trout è un personaggio presente in molti romanzi di Kurt Vonnegut (Mattatoio n. 5, La colazione dei campioni, Dio la benedica, signor Rosewater, Galapagos), ed è presentato come uno scrittore di SF squattrinato che pubblica i suoi (geniali) racconti su riviste pornografiche.
Il romanzo ebbe un grosso successo, e la stampa si gettò addosso allo stesso Vonnegut, pensando che fosse lui a nascondersi sotto lo pseudonimo. Nell'occasione Farmer si divertì moltissimo, mentre Vonnegut la prese piuttosto male (Farmer riferisce di una telefonata di un arrabbiatissimo Vonnegut che imprecava contro di lui).

Un saluto da ansible
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