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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | Urania Mondadori | Discussione: Urania 1566 «prec succ»
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  Autore  Discussione: Urania 1566  (letto 4936 volte)
marben


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Re:Urania 1566
« Rispondi #30 data: 24 Gennaio 2011, 13:47:47 »
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Voglio riesumare una vecchia vicenda che mi pare abbia qualche interessante analogia con quanto si stà dicendo qui, ma và molte oltre la dicotomia tra autori (e lettori) affetti da provincialismo e altri, invece, più aperti alle altre culture.
Nel 1968, nel pieno della guerra in Vietnam un gruppo di noti scrittori di fs comprò una pagina pubblicitaria sulle riviste Galaxy e If per sostenere l'impegno degli USA in Vietnam. Tra i firmatari c'erano
John Campbell, Hal Clement, Poul Anderson, Robert Heinlein, Sprague de Camp, Jack Vance, Jack Williamson, R.A. Lafferty, Larry Niven. Tutti, tranne Lafferty, autori di fs avventurosa-tecnologica. Nella pagina accanto c'era un messaggio di segno opposto, cioè contro la guerra in Vietnam, firmato tra gli altri da: Isaac Asimov, Ray Bradbury, Philip Dick, Lester del Rey, Phlip J. Farmer, Harry Harrison, Robert Silverberg, Fritz Leiber, Damon Knight, Ursula Le Guin, Norman Spinrad, Samuel Delany, Harlan Ellison. Quasi tutti, a parte Asimov, autori di una fs abbastanza diversa da quelli del primo gruppo.
Questo per dire che anche gli autori di fs, come chiunque altro, hanno idee politiche e sociali e questo si riflette nel tipo di libri che scrivono e anche nel modo in cui li scrivono...
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Re:Urania 1566
« Rispondi #31 data: 24 Gennaio 2011, 14:07:29 »
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Wow! Questa non la sapevo... La mia riflessione è, così a occhio, è che gli autori del secondo gruppo (a parte Asimov e Harrison, e Laffery, di norma illeggibile) sono un po' più barbosi alla lettura dei primi. Dico "barbosi" non a caso perché, onestamente, le opere di una Le Guin o di un Bradbury ho sempre fatto fatica a finirle. Ma è chiaro che a livello di idee, qualità letteraria e genialità non c'è confronto!! Un paio di romanzi di Dick sono in grado di sfruguliare i nostri/vostri neuroni più di TUTTI i romanzi di quelli del primo gruppo messi assieme. E la prosa di Silverberg vale appunto dieci Heinlein e Niven, anche se nel primo gruppo un Vance lo salverei. Infine, ricordo un unico racconto di Bradbury in I fiori di Marte che mi colpì profondamente, ma tanto profondamente, da ricordarmi ancora l'impressione di essere stato scavato dentro come mai prima... Vi è mai accaduto con un'opera di Heinlein? Insomma, se uno è guerrafondaio e un altro no un motivo ci sarà.  
« Ultima modifica: 24 Gennaio 2011, 14:10:06 di attiliosfunel » Loggato
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Re:Urania 1566
« Rispondi #32 data: 24 Gennaio 2011, 14:22:41 »
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Citazione da: attiliosfunel il 24 Gennaio 2011, 14:07:29

Wow! Questa non la sapevo... La mia riflessione è, così a occhio, è che gli autori del secondo gruppo (a parte Asimov e Harrison, e Laffery, di norma illeggibile) sono un po' più barbosi alla lettura dei primi. Dico "barbosi" non a caso perché, onestamente, le opere di una Le Guin o di un Bradbury ho sempre fatto fatica a finirle. Ma è chiaro che a livello di idee, qualità letteraria e genialità non c'è confronto!! Un paio di romanzi di Dick sono in grado di sfruguliare i nostri/vostri neuroni più di TUTTI i romanzi di quelli del primo gruppo messi assieme. E la prosa di Silverberg vale appunto dieci Heinlein e Niven, anche se nel primo gruppo un Vance lo salverei. Infine, ricordo un unico racconto di Bradbury in I fiori di Marte che mi colpì profondamente, ma tanto profondamente, da ricordarmi ancora l'impressione di essere stato scavato dentro come mai prima... Vi è mai accaduto con un'opera di Heinlein? Insomma, se uno è guerrafondaio e un altro no un motivo ci sarà.  


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