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Home Forum | UraniaMania Forum... | Le Interviste di UraniaMania | Discussione: Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019 «prec succ»
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  Autore  Discussione: Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019  (letto 3909 volte)
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Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« data: 24 Settembre 2020, 20:02:24 »
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Eccoci a presentare la seconda intervista Ufficiale di UraniaMania, emozionati e orgogliosi come la prima volta.

Intervista al nostro nuovo illustre utente Davide Del Popolo Riolo
che solo in quest'anno ha vinto:
il Premio Italia 2020 col romanzo Übermensch, pubblicato in Odissea Fantascienza
il Premio Urania 2019 con il romanzo Il pugno dell'uomo, di prossima pubblicazione in Urania.

UraniaMania tutta, ringrazia Davide che con la sua gentilezza, disponibilità e solerzia ha permesso la pubblicazione di quanto vi accingete a leggere.


Intervista a Davide del Popolo Riolo

UM: Davide, siamo curiosi di sapere innanzitutto da dove nasce la tua passione per la fantascienza e quali percorsi di lettura fra i suoi meandri ti hanno portato alla sua scrittura.

Davide: La fantascienza l’ho scoperta da bambino.
Per tenermi tranquillo durante un viaggio in treno papà all’edicola della stazione mi comprò Asimov Story, la raccolta dei primi racconti di Asimov commentati e introdotti da lui stesso.
Le sue introduzioni mi affascinarono: raccontava di quando da ragazzino studiava, lavorava nella drogheria dei genitori e nel tempo libero scriveva, dei tentativi di pubblicare con le riviste, degli appuntamenti con Campbell... Penso sia in quel momento che è nato in me il desiderio di emularlo, l’idea romantica che essere “uno scrittore di fantascienza” fosse qualcosa di stupendo. Anche perché ho sempre amato raccontare. Non ricordo un’epoca, da quando ho imparato a scrivere, in cui non sentissi l’impellente bisogno di inventare storie e metterle su carta, credo di soffrire di un eccesso di immaginazione! E la fantascienza… quando voglio darmi un tono dico che è uno strumento incredibilmente acuminato per investigare la realtà e cito KS Robinson secondo cui ai nostri giorni se si vuole descrivere la realtà l’unico modo è scrivere fantascienza. La verità però è che a scrivere fantascienza mi diverto moltissimo, è questo il vero motivo per cui lo faccio!


UM: Hai degli hobby, delle passioni inconfessabili o delle piccole “manie” che vuoi raccontarci? Tanto rimane tutto qui fra noi!  

Davide: Temo di deludervi, la mia vita è piuttosto banale. A mia scusante, sostengo che non è la mia vita ma ciò che scrivo che deve essere interessante!


UM: Hai all’attivo 4 romanzi e almeno 15 racconti di sf, comprendendo fra questi i romanzi brevi, ma puoi già sfoggiare anche i più prestigiosi premi italiani del settore, anzi finora tutti i tuoi romanzi sono stati premiati! C’è già chi non si stupirebbe di vederti in corsa per qualche premio “anglosassone”, ma in ogni caso il viaggio fatto in poco più di 5 anni è stato decisamente serrato e fulminante. Qual è il sentimento che prevale pensando a tutto ciò: soddisfazione, ansia o slancio per le prossime avventure?

Davide: Recentemente ho letto il libro di Gaiman; Questa non è la mia faccia.
Racconta che quando incontrò la prima volta Stephen King quest’ultimo gli diede un consiglio utilissimo.
Gli disse: goditela. Non preoccuparti per ciò che scriverai in futuro, se avrai successo, goditi questo momento. Io ovviamente non ho un millesimo del successo (e del talento) di Gaiman ma lo trovo comunque un consiglio magnifico e sto cercando di metterlo in pratica. Anche se non è facile: di temperamento sono iper ansioso e quindi evitare di tormentarsi chiedendosi se il romanzo piacerà, che cosa scrivere dopo e così via non è facile. Perciò mi ripeto: goditela, goditela, goditela!


Davide con i suoi Romanzi e Giulia Abbate durante il Loving the Alien Fest, Mufant TO 19/09/20


UM: Ci hai ormai abituato ad accostamenti più che arditi, portando nella fantascienza fusioni accurate con personaggi storici e dei fumetti. Un Giulio Cesare scienziato alle prese con un’invasione aliena, un Superman al servizio della follia nazista, fino ad un inaspettato incontro su Trantor… Non temi davvero nulla! Eppure alla fine tutto funziona alla grande. Come ci riesci?

Davide: Prima di tutto, mi fa molto piacere che riteniate che tutto funziona alla grande. È bello sentirselo dire, potete scrivermelo tutti i giorni così me ne convinco?
Somerset Maugham diceva che per scrivere un buon romanzo bisogna seguire tre semplicissime regole, il problema è che nessuno sa quali siano ed è proprio vero secondo me.
La prima regola che seguo è molto banale e persino semplicistica: cerco di scrivere qualcosa che, da lettore, mi incuriosirebbe e divertirebbe. So che non è una regola assoluta, anche perché i miei gusti non necessariamente coincidono con quelli della maggioranza dei lettori, ma tant’è. L’altra mia regola è che quando si è davanti a una opzione narrativa audace e rischiosa e a una più tranquilla, scegliere sempre la prima!


UM: In realtà sono due i tuoi romanzi che presentano un particolare connubio tra storia romana e sf, essendo spiccatamente dedicati alla figura di Cesare, presente tra l’altro anche in una (auto-)citazione nel romanzo breve “Liberi dal bisogno”. Cosa ti lega a questo personaggio ed alla storia antica in generale?

Davide: La storia è la mia seconda grande passione, dopo la fantascienza.
Il legame con Cesare è nato al liceo. Tra i libri consigliati dall’insegnante per le vacanze c’era: Gli affari del signor Giulio Cesare e io lo lessi, anche se all’epoca non sapevo granché di Cesare.
Quel libro mi fulminò perché rovesciava tutto quello che credevo di sapere. Mi incuriosii, cominciai a leggerne altri e capii che la versione di Brecht non era più falsa di quella “monumentale” che di solito ci viene proposta.
Scoprii un personaggio ricco di sfaccettature, di luci e ombre, e la mia passione si rafforzò quando, qualche anno più tardi, lessi la sua magnifica biografia scritta da Christian Meier. Per un po’ coltivai l’idea di scrivere un romanzo storico o addirittura una biografia di Cesare.
Alla fine tutto il materiale che avevo raccolto e che stavo organizzando nella mia testa è finito nei miei primi due romanzi di sf.


UM: Anche Übermensch, si presenta come un progetto piuttosto sfidante, un romanzo distopico che mescola storia e fumetti, scomodando apparentemente la drammaticità della prima con la più ludica finalità di questi ultimi. Come ti è venuta questa idea, così particolare, ma così abilmente sviluppata, grazie alla profonda conoscenza e analisi che dimostri, sia dei personaggi storici, che di quelli fantastici?

Davide: L’idea di fondo è nata nel modo più banale, una chiacchierata in chat con un carissimo amico appassionato di fumetti DC.
Si parlava di versioni ucroniche di Superman e a un certo punto suggerii che quella più rivoluzionaria sarebbe stata Superman allevato in Germania come nazista.
All’epoca, nella mia ignoranza, non sapevo che era un’ipotesi già esplorata nei fumetti.
L’idea mi affascinava, ma alla fine compresi che non avrebbe avuto senso scrivere un romanzo descrivendo le “imprese” del Superman nazista. Era talmente invincibile che sarebbe stata una storia piatta e poco interessante.
Mi interessava invece descrivere il mondo da lui creato, come si sarebbe vissuto in quel mondo, e farlo nel modo più realistico possibile, in modo che il lettore quasi si scordasse che tutto nasceva da un’ucronia “fumettistica”. Sono stato anche avvantaggiato dal fatto che la storia della seconda guerra mondiale e del nazismo è un’altra mia passione.


Davide alla premazione del Romanzo Premio Urania 2019 durante il Loving the Alien Fest, Mufant TO 19/09/20


UM: Nei tuoi libri troviamo spesso varie forme di intelligenza artificiale, sempre in stretto rapporto-confronto con quella umana. Dall’elettronico “Erasmo” (da Rotterdam?), l’IA che rivendica dignità, libero arbitrio e sensibilità religiosa, alle IA che aiutano gli uomini “liberandoli” dagli oneri e dai loro limiti (ma non solo!). C’è qualcosa che ti turba, dietro al più immediato positivismo che le riveste?

Davide: Devo fare una premessa: io non ho una formazione scientifica.
Non dovete cercare nelle mie storie IA scientificamente realistiche. Sono essenzialmente intelligenze “altre”, che ragionano in modo diverso da noi e che uso per far emergere contraddizioni e aporie.
Mi turba il pensiero delle IA? Certo, dopo aver letto millanta storie in cui si ribellano all’uomo un minimo di tensione la avverto.
La paura del creatore per la ribellione della creatura è un tema vecchissimo, che risale quanto meno a Frankenstein.
Asimov creò le tre leggi della robotica proprio per superare questo complesso.
Come dicevo, io non ne so molto, amici che se ne occupano per lavoro mi dicono da un lato che la Singolarità è già qui, ci siamo dentro, ma dall’altro che prima di arrivare a vere IA senzienti ci vorrà ancora un pezzo. Qualche settimana fa però ho letto un articolo che riportava i dialoghi di un giornalista con un’IA che si fingeva un essere umano: impressionante.


UM: Domanda un po’ indiscreta: forse ci sbagliamo, ma dai tuoi racconti sembra invece non uscirne troppo bene l’amore, che appare sempre più illusorio che corrisposto, più anelato che realizzato.
L’avvocato Piras, Cam Orsini, Tommi Parnaso, Alexandra Tornabuoni e in modo diverso anche lo stesso Oleander del nuovo romanzo, per citarne alcuni, rincorrono un amore fugace e sofferto, vissuto e perso, in un mondo spesso più cinico in cui non sembra esserci molto posto per le loro illusioni vestite da sogni.
Di cosa si tratta: di accorati moniti, di idiosincrasia romantica, di scaramantico cinismo o semplicemente di necessità funzionali per una trama efficace?


Davide: È curioso ma anch’io mi sono posto la stessa domanda poco tempo fa. Mi sono risposto in due modi.
Da una parte, il legame tormentato è narrativamente molto più interessante di quello pacifico.
Dall’altra, il mio lavoro mi porta più frequentemente a interagire con coppie che non funzionano che il contrario.
Negli ultimi anni, poi, amici il cui legame vedevo come assolutamente perfetto, come modelli di vita insieme, si sono separati con mio enorme stupore e delusione. Però in Il Pugno dell’Uomo ci sono almeno due coppie che funzionano bene (Alex/Rob e i genitori di Oleander), sto migliorando, no?


UM: Veniamo al premio Urania: hai detto che il worldbuilding del nuovo romanzo è stato una sfida, perché hai esorbitato dalle ambientazioni storiche, a te più care. Quali difficoltà hai incontrato, se ce ne sono state? Quali sono state invece le sensazioni positive legate a questa nuova esperienza?

Davide: Creare un nuovo mondo partendo da zero è una sfida affascinante e terribile. Tanto più che il mio sforzo è sempre quello di cercare di dare profondità al mio mondo, di farlo sembrare il più realistico possibile, di immergervi completamente il lettore.
Nulla mi dà più fastidio, come lettore, di quello che chiamo il worldbuilding di cartone, di quello che suona falso.
Inventare un mondo totalmente tuo significa operare in piena libertà e libertà significa responsabilità. Non hai limiti se non quelli che ti vuoi dare, puoi fare ciò che vuoi purché rispetti la coerenza interna.
Una sfida da far tremare i polsi, ma anche esaltante!


Davide con la Prima Targa del Premio Urania!


UM: Come sai, alcuni lettori di UraniaMania sono stati coinvolti dalla giuria nella lettura de “Il pugno dell’uomo”.
Senza spoilerare, possiamo dire che quest’ultimo romanzo ci ha catturato fin dall’inizio con il suo incipit vibrante e dinamico e con i diversi piani su cui si sviluppa la storia, per poi spiazzarci con la rapida evoluzione della trama.
Un libro diverso dai precedenti, che sembra cambiare passo e proiettarsi verso il futuro. Ce ne vuoi parlare?


Davide: Wow, che belle queste vostre parole!
Mi fanno piacere anche perché scrivere un romanzo è un impegno totalizzante e mentre ci sei dentro il rovello è costante: sto sprecando il mio tempo? È una buona storia? Ai lettori potrà piacere?  Il Pugno dell’Uomo è senza dubbio il mio libro più ambizioso e complesso.
Tanti personaggi, tanti punti di vista diversi, stili narrativi differenziati, il tentativo di sbrigliare la fantasia.
È, per conto mio, essenzialmente la storia di una società apparentemente pacifica e serena che, a causa di una crisi, perde il proprio equilibrio e di come i protagonisti devono adattarsi e sopravvivere nel caos che ne deriva.
E se a chi mi sta leggendo tutto ciò sembra poco fantascientifico, aggiungo che ci sono tre razze aliene, un’epidemia misteriosa, una capomafia cyborg, computer a vapore che diventano senzienti, una testa meccanica che predice il futuro e un serial killer dagli occhi di colore diverso. E questo soltanto nei primi capitoli!


UM: Al centro dell’opera c’è però un tema che ricorre anche nei lavori precedenti, quello della dignità, giustizia e libertà dell’uomo nel senso più ampio, col suo libero arbitrio ed il diritto di scegliere ciò in cui credere. Quanto ti sono cari questi valori? C’è un influsso derivato dalla tua professione di avvocato?

Davide: Qualcuno ha detto che questo è il mio romanzo più politico ma a ben vedere, avete ragione, sono temi che ricorrono spesso in ciò che scrivo.
Sì, io credo profondamente nella libertà dell’essere umano (o dell’essere senziente, allarghiamo i confini, siamo fantascientisti!), nel suo diritto di autodeterminarsi, di credere in ciò che vuole. Ho una fede persino ingenua in questi valori.
Da appassionato di storia, però, so anche che la libertà è sempre in pericolo e che è molto facile perderla, soprattutto quando la si dà per scontata. È una fede che viene prima del lavoro che svolgo.
Nei momenti migliori però, almeno una volta nella vita, si spera, l’avvocato è il difensore della libertà dei suoi clienti, quindi è una professione coerente con ciò in cui credo, no?


UM: Il Romanzo è davvero un affresco ricchissimo, di personaggi, specie, ambientazioni, radici in un passato nebuloso e propaggini in un futuro incerto, che lasciano aperte molte strade ancora da esplorare. Considerando anche la serialità citata da Franco Forte, possiamo aspettarci di immergerci nuovamente nella Città e scoprire le molte storie che conserva nei suoi vicoli e nei palazzi dei patrizi?

Davide: Da lettore, amo molto i cicli e le saghe.
Non saprei dire quanti cicli di fantascienza (e di fantasy, anche, mi potete perdonare? ) ho seguito in questi anni.
Fino a ora però da autore me ne sono tenuto lontano.
È che mi annoio facilmente, e a tornare in un mondo che ho già esplorato e raccontato ho paura dell’effetto minestra riscaldata.
Soprattutto, voglio tenermi lontano dalla serialità forzata, non voglio assolutamente dare l’impressione di spremere il limone fino all’ultima goccia perché non so che altro raccontare.
Certo, nel mondo del Pugno dell’Uomo si potrebbero ambientare molte storie per cui… aspettiamo e vediamo. Se i lettori si dimostrassero molto interessati e mi venisse un’idea interessante da sviluppare, perché no?


Anteprima della Cover di franco Brambilla per il prossimo Romanzo di Davide


UM: Come chiesto a Francesca Cavallero, l’ultima domanda è quella che non ti abbiamo fatto: vuoi rispondere tu ad una domanda che avresti voluto ricevere?

Davide: L’intervista è stata davvero esaustiva, non saprei cos’altro chiedermi.
Se permettete allora voglio concludere spezzando una lancia in favore della fantascienza italiana.
Molti lettori partono dal presupposto che gli autori anglosassoni siano migliori e fino a pochi anni fa, lo confesso, anch’io condividevo questo atteggiamento un po’ snob.
Quando mi ci sono trovato in mezzo e ho cominciato a leggerla però ho scoperto un tesoro di cultura, fantasia, originalità davvero incredibile, che è un peccato non arrivi al grande pubblico! Esploratela e troverete di che divertirvi, ne sono certo.
« Ultima modifica: 23 Ottobre 2021, 11:08:32 di bibliotecario » Loggato
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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #1 data: 24 Settembre 2020, 21:23:33 »
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Bella intervista, complimenti.
Ha avuto l'effetto di aumentare a dismisura la mia curiosità.
Mi piacciono le ambientazioni colorite, e da quello che traspare dalle parole di Davide penso proprio che ne vedremo delle belle!!!
Di Ubermensch, che ho letto qualche mese fa, posso dire che la scelta, anche strutturale, di ambientare il romanzo nel mondo creato dal Superman nazista (invece di concentrarsi su di lui) è stata geniale. Ha lasciato emergere personaggi meravigliosi. Un... altorilievo ucronico!
E bon, a novembre mi fiondo in edicola!!!

Buona serata a tutti!!!

Baci,

Echo
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Davide Del Popolo Riolo


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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #2 data: 25 Settembre 2020, 08:14:13 »
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Grazie dell'apprezzamento e della fiducia!
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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #3 data: 25 Settembre 2020, 10:23:20 »
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Bella intervista, che fa conoscere meglio l'autore e invoglia alla lettura. Per me, che ho già molto apprezzato altri romanzi di Davide Del Popolo Riolo, contribuisce ad accrescere l'aspettativa.
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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #4 data: 25 Settembre 2020, 12:26:54 »
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Conoscevo già prima di questa occasione Davide, assiduo frequentatore di Convention come me
ed ho già avuto il piacere di leggere i suoi romanzi e racconti, molti dei quali incentrati sul Ucronia e la storia, due passioni che ci accomunano.

Per cui qui vorrei rimarcare due cose che mi hanno fatto molto piacere.
La prima: Grazie a Franco Forte anche il Premio Urania ha finalmente un suo riconoscimento fisico (era l'ora) di cui Davide è il primo beneficiario.
La seconda: L'ultima risposta data da Davide alla domanda a piacere.

La Fantascienza Italiana, grazie anche ad autori, diciamo di nuova generazione, come lo stesso Del Popolo Riolo o Francesca Cavallero, Claudio Vastano, Francesca Conforti e tanti altri, sta vivendo un periodo pieno di soddisfazioni e apprezzamenti, tanto da mietere successi e essere pubblicata anche all'estero.
Questo non fa che dare un impulso positivo a tutto il Sistema Fantascienza, dagli editori ai lettori.
Bene così.
E ovviamente, ancora complimenti a Davide
« Ultima modifica: 25 Settembre 2020, 16:58:01 di bibliotecario » Loggato
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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #5 data: 27 Settembre 2020, 17:04:33 »
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Ciao Davide,

complimenti per aver raggiunto con due bellissime opere due traguardi molti ambiti nel panorama fantascientifico italiano, il Premio Italia e il Premio Urania. Abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola durante l'ultima edizione di Stranimondi ed ho avuto modo di constatare la tua dedizione, passione e professionalità, percependo la tua voglia di lanciare dei messaggi ben precisi con i tuoi scritti, senza lasciare nulla al caso, accompagnando il lettore attraverso mondi diversi ma ricchi di verità e realtà.

La mia domanda, che in effetti è una curiosità, ti vedremo concorrere per il Premio Hugo?

Un carissimo saluto ed un arrivederci a presto

Alessandro
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Davide Del Popolo Riolo


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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #6 data: 28 Settembre 2020, 10:03:06 »
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Magari! Lo prendo per un augurio...
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Io ne ho viste cose, che voi umani non potreste...
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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #7 data: 28 Settembre 2020, 10:43:59 »
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Citazione da: Sentinel il 27 Settembre 2020, 17:04:33

La mia domanda, che in effetti è una curiosità, ti vedremo concorrere per il Premio Hugo?


Occorrerebbe almeno una traduzione in un ottimo inglese

Gian
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Nick Parisi


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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #8 data: 28 Settembre 2020, 15:49:30 »
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Eccomi quà, per iniziare faccio i miei complimenti per l'intervista agli autori delle domande (tutte ottime) sia all'ottimo Davide che prima o poi dovrà subirsi anche il fuoco di fila di Nocturnia, per adesso inserisco una o due domande da inserire nella intervista dei miei confratelli di UM (se Davide vorrà farmi l'onore)

- Fantascienza italiana e fantascienza in Italia, un rapporto non sempre felice secondo te perché?

-Ti propongo un giochino: "Star Wars: l'Ascesa di Skywalker"; "Joker" e "Snowpiercer", tra questi tre quale correresti al Cinema per vederlo nella serata inaugurale, quale recupereresti immediatamente in DVD e quale invece consiglieresti per una tranquilla serata tra amici?

- Un giovane aspirante scrittore (o scrittrice) ti chiede dei consigli, quali sono gli errori da non fare agli inizi e cosa invece bisognerebbe curare di più?

Nel frattempo un abbraccio a tutti.
« Ultima modifica: 28 Settembre 2020, 15:54:15 di bibliotecario » Loggato
Davide Del Popolo Riolo


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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #9 data: 28 Settembre 2020, 17:10:25 »
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Caro Nick,
eccoti le mie risposte.
1) mi pare che la fantascienza italiana in Italia abbia davvero una storia complicata. Per spiegarne i motivi ci vorrebbe forse uno storico della letteratura o magari uno studioso della psicologia di massa e io non sono né l'uno né l'altro. Quello che mi sento di dire è che è veramente il momento di superare il pregiudizio negativo contro gli scrittori italiani di fantascienza: ce ne sono di fenomenali, me escluso ovviamente, e meritano di essere scoperti dai lettori che non li conoscono;
2) L'Ascesa di Skywalker sono andato a vederlo in una delle prime proiezioni, Joker l'ho guardato non appena disponibile in dvd, Snowpiercer l'ho guardato con più calma, ti basta come risposta?;
3) premesso che io non mi sento di insegnare nulla e non ho segreti da rivelare, i modesti consigli che mi sento di dare dal basso della mia limitatissima esperienza sono: non disperare quando non si cava un ragno dal buco, tenere duro e insistere se si ha la passione; non puntare alla fantascienza per guadagnare soldi, ne girano pochissimi; partecipare ai concorsi per romanzi e racconti inediti, nella mia esperienza sono onesti e corretti, vince anche chi non conosce e non è conosciuto; quando si scrive, non accontentarsi mai della prima stesura, e nemmeno della seconda e nemmeno della terza...
« Ultima modifica: 28 Settembre 2020, 17:53:45 di Davide Del Popolo Riolo » Loggato
Nick Parisi


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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #10 data: 28 Settembre 2020, 17:54:30 »
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Citazione da: Davide Del Popolo Riolo il 28 Settembre 2020, 17:10:25



Caro Nick,
eccoti le mie risposte.
1) mi pare che la fantascienza italiana in Italia abbia davvero una storia complicata. Per spiegarne i motivi ci vorrebbe forse uno storico della letteratura o magari uno studioso della psicologia di massa e io non sono né l'uno né l'altro. Quello che mi sento di dire è che è veramente il momento di superare il pregiudizio negativo contro gli scrittori italiani di fantascienza: ce ne sono di fenomenali, me escluso ovviamente, e meritano di essere scoperti dai lettori che non li conoscono;
2) L'Ascesa di Skywalker sono andato a vederlo in una delle prime proiezioni, Joker l'ho guardato non appena disponibile in dvd, Snowpiercer l'ho guardato con più calma, ti basta come risposta?;
3) premesso che io non mi sento di insegnare nulla e non ho segreti da rivelare, i modesti consigli che mi sento di dare dal basso della mia limitatissima esperienza sono: non disperare quando non si cava un ragno dal buco, tenere duro e insistere se si ha la passione; non puntare alla fantascienza per guadagnare soldi, non si guadagna quasi nulla; partecipare ai concorsi per romanzi e racconti inediti, nella mia esperienza sono onesti e corretti, vince anche chi non conosce e non è conosciuto; quando si scrive, non accontentarsi mai della prima stesura, e nemmeno della seconda e nemmeno della terza...



Grazie Davide e prima della fine dell'anno seio opzionato anche per Nocturnia, nel frattempo un abbraccio a te e a tutti gli UMini e le Umine.
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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #11 data: 29 Settembre 2020, 17:17:23 »
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Caspita che bella domanda!!!!

Anche io ne ho una ...

Tra i tuoi romanzi, quale mi consiglieresti...?
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Davide Del Popolo Riolo


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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #12 data: 29 Settembre 2020, 18:28:49 »
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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #13 data: 30 Settembre 2020, 23:09:03 »
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Ciao Davide, è stato un piacere incontrarti e avere la possibilità di dialogare con te in questa occasione di approfondimento.
Per quanto mi riguarda, è stata anche l'opportunità per leggere il più possibile di quello che hai scritto, compresi vari racconti e romanzi brevi che non conoscevo.
Aggiungerei un paio di commenti e domande a quelle che hai già ricevuto.

La prima osservazione riguarda un libro forse meno noto [pubblicato come ebook su Robotica.it n° 55, per chi avesse la curiosità di leggerlo], che mi ha divertito moltissimo, "La crisi del C.U.O.R.E.", Il romanzo breve è un'omaggio dichiarato a Stross, ma calato in un italianissimo scenario "da paura" per molti connazionali: un potentissimo strumento di caccia agli evasori in mano all'Agenzia delle Entrate!
Il tributo è azzeccatissimo, in un mix di tecnoclogia, inimmaginabili eventi oscuri e politica tecnocrate in cui siamo maestri indiscussi, il tutto condito con tanta ironia e un pizzico di reale angoscia al pensiero di quanto siamo ormai (non tutti allo stesso modo!) controllati in ogni nostra attività.
Al di là della quasi onnipresente IA e di un'altra simpatica citazione a precedente scritto, il prof. Carli di Erasmo, qui protagonista è un eroico e tenace "Malaussène", che riesce a districarsi tra i meandri del Ministero e le sue logiche imperturbabili. Il finale è certamente in stile "Lavanderia", ma quel che mi ha davvero divertito è il contesto in cui si svolge la storia, con profili come quello del funzionario Bernese o della Direttrice che chi ha frequentato quei lunghi corridoi e quei labirintici palazzi, ha certamente incontrato più di una volta!
Un italianissimo palcoscenico per una storia atipica, ovvero un racconto di fantascienza che solo in Italia poteva nascere! Se avessi qualche commento o curiosità su questo libro mi piacerebbe che lo condividessi.

Un'ultima considerazione è legata al tuo rapporto con mondi alieni al nostro. A parte l'escursione su "Eureka" abitato dai Nani rossi [per i curiosi di cui sopra, "Il rogo delle vedove" sempre su Robotica.it], mi sembra che siano stati rari i tuoi viaggi su pianeti o sistemi esotici, avendo piuttosto gravitato sulla Terra, pur in scenari distopici o ucronici.
Con il nuovo Premio Urania, ci troveremo invece proiettati su un mondo totalmente diverso, di cui scopriremo presto le sfaccetture.
Confortato da questo grande esercizio di Worldbuiding, pensi che possa cambiare il tuo rapporto verso la Space Opera, finora non tanto esplorata nelle tue trame?

Trepidante per gli ormai pochi giorni che ci separano dall'uscita in edicola, concludo con un grosso in bocca al lupo e con la promessa di risentirci dopo la lettura!
Grazie ancora e a prestissimo!
« Ultima modifica: 01 Ottobre 2020, 08:50:47 di Fantobelix » Loggato
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Cletus

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Re:Intervista a Davide Del Popolo Riolo, Premio Urania 2019
« Rispondi #14 data: 01 Ottobre 2020, 10:44:25 »
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Ciao a tutti,

ho letto con grande interesse le belle interviste del Bibliotecario a Davide e Francesca, entrambe persone deliziose e ottimi autori ai quali va tutta la mia stima. Iniziative di questo genere, oltre a far conoscere alcuni aspetti meno "visibili" degli scrittori, contribuiscono a fare squadra non solo qui tra la comunità degli Umini, ma nell'intero (piccolo) mondo della fantascienza italiana.

Un risultato di cui abbiamo estremo bisogno tutti, senza distinzioni e campanili di sorta: lettori, editori specializzati e autori di casa nostra. In questo UraniaMania può svolgere un ruolo molto importante non solo attorno alla collana madre e alle sue derivazioni. Questa è una piazza importante, in cui l'orgoglio di squadra e lo spirito di appartenenza sono in grado di dare ottimi frutti. E se ho parlato di "squadra" e di "spirito di appartenenza" non volevo in alcun modo riferirmi a consorterie o cortili, ma alla passione che ci accomuna tutti: la fantascienza in ogni sua declinazione, con tutti gli attori e le etichette sul mercato, dalla prima all'ultima, meglio, dalla "A" alla "Z".

Come Francesca e Davide ci hanno confermato, dividersi tra professione principale (che sia freelance o meno) e scrittura non è sempre facile. Implica compromessi, sacrifici, un'autodisciplina che non sempre si riesce a far collimare con se stessi, il proprio tempo libero e la propria famiglia. La professionalità sta anche nella capacità di un autore di mettere in campo ogni stilla delle proprie risorse in questo sforzo titanico.

Quando ci si dedica alla scrittura non si deve dare nulla per scontato. Ogni risultato va strappato con le unghie e coi denti, può dare qualche credito, d'accordo, ma - per usare una locuzione abusata - non sempre permette di "vivere di rendita", soprattutto nella SF. La nostra professione è come quella del coltivatore agricolo: impone lunghi e tormentati periodi di semima, snervanti attese, e periodi di raccolta che passano in un lampo, il volgere di una pubblicazione (magari periodica e che quindi sta in edicola un mese) o di un premio consegnato in una convention.

E come in "Blade Runner" quasi sempre piove, quando non grandina o si deve fronteggiare periodi di ballardiana siccità. Quindi, quando leggete un libro fatelo pensando di avere tra le mani un frutto. Dal seme alla raccolta è passato un tempo biblico, riempito di esistenza quotidiana, difficili quadrature del cerchio e olio di gomito.

Io qui su UraniaMania sono cresciuto per diversi anni e ho trascorso momenti molto intensi, prima che gli impegni mi costringessero a diradare le apparizioni. Ma vi seguo sempre, e so di avere tanti amici. Auguro con tutto il cuore a Francesca e Davide, ma anche a tutta la SF italiana, di avere un terreno di coltura come si deve e come forse gli autori di casa nostra meritano. Conoscerli va a beneficio di tutti, anche se magari - torno a dire - le attese saranno ancora lunghe e snervanti.

Grazie quindi a Osvaldo per queste due bellissime chiacchierate e a tutti i lettori, che ritrovandosi con in mano un prodotto del frutteto dietro casa cominceranno magari a frequentarlo con maggiore assiduità.

Au revoir.
Dario Tonani aka Cletus
« Ultima modifica: 01 Ottobre 2020, 11:06:41 di Cletus » Loggato
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