D’accordo, allora cerchiamo di attenerci a fatti concreti lasciando per il tempo necessario fuori dalla porta la fantascienza. Sono andato a Torino in occasione della precedente ostensione. Immersi in un lungo cordone umano ci si passava a pochi metri di distanza. Sono rimasto impressionato dall’esperienza. Si ha la strana e non descrivibile sensazione della consapevolezza dell’importanza di “toccare” di persona e da vicino un simbolo unico della cristianità. A me interessa poco degli esami del telo e delle più o meno improbabili teorie che girano da sempre. Se mi si passa un esempio blasfemo, e dal mio punto di vista, è come la teoria che gli americani non siano mai andati sulla luna. Oramai non importa granché all’inconscio collettivo. Il grande e primo balzo dell’Uomo è comunque avvenuto.
            Per tornare in argomento, a me basta la storia tramandata dell’oggetto di culto. A proposito della monetina nell‘occhio, ho letto da qualche parte in passato, ma dove?, che fosse usanza dell’epoca mettere una moneta sul viso o sulla lingua perché fosse necessario al defunto un qualche obolo per l’aldilà; pratica questa, degli antichi Greci, degli Etruschi e dei Romani.
           Cordialità,
                 Den Heb