“Arv-ze, amico Gesù”
Romanzo

L’ “arv-ze” del titolo è una forma di saluto: un’immaginaria forma di saluto aliena. Si tratta di un romanzo di fanta-storia ambientato nella Palestina di duemila anni fa. In parallelo alle vicende di Gesù, riprese e riadattate dai Vangeli, si svolge la storia di una forma di vita aliena, M’rssi, che Gesù scopre casualmente poco prima di iniziare la sua predicazione pubblica. Anzi, è proprio questo fattore a far capire a Gesù di essere “qualcuno di speciale”, siccome è l’unico che riesce a vedere M’rssi nel suo aspetto autentico (gli altri non lo vedono, o lo vedono come un umano).

Così, mentre Gesù gira per la Galilea e la Giudea a predicare, M’rssi lo segue, e tra i due l’amicizia si approfondisce. Ciò che li lega è la loro alienità, il fatto di avere entrambi un modo di considerare le cose diverso da quello degli umani; nei colloqui in privato con M’rssi, Gesù ha la possibilità di approfondire argomenti che mai affronterebbe con i suoi discepoli e il suo uditorio. Si parla della storia della Terra con ampie panoramiche e interpretazioni ardite dei fatti, o di ipotesi avanzate sull’origine dell’universo.
Non che le idee di Gesù e M’rssi coincidano sempre; a volte, il diverso approccio dei due ai problemi della vita crea situazioni “strane” che i presenti (che non vedono il vero M’rssi) interpretano come miracoli.
In questo modo, si fondono tra loro eventi storici, sia di duemila anni fa che di altre epoche, racconti dei Vangeli, dialoghi su questioni moderne, e qualche scenario fantascientifico ma senza calcare la mano su quest’ultimo punto. Infatti, a un certo punto al lettore la presenza discreta di M’rssi dovrà apparire del tutto naturale, come un confidente di Gesù.

Pian piano, attorno a Gesù si radunano non solo le folle ma anche gruppetti di avversari. All’inizio non sono interessati a Gesù, ma a M’rssi! Risulta infatti che ci sono altre persone in grado di percepire la presenza dell’alieno, seppure in modo vago; essendo però riuscite a sentire di nascosto alcuni discorsi di M’rssi, decidono che le sue idee su “altri mondi” sono troppo pericolose per la stabilità sociale; insomma sono gli antesignani dei Men in Black.
Gli “uomini in nero” radunano attorno a sé altri, farisei ecc., per incastrare e uccidere M’rssi accusato di essere un demonio. Solo che, seguendo Gesù per mettere le mani addosso a M’rssi, si accorgono che il vero pericolo per il potere consolidato è Gesù. Da questo momento, comincia la persecuzione contro di lui… e il resto della storia è noto.

Ormai Gesù e M’rssi sono consapevoli che l’esistenza del primo è spacciata. Come ultimo ricordo di sé, Gesù dice a M’rssi che gli lascerà una fotografia: un’immagine iperrealistica che il flash di luce della risurrezione imprimerà sul lenzuolo funebre.
La mattina di Pasqua, mentre i discepoli sono ancora sconvolti dalla sparizione del Maestro, M’rssi va al sepolcro e si impadronisce della Sindone, che è stata realizzata in modo da essere perfettamente visibile ai suoi occhi (mentre per noi umani è quasi del tutto sbiadita). Vorrebbe tenere per sé questo cimelio, ma poi ci ripensa: è un dono fatto all’intera umanità, perché contiene in modo misterioso l’essenza di tutti gli insegnamenti di Gesù.
M’rssi va quindi da Giuseppe di Arimatea e gli consegna il sacro lenzuolo. Vedendo Giuseppe che si allontana con la Sindone, M’rssi ha un ultimo saluto per quell’amico “più alieno” di lui: “Arv-ze, amico Gesù”.