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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | La Fantascienza in Generale | Discussione: L’angolo delle letture di UraniaMania «prec succ»
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  Autore  Discussione: L’angolo delle letture di UraniaMania  (letto 111574 volte)
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #525 data: 14 Maggio 2023, 14:42:34 »
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Siamo arrivati all'annuale quota di Military FS che mamma Urania con generoso entusiasmo ci dispensa.
Fortunatamente in piccole dosi, non eccessive, visto la ripetitività di temi e situazioni che il sottogenere propone.
In questo caso ancor più ripetitive visto la lunghezza del ciclo al cui interno si colloca il romanzo di cui ci apprestiamo al commento


La Valiant, 05/2023
di Jack Campbell
Collana Urania N.1714
Mondadori

Dopo aver letto questo quarto capitolo del Ciclo The Lost Fleet, la prima cosa che mi viene in mente di dire, nel bene come nel male è una citazione.
"Niente di nuovo sul fronte occidentale" citazione in tema che ben riassume tutto quanto c'è dire su questa nuova avventura del nostro Black Jack Geary alle prese con i conflitti interni alla flotta dell'Alleanza di cui è al comando e i tentativi di annientamento di quest'ultima da parte delle forze della Corporazione.
Avevamo lasciato, nel precedente romanzo Il coraggio di Geary, il nostro eroe alle prese con le conseguenze dell'ultimo epico scontro con le flotte della Corporazione nel sistema di Lakota e della scoperta di una avanzatissima Civiltà Aliena non avulsa dal centenario conflitto tra le due fazioni umane della Corporazione e dell'Alleanza.
Lasciamo, dopo aver letto La Valiant, il nostro Ammiraglio alle prese delle stesse esatte sfide senza che null'altro di nuovo si scorga nello svolgimento della trama generale, se non aver cambiato sistema stellare ed aver combattuto le canoniche due battaglie spaziali che movimentano ogni romanzo del Ciclo.
Questo romanzo ha gli stessi pregi e difetti dei tre precedenti, tutti tanto uguali e statici nelle sviluppo che per assurdo se ne potrebbe anche invertire l'ordine di lettura rispetto a quello cronologico di pubblicazione senza per questo far crollare la coerenza interna degli avvenimenti o inficiare lo sviluppo dei personaggi.
Nei pregi si possono annoverare, la semplicità di lettura, la linearità dello svolgimento della trama, le dettagliate, verosimili e coinvolgenti descrizione delle tante battaglie tra le flotte di navi spaziali.
Nei difetti verrebbe da dire tutto il resto. L'unico personaggio realmente sviluppato, simpatico e motivato realisticamente dopo quattro romanzi è John Geary, ma tutta la tiritera interiore del personaggio sull'onore, il dovere, gli antenati inizia francamente ad annoiare. Bidimensionali i due personaggi comprimari presenti in tutti i romanzi, la politica Victoria Rione e la comandante della Nave Dauntless, Desjani. La prima che vacilla tra l'essere il consigliere infallibile e la bisbetica gelosa perde se possibile ancor più di verosimiglianza nelle situazioni descritte. La seconda, fedele subordinata ed interesse amoroso ricambiato di Black Jack ha lo spessore di una figurina Panini.
Per il momento lo sviluppo sul coinvolgimento nel conflitto umano, del terzo incomodo, i misteriosi Alieni, è appena accennato e si spera prenda spazio e slancio nel prossimo romanzo per ravvivare una trama generale che ha estremo bisogno di colpi di scena per incuriosire ed invogliare alla lettura un pubblico che non sia il mero gruppo degli appassionati del genere Military FS.
VOTO:6,5  
« Ultima modifica: 15 Maggio 2023, 10:14:52 di bibliotecario » Loggato
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #526 data: 15 Maggio 2023, 11:45:19 »
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Dopo un libro piacevole ma senza sorprese come l'ultimo di Jack Campbell, avevo bisogno di qualcosa di diverso, che colpisse la mia immaginazione. Avevo bisogna di una scossa nel bene o nel male che mi facesse deragliare dalla grigia mediocrità.
In questi casi, un romanzo di Zona42 è quel che ci vuole e l'ultimo uscito nella collana I libri dell'Iguana mi è parso perfetto allo scopo.


L'archivio dei finali alternativi, 05/2023
di Lindsey Drager
Collana I Libri dell'Iguana n.37
Zona42

Bisogna riconoscere agli amici di Zona42 la cura e l'attenzione con cui scelgono i titoli che ci propongono, non si accontentano mai di andare sul sicuro, non ci propongono mai il compitino sufficiente, non amano la mediocrità, la banalità. Amano spiazzare e strapazzare i loro lettori.
Questo romanzo rientra perfettamente nel tipo di proposta che Zona42 predilige.
Un romanzo borderline, impossibile da ingabbiare in un genere. C'è una raffinatissima Fantascienza, il Fantastico tout court, la poesia. C'è il  romanticismo, l'amore, la denuncia sociale e politica. C'è una scrittura ricercata e sperimentale.
Può piacere come no ma qui c'è tutto quel che serve per incantare il lettore. E' un romanzo ambizioso, poetico e misterioso sin dal titolo, fortunatamente riproposto qui esattamente come in lingua originale.
Inizialmente la lettura può risultare spiazzante, richiede attenzione e concentrazione al lettore ma poi lo ripaga con una serie di storie struggenti, storie che spiraleggiano nel tempo e nello spazio, che ruotano avanti e indietro nel tempo. Storie di fratelli, di archetipi, di Hansel e Gretel, dei fratelli Grimm, dei tanti fratelli diversi, sino ad  arrivare ai confini dell'estinzione dell'umanità, a due sonde gemelle perse nell'infinito universo.
L'autrice ha affermato di essere fortemente influenzata dall'arte visiva, in particolare dal lavoro di Escher, questo testo è la rappresentazione testuale di un opera di Escher. E come la nostra mente perde le coordinate spaziali davanti ad un dipinto di Escher, alla lettura di L'archivio dei finali alternativi il lettore perde la linearità e la coerenza della trama, sino a perdersi e rimanere travolto da una serie di immagini meravigliose e poetiche che sbocciano in favolosi, commoventi finali alternativi.
Non un libro per tutti, non per chi cerca un classico racconto di fantascienza. Assolutamente consigliato per chi è alla ricerca di storie diverse, fuori dai canoni, a chi ama essere sorpreso a chi ama essere travolto dalla bellezza.
Il voto in questo caso perde realmente di consistenza e significato intrinseco, potrebbe andar bene 10 come 5, lo aggiungo solo per proforma e abitudine consolidata.
VOTO: 7
« Ultima modifica: 02 Giugno 2023, 15:16:27 di bibliotecario » Loggato
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #527 data: 16 Maggio 2023, 19:36:05 »
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Sono d'accordo con l'amico e compagno di letture Biblio in merito al quarto volume della serie  The lost Fleet di Jack Campbell
di seguito  la mia valutazione :

La Valiant Jack Campbell Collana Urania nro 1714 2008


Quarto capitolo del Ciclo The Lost Fleet, prosegue su binari ben tracciati la saga del capitano Black Geary , in questo volume assistiamo all’ ampliamento in senso mistico , anche se osteggiato dal protagonista ,  del personaggio di Jack Geary ammiraglio della flotta dell’ Alleanza un raggruppamento di pianeti sparsi in numerosi sistemi di razza umana.
Geary unico personaggio di un certo spessore del romanzo , è un modello di super uomo  i cui pregi (tutti) e difetti (nessuno) plasmano la trama e tutte le relazioni soprattutto con due comprimari , la politica Victoria Rione e la comandante della Nave Dauntless, Desjani , Geary interagisce parecchio anche con altri personaggi che interpretano il ruolo , tipico di ufficiali della flotta dell’ alleanza, poiché costretto ad affrontare oltre che le flotte degli avversari “Corporati” , altri raggruppamenti di sistemi stella abitati da umani politicamente separati ed ostili ai pianeti dell’ Alleanza, anche i dubbi e le tendenze e le insubordinazioni di quanti nella sua flotta non condividono le strategie e le tattiche piu’ umane ,  adottate per prevalere durante i confronti fra le flotte .    
Lo scontro fra “Alleanza " e “Corporazione dura da oltre un secolo ed ormai è retto solo dall’ odio reciproco nato dalla guerra ed essendosi perse nel tempo qualsiasi motivazione razionale.
Obiettivo del nostro eroe è quello di riportare il livello dello scontro fra Alleanza e Corporati verso  un approccio piu’ umanitario e piu’ rispettoso , anche perché negli scontri è emerso palesemente l’ ingerenza di forze aliene sconosciute, che Geary sospetta approfittare della guerra fra gli umani per imporre un loro dominio.
Notevoli, per descrizione, le battaglie combattute e l’influenza sulle formazioni dei movimenti a velocità prossime la luce.
Questo romanzo ha il pregio di essere di facile lettura e di esporre una trama semplice ove prevale la descrizione dei movimenti delle flotte ed i relativi combattimenti , per contro la trama è ripetitiva ed in generale sarebbe necessario ravvivarla con alcuni colpi di scena , come anticipato,  la profondità psicologica dei personaggi è minima , le ambientazioni sono limitate a brevi descrizioni dell’ interno delle astronavi
La pubblicazione sostanzialmente soddisfa gli appassionati del genere Military FS,  chi ha già letto gli altri romanzi del ciclo la trovera' un poco noiosa e ripetitiva.





« Ultima modifica: 16 Maggio 2023, 19:52:39 di capricorno52 » Loggato
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #528 data: 21 Maggio 2023, 11:39:55 »
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Cosa ci vuole dopo la lettura di romanzo innovativo, sperimentale, profondamente poetico ma dove in fondo la Fantascienza non è stata la protagonista assoluta?
C'è bisogno che ve lo dica?
Non credo ma comunque, per la cronaca... un bel classicone su cui andare sul sicuro, meglio ancora se già letto ed il ricordo è ancora piacevole.
Per questo, Urania Collezione di questo mese è stata di grande aiuto


Gli uomini nei muri, 05/2023
di William Tenn (Philip Klass)
Collana Urania Collezione n.244
Mondadori

Questo romanzo del 1968, unico romanzo lungo di un autore che in tutta la sua carriera di scrittore ha sempre privilegiato la narrativa breve, ha tanti pregi e almeno per me, nessun difetto.
Pregi riconosciuti e in comune con tanta narrativa di lingua inglese che oggi definiamo classica, della vecchia scuola.
L'ottimo spunto iniziale, la scorrevolezza, la brevità, la mancanza di prolissità, la mancanza di superbia nel voler stupire a tutti i costi, comune a tanta narrativa di genere scritta oggi.
L'idea alla base del romanzo, Gli uomini nei muri, arriva a William Tenn dal suo precedente racconto, Gli uomini nelle caverne, di cui il romanzo è un ampliamento e vede un ribaltamento dei ruoli di forza e potere abbastanza raro nei romanzi di Fantascienza, soprattutto in quelli della Golden Age.
In questo ribaltamento delle forze si intravede una non tanto velata critica e satira al comune sentire, al destino manifesto, che negli Stati Uniti e in genere nel mondo occidentale di quegli anni era comune. Il racconto è dei primi anni sessanta del secolo scorso.
Tenn ci racconta che nel momento in cui l'umanità stava spiccando il volo verso l'esplorazione del proprio sistema solare, la Terra è stata invasa da una specie aliena composta da esseri giganteschi se paragonati all'uomo. Esseri che hanno preso possesso del nostro pianeta in modo irrevocabile e definitivo, senza probabilmente quasi accorgersi di aver distrutto al contempo la civiltà umana. Civiltà percepita solo come una specie di parassita insignificante che vale la pena di studiare solo come cavia di laboratorio al solo scopo di potersene disfare in modo definitivo, visto che infesta le abitazioni aliene cosi come i topi infestavano quelle degli esseri umani.
Se questo non è un duro colpo all'autostima, alla gonfiata visione di noi stessi, non so cosa altro potrebbe esserlo.
E come ratti, gli uomini saranno costretti a comportarsi per sopravvivere, sorretti solo da lontani ricordi mitizzati e distorti della loro precedente grandezza. Come ratti svilupperanno resistenza, adattabilità e prolificità ed il lettore seguirà immedesimandosi nel giovane uomo Eric l'Unico, Eric l'Occhio le peripezie necessarie per poter sopravvivere a queste tremende condizioni, sino a giungere ad un finale forse affrettato, ma sorprendente e in fondo unico possibile a chiusura di questo originale e brillante classico.
Voto: 6,5  
« Ultima modifica: 02 Giugno 2023, 15:17:08 di bibliotecario » Loggato
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #529 data: 22 Maggio 2023, 16:23:43 »
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Esce un nuovo Nodo ed il Biblio non può non leggerlo.
Fortunatamente non tutti devono piacermi per forza.
Quest'ultimo, dopo la precedente accoppiata di titoli, Seppellitemi lassù in montagna e Eros Philia Agape che mi avevano entusiasmato, non mi ha convinto.
Inizio a credere che le differenze di tematiche e di generi che influenzano i miei giudizi siano dovuti alle diverse proposte fatte dai vari Curatori della Collana.
In definitiva queste scelte disomogenee di volta in volta accontentato settori diversi di lettori ma non danno un indirizzo preciso alla Collana.
Se questo è un bene o un male non so dirlo.
Di certo posso affermare di sentirmi affine alle scelte di Chiara Reali.


Flessibile Elastica Plastica, 05/2023
di Luca Marinelli
Collana 24Nodi n.23
Zona 42

Questo racconto, che affronta tematiche importante, si dipana in un linguaggio fra il fantastico e il surreale.
Muove i primi passi all'apparenza come il più classico racconto di fantascienza. Ad una famiglia come tante, padre madre e due figli, viene consegnato forse per errore, un nuovo costrutto, forse un automa? una nanomacchina in grado di replicare qualsiasi forma? una intelligenza artificiale auto adattiva?  
Per poi subito passare ai toni della favola nera, accompagnando il lettore in un viaggio alla scoperta delle contorte e nascoste dinamiche interne a questa misteriosa famiglia solo all'apparenza normale.
Da qui sinceramente mi sono perso, non sono più riuscito a capire cosa stavo leggendo, quale messaggio volesse veicolare lo scrittore, la rielaborazione di una esperienza di stupro? di violenza familiare? quale è se c'è la morale? magari mi sarei accontentato di un finale compiuto.
Un altra cosa che non ho francamente capito è la scelta di non dare nomi propri ai personaggi ma nominarli semplicemente come Madre, Padre, Fratello, Sorella. Non ne ho capito il motivo e per di più ne ha risentito la scorrevolezza della lettura.
In definitiva, troppo altro e criptico rispetto alle mie letture abituali.
VOTO: 5  
« Ultima modifica: 02 Giugno 2023, 15:17:44 di bibliotecario » Loggato
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #530 data: 26 Maggio 2023, 20:02:22 »
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Poichè non mi pare che ci sia un divieto nel pubblicare i commenti a vecchie , si fa per dire pubblicazioni di FS , anche se mi rendo conto che non fornisco in questo modo un elemento di stimolo a nuove letture  invio il mio commento a L'uomo che cadde sulla Terra finito di leggere per la terza volta ieri 25 Maggio 2023 dopo un sonno durato 20 anni in libreria.
Considero questo commento nell' ambito della rubrica di sentinel una eccezione e VI prego di perdonarmi ,  ma piuttosto che fornire su alcune recenti pubblicazioni commenti particolarmente negativi , mi limito quindi con unica rilettura.


  

L’uomo che cadde sulla Terra , Walter Tevis  Urania collana nro 694 , 1963


Riletto , per caso , dopo parecchi anni , durante il riordino di una libreria  ancora mi ha emozionato.


Un romanzo poetico, melanconico, fuori dal tempo e dalle mode letterarie.
Si tratta di una storia più psicologica che fantascientifica, incentrata sul personaggio Thomas Jerome Newton, un extraterrestre proveniente dal pianeta Anthea, devastato dalle guerre nucleari,  divenuto deserto e desolato, Newton è venuto sulla Terra nella speranza di poter salvare gli antheani tramite un flotta di astronavi  progettate e prodotte  sulla Terra,
Scelto ed addestrato per anni dal suo popolo. Thomas giunge vicinissimo al successo, sulla Terra , ove vende   all'industria i suoi avanzati e mirabolanti segreti tecnologici, diventa ricchissimo e potentissimo, ma fallisce nel suo intento , produrre e lanciare diverse astronavi per tornare sul suo pianeta , raccogliere gli antheani e poi trasferirli sulla Terra, poichè catturato dagli agenti della CIA e dell’ FBI che bloccano il suo progetto.  
Il tema è stato oggetto di un incontro fra cinema (il film è stupendamente interpretato da David Bowie) e fantascienza tra i piu’ convincenti e completi.
Tornando al libro la trama è stimolante, ricca di idee e di sentimenti umani, la solitudine di Thomas si traduce in malinconia.
L'uomo che cadde sulla Terra si può leggere in diversi modi : come la storia di un extraterrestre e  storia di primo contatto , oppure piu’ filosoficamente come una parabola con risonanze evangeliche, e suggestioni di un'altra «discesa sulla Terra», di un altro breve viaggio tra gli uomini, di un altro «martirio».
E' un libro che si fa leggere, semplice nel rapporto fra Newton ed i terrestri,  ma misterioso nei definire lo scopo ultimo e vero di Thomas, anche delicato e crudele, nei rapporti fra Newton e Bryce l’uomo che ha immaginato Thomas come extraterrestre da subito ed è affascinato dalla sua personalità, o ancora con Betty Jo innamorata senza speranza perché conscia della differenza percepita, spirituale , fisica e  di genere fra lei e Thomas.
Un gioiello di Walter Tevis che mantiene intatta , la propria freschezza ed il proprio splendore dopo anni e perciò un capolavoro.
Da leggere,  
Voto 8

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« Rispondi #531 data: 26 Maggio 2023, 22:13:00 »
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Citazione da: capricorno52 il 26 Maggio 2023, 20:02:22

Poichè non mi pare che ci sia un divieto nel pubblicare i commenti a vecchie , si fa per dire pubblicazioni di FS , anche se mi rendo conto che non fornisco in questo modo un elemento di stimolo a nuove letture  invio il mio commento a L'uomo che cadde sulla Terra finito di leggere per la terza volta ieri 25 Maggio 2023 dopo un sonno durato 20 anni in libreria.
Considero questo commento nell' ambito della rubrica di sentinel una eccezione e VI prego di perdonarmi ,  ma piuttosto che fornire su alcune recenti pubblicazioni commenti particolarmente negativi , mi limito quindi con unica rilettura.


Divieti non ce ne sono, non c'è niente da perdonarti.
Perchè un eccezione? Novità o vecchie letture che tornano alla memoria, fa sempre piacere leggere un commento ragionato di un appassionato lettore come te.
E non ci lesinare i commenti negativi, sono importanti non meno di quelli positivi.
Alla prossima Leo   
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #532 data: 26 Maggio 2023, 22:17:51 »
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Citazione da: bibliotecario il 26 Maggio 2023, 22:13:00


Citazione da: capricorno52 il 26 Maggio 2023, 20:02:22

Poichè non mi pare che ci sia un divieto nel pubblicare i commenti a vecchie , si fa per dire pubblicazioni di FS , anche se mi rendo conto che non fornisco in questo modo un elemento di stimolo a nuove letture  invio il mio commento a L'uomo che cadde sulla Terra finito di leggere per la terza volta ieri 25 Maggio 2023 dopo un sonno durato 20 anni in libreria.
Considero questo commento nell' ambito della rubrica di sentinel una eccezione e VI prego di perdonarmi ,  ma piuttosto che fornire su alcune recenti pubblicazioni commenti particolarmente negativi , mi limito quindi con unica rilettura.


Divieti non ce ne sono, non c'è niente da perdonarti.
Perchè un eccezione? Novità o vecchie letture che tornano alla memoria, fa sempre piacere leggere un commento ragionato di un appassionato lettore come te.
E non ci lesinare i commenti negativi, sono importanti non meno di quelli positivi.
Alla prossima Leo   


Concordo, mi ha fatto piacere leggere un commento su questo storico libro! Un salto indietro di qualche anno, ma con estremo fascino. Continua pure!
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« Rispondi #533 data: 26 Maggio 2023, 23:01:12 »
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Grazie  !!!
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« Rispondi #534 data: 27 Maggio 2023, 12:05:00 »
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Premio Odissea 2022
Ex equo, L'arte di non muoversi di Giovanna Repetto e Limos di Stefano Dalpian.
Il primo è uscito in anteprima durante StraniMondi 2022 ed è, per mia colpa, ancora in coda di lettura.
Mentre Limos, uscito questo mese, con la sua avvincente sinossi mi ha subito convinto ad inserirlo tra letture di questo mese, per cui eccoci qua.


Limos, 05/2023
di Stefano Dalpian
Collana Odissea Fantascienza n.134
DelosBooks

La distopia è la visione di un futuro fosco, negativo. E' un monito di quello che potrebbe realmente avvenire percorrendo le strada che ci stiamo accingendo a percorrere.
Mi annovero senza dubbio negli estimatori di questo sotto genere e Limos come si evince già dalla quarta di copertina rientra esattamente nel filone delle distopie più agghiaccianti. Descrive in tutta la sua crudezza ed in modo realistico, uno dei terrori più atavici che da sempre accompagna l'umanità.
Sulla Terra una sola specie animale può ragionevolmente soppiantare l'uomo, soprattutto se in questo è aiutata dallo stesso genere umano.
E' questo processo che Stefano descrive in Limos. Grazie al surriscaldamento globale, alla sovrappopolazione e alla deforestazione incontrollata della Amazonia, da quest'ultima uscirà la nemesi di una umanità cieca e chiusa nel suo egocentrismo. I Limos una specie di piccolo roditore, una tra le tante ancora sconosciute del centro America, che a causa delle condizioni favorevoli, della sua prolificità e aggressività abbatterà la civiltà umana per come la conosciamo oggi.
La discesa nell'apocalisse nel romanzo è scandita in tre fasi distinte, Crisi, Collasso, Guerra. Il lettore le vivrà tramite gli occhi di tre personaggi che sono allo stesso tempo tre archetipi.
Hanna, la scienziata, l'agronoma al servizio della FAO, tra coloro che intravedono per primi il pericolo, tra coloro che provano in tutti i modi ad avvertire dell'imminente pericolo, a spronare gli apatici a muoversi finche in tempo, a lottare contro il potere costituito, ad andare contro gli interessi di pochi per salvare molti.
Daniel, il Broker, l'operatore dell'alta finanza, rappresentante di quel mondo egoista e cieco che per mantenere i propri privilegi è disposto a tutto sino alle estreme conseguenze. Il male incarnato che condanna l'intera umanità all'altare del proprio dio denaro.
Francesco, l'idealista anche lui disposto ad arrivare alle estreme conseguenze per i propri ideali. Il lato buono dell'umanità colui che prova la strada della redenzione, nella sua ingenuità e nella sua voglia di riscatto.
Limos, a detta del suo autore è stato ultimato prima dell'avvento della pandemia di Covid.
Letto oggi a un che di profetico nello scandire tutti i passi, tutti gli errori che hanno portano un pericolo circoscritto a divenire una catastrofe mondiale. Basta sostituire ai Limos, il Covid-19 e i meccanismi che portano alla pandemia globale sono i medesimi.
La prima e in parte il secondo capito in cui è suddiviso il romanzo sono quelle che più mi hanno impressionato, per la lucida e realistica costruzione  dell'imminente tragedia che grazie alla miopia di coloro che governano il mondo, per la loro piccolezza e l'accanimento nel voler mantenere i propri privilegi, permettono il crollo irrimediabile della civiltà.
Un futuro, un percorso verso l'annichilimento che stiamo irrevocabilmente intraprendendo.
La terza parte è invece quella che meno mi ha convinto.
L'autore cambia registro di narrazione, dal generale va nel particolare, non seguiamo più se non marginalmente le sorti Mondiali, per concentrarsi su quelle dell'insignificante Paese in cui viviamo, lacerato a causa della situazione da una guerra civile, già letta e purtroppo già vissuta realmente poche generazioni fa, descritta in modo si realistico ma anche crudo sino ad arrivare ad eccedi e brutalità che niente risparmiano.
Forse a causa della scomparsa del personaggio a cui è più facile identificarsi, la lettura perde in coinvolgimento, il lettore tende a distaccarsi, sino ad arrivare al liberatorio finale, il più ovvio ed in fondo quello che più ci meritiamo.  
VOTO: 7   
« Ultima modifica: 02 Giugno 2023, 15:18:14 di bibliotecario » Loggato
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« Rispondi #535 data: 30 Maggio 2023, 19:10:43 »
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Ho preso, fin dall'inizio, i libri di Robert Galbraith. Che poi sarebbe lo pseudonimo di J.K. Rowling l'autrice di Harry Potter. Molto molto belli, bei personaggi e storie avvincenti. I protagonisti sono sempre gli stessi ed è bello seguirli nella loro vita. Ma gli ultimi due libri, "Sangue inquieto" che ho finito sforzandomi e l'ultimo " Un cuore nero inchiostro" mi stanno destabilizzando mentalmente. L'ultimo sono 1180 pagine, ne stò saltando a piè pari parecchie scritte come se fosse una chat...e non riesco ad andare avanti con la lettura. Di una noia mortale. Soffro, o come soffro......
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« Rispondi #536 data: 02 Giugno 2023, 16:25:42 »
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Rieccomi dopo una delle mie classiche fughe dal mio genere di elezione.
Fuga non ancora terminata visto che anche la mia prossima lettura sarà scelta al di fuori della cara Fantascienza.
Ma andiamo per ordine.
Il mio allontanamento dalla FS è stato scientemente pianificato, verso un testo che da sempre mi ha incuriosito, vuoi perla splendida immagine della cover dell'edizione Fantacollana Nord, del grande Karel Thole; immagine che da sola riassume già un quadro esauriente ed ammaliante dell'intero romanzo, vuoi per una accattivante quarta di copertina, dai tratti più fantascientifici che fantasy.
Dopo anni di ricerca, coronati dal ritrovamento di una versione digitale, è arrivato anche per me il tempo di condividere Il viaggio di Hiero.


Il viaggio di Hiero, 12/1976
di Sterling E. Lanier
Collana Fantacollana n.15
Nord

Lanier, con Il viaggio di Hiero, scrive una storia di avventura, con tutti i topoi del racconto fantasy ma i cui prerequisiti derivano tutti dalla fantascienza, più precisamente dal sotto genere post apocalittico.
Cinquemila anni nel futuro, dopo un catastrofica apocalisse nucleare, troviamo in nostro pianeta profondamente cambiato nella flora e nella fauna che faticosamente stanno ripopolando le terre devastate. Tutti gli esseri viventi sopravvissuti alla devastazione nucleare, compreso l'Uomo, ne sono stati mutati fisicamente e o nella psiche a causa delle radiazioni. Radiazioni per cui vi sono parti del pianete ancora inabitabili.
Le mutazioni e l'evoluzione anno portato in dono all'uomo la telepatia, con la quale, dopo un duro apprendistato è possibile comunicare con il mondo animale. Mondo animale tra cui molte specie hanno acquisito una intelligenza paragonabile a quella umana. Molte di queste specie animali convivono e collaborano in un precario equilibro con gli esseri umani.
La maggior parte della conoscenza di prima della catastrofe è andata perduta e le società civilizzate sono divise in piccoli insediamenti che hanno pochissimi contatti con l'esterno.
Il nostro eroe Hiero è un prete guerriero che proviene da uno dei piccoli insediamenti federati nella repubblica di Metz, quello che una volta era il Nord del Canada, egli è stato scelto per viaggiare verso sud, verso le terre desolate e contaminate degli ex Stati Uniti per recuperare antiche tecnologie informatiche.
Durante tale spedizione ardua e pericolosa, Hiero farà amicizia con improbabili alleati, ben visualizzati nell'immagine di copertina di Thole e combatterà ogni sorta di esseri malvagi umani e non, le mutazioni non hanno portato verso l'evoluzione solo razze animali ben disposte verso l'uomo.
Queste le premesse per inquadrare una storia immaginifica, dalla trama semplice e lineare, e dalla prosa scorrevole e ricca di avventura e azione.
Il viaggio di Hiero è una classica storia d'avventura, nella tradizione dell'età d'oro della science fiction.
I personaggi sono bidimensionali ma tratteggiati con amore e l'ambientazione è progettata con un'immaginazione mozzafiato.
Un lieto fine non è mai in discussione, anche se la missione ufficiale di Hiero di ricercare e riattivare i mistici «computer» pre apocalittici sembra un po' bizzarra. Anche il messaggio ecologico sembra impostato e ingenuo, ma questa era la tendenza negli anni '70 del secolo scorso.
Tutto ciò non toglie nulla al piacere della lettura, che tutto sommato regge bene lo scorrere del tempo.
Il finale non finale apre le porte al proseguo della narrazione in Il ritorno di Hiero. La duologia si sarebbe dovuta, nell'intenzione dell'autore, completare in una trilogia che però non ha mai visto la luce.
Sono contento di essermi finalmente tolto la voglia di leggere questo romanzo, e tutto sommato ne sono rimasto sufficientemente soddisfatto, tanto da leggerne il suo seguito? francamente non lo so. Per il momento lo aggiungerò alla mia lunghissima coda di lettura.
Voto:6


« Ultima modifica: 02 Giugno 2023, 16:25:57 di bibliotecario » Loggato
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #537 data: 03 Giugno 2023, 17:11:11 »
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Citazione da: gretana il 30 Maggio 2023, 19:10:43

Ho preso, fin dall'inizio, i libri di Robert Galbraith. Che poi sarebbe lo pseudonimo di J.K. Rowling l'autrice di Harry Potter. Molto molto belli, bei personaggi e storie avvincenti. I protagonisti sono sempre gli stessi ed è bello seguirli nella loro vita. Ma gli ultimi due libri, "Sangue inquieto" che ho finito sforzandomi e l'ultimo " Un cuore nero inchiostro" mi stanno destabilizzando mentalmente. L'ultimo sono 1180 pagine, ne stò saltando a piè pari parecchie scritte come se fosse una chat...e non riesco ad andare avanti con la lettura. Di una noia mortale. Soffro, o come soffro......

Non ho retto, sono andata a leggere la fine, mi sono arenata verso pag.400. Poi sono tornata indietro zompettando a caso. Noioso da morire, prolisso, pagine e pagine inutili. So già che ci sarà un seguito, ma lo prenderò solo perchè li ho tutti. Sempre che la Rowling non senta il coro di larvati insulti che le arrivano da ogni dove e scriva un giallo come i primi libri.
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #538 data: 04 Giugno 2023, 16:12:10 »
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Oggi su Fantascienza.com mi sono imbattuto in questa notizia: Così si vince la guerra del tempo su Twitter

Un fenomeno virale in parte incomprensibile ha portato oggi il libro di Amal El-Mohtar e Max Gladstone, edito nel 2019 in prima edizione e pubblicato in Italia in Oscar Fantastica, Mondadori nel 2020, in testa a tutte le classifiche di vendita. I libro sale nelle classifiche fino a diventare il terzo libro più venduto su Amazon americana ed è entrato nella classifica dei best-seller del New York Times.
Un Post su Twitter ha cambiato il destino di un libro e dei suoi autori.

Ma quello che in questa rubrica di recensioni, in cui parliamo e ci confrontiamo sulle nostre letture, mi preme mettere in luce, è che qui su UM, Così si perde la guerra del tempo ha più di un commento.

Il primo dei quali, il mio, del 15 novembre 2020 dice:
"Non mi dilungherò. Le storie d'amore sono belle. Le storie d'amore nella Fantascienza, sono perle rare. Questo romanzo è la perla più perfetta." VOTO:9
Mi piace pensare di averci visto lungo, e nel mio piccolo di aver contribuito

« Ultima modifica: 04 Giugno 2023, 16:14:46 di bibliotecario » Loggato
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Re:L’angolo delle letture di UraniaMania
« Rispondi #539 data: 04 Giugno 2023, 18:33:01 »
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Questo è invece il mio commento. Per fortuna scopro che un altro ha dato il mio stesso voto (2).


L'unica cosa positiva di questo libro è il fatto che sia abbastanza corto e si possa leggere in poche ore (così si perde ...il tempo!). Credo di aver capito addirittura il 10% di ciò che è scritto. Vediamo un po': c'è una fantomatica "Agenzia" ed un altrettanto fantomatico "Giardino" (spuntati da chissà dove o chissà quando). Entrambe queste associazioni hanno degli agenti (cyborg?) praticamente indistruttibili e immortali (forse), che vanno su e giù per il tempo e nelle sue "ciocche" (multiverso?) e scorrazzano nelle infinite guerre umane, quasi divertendosi a vedere scorrere fiumi di sangue. Ci concentriamo su due di questi agenti: Rossa e Blu. Sarebbero rivali se non addirittura nemiche (ma perché?), anche se fanno le stesse cose, cioè assistono o facilitano le stesse bestialità. Poi trovano il modo di comunicare fra loro nei vari "incroci" del tempo, utilizzando metodi piuttosto bizzarri, per eludere i controlli dei rispettivi "capi" e forse scoprono prima di apprezzarsi e poi di "amarsi".
Che cosa resta? Un sacco di parole auliche, elevate, di grande effetto. Tante descrizioni ricche di colori, profumi, suoni, odori. E poi l'insieme delle creature del mondo che si sta autodistruggendo a causa dell'uomo (o con l'uomo aiutato dalle agenzie?). Il tutto travestito da poesia. Sì vabbè, ma perché?  
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