Ecco dunque situato Clifford Simak sullo sfondo di quella che fu la nostra generazione, intendo di italiani in certo modo ancora postbellici, nella cui memoria i ricordi dei bombardamenti aprivano uno sorta di sfogo verso un futuro di voli spaziali e di apoteosi internazionali di lotte russo-americane, da disputarsi in un cielo fitto di sputnik e di v2 perfezionate da un americanizzato von Braun... La casa dalle finestre nere con quel gusto preciso, sommesso e svagatamente crepuscolare, e pure minutamente realistico... (dall'introduzione di Claudio G. Fava) Isolato in un'impervia regione degli Stati Uniti, il guardiano Enoch Wallace aspetta notizie dal cielo. Suo è il compito di mantenere in funzione l'unica stazione galattica della Terra, sua la missione di ricevere i viaggiatori di altri mondi che si degnano di transitare qui. Un romanzo di solitudine e attesa, un'ultima utopia positiva scritta nel 1963, il momento più pericoloso della Guerra Fredda.
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