Un paio d'anni fa ho letto "Il papa definitivo" di Simak. Mi era piaciuto moltissimo, anche se avevo trovato il finale "un po' frettoloso". Poi ho letto "La casa dalle finestre nere" e mi sono entusiasmato.
Poi ho letto "Il pianeta di Shakespeare", "L'anello intorno al sole" e i racconti di "Sette ombre azzurre". Carini, anche se ho cominciato a pensare che il Nostro iniziava a essere un po' troppo "nostalgico-dei-bei-tempi-andati-quando-il-mio-vecchio-faceva-il-contadino-ed-eravamo-tutti-più-poveri-ma-più-genuini-e-quindi-era-meglio" per i miei gusti.
I problemi per me sono iniziati con quello che è considerato il suo capolavoro, "Anni senza fine (City)": una rottura di balle infinita, anzi un massacro dei "cosiddetti" (peggio di Tafazzi con il bottiglione d'acqua di plastica). Ce l'ho lì da un anno e non riesco a leggere le ultime 40 pagine: ogni riga è una sofferenza. Tra 'sto benedetto Jenkins e 'sti malefici cani parlanti mi sono quasi ammazzato di noia.
Qualche giorno fa mi son detto: proviamoci ancora, e ho iniziato a leggere "Infinito". Un altro masso pauroso. Noia mortale bis.
Ma che succede, mi son detto: ho cambiato gusti letterari? Simak da prediletto mi è diventato in quattro e quattr'otto un macigno? Com'è possibile?
E HO INVESTIGATO.
La conclusione a cui sono giunto è che
FORSE il problema non è il sottoscritto, né tantomeno Simak.
FORSE IL PROBLEMA E' LA TRADUZIONE. I primi erano tradotti dalla Roberta Rambelli e da Beata Della Frattina, quelli che mi hanno
smassacrato son tradotti da Ugo Malaguti. Allora, forse il problema è
Ugo Malaguti.
Credevo che per leggere con un minimo di piacere i libri della Libra/Perseo fosse sufficiente
ignorare i pomposi e compiaciuti redazionali e gli imbarazzanti editoriali... e invece no. Bisogna anche controllare chi è il traduttore. Perché,
forse, l'Uomo può essere anche capace, con le sue traduzioni, persino di rovinare un buon romanzo.
Voglio provare con una controprova: cercherò per "City" di procurarmi anche la traduzione di Giorgio Monicelli, e se riesco anche l'edizione in inglese per un confronto. Purtroppo l'unica traduzione italiana di "Infinito" esistente è la malagutiana.