Il ritorno della Demetra (Eversion) Urania Jumbo nro 54 Alastair Reynolds 2022

Alastair Reynolds ci propone un’ opera singolare , che in parte abbandona i classici canoni della Space Opera, ispirandosi per struttura , trama nonché linguaggio  sia ai grandi romanzi fantastici avventurosi , alla Jules Verne per intenderci , che agli horror  di Edgar Allan Poe e Lovercraft ereditando per lunghi tratti le atmosfere di “The Terror la scomparsa dell’ Erebus”  di Dan Simmons .
Il romanzo aumenta la tensione gradatamente e sicuramente confonde la mente: sarà difficile discernere la realtà dall'immaginazione fino quasi alla fine, in questo come il miglior Dick.
Alla fine si rivelerà cupo , ma anche dolce amaro, con uno spirito ottimista riguardo all'amicizia, all'etica, ai principi morali e alle scelte difficili, in coerenza con la ingegnosa la costruzione del protagonista, il dottor Coade, apparentemente fragile, ma dotato di una grande personalità che lotta contro l’autoillusione ed è   costretto a fare scelte che causano comunque dolore, non importa da quale punto di vista lo si osservi.
Una fantascienza fantastica che ti permette di viaggiare nel tempo e nello spazio, su navi  a vela, a vapore, dirigibili e astronavi. La trama è basata su un enigma ed una ricerca , la ripetitività aiuta il lettore esperto a capire cosa stia succedendo prima che venga svelato , ma niente è come sembra.

Alla fine del 1700, un veliero si schianta al largo delle coste norvegesi, a metà del 1800 una nave a vapore è travolta da una onda anomala in Patagonia , nel 1900, uno Zepellin esplora un canyon ghiacciato in Antartide, in  un lontano futuro, un'astronave è in volo alla ricerca di un manufatto alieno.

Ogni escursione è un insuccesso e si rivela estremamente pericolosa. E in ogni viaggio, il dottor Silas Coade è il medico di bordo , ma solo Silas, di tutto l’equipaggio  sembra rendersi conto che questi eventi continuano a ripetersi, e sta a lui capire perché e come e come evitare che tutto ciò accada di nuovo.

Eversion è una storia toccante con una grande rivelazione/sorpresa  finale che si sviluppa attraverso la narrazione di ricorrenti processi di negazione e accettazione del protagonista, magistrale nella sua realizzazione ed esecuzione, insomma una storia meravigliosa che mi ha catturato dall'inizio alla fine.
Voto 8,5

Nuovo autore in casa Zona42 e nuovo romanzo in libreria, Cronache dalla Deriva.
Titolo e immagine di copertina suggestivi che ha fatto balzare immediatamente il libro in cima alla mia coda di lettura ed è stato un bene, perchè la lettura si è rivelata splendida, una storia che mi rimarrà dentro a lungo.


Cronache dalla Deriva, 04/2024
di Carlo Rosellini
Collana I libri dell'Iguana, N.43
Zona 42

Cronache dalla Deriva è il debutto letterario di Carlo Rosellini regista teatrale, attore e musicista.
Un romanzo sorprendente e riuscitissimo. Un romanzo a più voci, scientemente costruito con tanti piccoli racconti come pennellate di un quadro impressionista. Tanti tasselli, con i quali il lettore pian piano dovrà costruire il mosaico della personale visione dell'autore del futuro prossimo venturo. Futuro tragico che attende tutti noi al varco ma che non è privo di una sottile vena di speranza.
Un futuro inevitabile e definitivo verso il quale già oggi corriamo a capo fitto, un futuro di cui l'autore non ci  mostra le coordinate generali, il contesto.
Non sono chiariti i perchè epocali degli eventi mondiali, i motivi che avviano l'apocalisse finale. Collasso ecologico, esaurimento delle risorse, conseguenti guerre fratricide, il lettore potrà solo intuire questi avvenimenti lasciati in sottofondo dall'autore, tutto concentrato nel presentarci i suoi piccoli, grandi personaggi, a partire da Marta, che dovrà scendere a patti con la futilità dell'arte umana, da Mario che perderà tutto il suo arrogante potere, da Prospero che anche se non capisce crederà, da Diego che anche non comprendendo combatterà dalla parte giusta, fino ad Anna che si interrogherà sulla necessità della memoria.
Dodici racconti, dodici gemme suddivise in due parti, Deriva. Età della Cenere, la prima e Principio. Età della Madre, la seconda. Dodici voci da cui trasudano sentimenti universali ed emozioni intime, l'ineluttabilità della morte e la forza dell'amore nonostante tutto. Dodici racconti che ci faranno vivere la via crucis dell'annichilimento auto indotto dell'umanità ma che ci sveleranno anche la via di una possibile resurrezione, di un nuovo ciclo che potrà comunque iniziare, come una fenice risorgere dalle proprie ceneri, anche se senza l'uomo per come lo conosciamo.
Questo libro si fa leggere con una semplicità rara in un opera prima. L'ambientazione nel meridione italiano, assurto a simbolo di ogni sud del mondo e le singole voci dialettali dei personaggi sono quel tocco in più che arricchiscano l'esperienza della lettura. Ogni racconto tira l'altro senza permettere al lettore di staccarsi dalle pagine, la lettura è quindi rapida ma pregna di emozione e spalanca le porte della riflessione interiore, restando a lungo impressa nella memoria del lettore.
Voto: 8

Leviathan falls
di James S. A. Corey



Nono e conclusivo romanzo della corposissima saga ‘The Expanse’ che non ho scrupolo alcuno nel definire come nuova pietra di paragone per il filone della ‘space opera’.
Gli autori hanno ideato e scritto magistralmente una vicenda complessa che si sviluppa su un arco temporale di circa trent’anni in un sistema solare che nella prosecuzione degli eventi si allarga a dismisura includendo esopianeti ed esosistemi dove l’umanità esprime il meglio ed il peggio di sé.
Il commento che segue comporta spoiler per cui per evitare anticipazioni vi consiglio di interrompere la lettura.

Lo scontro militare tra il movimento clandestino e l’impero laconiano sembra apparentemente esaurirsi con l’attacco coordinato alla stessa Laconia, che permette all’equipaggio della Rocinante il recupero di Holden, l’acquisizione di un ostaggio volontario come Teresa Duarte e la distruzione dei cantieri navali in cui i laconiani erano riusciti ad implementare una tecnologia che ibridava la protomolecola con i materiali da costruzione tradizionali.
Ma il futuro di questa guerra si trasfigura nell’ambizione sfrenata di Winston Duarte, che senza sapere chi siano coloro che hanno determinato l’estinzione della civiltà della protomolecola, si incaponisce nel volerli stanare facendo detonare ordigni armati di antimateria nei sistemi in cui alcuni indizi ne farebbero sospettare la presenza.
Il risultato più immediato è la scomparsa dello stesso Duarte che lascia Laconia senza guida in un momento critico che il movimento clandestino sfrutta nel migliore dei modi, lasciando sola anche la figlia Teresa che sentendosi abbandonata prende una decisione inverosimile e poco consona alla maturità di un’adolescente quindicenne.
A questo punto il lettore si domanda ancora una volta se finalmente verrà svelata l’origine della protomolecola che è sempre stata descritta come un prodotto tecnologico e non come un essere vivente alieno, tant’è che si è sempre parlato di ‘creatori della protomolecola’, ma questo aspetto scivola via senza aggiungere nulla a tutto quello che abbiamo potuto leggere nei romanzi precedenti.
Jules Pierre Mao con la complicità del segretario generale terrestre Errinwright hanno cercato di contrabbandarla come arma, i marziani l’hanno sperimentata su Eros come agente contaminante per organizzare un genocidio, i laconiani ne hanno fatto un materiale da costruzione avveniristico, Duarte con l’aiuto dello scienziato Cortazar ha tentato di farne una sorta di fonte di vita eterna, ma il suo mistero sostanzialmente rimane irrisolto così come i manufatti ritrovati sul pianeta Ilus.
‘Leviathan Falls’ ci svela qualcosa di più invece sulla strategia distruttiva di coloro che hanno determinato l’estinzione della civiltà aliena della protomolecola, tant’è che la minaccia si estrinseca in questo capitolo finale contro l’intera umanità.
Gli autori introducono anche un nuovo personaggio tutto d’un pezzo grazie al quale giocano la carta vincente della caccia all’uomo, ma lo scontro militare epico tra Laconia ed il movimento clandestino non c’è, lasciando al lettore il gusto di un’altra aspettativa delusa.
Tralascio il commento sui famigliari di Alex Kamal che non aggiungono nulla alla trama se non la spiegazione della scelta di vita che compie questo personaggio, ma ciò su cui non è possibile sorvolare è il destino da eroe di proporzioni bibliche che viene riservato a James Holden.
In quest’occasione Abraham e Franck rispolverano il loro intrepido protagonista già ardito nel volume ambientato sul pianeta Ilus e ne fanno una specie di semidio vivente destinato alla gloria imperitura.
Ho davvero amato questa saga che ha offerto passaggi narrativi davvero avvincenti e ci ha regalato personaggi per i quali ci siamo preoccupati come se fossero reali e li conoscessimo di persona, ma ancora una volta l’autore che dà vita ad un mondo e ad una vicenda complessa sviluppata in più volumi perde di vista nel finale quella via mediana che permette ad un tempo di evitare il minimalismo da un lato e l’epica infantile del supereroe dall’altro.


voto 6,5