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Discussione: Ray Bradbury (letto 476 volte) |
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Ray Bradbury « data: 24 Ottobre 2009, 21:45:13 » |
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Oggi, in un negozietto di libri usati in quel di Venezia, negozietto dal meraviglioso profumo di cara vecchia che mi faceva venir voglia di leccare l'aria, ho trovato un libro di Bradbury che non avevo mai letto. Per fortuna.....così adesso me lo leggo e me lo coccolo. Ho cominciato a leggerlo in treno sulla via del ritorno, la prima pagina mi ha talmente emozionato che la devo assolutamente condividere. Tanti già lo conosceranno...ma non importa....io ve la scrivo.
MORTE A VENICE
Ai vecchi tempi Venice, in California aveva molto da offrire a chi si compiaceva di tristezze. C'era nebbia quasi ogni sera e c'era il brontolio delle macchine petrolifere lungo la riva, e lo sciabordio dell'acqua scura nei canali e il sibilo della sabbia contro le finestre quando il vento s'alzava e cantava negli spiazzi aperti o nelle passeggiate deserte. Erano i giorni in cui il molo di Venice si sgretolava nel mare, e al mutare della marea si intravvedeva fra le onde lo scheletro di un immenso dinosauro - le montagne russe del vecchio luna park - languire nell'oceano. All'estremità di un lungo canale c'erano i vecchi carrozzoni del circo abbandonati e messi da parte, e a mezzanotte, nelle gabbie, creature si muovevano : pesci e molluschi portati dalla marea. Era l'embema di tutti i circhi del mondo condannati alla ruggine e all'agonia. C'era la serie di tram che ogni mezz'ora sfrecciavano verso il mare, e a mezzanotte sferragliavano sulla curva e scoccavano scintille dai cavi, allontanandosi con un gemito che ricordava quello dei morti nella tomba quando cambiano posizione. Sembrava che i tram, e i solitari che li guidavano, sapessero che fra un anno o due non ci sarebbe più stato posto per loro, che i binari sarebbero stati coperti dal cemento e catrame, e che l'alta ragnatela dei cavi sarebbe stata arrotolata e portata via come una cosa morta. Fu a quel tempo, in uno degli anni solitari in cui le nebbie non finivano mai e il vento non smetteva il suo lamento, che una sera, a bordo del vecchio tram rosso sferragliante, incontrai l'amico della Morte e non me ne resi conto......
ecco.......
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Non sto invecchiando, sto diventando vintage. |
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