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Home Forum | UraniaMania Forum... | Generico | Discussione: Articolino - Il co-protagonista divino nella fantascienza «prec succ»
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  Autore  Discussione: Articolino - Il co-protagonista divino nella fantascienza  (letto 83 volte)
alessandromontoro_30


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Articolino - Il co-protagonista divino nella fantascienza
« data: 01 Marzo 2024, 14:57:01 »
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L'altro giorno ho terminato la serie che viene chiamata The Expanse, sia tv che libri poi. Ho notato un pattern riscontrato anche in altre opere fantascientifiche e ho voluto approfondire.

SPOILER ALERT!!! Prenderò in esame le tre saghe di The Expanse, Dune (compreso "Dune 7") e Fondazione. Siete avvisati, qui si parla dei Finali con la F grande. Se le volete leggere, fermatevi QUI e chiudete il post/la pagina.

Il tema del co-protagonista che si afferma come quasi-divinità nella fantascienza è un elemento che appare ricorrente in molte opere del genere. Focalizzandoci sui personaggi specifici menzionati, possiamo esaminare come ciascuno di loro incarna questo concetto.


Amos Burton della serie di libri "The Expanse" di James S.A. Corey:

Amos Burton emerge come una figura semi-onnipotente attraverso la sua abilità di navigare attraverso le situazioni più estreme con una calma e una determinazione che lo distinguono dagli altri personaggi. La chiave finale è ottenuta con la sua morte e "resurrezione", che lo rendono un immortale insieme agli altri due bambini che hanno ereditato la stessa condizione derivante dagli eventi sul pianeta Laconia.

La sua esperienza nei bassifondi dello spazio e la sua capacità di adattarsi a qualsiasi ambiente gli conferiscono una sorta di onniscienza pratica. Inoltre, il suo senso personale di giustizia e moralità diventa un faro per gli altri personaggi, influenzando direttamente il loro comportamento e le loro decisioni. La sua aura di potere non deriva da una forza fisica o tecnologica, ma dalla sua comprensione profonda del mondo che lo circonda e dalla sua capacità di navigarlo con abilità e discernimento.

Mentre il protagonista Jon Holden salva capra e cavoli, Amos resta colui che dopo mille anni accoglie la Lega dei Trenta Mondi di nuovo sulla Terra.


Duncan Idaho di "Dune" di Frank Herbert:

Duncan Idaho diventa semi-onnipotente attraverso la sua capacità di essere presente in molte epoche storiche grazie al processo di clonazione e trasferimento di memoria. Questa persistenza attraverso il tempo gli conferisce una conoscenza e una saggezza che lo pongono al di sopra delle normali limitazioni umane. Inoltre, la sua fedeltà alla famiglia Atreides e il suo coinvolgimento cruciale in molte fasi chiave della storia di Dune lo rendono una figura semi-onnipotente, capace di influenzare il corso degli eventi anche dopo la sua morte fisica. La sua continua presenza attraverso le ere lo eleva a una sorta di entità mitica, capace di influenzare il destino dell'universo.

In Dune 7 in particolare, Duncan acquisisce lo stato finale di Kwisatz Haderach, e diventa di fatti il ponte tra gli uomini e le macchine provenienti dal "passato" della storia umana. Mentre Paul e compagnia fanno ciò che devono, Duncan resta l'unico a guidare i due imperi congiunti.

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Daneel Olivaw del ciclo della Fondazione di Isaac Asimov:
Daneel Olivaw raggiunge uno stato semi-onnipotente attraverso la sua mente positronica avanzata e la sua capacità di elaborare informazioni su scala galattica. La sua intelligenza sovrumana e la sua capacità di pianificare e manipolare gli eventi lo rendono una figura quasi divina rispetto ai protagonisti umani della serie. Inoltre, la sua presenza costante dietro le quinte, agendo come una sorta di regista invisibile degli eventi, gli conferisce un potere quasi onnipotente nel determinare il destino dell'umanità. La sua guida sottile e la sua influenza silenziosa lo rendono una figura mitica e leggendaria all'interno dell'universo della Fondazione.
Si scopre, alla fine della saga, che è Olivaw che ha guidato la storia umana verso la fondazione di Gaia. I protagonisti risolvono i misteri, ma Olivaw si pone come demiurgo finale della serie.

Questi personaggi diventano semi-onnipotenti rispetto ai protagonisti delle loro rispettive opere attraverso la loro conoscenza, saggezza e capacità di influenzare direttamente il corso degli eventi. La loro presenza costante e il loro impatto duraturo li elevano a una sorta di divinità nel contesto delle loro storie, offrendo un'interpretazione unica del potere e della sua natura nell'universo della fantascienza.
Sono certo che questo fenomeno esista anche in altre storie.

Ne conoscete altre?
Cosa ne pensate?
Grazie per la lettura!

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« Ultima modifica: 01 Marzo 2024, 17:04:57 di bibliotecario » Loggato
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Re:Articolino - Il co-protagonista divino nella fantascienza
« Rispondi #1 data: 01 Marzo 2024, 17:24:26 »
Cita


Citazione da: alessandromontoro_30 il 01 Marzo 2024, 14:57:01

...
Questi personaggi diventano semi-onnipotenti rispetto ai protagonisti delle loro rispettive opere attraverso la loro conoscenza, saggezza e capacità di influenzare direttamente il corso degli eventi. La loro presenza costante e il loro impatto duraturo li elevano a una sorta di divinità nel contesto delle loro storie, offrendo un'interpretazione unica del potere e della sua natura nell'universo della fantascienza.
Sono certo che questo fenomeno esista anche in altre storie.

Ne conoscete altre?
Cosa ne pensate?
Grazie per la lettura!

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Sinceramente nonostante avessi letto le opere da te citate, a parte il Ciclo della Fondazione che non ho letto nella sua completezza, non mi sono mai soffermato a ragionare su quanto esposto sopra che trovo molto interessante.
Cosa ne penso?
Credo che più i Cicli sono lunghi, più la loro trama articolata e intricata e più sia difficile per gli autori tirare le fila in un finale soddisfacente.
Probabilmente far saltar fuori uno o più personaggi dai poteri quasi divini, protagonisti o coprotagonisti che sia aiuta ad arrivare ad finale che soddisfi i lettori, un lieto fine così difficile a cui tendere nella vita reale. Probabilmente questo è più facile da costruire con dei coprotagonisti rispetto che con il personaggio principale perchè quest'ultimo ha con ogni probabilità nell'intenzioni dell'autore il destino già tracciato sin dall'inizio.
Sicuramente lo schema narrativo da te individuato è comune a molte altre storie.
« Ultima modifica: 01 Marzo 2024, 17:25:08 di bibliotecario » Loggato
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