05 Maggio 2024, 12:51:54Commento scritto da bibliotecario
Voto: 5.00
Maurizio Cometto ci immerge senza tanti preamboli in prossimo futuro distopico, niente di meno che nella "Grande Italia", in una realtà distorta, permeata da un senso di paranoia e controllo Orwelliano assoluto. Siamo nel 2072 e pare di essere nella Corea del Nord di oggi.
Le premesse da cui prende il via romanzo sono queste: tra qualche hanno dal nostro presente esploderà in tutta la sua violenza e efferatezza la terza Guerra Mondiale in cui l'Italia volente o nolente si troverà costretta a partecipare come membro della Nato. Ma durante lo svolgersi di questa tragedia in cui si fa uso anche delle armi nucleari, l'Italia con un atto unilaterale se ne tira fuori, si dichiara neutrale, si isola dal resto del Mondo, instaura un regime dittatoriale ferreo, capeggiato e creato dalla Madre della Patria e poi guidato dal Comitato di Salute Pubblica che isola anche fisicamente con la Grande Muraglia Italiana, la "Grande Italia" dal resto del Mondo con cui non siano più contatti. Il cittadino comune nella Grande Italia non sa più nemmeno se la guerra è finita, se nel resto del Mondo vi sono ancora quelli che ormai sono comunemente definiti genericamente "Stranieri".
Tutte le liberta personali sono abolite, la tecnologia torna indietro agli anni 90 del secolo scorso, scompaiono i cellulari e internet, la liberta di pensiero.
Per accettare l'inverosimilità di tale eventi è necessaria da parte del lettore un importante opera di sospensione dell'incredulità. Premesso questo si troverà invischiato in una storia scritta in modo lineare, senza orpelli, efficace nel trasmette le emozioni e i sentimenti sempre più angosciati e alienati del protagonista e di chi gli sta intorno.
Seguiremo la sua discesa nell'incubo, vivremo il suo lento ed inesorabile distacco dalla realtà, ci interrogheremo con lui sulla natura stessa della realtà, in un Parse dominato dal Comitato di Salute Pubblica che regola rigidamente ogni aspetto della vita quotidiana, trasformando il tessuto sociale in un intricato labirinto di conformità e delazione da cui pare impossibile ribellarsi.
Purtroppo pero l'autore non esprime niente di nuovo che possa non dico stupire ma almeno impressionare positivamente il lettore.
Sull'argomento trattato era davvero dura riuscirci dopo le vette toccate da autori come Orwell, Huxley, Bradbury, Dick, tutti autori omaggiati e citatati consapevolmente o no da Cometto. E la cosa che più mi ha infastidito è che arrivati alla conclusione, niente viene risolto, tutte le domande restano senza risposta. Capisco che lo scopo dell'autore fosse quello di costringerci a scrutare nell'abisso della nostra anima, a farci riflettere su temi cruciali come la libertà individuale, ad ammonirci contro l'avvento dell'Uomo Forte solo al comando, a focalizzare la nostra attenzione sul controllo governativo e l'etica della società, tutto lodevole e condivisibile ma uno straccio se pur minimo di chiusura compiuta alla trama sarebbe stata gradita.
 
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