20 Luglio 2021, 21:05:12Commento scritto da Algernon
Voto: 8.50
 
18 Dicembre 2018, 18:35:03Commento scritto da Free Will
Voto: 6.50
Credo di aver passato su questo libro il maggior numero di ore della mia vita nella lettura (più di "guerra e pace"). Ogni volta che arrivavo a pagina 80, dovevo ricominciare da capo perché non mi ricordavo niente. Ciò era dovuto alla confusione creata dall'autrice con tutti quei nomi bizzarri, gli scambi di genere, parlando della stessa persona, e soprattutto l'ideazione di quelle navi super i.a. con le loro innumerevoli "estensioni" chiamate "ancelle" che non solo rispondevano ai "programmi" originali ed agli ordini umani, ma interferivano sempre in ogni evento in maniera autonoma. Questa invenzione, che è poi il cuore del libro e che ne denota l'originalità, è veramente straordinaria, ma risulta veramente spiazzante e crea una certa confusione nella lettura. Poi bisogna aggiungere che l'autrice, come tutte le donne, è molto più analitica degli autori uomini (cosa che per me è sempre stato un fattore positivo), ma qui la Leckie esagera e risulta troppo prolissa nei dialoghi e nelle descrizioni, trascinandoci alla noia in molte occasioni. E costringendo (ancora) a tornare indietro per capire cosa ci siamo persi. Veramente faticoso.
Infine una nota sorprendente e che devo dire di non aver proprio capito è la duplicazione del signore e padrone della galassia che combatte contro se stesso e le sue mille figure sparse qua e là ed anche presenti contemporaneamente. Mah! Per il resto, se vogliamo guardare alla storia, troviamo in fin dei conti la Storia del mondo: c'è sempre qualcuno che vuole spadroneggiare e quindi "annettere" altri possedimenti (che siano nazioni, oppure pianeti, oppure insiemi di pianeti, non ha importanza). La parola usata "annessione" mi fa venire in mente Hitler con le sue "Anschluss", ma il fatto che i popoli annessi (in maniera più o meno cruenta a seconda delle reazioni) diventassaro tutti "Cittadini", con gli stessi diritti e doveri (e quindi a tutti gli effetti dei pari) ricorda senza dubbio il periodo di maggior splendore dell'Impero Romano. Questo fatto fa balzare da solo in alto le quotazioni del romanzo.
Per ultimo ho molte perplessità sul traduttore. Una per tutte: non so perché abbia tradotto il termine "ancillary" con ancella. Certo, la radice è la stessa, ma qui parliamo di parti "ausiliarie" della Nave/super i.a. ed ogni ausiliario o ausiliaria poteva prendere il controllo di un campo d'azione, restando in comunicazione con tutte le parti di sé stessa; addirittura poteva controllare tutto, quando la nave veniva distrutta. Dal punto di vista "visivo" è bello immaginare questi pezzi ausiliari (che del resto sono incorporati in corpi umani uccisi all'uopo) come delle "ancelle", cioè delle figure femminili belle e protettive per l'umano di turno, ma si tradisce il vero significato.
Detto questo non vedo l'ora di leggere i due seguiti del ciclo perché mi sono abituato al linguaggio e ne ho capito almeno l'80%.  
 
03 Marzo 2016, 14:31:36Commento scritto da npano
Voto: 5.50
Mbo e Mbo
Non male alcune idee ma che lentezza esasperante e che dialoghi sconclusionati.
Mi sembra un'occasione perduta perchè di base c'è molta roba e potenzialmente molto buona.
Del romanzo posso salvare una 30ina di pagine di alto livello.
 
14 Ottobre 2015, 21:39:11Commento scritto da Gundam70
Voto: 6.50
Ho trovato questo primo romanzo un po' lento e anche noiosetto. A fine libro la trama risulta tutto sommato abbastanza lineare. Ma durante la lettura, la confusione e' stata tanta. Una delle cose piu' fastidiose e' stata un continuo passare da lei/lui del singolo personaggio. E' un lui? o una lei? ho sbagliato io a leggere prima? e' voluta da parte dell'autore? Di fatto, questa cosa ha creato uno stato di confusione che spezzava la concentrazione provata nel calarsi nella trama, nel "bucare la pagina", sensazione che e' quella che vado cercando nelle mie letture. Quindi: interessante, ma un po' deludente.
 
22 Agosto 2015, 15:50:52Commento scritto da Phantom Opera
Voto: 7.50

Un ottimo inizio per questa saga che ha vinto più o meno tutti i premi possibili, per cui c'è poco da dire che non sia stato detto.....in estrema sintesi se vi piace la space opera è da non perdere, e mi pregio di estendere il giudizio anche al seguito non ancora censito su UM :-)
Tra i difetti c'è sicuramente una certa pesantezza e lentezza nella scrittura e nell'evolversi della trama (sopratutto nel seguito che non gode del doppio binario presente/passato che ravviva un pò il ritmo), un eccessivo e ridondante soffermarsi sui dettagli culturali e ambientali nonchè sui pensieri della protagonista.
Non so se il traduttore abbia fatto un buon lavoro però c'è da dire che l'autrice ce l'ha messa tutta per rendere alcuni passaggi "ostici" e contorti ad esempio attribuendo nomi alle divinità/astronavi/ancelle/plotoni  in un modo che sembra fatto apposta per confondere....in pratica sono sempre gli stessi nomi che si ripetono e variano a seconda del contesto e questo non aiuta molto in una storia che si basa molto sul conflitto di identità delle ancelle/navicelle che sono sia individui separati che parte di un unico essere (o in qualsiasi altro tipo di storia!)....o ad esempio il fatto che quando si parla in terza persona di qualcuno ci si riferisce a lui sempre al femminile (per cui un uomo in un discorso generico diventa la madre. la sorella o la figlia di qualcuno). Ora mi chiedo cosa possa mai aggiungere ad un libro un espediente del genere se non confusione...era proprio necessario? l'universo creato sarebbe stato meno credibile o interessante senza questo dettaglio? Bhà!    
 
02 Agosto 2015, 15:26:32Commento scritto da ovidio80
Voto: 7.00
La traduzione è pessima: come si può mandare a tradurre un romanzo scritto linguisticamente in un particolare modo ad un traduttore, che non è stato in grado di rendere l'opera come si deve. Ci sono diversi passaggi confusi. Comunque per il resto il libro ne vale la pena, ma abbasso il voto per l'edizione italiana.  
 
07 Aprile 2015, 17:13:14Commento scritto da bibliotecario
Voto: 8.00
Premesso che come al solito la traduzione italiana della Fanucci risulta pessima, come pessima e astrusa è la scelta di collocare un romanzo di FS come questo in una collana che si chiama Collezione Immaginario Fantasy, questo è un grandissimo romanzo che giustamente ha vinto tutti i premi possibili nell'ambito della FS. Ann Leckie  dal via con questo romanzo ad un ciclo di Space Opera come non se ne leggeva dai tempi dell'impero Vorkosigan della Bujold. Assolutamente da leggere e sin d'ora speriamo che la Fanucci, magari dopo aver cambiato almeno il traduttore ci pubblichi il secondo volume del ciclo Ancillary Sword, già candidato al premio Hugo.
 
21 Febbraio 2015, 12:14:07Commento scritto da Fedmahn Kassad69
Voto: 8.00
Primo romanzo di un'autrice praticamente semi esordiente che è riuscito ad aggiudicarsi Premio Hugo, Premio Nebula, Locus, BSFA, Premio Arthur Clarke e non so che altro, il suo seguito Ancillary Sword appena uscito è già candidato al Nebula, c'è davvero di che incuriosirsi.
Ebbene, a lettura terminata posso dire che pur non proponendo novità stilistiche dirompenti o idee ed ambientazioni innovative (posto che sia ancora possibile al giorno d'oggi) il romanzo, a mio parere,merita davvero in quanto è scritto bene, i personaggi sono ben descritti, il ritmo è incalzante (tranne poche trascurabili pause) il world building interessante.
La storia è riconducibile al filone della Space Opera, un' impero galattico (umano) il Radch (una voluta distorsione della parola Reich?) ha egemonizzato, in un futuro imprecisato buona parte della Galassia, ma qualcosa comincia a minarne le fondamenta. Sarà l'ancella Breq Uno Esk 19, appendice organica dell'IA della scomparsa nave Justice of Toren, con i suoi dubbi, i suoi dilemmi morali, a volte più Umana degli umani veri e propri, a risalire all'origine della minaccia che sta silenziosamente dilaniando l'Impero Radch e ad ottenere insieme giustizia e vendetta.
Nel consigliarlo spero davvero che Fanucci prosegua con la pubblicazione della trilogia senza lasciarmi in asso, incrociamo le dita.
 
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