A me questo libro è piaciuto: certamente non è nulla di più di un modesto filmetto horror, la trama ideale per un B-movie, ma non si può negare che alcune sequenze siano davvero raccapriccianti. L'accusa più grande che si può muovere a questo libro è quella di essere scontato: già dall'inizio si intuisce quale sarà l'esito della vicenda e l'autore non fa assolutamente nulla per sorprendere o stupire, limitandosi ad infarcire la storia di volgarità gratuite e di personaggi insulsi o stereotipati. Ma, nonostante questi difetti, nessuno potrà negare che questo clamoroso "Titanic" versione alberghiera non abbia un suo certo fascino: la catastrofe, pur se annunciata in mille e uno modi, si abbatte sui protagonisti repentinamente e spietatamente, quasi a voler spazzare via tutta la loro ingordigia e la loro immoralità. I crotali, veri protagonisti della vicenda, svolgono quasi il ruolo del rogo purificatore che punisce i peccatori, ma non tocca i puri di cuore e la vicenda della giovane sposina tradita la prima notte di nozze e che si salva dalla sciagura è emblematica. Il libro rappresenta quindi, a mio avviso, una sorta di parabola ecologista e un po' superficiale sui rischi che si corrono a voler imporre il proprio giogo alla natura ed a voler perseguire ad ogni costo il proprio tornaconto economico. Ho trovato assai divertente, infine, il frequente passaggio, durante la narrazione, al punto di vista dei serpenti: a pensarci bene fa sorridere il modo in cui essi vivono la vicenda, alternando la paura alla rabbia, al fastidio, ma soprattutto alla fame e pur tuttavia ci fa riflettere il fatto che essi, pur essendo considerati i "mostri", sono, di fatto, creature in un certo senso "pure", mosse esclusivamente dall'istinto e da bisogni primari. Di certo non è fantascienza nella sua accezione più vera ed ha più difetti che pregi, ma gli amanti del genere thriller possono apprezzarlo per quello che è e non mi pare meriti una stroncatura visto che la collana ha presentato ben altre nefandezze nel corso degli anni. |