19 Febbraio 2021, 08:42:44Commento scritto da Free Will
Voto: 9.50
Come tutti i romanzi di RAH, è quasi un capolavoro assoluto; il "quasi" è dovuto al finale un po' troppo affrettato.
Il linguaggio di Heinlein è sempre molto semplice, addirittura didattico, e privo di inutili contorsioni.
Così ciò che potrebbe apparire come una storia banale, è in realtà un messaggio forte e universale:
per le formiche, il formicaio rappresenta tutto il mondo conosciuto, se non danno uno sguardo al di fuori, semplicemente il resto non esiste. Ecco quindi che la mancanza di informazioni o il deteriorarsi delle informazioni a causa degli eventi, crea false credenze, miti e religioni, con pregiudizi, guerre e ingiustizie varie.
Il titolo italiano è immediato e congruente, anche se quello originale è molto più poetico.
 
18 Febbraio 2021, 18:23:50Commento scritto da galions
Voto: 9.00
Pubblicato in due parti su ‘Astounding Stories’ nel 1941 ‘Universo’ è un romanzo dal potente simbolismo.
La sua lettura mi ha ricordato ancora una volta come riconoscere gli autentici capolavori letterari:  stile essenziale, trama quasi minimalista, ma testo ricco di metafore.
La ‘Vanguard’ è un’astronave di dimensioni ciclopiche, il suo viaggio porta per la prima volta un equipaggio terrestre alla volta di Proxima Centauri, la stella più vicina alla Terra dopo il Sole.
Ma si tratta di un viaggio intergenerazionale.
Chi ha costruito o si è semplicemente imbarcato sulla ‘Vanguard’ non può arrivare in tempo a destinazione, mentre chi nasce sull’astronave si ritrova coinvolto in un viaggio che non ha scelto di intraprendere.
Inoltre un evento drammatico noto come un ammutinamento e di cui i protagonisti vengono a conoscenza in un secondo tempo peggiora le condizioni già precarie della missione.
Questo contesto ha un effetto che mi ha ricordato il mito della caverna in Platone.
L’equipaggio perde progressivamente consapevolezza del senso della missione per cui la ‘Vanguard’ diviene essa stessa il limite dell’esperibile coincidendo con il concetto di ‘universo’.
Il pensiero religioso pervade l’equipaggio per cui Jordan, il fautore del viaggio e finanziatore dell’astronave viene pensato alla stregua di un divinità, mentre la destinazione viene assimilata al concetto di ‘paradiso’ a cui aspirare.
Lo stesso equipaggio diviene un campione di società gerarchizzata.
I migliori diventano scienziati, poi vi sono i ‘testimoni’ a cui è deputata la memoria del viaggio e la risoluzione delle controversie tra individui, poi vi sono i contadini che svolgono i lavori più duri, ed infine ci sono i reietti, ovvero i mutanti, cioè coloro che essendo rimasti esposti alla radiazione cosmica di fondo per un guasto allo scudo della ‘Vanguard’ hanno sviluppato mutamenti genetici che li relegano tra i diversi.
Per uscire dallo stallo di un viaggio in cui i partecipanti hanno perso cognizione della loro destinazione ci vuole un personaggio sopra le righe per la sua intelligenza ed il suo intuito.
A questo punto però è evidente che la difficoltà maggiore in un contesto pseudo-religioso sempre più ingessato nella sua rigidità consiste nel risveglio delle coscienze e nel rovesciamento dello status quo.
Il finale poteva essere un po’ più curato da Heinlein che sembra colto da una frenesia ingiustificata, ma nel frattempo ‘Universo’ ha già espresso la sua carica dirompente.
Peccato per il misero ruolo a cui l’autore relega le donne, ma il retaggio maschilista degli anni ’40 del secolo scorso emerge prepotentemente.
Traduzione senza intoppi a cura di Antonangelo Pinna.
 
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