01 Maggio 2020, 16:43:02Commento scritto da galions
Voto: 3.00
Sono sempre convinto che un giudizio controcorrente è frutto di incomprensione da parte del lettore, ma 'che pizza' signora Brackett.
Non sono riuscito nemmeno a finirla.
 
25 Luglio 2019, 18:27:43Commento scritto da capricorno52
Voto: 7.00
Attraverso 5 racconti la Backett ci fa sognare Marte così come era prima dell’arrivo della sonda Mariner 3 dopo di allora nell’ immaginario fantascientifico Marte non fu piu’  il pianeta fratello maggiore della Terra ove sopravvivevano antiche ed esotiche civiltà, ma un pianeta dall’ atmosfera sottile, roccioso aspro e scosceso,  pieno di crateri , freddo e forse morto biologicamente.
I racconti , pieni di fantasia  ma anche invecchiati nel tempo , sono scritti in uno stile barocco ed immaginifico , descrivono lande desolate, freddi deserti di sabbia , canali artificiali vecchi ed imponenti ,  perdute città piene di mistero. In questo contesto  si muovono avventurieri provenienti dalla Terra e strani popoli i cui individui sono nelle sembianze simili ai terrestri  ma diversi nel modo di essere poichè intrisi di una cultura decadente e malinconica ed imbarbariti da usanze e riti ancestrali.
Libro piacevole ed a tratti avvincente , tipico prodotto della “golden age”  della fantascienza, per chi , e non solo,  vuole  conoscere Marte com’era una volta.
 
11 Maggio 2015, 11:55:01Commento scritto da Free Will
Voto: 6.50
Questi racconti scritti negli anni 60, sembra che risalgano a decenni prima, perché sconvolgono tutto ciò che sappiamo di Marte: qui troviamo un pianeta abitabile e abitato dai marziani, ma anche adatto ai terrestri (un po' come quello di John Carter di Burroghs, che però è stato scritto nel 1912), completo di canali costruiti per il trasporto di acqua (continuando ad equivocare sulle parole "canal" e "channel"). E pensare che già in quegli anni si mandavano navicelle in orbita e nel 1969 siamo arrivati sulla Luna.nMarte è rappresentato come un pianeta morente, sul quale le sue civiltà sono destinate a scomparire. Le storie quindi sono molto tristi e dolenti, ma la scrittura è abbastanza lineare, anche se appesantita dal tempo.  
 
21 Aprile 2015, 17:35:41Commento scritto da emilio
Voto: 9.00
Leggo sempre con piacere questa autrice, anche se scrive di fantasy. In questi racconti tutto il mondo fantastico di un Marte alternativo ti coglie all'improvviso, e ti fa sognare. Veramente belli.
 
28 Settembre 2014, 14:23:40Commento scritto da doge
Voto: 8.00
Ottima serie di racconti e come dice all'inizio la Brackett stessa...lei c'era!E sembra proprio cosi...;invece di farci vedere la vera Marte,pianeta morto,gelido e freddo,ha costruito un nuovo pianeta(diciamo un pianeta distopico..)dove Marte è abitato e lo è sempre stato da innumerevoli razze molto prima che la Terra raggiungesse la civiltà...Poi,come tutto,anche il pianeta si avvicina alla sua fine e con esso i suoi abitanti che anche se ricordano parecchio del lungo passato ancora di più hanno dimenticato,in particolare la tecnologia.E con l'arrivo dei terrestri,che sono storicamente ancora"giovani" ci sarà uno scontro di culture e di punti di vista,il tutto attorniato da un non sò che di romantico/decadente(i "marziani" accettano sembra che la loro fine sia vicina..):Voto:8+
 
29 Dicembre 2013, 15:13:02Commento scritto da bibliotecario
Voto: 6.00
Lettura struggente e malinconica, per uno come me che tanti anni fa ho iniziato a leggere fs con i cosmo Oro dedicati a Jonh Carter; con il suo decadente Marte dalle pianure aride e sconfinate, piene di eroi, principesse sperdute e mostri misteriosi. Leigh Brackett ha riportato tutto ciò alla memoria.
 
07 Novembre 2013, 22:00:31Commento scritto da cat
Voto: 7.00

Buona l'ambientazione, storie ben scritte che però presentano trame troppo lineari; manca l'imprevedibile.
 
26 Ottobre 2013, 17:54:29Commento scritto da Rocheta
Voto: 9.00
Appassionante raccolta di avvincenti storie ambientate sul pianeta Marte, agonizzante da secoli per una cronica scarsità d'acqua. Sulle rive dei canali, costruiti per preservare il prezioso liquido, si percepisce in pieno il dramma dei nativi che vivono in modo dignitoso le fine inevitabile del loro mondo. Gli invasori terrestri si muovono sconcertati, tra le rovine di grandi civiltà del passato, perché non riescono a comprendere il fatalismo dei marziani sopravvissuti, che non vogliono aiuti di nessun tipo e chiedono solo di essere lasciati in pace. La Brackett ha saputo dare un'impronta unica a questo suo "Ciclo marziano" che si può leggere, in forma più completa, anche su "I classici della fantascienza e della fantasy" numero 3, oppure su "Galassia" numero 132.
 
22 Ottobre 2013, 23:23:44Commento scritto da Davy
Voto: 8.00
.
 
20 Ottobre 2013, 23:28:48Commento scritto da clisimak
Voto: 6.50
Discreto il giudizio complessivo di questi racconti, questi i voti " il giardino degli orrori" 5   / "bisha" 6,5   /  "gli ultimi giorni di shandakor" 7  / "la sacerdotessa purpurea"7  / " la strada per sinharat"  6,5
 
07 Ottobre 2013, 22:40:10Commento scritto da antosimov
Voto: 9.00
Davvero degli ottimi racconti . Storia romantica di un pianeta che sta morendo. riporta alla mente di ognuno che anche i pianeti hanno una loro vita. Nella nostra  breve vita non  ci pensiamo ma anche la terra è' in continua trasformazione , forse dovremmo conviverci.
 
06 Ottobre 2013, 09:29:45Commento scritto da Klaatu
Voto: 8.00
Rileggo dopo tanti anni questi racconti di Leigh Brackett ambientati, come la maggior parte delle sue storie, sul pianeta Marte, riassaporando ancora le sensazioni di godibilità e di coinvolgimento che questa autrice mi ha sempre comunicato. Nei suoi romanzi, così come nei suoi racconti, c’è sempre l’Avventura nella sua accezione più eroica, in una descrizione piena di orizzonti sconfinati e diluvi di scenari continuamente cangianti, con descrizioni di esseri e razze pensanti di una varietà che forse solo Jack Vance ha saputo avvicinare (e forse ancor meglio definire). Che importa se il Marte da lei descritto non sia quello che la scienza degli ultimi decenni ci ha disvelato, il suo Marte è un luogo dello spirito, dove la fantasia di ciascuno di noi vola senza alcun vincolo. E che dire della effettiva possibilità di esistenza di una tale varietà di esseri senzienti e/o di differenti civiltà, come narrate nei testi, se non dicendo che non ci importa, quello che importa è partire tra deserti e rocce ocra e rosse, aride fin dentro l’anima, tra tempeste di sabbia e nemici in agguato, alla ricerca di qualcosa, fosse anche solo una possibilità di comprensione di realtà a prima vista inintelligibili.
È una raccolta di racconti facili da leggere e scorrevoli in ogni loro parte, oscillanti tra l’ottimo e il buono, ma che nel loro complesso ben meritano una collocazione tra quelle opere che io reputo molto belle e meritevoli di ulteriori riletture, fatte salve le singole valutazioni :
Il giardino degli orrori (1949), l’incontro con una delle realtà aliene e la lotta tra due diversi orgogli culturali (7.5)
Bisha (1954), le difficoltà di comprensione delle culture aliene, tra tenerezza, paura, illuminazione e odio   (8.0)
Gli ultimi giorni di Shandakor (1952), la bellissima ed incredibile festa di morte di una civiltà sconosciuta  (8.5)
La Sacerdotessa Purpurea (1964), inquietante contatto con una delle più oscure sfaccettature di Marte   (6.5)
La Strada per Sinharat (1963), forse solo il preludio di quella che sarà ripresa nel ciclo di N’Chaka    (7.0)
 
25 Settembre 2013, 09:14:05Commento scritto da nickel
Voto: 6.50
L'ho trovato piacevole, anche se non all'altezza delle cronache marziane... Più sfumato, meno ironico. L'ultimo racconto non mi ha convinto del tutto.
 
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