24 Settembre 2023, 19:23:25Commento scritto da gentlezeuhl
Voto: 6.50
Lettura non facile e, a complicare le cose, un puzzle a mo’ di prologo - o un prologo a mo’ di puzzle - lungo 200 pagine. Poi, finalmente, i pezzi cominciano a combaciare e il tutto - trama, personaggi, anche stile di scrittura - diventa più scorrevole e interessante, soprattutto da pagina 300 (ne mancheranno 200). Vale la pena? Per un ritratto di un’ipotetica India del futuro e di una AI di “terza generazione”, sì.
 
26 Febbraio 2022, 14:17:19Commento scritto da capricorno52
Voto: 7.50
Finito di leggere, ma quanta fatica…., un libro complesso con pochi personaggi significativi che fanno avanzare il romanzo e tante comparse rappresentative di tante piccole trame.
L’India, è la vera protagonista del “ Il fiume degli Dei “, puo’ non piacere…, ma è impossibile trascurare questo fatto , per tentare una minima comprensione del romanzo e per immergersi, senza pericolo di soffocare, nelle totalizzanti ambientazioni e nelle atmosfere spesso evocative create da MCDonald.
Un’ India che oggi, chissà nel 2047 , letteralmente  brulica di vita , un paese pieno di  popoli e culture, oltre un miliardo e mezzo di persone che vivono in una repubblica federale di ventotto stati semi indipendenti e otto territori associati, piena di retaggi del passato con tante religioni e fedi da formare un pantheon di nove milioni di dèi, una India ancora oggi dipendente da una agricoltura di sussistenza antica e fragile basata sulle stagioni monsoniche , ma anche avanguardia nelle tecnologie informatiche, nei servizi, largamente analfabeta ma con una consistente parte della popolazione dotata di un elevato livello scolastico  in grado di esprimersi in lingua inglese.
Nella prima parte “Madre Gange” è difficile orientarsi , la trama è ancora oscura ma l’autore tramite  una decina di micro capitoli tratteggia con perizia di scrittore abile e consumato i personaggi principali : un giovane gangster, un poliziotto speciale una specie di bounty killer di A.I. degenerate e sua moglie, un politico, un cabarettista, uno scenografo della soap Town e Country , una giornalista afgana-svedese, due scienziati americani alle prese con un mistero annidato in un satellite artificiale alieno in orbita alla Terra , una ragazza derelitta, in realta’ una A.I in un corpo umano.
Quindi tantissima carne al fuoco nel sostenere   i personaggi attraverso trame che si intrecciano e sovrappongono. Ovviamente non tutte le trame sono ugualmente avvincenti ed interessanti ma tutte piu’ o meno si appoggiano alla storia principale e cioè al conflitto di interessi tra gli umani e tre intelligenze artificiali senzienti ,tre singolarità(*) che  tramano ed agiscono ciascuna per proprio conto con mutevoli alleanze per divenire completamente libere ed emigrare in un universo parallelo.
Certamente questa idea di per sé non è esattamente nuova per la fantascienza, ma è davvero apprezzabile la rivoluzionaria e innovativa visione di Ian McDonald sulla questione e quanto abilmente fonde la rappresentazione di questo conflitto con la mitologia indiana e le contraddizioni politiche e storiche dell’ India.
Dopo la metà del libro le varie trame cominciano a convergere verso un catartico finale, ove apprezzare i fuochi d’artificio delle rivelazioni sui personaggi e sulle cause degli accadimenti, ovviamente centellinate da McDonald , tuttavia non tutto verrà rivelato.
“Il fiume degli dei “ è considerato da molti,  specie ambito anglosassone come uno dei migliori romanzi di fantascienza del primo decennio del 2000, ma contiene alcuni difetti , elencati di seguito:
- A parte qualche sprazzo di tecnologia futuribile l’ India del 2047 sembra uguale a quella odierna;
- Troppi personaggi insignificanti e privi di ispirazione (spesso coinvolti in sesso e caos inutili ai fini della trama. In termini di trama, solo tre personaggi (Lisa Durnau, Thomas Lull e Mr. Nandha ) e gli avatar delle A.I.Senzienti sono cruciali per la storia, che avrebbe potuto essere raccontata, in 400 pagine , 600 sono un eccesso e si notano significative ridondanze ed eccessive descrizioni.
- Ian McDonald ci sottopone ad una narrazione non lineare , cambia costantemente da normale terza persona a uno stile casuale che non sempre funziona , a volte è così stridente che l'intero capitolo finisce per essere quasi incomprensibile e questo spezza il ritmo e costringe alla rilettura.
Per contro l'ambientazione è una delle più singolari che abbia mai letto. Sono sicuro che non ci sono molti libri ambientati in India, specialmente in un'India futuristica. L'India che ci viene presentata qui è a volte molto familiare, ma è anche molto estranea nel modo in cui gli umani e le tecnologie si sono evoluti, basti pensare ai “nute” ed ai “bramini” creature umane modificate tramite innesti hardware e software o mutazioni genetiche per fini al limite della nostra comprensione,  in merito McDonald ha fatto un grande sforzo per presentare una “realistica” India futura evitando la palude dei cliché e degli stereotipi.
Siamo alle prese con una buona storia, con una ambientazione cruda e realistica strettamente collegata alla trama , ove i personaggi incarnano il meglio ed il peggio dell’ India futura, tuttavia quest’ India continuerà a conservare molte contraddizioni , ricchezza smisurata contro povertà e depauperazione estreme , grande retaggio culturale del passato e pesanti catene nel futuro come immaginato da McDonald, basti pensare alla perpetuazione del sistema delle caste.
In definitiva una lettura impegnativa di un libro di spessore, che richiede attenzione per il numero dei personaggi e la varietà delle trame, per la complessità della storia ed i temi trattati. Affascinante l'India del 2047, a metà tra la storia e le tradizioni del passato e le prospettive di un futuro nel quale la scienza indiana è all'avanguardia nello sviluppo delle AI, della robotica e nella ricerca di nuove fonti di energia .
Da leggere e meditarne i contenuti.
(*)"singolarità", quando l'intelligenza del computer raggiunge l'autocoscienza e supera il pensiero umano
 
25 Ottobre 2020, 17:45:02Commento scritto da astrologo
Voto: 3.00
Spiacente, il fatto che la narrazione non sia univoca, ha reso questo tomo piuttosto illeggibile.
 
27 Luglio 2014, 18:48:35Commento scritto da hedrock17
Voto: 8.50
Condivido in  pieno il  giudizio sulla qualità complessiva  dell'opera (intensità della scrittura,solidità della narrazione nonostante la non linearità,padronanza nella  proposizione di  argomenti scientifici,sapiente costruzione dei personaggi)e di  qualche limite (soprattutto il finale un po' troppo "accelerato").Particolarmente ben riuscita la fusione di tematiche tipiche del cyberpunk con quelle di un fantascienza  molto più classica.
 
03 Novembre 2013, 19:01:03Commento scritto da Free Will
Voto: 6.00
La domanda non è: com'è? La domanda è: perché?
Man mano che procedevo nella lettura, ho dovuto fare la sinossi dei singoli capitoli per riuscire a capire qualcosa.
Mi è venuto in mente "il canto di Kali" di Dan Simmons, che ha in comune con questo mostruoso romanzone sia l'ambiente (l'India), sia il clima mefitico e horror. La differenza è che là eravamo a Calcutta, "il buco del culo del mondo", qua siamo a Benares, "la cloaca massima". Però "il canto di Kali" era breve e soprattutto comprensibile.
Certamente è fantascienza, però è difficile distinguerla dalla realtà. Infatti troviamo in ordine sparso:
pire funebri sulle rive del Gange, intelligenze artificiali superpotenti, sadhu nudi e col braccio sempre alzato, l'India smembrata in tanti Stati separati in guerra fra loro, una religione con una miriade di dei assurdi, bambini geneticamente modificati per trasformarli in Brahmini, cadaveri galleggianti nel fiume, soap opera interpretata e diretta da i.a., cenere funebre che si deposita sui vestiti e si appiccica alla pelle, un iceberg trascinato dall'Antartide al golfo del Bengala per modificare il clima, estrema povertà e ricchezze esibite, la lotta fra gatti geneticamente modificati, le quattro caste rigorosamente separate più la casta degli Intoccabili, persone trasformate chirurgicamente per diventare né uomini né donne, scalate finanziarie e societarie, biosfere virtuali, feste con droghe e alcol, guerre per l'acqua combattute con i.a., robots e droni, governi di salvezza nazionale, energia gratuita da multiuniversi, litigi familiari e tradimenti, asteroidi misteriosi.
E poi veniamo immersi in questa putrida città, piena di rifiuti materiali e umani, con un'angoscia e un dolore persistenti.
Ci sono anche innumerevoli scene di sesso pornografico, per niente eccitanti, ma di una tristezza infinita.
C'è una conclusione? Sì c'è, ma non è quella aspettata, dopo tanta fatica per arrivare fino in fondo.
Per inciso il testo è infarcito da centinaia di parole hindi e quindi risulta ancora più difficile da comprendere. E' vero che in fondo c'è un glossario, però chi lo legge in formato e book e non cartaceo, lo scopre solo alla fine: una vera beffa.
Il voto positivo è dovuto al fatto che comunque l'autore si è impegnato enormemente (anche se non so per dire cosa) e dimostra grande conoscenza di quel Paese. Non più della sufficienza perché la lettura deve essere un piacere e non una tortura.
 
29 Settembre 2013, 23:16:39Commento scritto da golnor68
Voto: 6.50
Lettura impegnativa; le numerose storie che si intrecciano rendono complesso il romanzo.
Non tutte le vicende dei vari protagonisti risultano sufficientemente interessanti.
Buono lo stile e la rappresentazione del mondo futuro.
 
21 Agosto 2013, 14:14:30Commento scritto da attiliosfunel
Voto: 7.50
Notevole romanzo corale di cui, confesso, poco ho capito fino a circa metà pagine pur apprezzando le evidenti doti stilistiche e "paesaggistiche" (anche se si tratta di paesaggi prevalentemente urbani, o politico/religiosi) dell'autore. Dopodiché la lettura è andata via scorrevole. I numerosi personaggi sono discretamente delineati, ma a farla da padrone è appunto il caotico, onnipresente maelstrom di tecnologie avanzatissime e credenze antichissime, in cui Shiva, il cyberpunk, la robotica, le droghe, la mafia, la M-quantistica e il cricket si mescolano a mille altri ingredienti in una sorta di minestrone postmoderno da cui si può uscire sia (magari piacevolemente) sconvolti, sia completamente disorientati; a me per fortuna è accaduta la prima. A conti fatti, il romanzo mi è parso quasi una versione in salsa indiana dei romanzi di Gibson, autore con cui McDonald (volutamente?) condivide la narrazione non lineare, le trame intricatissime e lo stile, spesso oscuro e fumoso. Sarei curioso di leggere "Brasyl" per vedere se lo stesso discorso vale ma con ambientazione sudamericana.  
 
20 Agosto 2013, 10:45:00Commento scritto da AgenteD
Voto: 7.50

Il libro è bello, solo che la lettura somiglia un po' troppo ad una scalata: alla fine si gode un panorama magnifico (la storia) ma il percorso per arrivarci è molto ripido e accidentato (storia criptica per i 3/4 del romanzo, una marea di descrizioni inutili ai fini della trama). Però concordo, è una lettura epica che vale la pena fare.
 
02 Agosto 2013, 16:44:32Commento scritto da bibliotecario
Voto: 7.50
Romanzo corposo e impegnativo da non prendere alla leggera ma che alla fine lascia veramente soddisfatti e consapevoli di aver letto un epica storia.
Ian McDonald  ci descrive un India del futuro e un verosimile sviluppo dell 'inteligenza artificiale facendocele svelare pian piano attraverso i punti di vista di una miriade di memorabili personaggi le cui storie si intrecciano sino a fondersi in un finale in cui tutto si rivela e tutto ha una ragione.
Come già detto il romanzo è complesso e inizialmente criptico. Non aiutano la lettura l'enorme quantità di parole indi, per cui vi è un glossario infondo al volume; la frammentazione del filo narrativo in capitoli alternati per ogni personaggio, ed un ritmo lento per quattro quinti del racconto.
Ma se non ci si scoraggia alle prime pagine, l'affresco che pian piano ci dipinge con gran maestria McDonald lascia veramente soddisfatti anche i lettori più esigenti.
 
28 Luglio 2013, 21:18:27Commento scritto da cat
Voto: 8.50
Lettura impegnativa, che richiede grande attenzione per il numero dei personaggi, la complessità della storia ed i temi trattati. Affascinante l'India del 2049, a metà tra la storia e le tradizioni del passato ed un  futuro nel quale la scienza indiana è all'avanguardia nello sviluppo delle AI.
Finale criptico ( o tirato via). Unico punto insufficiente in un romanzo di grande spessore.
Era ora che Urania ci proponesse una novità per la quale il tempo impegnato a leggerla non è tempo perso.
 
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