14 Maggio 2014, 00:45:53Commento scritto da Sherdan
Voto: 7.50
Non è semplice dare una votazione complessiva per un intero ciclo che copre una arco di 13 anni da primo all'ultimo romanzo e che presenta un'evoluzione di stile e sensibilità in ogni suo episodio. I primi due romanzi giocano tutto sull'effetto paradossale e surreale di un umorismo che stà in bilico tra i Monty Python e Jerome K. Jerome, il tutto condito dalla ricerca della domanda "essenziale" sul senso della vita ecc.. un pò buttata così, senza particolari slanci metafisici. L'elemento più deludente sono i personaggi: decisamente bidimensionali, non sembrano avere una personalità nè particolare profondità di sentimenti, se si esclude l'eccezionale robot Marvin. Il protagonista Arthur è solo un pupazzo sballottato dagli eventi, un pò "opaco" e a dir poco fastidioso nella sua chiusura mentale. Ma la vera protagonista resta la "Guida Galattica" che con le sue digressioni esilaranti donano alla narrazione quel tono scanzonato e surreale che tanti decantano nelle opere di Douglas. Poi il registro cambia nel terzo e quarto romanzo. Finalmente un climax ascendente, i personaggi iniziano ad inspessirsi e la trama si fà meno nebulosa e incerta con una giusta dose di azione e patos. Contemporaneamente l'umorismo si riporta nei "ranghi" e, purtroppo, le belle digressioni della Guida iniziano a diradarsi fino a sparire del tutto. Così anche la strana vena satirica sulla società umana, dipinta a grossi tratti nei primi romanzi, và spegnendosi. Nel quarto romanzo irrompe finalmente Arthur, maturo e sensibile, capace di provare un sentimento bello e profondo e la scrittura si fà a tratti persino poetica. A questo punto non pare più di leggere lo stesso autore di "Guida Galattica per autostoppisti", la maturazione si è compiuta e finalmente sembra che il ciclo si stia per avviare ad una degna conclusione...ma ecco che l'ultimo romanzo ci sbatte una bella porta in faccia. Una serie di vicende sconnesse e un pò prolisse ci porta ad un finale assurdo e del tutto incomprensibile che ti lascia l'amaro in bocca e ti fà sperare che forse solo la prematura scomparsa dell'Autore ci abbia sottratto il degno capitolo conclusivo della storia. Cosa mi resta quindi di tutto questo rutilante ciclo ? L'amore per la "Guida" e un bel 42 da mettere sopra tutto quello che vorrei comprendere della vita, l'universo e tutto quanto.  
 
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