20 Maggio 2013, 12:08:49Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.50
Iniziamo col dire che il grande merito di questo libro è quello di avermi fatto inquadrare meglio il romanzo precedente e di avermi definitivamente convinto che valeva la pena leggere questo straordinario ciclo.
Perchè il mondo immaginato da Farmer per questa storia è talmente vasto e ambizioso che più di una volta subentra la paura che l'autore possa non riuscire a gestirlo nella maniera più adeguata: far convivere, infatti, sullo stesso pianeta uomini (o ominidi) preistorici, famosi esploratori, compositori (del calibro di Mozart) e genii del passato a fianco di re, regine, dittatori, scrittori, assieme ad una moltitudine di gente comune proveniente da tutte le epoche della Terra, può apparire folle ed ingestibile e può sgomentare.
Ma Farmer tira dritto per la sua strada: per nulla scosso dal materiale pressochè infinito di trame e sottotrame che potrebbero scaturire dalla sua premessa iniziale, procede imperterrito a raccontarci stavolta le vicende di Sam Clemens, alias Mark Twain, coadiuvato da una improbabile compagnia composta da un titantropo subumano, Re Giovanni Senzaterra, Cyrano de Bergerac ed Ulisse e impegnato nella ciclopica impresa di costruire un battello fluviale per risalire alle sorgenti del fiume della vita.
La saga prende, come per magia, un orientamento ben preciso: la seconda possibilità offerta all'umanità attraverso questa sorprendente resurrezione, infatti, perde definitivamente ogni ipotetica connotazione di mistico o di soprannaturale e si rivela finalizzata agli scopi di una razza misteriosa, gli "etici", che stanno conducendo un non meglio precisato esperimento.
E senza troppo sforzo, Farmer, finisce per creare un vero e proprio poema epico sulla falsariga di quelli omerici, con i suoi eroi, le sue divinità ed un rinnovato senso di avventura e di mistero quale raramente una storia di SF riesce a dare.
Il libro in se non ha davvero nulla di speciale, anzi, per alcuni tratti si rasenta la noia, ma il balenare tra le righe di scorci improvvisi dell'immenso lavoro di Farmer per la costruzione di questa colossale epica ce lo fanno apprezzare molto più di quanto si possa immaginare e ci invogliano a proseguire nella lettura.  
 
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