| Voto: 7.50 |
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Da un lato in questo libro si continua a scendere sempre di più nell'assurdo con Anita che davvero va a letto con qualsiasi cosa si muova. Ma a mio avviso questo è cominciato ad accadere alcuni libri fa, quindi la cosa non mi ha stupito poi troppo.
A questo si aggiunge qui la quasi inesistenza di una trama, di una storia. Anche questo non è del tutto nuovo, anche se effettivamente questa volta, molto più che nei libri precedenti, la parte investigativa davvero è solo una minuscola cornice alla vita sentimentale della protagonista.
Voglio però spezzare una lancia per questo volume.
Al contrario dei molti che rimpiangono la "Anita tosta" dei primi volumi, io non lo faccio affatto. A me allora non sembrava "tosta", ma ridicola.
Qui Anita per la prima volta comincia ad accettare sé stessa e i propri desideri, per quanto contorti o perversi le possano sembrare, grazie anche a un ottimo Jason che fa la voce della coscienza.
Comincia vagamente ad accettare i propri poteri, a cercare di capirli e sfruttarli.
I discorsi su dio che la perdona sono quasi a zero, e questo davvero è un sollievo.