29 Gennaio 2020, 18:03:33 | Commento scritto da zecca_2000 |
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Il romanzo è ricco di difetti: la storia del virus marziano che fa ricordare le vite passate, che fa di fatto reincarnare nel protagonista l'antica civiltà inca è quanto meno poco credibile. E si tratta di una sottotrama in realta centrale nell'economia del romanzo. In parallelo, c'è la storia degli astronauti nella prima missione marziana. Anche in questo caso, il rischio del contagio è alto. La lettura è tutto sommato piacevole, per cui nonostante i difetti gli do la sufficienza , anche per merito del racconto in appendice. Voto 6 | |||||||
14 Gennaio 2013, 09:00:58 | Commento scritto da Arne Saknussemm |
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Ian Watson ha le doti del grande scriture. La sua scrittura è eccezionale, lo stile mai banale. Questo romanzo ha il pregio di proporre una SF diversa, originale ed affascinante, che si spinge piu' nelle profondita dell'animo umano che negli abissi cosmici. Tutto questo è unito a scenari splendidamente descritti, immagini vivide ed emozioni forte trasmesse come si deve. "Gli dei invisibili.." mi ha rapito e coinvolto e fino a 2/3 circa del romanzo credevo di avere davanti agli occhi qualcosa che si avvicinava abbastanza alla mia idea di "capolavoro". Ma purtroppo certi meccanismi non funzionano, qualcosa si perde, ed il finale non è all'altezza. Watson non è Dick e non riesce a plasmare lo splendido caos messo in scena, a tirare a se intrecci e nodi della trama che inevitabilmente finisce per sfilacciarsi. Peccato, una grande occasione mancata. Ma comunque resta la goduria provata nel leggere le prime 221 pagine. | |||||||
03 Novembre 2012, 14:52:48 | Commento scritto da Cugel |
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Per il grande pubblico Ian Watson è uno scrittore collegato ai misteri dell’Intelligenza artificiale. Ma il suo interesse per la chimica del cervello era probabilmente molto più ampio. Lo testimoniano i complessi riferimenti alle conoscenze mediche e al processo di mummificazione delle antiche popolazioni andine in questo romanzo pubblicato da Urania nel 2012 e non a caso intitolato “The Martian Inca” ( 1977). Le ipotesi di partenza dell’autore circa la possibilita’ di un’alterazione chimica del cervello da parte di microorganismi alieni si rivela molto suggestiva. L’effetto è quello di indurre una straordinaria metamorfosi nei terrestri che sono stati esposti ad agenti all’apparenza patogeni. In realtà il processo sembra conferire loro un amplificato stato di coscienza. La missione della sonda marziana diviene così un pretesto per l’autore per stabilire insospettabili analogìe tra l’inaspettato processo che si svolge nel tempo presente e le antiche conoscenze. Ma il nuovo stato di coscienza si rivelerà sufficiente ad affrontare i cambiamenti a cui questo nostro pianeta sembra essere sottoposto? La Terra si rivela un pianeta molto più ostile e pericoloso del buon vecchio pianeta marziano. Ve lo consiglio nonostante il finale sembri lasciare il lettore come in sospeso. Ma se volete continuare a seguire questa pista marziana, allora la dovete seguire sino in fondo e leggere il romanzo dell’anno successivo “Miracle Visitors”, del 1978, ristampato in Italia nel 1999 come “L’enigma dei visitatori”… e che i lettori di Urania tuttavia conobbero con un titolo molto meno conforme al titolo originale, diversi anni prima. | |||||||
24 Settembre 2012, 12:50:39 | Commento scritto da MarcoF. |
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"Gli dei invisibili di Marte" di Ian Watson, autore noto al lettori di SF ma famoso sopratutto per aver scritto il soggetto di "A.I. Intelligenza artificiale", film del 2001 diretto di Steven Spielberg, è un romanzo datato 1977 e rimasto finora inedito in Italia. Scritto in piena guerra fredda e risentendone totalmente dell'atmosfera diplomatica di quegli anni pone di fatto al centro dell'attenzione la corsa alla terraformazione da parte degli U.S.A. e della Russia rispettivamente di Marte e Venere. La narrazione si muove su due binari paralleli quasi indipendenti ovvero la missione americana della "Frontiersman" in viaggio verso Marte e la quotidianità di un villagio di contadini Boliviani sconvolta dalla caduta di una sonda russa proveniente sempre dal pianeta rosso con a bordo campioni di terreno infetto da quello che sembra un "virus". Per quanto i volutamente scarni accenni alla trama possano far sperare in un'opera interessante "Gli dei invisibili di Marte" lascia con l'amaro in bocca risultando un romanzo con fin troppe idee sviluppate da una narrazione apparentemente ordinata ma alla lunga risultante pesante, superficiale ed a tratti imbarazzante. I temi trattati sono numerosi e troppo complessi per coesistere in un romanzo di poco più di duecento pagine. Il viaggio spaziale viene analizzato, si fa per dire, in tutte le sue sfacettature, da quella politica a quella sociale ed economica trovando spazio persino per descrivere la vita a bordo della Frontiersman e l'interazione psicologica tra i membri dell'equipaggio. Se Watson si fosse fermato a quanto sopra descritto ne sarebbe uscito un lungo racconto tutto sommato accettabile, pur risentendo della superficialità fisiologica di cui sopra. Ma purtroppo non è così. Compromettendo l'equilibrio già precario dell'opera, lo scrittore decide bene di allungare il brodo con una parte, ahimè anche consistente, dedicata alla ipotetica e ridicola rinascita, per mezzo del "virus" marziano, della perduta civiltà Inca condendo il tutto con lunghe e soporifere cavalcate tra l'onirico e lo spionaggio internazionale. Un'occasione persa quindi per questo romanzo che tuttavia nel suo piccolo riesce, a distanza di qualche decennio dalla sua pubblicazione originaria, ad essere attualissimo per quanto riguarda i viaggi spaziali visti dal lato politico, economico e sociale ma nello stesso tempo riuscendo a fornire uno spaccato abbastanza efficace dell'atmosfera diplomatica che si respirava verso la fine degli anni 70. Tuttavia anche un romanzo mal riuscito può a volte donarci qualcosa pur non facendoci cambiare idea sul giudizio negativo complessivo dell'opera. Ian Watson sembra tralasciare o quanto meno approfondire poco il lato romantico legato all'esplorazione spaziale che ormai sembra rimasto riservato a noi appassionati di fantascienza. I progressi della scienza e dell'astronomia, la situazione politica ed economica in cui riversa il nostro pianeta ci costringono a restare con i piedi per terra in tutti i sensi accontentandoci di qualche bella fotografia scattata dal rover "Curiosity" o delle notizie legate alla sonda "Voyager 1" oramai prossima ai confini del sistema solare. Per noi appassionati di fantascienza il giorno i cui vedremo l'uomo impegnato in una "vera" missione spaziale sembra lontano ma nel frattempo qualche lacrimuccia nel leggere le vicissitudini della Frontiersman di Watson io l'ho fatta. | |||||||
19 Luglio 2012, 09:45:42 | Commento scritto da marsman60 |
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pessimo illeggibile lento e contorto come una palude non finito .fermo a pag 52....alt. | |||||||
27 Giugno 2012, 23:26:05 | Commento scritto da olmo |
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Che tristezza, non riesco a credere di averlo finito. Lo regalerei a chi lo volesse leggere, ma non sono così cattivo. Salvo la copertina (unica cosa decente), ottimo per accendere il forno a legna. | |||||||
08 Giugno 2012, 11:21:46 | Commento scritto da cat |
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Terminato con grande difficoltà e nessun divertimento | |||||||
15 Maggio 2012, 21:19:45 | Commento scritto da paolo1805 |
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Decisamente non sono riuscito a capirci nulla, è un romanzo velleitario, confuso, senza capo ne coda; di fantascientifico in senso stretto c'è, forse, solo la parte finale, che, utilizzata per un racconto, e opportunamente limata e rifinita, avrebbe raggiunto una stentata sufficienza. Nota a margine: degli ultimi 24 Urania pubblicati, ne ho letti la metà (gli altri già dal "bugiardino" in copertina non mi ispiravano per nulla), e solo 3 di essi (2 Sawyer e 1 Haldeman) hanno raggiunto la sufficienza nel mio giudizio, in compenso la maggior parte degli altri sono ciofeche illeggibili...povera Urania, povera Fantascienza e poveri quelli che chi abbonano e/o collezionano | |||||||
25 Aprile 2012, 10:28:30 | Commento scritto da cosmo 49 |
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Libro di buona letttura che descrive una fantascienza possibile e che potrebbe divenire realtà. La conclusione non è rispondente al resto del romanzo che sembra quasi monco. Nell'insieme è molto leggibile. | |||||||
24 Aprile 2012, 09:28:11 | Commento scritto da loacker |
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La parte iniziale è piuttosto faticosa, per diversi fattori: la mancanza di un protagonista univoco, un certo tono da "realismo magico" nelle parti ambientate in Bolivia e una narrazione molto densa e ricca di immagini. Superata la metà del romanzo i vari aspetti (quello geopolitico, di esplorazione spaziale, di enigma biologico) si armonizzano meglio e la lettura è molto più soddisfacente. Il finale in qualche modo "inevitabilmente" poco consolante. E' un romanzo molto ambizioso e riuscito solo parzialmente, ma comunque sono contento sia stato pubblicato. | |||||||
23 Aprile 2012, 22:22:35 | Commento scritto da Darkyo |
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Sono riuscito a leggerlo fino alla fine, che è precisamente la parte migliore del romanzo, lì dove la fantascienza prende il sopravvento su una trama noiosa e a tratti incomprensibile. Idee buone ce n'erano, ma sono state usate male e dosate peggio. La vera domanda, tuttavia, è: perché pubblicare oggi un'opera mediocre del 1977? | |||||||
16 Aprile 2012, 16:29:06 | Commento scritto da Oldman |
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Uno dei peggiori romanzi di SF mai letto! Credo sia meglio per tutti che Urania certi romanzi li lasciasse nell'immondezzaio. Ma siamo sicuri che "questo" Ian Watson, sia lo stesso che ha scritto cose decisamenhte migliori? | |||||||
15 Aprile 2012, 10:02:47 | Commento scritto da AgenteD |
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Forse è un capolavoro, ma io non sono riuscito a scoprirlo, essendomi fermato a pag. 70, dopo aver constatato l'assenza di qualsivoglia trama o vicenda. Del resto, un libro pubblicato per la prima volta 35 anni fa, o è un capolavoro, e quindi sarebbe dovuto uscire su Urania Collezione, o magari non doveva essere pubblicato affatto. Insomma, per me gli dei di Marte rimangono com'erano. Invisibili, appunto. | |||||||
11 Aprile 2012, 20:01:23 | Commento scritto da bibliotecario |
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Alla fine sono rimasto deluso, storia dall'andamento lento, per di più divisa in due sotto trame distinte che non si incontrano tra loro ma viaggiano parallele sino alla fine. L'idea che da lo spunto al romanzo, benche già abusata in passato, non è neanche male, ma lo svolgimento con cui è portata avanti è quanto mai noioso, poco fantascientifico e con un finale a dir poco imbarazzante. Romanzo che dimenticherò presto. | |||||||
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