05 Marzo 2014, 16:58:07Commento scritto da PabloE
Voto: 4.00
Nella mia vita precedente dovevo essere il tizio che bullizzava il giovane Frank Herbert, quello che gli diede ispirazione per Dune. Ecco perchè il giovane Frank mi descrisse come il malefico Barone Harkonnen. Ovviamente nella sua testolina doveva avere la meglio su di me e come poteva fare? Il 15enne doveva avere svariati superpoteri, senza dubbio. Nasce così Paul, il Superman più noioso della storia, quello che sa tutto, vede tutto, lui ha la Forza, il prescelto, il solo ed unico, il profeta, il Messia. Eh vabbè, povero Frank, i personaggi non sono il suo forte.

Vediamo quindi l'ambientazione. C'è un deserto. Arido, ampio, giallo, di quelli con la sabbia, dovreste sapere. Nei miei ricordi credo non ci sia altro. Eh vabbè, mannaggia alla memoria, magari Frank avrà tracciato un paesaggio talmente sublime da sfuggire al mio cervello (che pure si ricorda bene le sensazioni provate durante la lettura di un altro romanzo "desertico", Miliardi di tappeti di capelli).

Ci saranno quindi antagonisti memorabili a contrastare il superSuperman, giusto? Giusto?!? No.

Eh vabbè, ma è un libro osannato da più parti, sicuramente è lo stile che esalta tutto! Ahahahahah quello è proprio l'apoteosi dei difetti del povero Frank. Ce la mette tutta a scrivere in maniera odiosa (anche se leggo di una traduzione scarsetta).

Quasi quasi mi pento di averlo bullizzato.
 
16 Marzo 2012, 17:30:42Commento scritto da attiliosfunel
Voto: 5.00
Riletto vent'anni dopo, l'ho trovato quantomai trito e ripetitivo nei dialoghi e nelle situazioni. Abbandonato dopo 50 pagine nelle quali non succede praticamente niente: tutto è basato su dialoghi uno identico all'altro, sorta di prove di forza scontatissime e, appunto, trite e ritrite, scontate, pressoché identiche  (oltre che scritte in modo poco elegante).
 
15 Marzo 2012, 17:24:49Commento scritto da Grianne
Voto: 7.50
Dune. Il mio primo libro di fantascienza.
Sicuramente la parte relativa a questo, cioè all'ambientazione, mi è piaciuta molto. Herbert ha costruito questo suo universo con estrema cura, dotandolo di ogni particolare, rendendolo estremamente affascinante.
Anche i personaggi sono molto accurati, profondamente modellati dal popolo o dall'ordine cui appartengono.
Ciò che mi ha lasciato perplessa, in quest'opera, e che non ho apprezzato in pieno, è l'eccessivo lato "surreale". Le continue visioni dei vari personaggi mi sono risultate a volte confuse, poco comprensibili, così come alcuni passaggi del libro incentrati su questa o quella cultura. Di certo non si può accusare quest'autore di fare infodump, anzi, piuttosto il contrario. Il libro è disseminato di termini e concetti propri di questo universo immaginario, usati in maniera scontata dai personaggi, ma forse trovare qualche punto o qualche espediente per dare spiegazioni a noi lettori ignari, sarebbe stato gradito.
Il glossario finale è di aiuto, certo, ma non è gradevole leggere e dover sempre andare a consultare l'appendice...inoltre certi concetti penso debbano essere compresi da chi legge più a fondo di come può spiegarteli un glossario.
Questo metodo di scrittura mi ha un pochino allontanato dai personaggi, sono sempre stata uno spettatore nella storia, e raramente ho provato reale empatia o partecipazione emotiva nelle vicende dei personaggi. I salti temporali presenti nel libro in questo non aiutano. Avrei apprezzato molto assistere alle prime settimane di Paul tra i Fremen, conoscerne più dettagli, invece in quel punto c'è un salto di un paio di anni, e lasciandolo da "neo-arrivato", per quanto in una condizione particolare, lo ritroviamo poi in una posizione del tutto diversa, molto più elevata.
In sostanza devo dire che ho apprezzato questo libro, e di certo voglio sapere come andrà a finire. Spero anche che andando avanti con la lettura, conoscendo sempre meglio questo mondo, questi passaggi poco chiari risultino più semplici da seguire.  
 
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