04 Dicembre 2017, 15:38:00Commento scritto da adso
Voto: 10.00
In questi racconti di Ligotti, l'orrore narra sè stesso. Ombre e vaghe impressioni tendono quasi a svanire al termine della lettura, come avviene con i sogni al risveglio. Le immagini evocate dall'autore generano un mondo, ma forse dovrei dire un intero universo, che è una copia distorta di quello in cui viviamo o, meglio, crediamo di vivere. Ma la cosa che più mi ha colpito è la sua capacità di rendere in maniera così concreta delle immagini e delle sequenze che, a lettura terminata, si fa fatica a ricostruire in maniera logica per poterne fare un minimo di analisi. La domanda che sempre mi sono posto al termine di ogni singolo racconto è stata: ma cosa ho letto,in realta? Il fatto è che, di qualsiasi cosa si tratti, ti lascia dentro un senso di sgradevole inquietudine, come di qualcosa che sappiamo inconsciamente essere avvenuta, ma senza più averne piena coscienza. Se poi, unitamente a quanto già detto, si aggiunge il fatto che il linguaggio utilizzato è estremamente ricercato, quasi barocco, l'effetto complessivo diventa ancora più profondo.
E' impossibile trovare un termine di paragone a cui fare riferimento e, quindi, credo di poter affermare che quest'antologia di Ligotti costituisce un genere a sè stante e non posso fare altro che considerarla un capolavoro

 
Utenti cui piace il libro
Utenti cui non piace il libro