08 Dicembre 2020, 15:24:04Commento scritto da bibliotecario
Voto: 10.00
Si conclude con Rex Tremendae Maiestatis un ciclo che non ha eguali nel panorama letterario italiano di fantascienza. Sia per durata, che per  numero di romanzi, il ciclo è cominciato nel 1994 ed è composto da 10 volumi che per qualità, innovazione e meritato successo di critica e pubblico, non ha paragoni con i cicli di altri autori italiani.
L'ultimo libro di Eymerich mi lascia un enorme vuoto e una grande incombente nostalgia per uno dei personaggi più riusciti, complessi e maestosi da me mai incontrati. In questo libro lo spietato ed integerrimo inquisitore è costretto a combattere la sua più difficile battaglia ed a affrontare un destino inimmaginabile che intreccia a suo piacimento presente futuro e passato.
Tutte le fila narrative pazientemente tirate vengono raccolte, ogni nodo sciolto e la saga ha una degna conclusione. Voto al libro e obbligatoriamente all'intero ciclo,  indiscutibilmente 10  
 
19 Agosto 2011, 12:07:06Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.50
Indubbiamente un bellissimo romanzo, degna conclusione di un ciclo che, come affermato giustamente, "non ha uguali nel panorama letterario italiano di fantascienza".
Lodevole il tentativo di Evangelisti di tirare un po' le fila di tutte le sue storie più celebri, recuperando in maniera completa quella continuità così difficile da mantenere in un'opera di così ampio respiro: a chi ha seguito le vicende dell'inquisitore sin dall'inizio non sfuggiranno, infatti, i riferimenti a "Le catene di Eymerich", al "Picatrix la scala per l'inferno", a "Il mistero dell'inquisitore Eymerich" ed al mitico "Cherudek", oltre a moltissime altre. Ma le sorprese non si fermano qui: Evangelisti riesce anche a narrare l'infanzia dell'inquisitore e la sua morte, chiudendo i due momenti in un cerchio praticamente perfetto, quasi a simboleggiare l'alfa e l'omega di un personaggio assolutamente straordinario, predestinato da oscure ed ambigue profezie a giocare un ruolo assolutamente fondamentale sul destino del mondo.
Ma se Evangelisti riesce alla fine a tirare tutte le fila e ad escogitare una uscita di scena veramente spettacolare, non posso dirmi ugualmente del tutto soddisfatto del modo in cui ciò avviene: molte vicende legate alla magia rimangono "oscure" pur conservando un loro indiscutibile fascino e diverse spiegazioni finiscono per apparire rocambolesche, appena accennate, se non addirittura "di comodo".
La figura femminile finisce per avere un ruolo fondamentale nell'evoluzione del personaggio e nel compimento del suo destino (così come del resto era evidente da numerose premesse già presenti ne "Il castello di Eymerich"), ma l'incondizionata resa di quest'ultimo appare un po' troppo repentina e brusca, appena giustificabile alla luce del progredire della sua età e dei sogni premonitori.
Insomma, pur riconoscendo all'autore la grande capacità di esser riuscito in una impresa a dir poco "titanica" ed ammirando il suo lavoro, non mi sento di affermare che questo romanzo conclusivo rappresenti il punto più alto tra le varie puntate.
 
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