13 Novembre 2022, 10:17:54Commento scritto da astrologo
Voto: 6.00
Premetto: non mi piace giocare a scacchi, preferisco il bridge piu' veloce, e soprattutto meno elaborato. Detto questo dirò che, tutto sommato, questo libro ispirato da una famosa partita a scacchi, è piuttosto spiazzante e, soprattutto non c'è fantascienza, a meno che non si intenda tale il traffico veloce, che , nella realtà, non esiste.
 
12 Novembre 2022, 17:09:24Commento scritto da Han Tavers
Voto: 6.50
Romanzo interessante con ambientazioni e morali non del tutto lontane dalla realtà. L'idea è buona ma la quarta di copertina scopre la trama, peccato; forse troppi personaggi...ma se così non fosse non si potrebbe giocare......
 
08 Marzo 2012, 23:06:58Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.00
Fino alla rivelazione finale mi ero davvero centellinato questo romanzo che mi teneva avvinto come in una sorta di incantesimo ed ero pronto a consacrare un nuovo capolavoro di quelli con la "C" maiuscola.
E si, perchè il meccanismo praticamente perfetto messo su da Brunner è quello delle grandi opere: non una parola di più, non una di meno, paragrafi che si chiudono sempre con un colpo di scena o con una rivelazione, un mistero che si infittisce pagina dopo pagina ed una storia che ti spiazza perchè Fruttero & Lucentini (due che sapevano bene il fatto loro) hanno sapientemente dosato le giuste rivelazioni nella quarta di copertina creando grandi aspettative e contribuendo ad alimentare l'atmosfera irreale in cui si muove il protagonista.
Un libro capolavoro insomma che tuttavia si sgonfia all'improvviso con uno dei tonfi più spettacolari che ricordi: la rivelazione (ampiamente anticipata dalla quarta di copertina) non è affatto spettacolare, bensì suona quasi patetica e le spiegazioni che l'autore adduce per giustificare la storia ed il suo svolgimento appaiono farraginose, approssimative e pretestuose (come venivano controllati i pezzi?)... alla fine ci si ritrova ad aver goduto immensamente di una lettura insolita, metà giallo, metà noir, metà romanzetto sui dittatori dell'america latina (esiste questo genere?) che, senza la bravura dei due curatori di Urania nel presentarla e senza la bravura di Thole nel disegnarla in copertina e senza la bravura di Brunner di averla concepita e saputa guidare fin quasi alla conclusione, sarebbe stata assolutamente mediocre.
Tutto sommato un buon libro, originale e ben concepito, che però ha due difetti: 1) non è assolutamente fantascienza e 2) dopo tutto quel misterioso mistero poteva finire un po' meglio. Avrei senz'altro apprezzato di più lo scienziato pazzo o gli alieni che attraverso suggestione ipnotica o onde mentali costringevano i personaggi ad agire in un certo modo, ma tant'è... Brunner non ci ha pensato e va bene così.
 
26 Marzo 2010, 15:36:08Commento scritto da Palmer
Voto: 4.50
La scacchiera - John Brunner. E' vero, mi faccio sempre troppe aspettative. E mi aspettavo qualcosa tipo La Variante di Luneburg di Paolo Maurensig. E invece no. Non è un romanzo che consiglierei, ma non mi sento di dire che è brutto in assoluto. Cominciamo col dire che la copertina non andrebbe guardata, così come la quarta non andrebbe letta. E poi pare che entrambe le edizioni italiane siano tagliate. Dulcis in fundo, ancora una volta, il titolo originale era molto meglio. "La scacchiera" di suo dice già tutto.
Sommariamente la vicenda è ambientata in un piccolo Stato (immaginario) sudamericano governato dal tipico dittatorino militare, sebbene apparentemente illuminato. Uno Stato ricco grazie al petrolio che si identifica nella sua capitale, ricchissima e opulenta a scapito di tutto il resto del territorio. Ma anche in questo idillio apparente sono in atto moti contrastanti: da un lato gli immigrati che hanno contribuito a costruire questa modernissima città e che se ne arrogano tutti i diritti e dall'altra gli indigeni che affollano la città in cerca della loro parte di benessere. Fazioni che si identificano nel presidente-sindaco e il suo braccio destro. Al centro il protagonista narrante, un esperto di traffico, chiamato a risolvere dei problemi di viabilità che in realtà altro non sono che una battaglia politica con al centro il comando della città e i diritti delle persone.
La narrazione è laboriosa, con una carambola di personaggi che si scontrano, attaccano e difendono.
L'amalgama però è confusa, farraginosa e difficile da seguire, soprattutto per i tanti nomi (che rimangono spesso solo tali, dato che i personaggi sono appena accennati e funzioni) e le loro interrelazioni.

Spoilerino.

Insomma, se siete arrivati fino a qui avrete capito che i personaggi sono i pezzi degli scacchi. Operazione di difficile attuazione perchè mentre la cronistoria di una partita di scacchi è oggettivamente facile da ricordare, la sua trasposizione metaforicamente letteraria è assai difficile da seguire. Tuttavia l'autore si è senza dubbio scervellato per far collimare tutti i pezzi e le mosse: infatti parte da una partita realmente giocata ricordata nei manuali di scacchistica. Forse la pecca più grande sta nella presunzione di poter dare ai pezzi poteri e sfaccettature, identificandoli in personaggi, cosa che secondo me non è riuscita.

Fine spoilerino.

Di buono in questo romanzo c'è la grande metafora di fondo: l'uso strumentale dei media, i grandi contrasti tra ricchi e poveri, la dittatura, l'essere pedine inconsapevoli di giochi più grandi.
 
08 Maggio 2007, 10:46:25Commento scritto da Darkyo
Voto: 7.50
La scacchiera è la città, vera protagonista del romanzo, una città utopistica, realizzata sulla base delle teorie sociali e del consenso degli scienziati occidentali, la città "meglio governata al mondo", una dittatura illuminata che si serve di metodi coattivi di orwelliana memoria. Romanzo dai forti connotati politici e di denuncia sui pericoli che la politica dello status quo (e, sotto sotto, la pubblicità) possono arrecare alla libera autodeterminazione degli individui. Un romanzo attuale, che esamina con occhio clinico il potere della stampa e i condizionamenti, naturali e artificiali, cui l'uomo moderno tenta disperatamente di sottrarsi e di circondarsi insieme.
Molto interessante la scelta di rielaborare nella trama una partita di scacchi realmente giocata: peccato che l'esiguo schema riportato in appendice non permette di cogliere appieno il lavoro minuzioso e davvero machiavellico dell'autore. Forse un esperto di scacchi darebbe qualche voto in più.
 
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