24 Febbraio 2012, 17:45:29 | Commento scritto da remotino |
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A me è piaciuto molto, forse perchè è il mio genere di lettura che preferisco. La trama è intuibile dalla copertina, la descrizione dei paesaggi desolati è vivida ed in effeti sembra di vedere un film. Le vicessitudini del protagonista nella ricerca di se stesso ed il rifugiarsi nella sua cambusa con tutti i suioi ricordi, da qui parte l'avventura della storia. | |||||||
19 Gennaio 2010, 22:01:52 | Commento scritto da maxpullo |
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Una idea puerile per spiegare la catastrofe della siccità che incombe sulla Terra ed una lunghissima, pesantissima sequenza di pagine per raccontare le misteriose e sconclusionate gesta dei personaggi costretti a viverla sono le principali caratteristiche di questo romanzo. La quasi totale mancanza di dialoghi e una prosa faticosa completano il quadro, rendendo la lettura lunga, difficile e noiosa al punto che a metà libro ci si inizia a chiedere quanto manchi prima della fine. L'unico pregio del romanzo è la grande dote di Ballard di riuscire a descrivere i paesagi desolati talmente bene che pare quasi di esserci: la sola descrizione della spiaggia essiccata con le montagne di sale ed i pesci agonizzanti merita la lettura, ma non basta proprio a risolvere i problemi di una storia che, nonostante l'argomento, fa letteralmente acqua da tutte le parti. Anche qui come in "Deserto d'acqua" l'attenzione della storia è spostata principalmente sugli aspetti psicologici delle persone di fronte alla catastrofe, ma, mentre nell'altro romanzo la storia era convincente ed affascinante, qui appare quasi del tutto assente e la situazione apocalittica giustifica solo in parte un cast di personaggi assolutamente fuori da ogni norma descritti in comportamenti assurdi, spesso incomprensibili. | |||||||
17 Febbraio 2006, 17:08:03 | Commento scritto da francibass |
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La prosa di Ballard è una delle più raffinate in circolazione: la descrizione dei luoghi e dei personaggi è quanto mai vivida e reale e non si fa fatica ad immaginarli. Però la trama è lenta e non offre particolari punti di svolta e per di più è frammentata in numerosi, cortissimi capitoli (a volte solo tre pagine). La visione del futuro è quella del disastro ambientale, le cui cause sono descritte in termini parascientifici ma a pensarci bene il ritiro dell'acqua si potrebbe verificare in modi molto più plausibili. In ogni caso si fatica ad arrivare alla fine. | |||||||
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