02 Dicembre 2019, 18:30:50 | Commento scritto da capricorno52 |
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Un romanzo del miglior Vance , certo sul piano scientifico è abbastanza ingenuo ed anche incoerente , ma giu’ il cappello di fronte alla assoluta capacità di Vance di creare ambientazioni fantasiose e stupefacenti con colori ed immagini degne di un pittore impressionista , e che dire della sorprendente società umana immaginata dall’ autore , nata da un naufragio , che si è adattata ad un mondo d’acqua e su questo mondo ha permeato cultura e modus vivendi . Vance va oltre , inventa un eroe secondo il proprio rodato canovaccio , che tramite la ribellione verso questa società divenuta statica nel tempo , trova la sua personale realizzazione per attuare liberamente e senza ceppi il proprio destino ed al contempo fornire ai suoi compagni una speranza di evoluzione libera da mostri alieni e umani corrotti. Tuttavia l’ idea originale poteva essere approfondita di piu’ in termini sociologici ed anche piu’ spazio poteva essere assegnato ad approfondire e rendere piu’ intrigante il rapporto fra il protagonista e la sua probabile compagna. Storia in cui predomina l’ avventura guidata da un fine etico e libertario raccontata con uno stile di scrittura sintetico pieno di sorprese ed avvincente fino alla fine. Inutile, tranne per un fine filologico, il racconto d’appendice che ripropone la stessa storia in versione "breve”. | |||||||
06 Ottobre 2013, 23:17:11 | Commento scritto da nickel |
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Insomma, insomma... Piacevole il pianeta; ma non la trama. Per non parlare del finale, poi, risolto troppo velocemente. Serviva proprio allungare il racconto breve? | |||||||
06 Marzo 2012, 16:04:31 | Commento scritto da tehom |
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Un Vance decisamente sottotono e assai svogliato, la sufficienza l'ho data in segno di stima e di rispetto per l'autore ma questo libro, del tutto superfluo, nulla toglie e nulla aggiunge alla fama del grande Jack che ha scritto decisamente di meglio. Condivido la valutazione di chi ha giudicato negativamente la dilatazione del racconto originario nel romanzo, il respiro dell'opera lunga non si attaglia per nulla a questa storia stiracchiata che si regge in piedi a fatica, e si vede. | |||||||
20 Gennaio 2012, 20:40:57 | Commento scritto da iogy |
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A parte il lato scrintifico delle soluzioni trovate per raccimolare metallo ed elettricità (che lasciano il tempo che trovano), il romanzo scorre abbastanza bene. Ottimo lo stile e magistrale la capacità di Vance nel descrivere una società di sopravvissuti alle prese con una natura aliena ed avversa. Davvero realistica la descrizione della "rivoluzione sociale" protratta dal protagonista Hast. Unica pecca, molti personaggi che potevano essere sviluppati meglio sono stati nel finale o accantonati oppure volutamente dimenticati. | |||||||
18 Maggio 2011, 18:10:07 | Commento scritto da gasp63 |
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Un altro grande romanzo d Jack Vance. Entusiasmante. Per trovarne qualche difetto posso dire che è troppo breve e che avrebbe anche potuto avere un seguito. Sembra soffrire del fatto che nasce come estensione di un racconto (Il Kragen, pubblicato anch'esso in questo volume). La storia resta centrata sul protagonista del racconto (Il Kragen), mentre avrebbe potuto essere ampliata e sviluppata in numerose altre direzioni per crerare l'affascinante saga del pianeta d'acqua. | |||||||
03 Maggio 2011, 22:19:12 | Commento scritto da legionario |
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Incredibile la verosomiglianza di come esseri umani in tali condizioni potrebbero sopravvivere, creando poi una società, nel complesso mondo "riduttivo", affascinante ed articolata, con i propri ruoli, diritti e doveri; importantissimi a mio avviso in condizioni di vita molto stirate, come in questo caso per la mancanza totale di elementi ferrosi... Purtroppo però le elité se deviate (e con la scimmia bipede avverrà sempre), portano sempre al congelamento della società per meri interessi personali.... tanto io sto bene...tanto io ho l'isoletta privata...tanto io la mia posizione l'ho ereditata da mio padre ed a sua volta da suo padre ed da suo padre ancora...la legge sono io...I GIOVANI DEVONO CONFORMARSI come a nostra volta abbiamo fatto noi, mio padre mio nonno mio bisnonn... MENTI GIOVANI, IDEE FRESCHE, e il metallo arriva, e il futuro riparte. Bello. | |||||||
02 Ottobre 2010, 10:08:14 | Commento scritto da razzomissile |
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Vance come al solito è abilissimo a tratteggiare ambientazioni evocative e avvincenti. Tanti, tantissimi spunti e godibilissima la narrazione e le vicende dei personaggi. L'unico dubbio sulla traduzione "patacche/pataccari" (molto poco azzeccata...) presente nel primo romanzo e completamente stravolta (in meglio) nel racconto breve. Io comunque simpatizzavo per i Kragen! | |||||||
22 Agosto 2010, 21:52:35 | Commento scritto da texwiller |
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Veramente una piacevole lettura, non troppo impegnativo ma scorrevole ed interessante. Un'avventura ambietata su un pianeta d'acqua dove vive una colonia umania di curiosa estrazione. Niente a che vedere con il mondo degli showboat che mi aveva profondamente deluso e che mi ha fatto rimandare la lettura di questo romanzo per alcuni mesi... | |||||||
12 Agosto 2010, 12:41:58 | Commento scritto da Free Will |
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Questo romanzo contiene molte ideee originali e intriganti: prima di tutto il mondo senza terre emerse, con tante isole vegetali galleggianti, su cui riescono a vivere gli umani naufragati ed i loro discendenti; poi gli stessi umani, che hanno trasformato in leggenda i naufraghi originali, galeotti destinati ad un pianeta prigione e ribellatisi alle guardie; soprattutto la mitizzazione delle "categorie" di delinquenti (Ladri, Malversatori, Truffatori, Imbroglioni, ecc.) che, chissà come e perché, diventano corporazioni di arti e mestieri; infine il kragen, mostro marino non molto diverso da altri già visti nella FS, ma che qui diventa un Re, venerato come un dio, a beneficio della corporazione degli Intercessori. La scrittura è agile e pulita, anche se risultano evidenti alcune incoerenze ed assurdità scientifiche. Il racconto lungo, da cui l'autore ha tratto il romanzo, è solo più sintetico del romanzo stesso. Personalmente preferisco il romanzo, sia perché mi è più congeniale il numero di pagine, sia perché non si tratta di "allungare il brodo", bensì di approfondire e spiegare meglio alcuni eventi, dando più respiro alla storia. La traduzione di Ferruccio Alessandri del racconto "Il Kragen" è decisamente migliore di quella allucinata di Maurizio Gavioli del romanzo "Pianeta d'acqua", il quale, per esempio, inventa il termine Pataccari (!!!) invece di Lampeggiatori. | |||||||
11 Luglio 2010, 23:08:10 | Commento scritto da Paolo-42 |
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Mi ha un po' deluso. anch'io l'ho trovato puttosto banale. | |||||||
28 Giugno 2010, 20:03:38 | Commento scritto da Darkyo |
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Nonostante qualche pecca (ingenuità?) sul piano strettamente scientifico e un finale tirato via, si apprezza - in questo come già in altri romanzi - lo stile vivido di Vance e la sua incessante ricerca di immagini e colori e suoni, capaci di catapultare il lettore in un mondo complesso, fatto di ambientazioni ricostruite fin nei minimi dettagli, culture e società credibili e immaginifiche al tempo stesso, con un'umanità mescolata e adattata all'alienità. La storia naturalmente è lineare, dotata di molti spunti avventurosi e avvincenti. Tra i difetti, l'unico personaggio femminile viene misteriosamente dimenticato nel corso della narrazione e, purtroppo, alcune le tematiche politiche e religiose non vengono sufficientemente approfondite. | |||||||
23 Giugno 2010, 09:06:36 | Commento scritto da npano |
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Buon romanzo del caro Vance, come al solito di facile lettura. Ambientazione molto affascinante e storia abbastanza interessante ma secondo me poco sviluppata e la fine arriva sin troppo velocemente e scontata. Eppure nel calderone il buon Vance aveva messo molte cose che poteva sviluppare in modo molto interessante, peccato poteva essere molto più intrigante. Ultima nota: questa volta la copertina non mi è piaciuta proprio. | |||||||
09 Giugno 2010, 14:36:44 | Commento scritto da paolo1805 |
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Molto piacevole, complice un po' di tempo libero l'ho letto in una giornata. I punti forti sono il ritmo e le descrizioni ambientali. Divertente l'idea di fondo che una società etica e non violenta possa essere costruita dai discendenti di galeotti. | |||||||
08 Giugno 2010, 22:21:07 | Commento scritto da Eremita |
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bel romanzo alla Vance... L'eroe eroico e geniale, gli amici fedeli, i nemici sicuri e inplacabili, l'alieno, ma soprattutto, l'ambientazione, sottinendendo anche quella "sociale", quasi sempre ben fatta. scorrevolissimo come stile e avvincente nella narrazione. | |||||||
06 Giugno 2010, 22:11:03 | Commento scritto da brz57 |
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Sono d'accordo con chi mette il dito nella piaga delle incongruenze scientifiche (il ferro ricavato dal sangue, ad es.) ma alla fine del romanzo mi sono rimaste neli occhi le descrizioni del mare infinito punteggiato dalle "isole" vegetali, rigogliose e lussurrreggianti...di cui sembra quasi di sentire i profumi... Se un autore riesce a crearti davanti agli occhi mondi come quello descritto in questo romanzo e a farteli sentire"tuoi", le lacune scientifiche passano in secondo piano. Vance e' sempre una sicurezza. | |||||||
02 Giugno 2010, 18:14:28 | Commento scritto da bibliotecario |
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Un Vance in gran spolvero crea per noi un mondo affascinante ed una società che suo malgrado è stata costretta a sviluparcisi. I punti di forza del romanzo riguardano appunto le parti descrittive dell'ambiente e la struttura in cui si è suddivisa una umanità discendente da un equipaggio particolare di una nave spaziale naufragata sul pianeta. Le note dolenti provengono dai personaggi assolutamente inverosimili e da una trama troppo semplice con ingenuità di ogni tipo che comunque non sciupano una storia avventurosa e fantasiosa. | |||||||
23 Maggio 2010, 22:17:38 | Commento scritto da cat |
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Il racconto è più leggibile del romanzo. Praticamente la stessa storia, complicata da una inutile aggiunta di nomi propri e dialoghi. Traduzione del romanzo con soluzioni incomprensibili, esempio : i Pataccari e le patacche, ma cosa vogliono significare? Meglio il termine Lampeggiatori adottato nel racconto. La storia ha una trama banale, al limite del puerile, con trovate ridicole, tipo quelle di procurarsi il ferro dal sangue umano. Sapendo che un individuo adulto ha circa 4 gr di ferro nel suo corpo, di cui circa un terzo nal sangue, che ha una massa di tre litri, prelevando 500 cc di sangue, avremo 1,5/6, cioè 0.2 gr Fe per ogni salasso. 5 kg di ferro sono 25.000 salassi ( la popolazione dei dissidenti era contituita da poche centinaia di persone). Il finale è tirato via sia nel racconto che nel romanzo, con il procedimento per ottenere e accumulare elettricità che non è plausibile. | |||||||
23 Maggio 2010, 12:07:22 | Commento scritto da maxpullo |
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A mio avviso uno dei migliori romanzi di Vance: non c'è il maestoso, vasto affresco galattico visto ne "I principi demoni", nè la pluralistica perfezione del "Pianeta Tschai", ma in questo stupendo "Pianeta d'Acqua" c'è tutta la bravura di un autore che ha saputo dare un nuovo significato alla SF d'avventura. Il romanzo è talmente ricco di spunti e di interesse che, nonostante la mole, si "brucia" in meno di una giornata, proprio perchè in conclusione di ogni capitolo, l'occhio corre subito alle prime righe del successivo per vedere come la storia proseguirà. C'è il solito eroe solitario, integerrimo, invincibile, indistruttibile, forse addirittura con una marcia in più rispetto a quello cui Vance ci aveva abituato: il ribelle sognatore Sklar Hast, infatti, riunisce in un unico individuo la forza ed il coraggio di Adam Reith, alla ferocia, alla determinatezza ed alla spegiudicatezza di Kirth Gersen, dando vita ad un personaggio davvero unico e sopra le righe, con l'unico difetto (che caratterizza anche gli altri eroi di Vance) di vincere sempre e di perdere per questo un poco della sua credibilità. Ma nella storia qui narrata non c'è solo l'avventura con la "A" maiuscola, non c'è solo il terribile mostro marino da sconfiggere, non c'è solo l'epopea di un gruppo di superstiti alle prese con un mondo che scarseggia di materie prime e soprattutto non c'è solo il fascino ispirato da un pianeta interamente coperto di acqua azzurra le cui descrizioni ti mandano in brodo di giuggiole. Qui c'è anche una interessantissima chiave di lettura sociologica che, tra le righe, descrive molto bene il rapporto perverso che può istaurarsi tra l'uomo ed i suoi "falsi dei", un rapporto fatto di compromessi, umiliazioni e privazioni, un rapporto che può arrivare ad irrigidire la struttura sociale, creando sacche di potere e privilegio assolutamente ingiustificabili e contrarie ad ogni forma etica. Una struttura sociale perversa che impedisce ogni tipo di progresso e che può essere spezzata solo con il coraggio, l'astuzia ed il sogno di una prospettiva di vita migliore. La lotta feroce di Hast contro il mostruoso Re Kragen, non rappresenta la realizzazione dell'ossessione del capitano Achab contro Moby Dick, quanto piuttosto simboleggia la ribellione dell'uomo di fronte a chi impedisce l'attuazione del suo destino e della sua autodeterminazione. Un vero kolossal che non sarebbe affatto male veder "sceneggiato" in un lungometraggio. Unica nota stonata: l'inutile il racconto d'appendice che ripropone la stessa storia in versione "condensata": interessante come documento storico della prima stesura, ma che non aggiunge nulla ad un capolavoro di questa portata. | |||||||
20 Maggio 2010, 14:20:21 | Commento scritto da marsman60 |
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una classica storia di Vance meno incisiva di altre ma pur sempre godibile dove e' ricorrente ancora la difficolta' di reperire metalli che di fatto aprirebbero le porte alla tecnologia. | |||||||
Utenti cui piace il libro |
Impossibili, Ender Wiggin |
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