19 Dicembre 2010, 18:26:24 | Commento scritto da razzomissile |
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Non sono riuscito a finirlo: ho trovato alcuni racconti discreti, ma nel complesso sicuramente non fondamentale come lettura. Non do un giudizio negativo perchè qualcosa si salva (vedi Howard) ma, se qualcuno dovesse decidere di intraprendere la lettura, gli consiglierei piuttosto di rileggersi anche una seconda o terza volta gli originali di Lovecraft | |||||||
29 Marzo 2010, 17:50:59 | Commento scritto da Oldman |
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Dopo aver letto il numero 11, prima di dare giudizi definitivi su questa collana, mi ero ripromesso di leggere anche questo. La lettura di quest'ultimo mi ha confermato l'idea che mi ne ero fatto in merito: due li ho letti; e per me la cosa finisce qui! | |||||||
14 Marzo 2010, 12:01:14 | Commento scritto da marpioncino |
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Senza infamia e senza particolare lode.... Discreta e piacevole antologia, ma nulla di più... Spettacolare la copertina. | |||||||
13 Marzo 2010, 20:50:23 | Commento scritto da Eremita |
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come tutte le antologie ha i suoi momenti "alti" e "bassi"... complessivamente non male i racconti e buone le atmosfere stilate dai vari autori. Piacevole | |||||||
08 Marzo 2010, 21:02:16 | Commento scritto da maxpullo |
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Racconti tutti da piena sufficienza: nessuno particolarmente brutto, ma anche nessuno particolarmente esaltante o degno di nota. La rivisitazione della cosmogonia lovecraftiana e dei suoi argomenti preferiti da parte dei suoi adepti non produce brividi particolari e soprattutto non mi ha convinto sino in fondo: segno evidente che non basta citare ripetutamente il Necronomicon e altri tenebrosi grimori o nominare invano Chtulhu (o altre oscene deità preumane) per essere all'altezza del maestro. Ho trovato particolarmente noiosi, al pari dei loro corrispondenti lovecraftiani, i racconti "onirici" con esperienze extracorporee e ultradimensionali, come ad esempio "Il signore dell'illusione", "Il custode della conoscenza" e "Il guardiano del libro", sfortunatamente in sequenza nel volume, mentre ho apprezzato molto l'intelligente "rivistazione" dei miti di Lovecraft prodotta da Fritz Leiber nel racconto conclusivo "Per Arkham ad astra", forse il miglior tributo mai fatto al grande HPL ed alla sua memoria. Sicuramente superiori agli altri per fattura il racconto di apertura "La cosa sul tetto" a firma di Howard, "Le sette maledizioni" di Clark Ashton Smith e "Gli invasori" di Harry Kuttner: tutti e tre, pur senza essere capolavori, riescono a ricostruire abbastanza fedelmente le atmosfere da incubo proprie dei racconti di Lovecraft ed a riproporre i suoi clichè preferiti rielaborandoli con una certa originalità. Gli altri racconti non sono nulla di che e lasciano un po' il tempo che trovano: sinceramente consiglierei la lettura solo ai fan più sfegatati di Lovecraft. Mezzo punto in più per la creatura tentacolata che emerge dalle acque nella stupenda copertina di Brambilla. | |||||||
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