08 Gennaio 2023, 16:23:58 | Commento scritto da astrologo | | |
forsse l'autore è riuscito a sopravvivere dai predatori, chi lo sa? Io non ho capito bene il tutto e, soprattutto la trama. |
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05 Settembre 2013, 22:26:44 | Commento scritto da fabri | | |
romanzo ambiguo il cui difetto più grande è il finale che rimane aperto e senza spiegazioni alcuna |
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07 Marzo 2012, 16:41:39 | Commento scritto da tehom | | |
Ritengo che il grosso limite di questo romanzo sia la sua clamorosa ambiguità di fondo.Oppegaard deliberatamente (e astutamente, aggiungo) decide di non decidere e lascia irrisolta la natura e il fine del flagello abbatutosi sull'umanità. La Sorgente è un'entità metafisica o un ente reale che persegue uno scopo tanto abietto quanto concreto? I Mietitori sono solo zombies eterodiretti o possiedono una volontà propria? Domande senza risposta che fanno abbassare il giudizio su un'opera comunque di agile lettura e con alcuni passaggi di forte impatto (penso alla scena dei suicidi a catena nella chiesa e alla sequenza finale che vede il protagonista discendere nell'oscurità una montagna di cadaveri situata all'interno di un complesso industriale, che sembra ispirata dalla visione delle immagini di Auschwitz) |
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11 Luglio 2010, 12:49:48 | Commento scritto da remotino | | |
Sono stato generoso sul voto. Il libro scorre bene fintanto che le avventure si succedono lungo la strada verso la meta. Il finale non rivela nulla e la nostra curiosità rimana inappagata. La storia è un po' tetra, d'altra parte cosa ci si aspettava dalla morte..... |
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20 Aprile 2010, 15:00:08 | Commento scritto da marsman60 | | |
passabile e anche avvincente fino all'arrivo a Seattle poi PLOFF sparisce tutto ma il finale un finale qualunque, non una narrazione troncata a meta', dove' ? |
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05 Aprile 2010, 12:45:24 | Commento scritto da Palmer | | |
La lettura scorre bene, i personaggi sono affiatati e la narrazione, finché è on-the-road - nonostante i cliché (la banda di motociclisti sanguinari, i bambini assassini), è avvincente. Man mano che le pagine scivolano via però si fa sempre più vivida la spiacevole premonizione che probabilmente nessuno dei molteplici interrogativi verrà svelato. Alla resa dei conti è un romanzo cupo, da groppo allo stomaco, che forse, intimamente parlando, mal si adatta a questa splendida giornata primaverile durante la quale ho finito di leggere i predatori del suicidio. In fondo mi ha lasciato deluso come I figli degli uomini di P.D. James. Anche lì, alla fine, nulla viene spiegato. Per quanto riguarda la diatriba riguardante il genere a cui appartiene I predatori del suicidio, per me non ci sono dubbi: horror con al massimo qualche spunto SF (aereo a idrogeno, missione umana su marte). Il fatto che sia più horror che altro me lo dimostra il finale con l'incontro-scontro tra il protagonista e la Sorgente e la non risposta ai troppi interrogativi in ballo. |
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11 Marzo 2010, 14:39:25 | Commento scritto da luciana | | |
Sin dall'inizio, sia per la tematica che per la struttura, il libro mi ha ricordato "La strada" di McCormick e "Io sono leggenda" di Matheson. Forse l'autore ha voluto immaginarsi la fine del mondo; o, forse, ha solo voluto riflettere su un fatto personale. Il protagonista del libro è la Disperazione: da dove nasce?, che senso ha?, quando finisce? Sono domande alle quali l'umanità non ha mai saputo rispondere, nè mai lo farà. Si cerca di combatterla, come fa Norman; ma, forse, solo l'innocenza di una bambina (Zero) potrà superarla. In un mondo incomprensibile di adulti, forse solo i bambini sono capaci di ricominciare da capo. E' un libro intenso, con riflessioni interessanti sul dolore e sulla solitudine che il dolore provoca. |
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10 Marzo 2010, 09:22:38 | Commento scritto da cat | | |
Bel romanzo, lettura divertente,storia accattivante. Il finale? Mi ha dato la stessa sensazione che ho provato leggendo molti romanzi di Brussolo: fretta di concludere una storia che ormai non interessa più all'autore. Rimane il sapore dell'incompiuto. |
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03 Marzo 2010, 14:17:36 | Commento scritto da Cletus | | |
Struggente e a tratti davvero rabbiosamente malinconico. Non è facile misurarsi con una storia "on the road", specie se il lettore si attende la stessa qualità a ogni chilometro. Ovvio che il paragone con un capolavoro come "La strada" di Cormac McCarthy non può che penalizzare - ampiamente direi - Oppegaard. Ma, ma, ma... "I predatori del suicidio" è scritto decisamente bene. Qua e là l'autore ci dispensa, poi, alcune riflessioni sul mal di vivere davvero notevoli. Sinceramente a me non ha disturbato il fatto che il finale spieghi poco; anzi, così, ne ho sentito maggiormente la forza evocativa, che in alcune immagini mi è sembrata davvero esplosiva. Una contaminazione tra generi pienamente riuscita, e una proposta di Urania di cui andrebbe sottolineato il coraggio... Spero che Oppegaard non sia un autore meteora per la nostra collana. Bravo David! |
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02 Marzo 2010, 17:51:21 | Commento scritto da FrancoBrambilla | | |
Mi è piaciuto molto a parte verso la fine dove la storia si complica un po' inutilmente e poi anche a me sarebbe piaciuto scoprire di più sui Predatori e sulla "cosa" che li guidava. Comunque interessante. |
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26 Febbraio 2010, 21:40:00 | Commento scritto da grumele | | |
Nulla di originale in questo romanzo che non si sia visto realizzato da altri specialisti del genere. Si fà leggere ma non rimane molto. |
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14 Febbraio 2010, 12:19:51 | Commento scritto da Darkyo | | |
Agile da leggere, avvincente in certi passaggi, ma poi tutto sfuma nel nulla e nel dimenticabile. Mancano non soltanto le spiegazioni (che consentano di dirimere l'annosa e speciosa questione del genere letterario: se sf, horror o contaminazione), ma anche le istruzioni per raggiungere un grado di consapevolezza su cosa volesse dirci l'autore... e no, mi spiace, un seguito illuminante di questo romanzo non è stato scritto! Per certi versi mi ha ricordato una novelization mal riuscita di E venne il giorno di M. Night Shyamalan, priva però di quell'ironia che salvavano il film. Evitabile. |
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12 Febbraio 2010, 15:52:19 | Commento scritto da attiliosfunel | | |
Romanzetto davvero insipido, che ha però il pregio di farsi leggere agilmente. Pochissime spiegazioni vengono fornite circa l'origine dei Predatori, e anche frettolose. |
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12 Febbraio 2010, 12:45:41 | Commento scritto da gretana | | |
L'ho letto d'un fiato fino quasi alla fine, poi non ho capito come finisce. Spero ci sia un seguito che mi spieghi. |
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08 Febbraio 2010, 08:26:54 | Commento scritto da Oldman | | |
Racconto molto scorrevole e abbastanza avvincente fino a tre quarti del libro; poi nella parte finale tracolla miseramente. Altro che poche risposte, in questo caso l'autore non ne da nemmeno una! Sinceramente sono rimasto assai deluso! Spero che in un prossimo futuro Oppegaard scriva il continuo e si degni di "illuminarci" un po di più. |
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07 Febbraio 2010, 17:26:05 | Commento scritto da Eremita | | |
letto... basta, non mi è piaciuto, c'è poco di tutto e molto di niente... sarà che non amo il genere... |
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07 Febbraio 2010, 15:00:23 | Commento scritto da bibliotecario | | |
Letto e digerito questo “I predatori del suicidio” opera prima di Oppegaard, atmosfera da fs del dopo bomba o catastrofe, ricorda molto Ballard o romanzi tipo “Tra gli orrori del 2000R43;. La contaminazione Horror che mi aspettavo da un finalista al premio Bram Stoker e che un pò mi inquitava è assai inferiore alle previsioni. Ho trovato il romanzo ben scritto e tradotto, piacevole da leggere, intrigante al punto giusto, unica pecca il finale con poche risposte come già scritto sulla quarta di copertina. |
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04 Febbraio 2010, 21:11:03 | Commento scritto da Gundam70 | | |
Insipido e poco emozionante. Questo romanzo non mi e' piaciuto. Passo oltre e metto nel dimenticatoio. |
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