09 Maggio 2023, 21:23:26Commento scritto da Free Will
Voto: 10.00

Quando Eminem ha scritto quella inquietante canzone intitolata "Mockingbird", forse non sapeva che Tevis aveva già scritto un romanzo con lo stesso titolo. Comunque ora sappiamo che esiste un uccello chiamato in italiano "mimo" oppure "tordo beffeggiatore", che ha la caratteristica di ripetere ogni suono che sente.
Certo il primo titolo italiano "Solo il mimo canta al limitar del bosco" era molto suggestivo ed anche pertinente, considerando il numero di volte con cui la frase viene ripetuta all'interno del libro.
Il nuovo titolo, non solo è meno intrigante e poetico, ma anche meno preciso, perché il futuro immaginato dall'autore non è semplicemente in trance, bensì è del tutto addormentato, anzi letteralmente narcotizzato, in attesa dell'annientamento finale: l'umanità ha deciso di autodistruggersi, imponendosi stupide regole come la Privacy o la Cortesia Obbligatoria, con motti di vita come "non fare domande, rilassati" oppure "il sesso svelto è meglio". Ed ha costruito dei robot che non si limitano a svolgere certi lavori al posto dell'uomo, ma hanno la funzione di tutori di quelle leggi e di spacciatori di droghe rilassanti che impediscono qualsiasi iniziativa, compresa quella di riprodursi. A meno che singoli individui non decidano di suicidarsi col fuoco, accelerando il processo inevitabile dell'estinzione della specie.
Per fortuna che, come in tutte le situazioni innaturali, esistono dei ribelli, magari per caso, come i tre protagonisti, così male assortiti ma così accomunati dai medesimi impulsi: c'è una giovane donna che ha avuto un'educazione un po' fuori dagli schemi e che non accetta la tossica uniformità, c'è un professore che, per anomala curiosità decide di imparare a leggere, in un mondo che aveva dimenticato tutto, c'è un super robot androide, così perfetto da essere indistruttibile o meglio da non poter "morire".
La ragazza riesce ad avere ciò a cui altre donne hanno rinunciato, l'uomo percorre una strada (come quella del protagonista del romanzo di Cormick McCarty) di fuga, sopravvivenza e maturazione, il robot trova un aiuto insperato da parte dei due umani.
Con l'amore trovato e profuso, ciascuno a modo suo, i tre personaggi forse possono dare una speranza all'umanità.

Questo romanzo di distopia non soltanto è potente dal punto di vista dei messaggi e delle riflessioni che impone sulla civiltà attuale, ma è anche originale come idea fantascientifica: siamo abituati a futuri sovrappopolati, con tutte le conseguenze negative di tale situazione, mentre qui troviamo l'esatto contrario, ossia un mondo in estinzione, ma senza catastrofi naturali o interventi esterni.
Ci sono moltissime idee originali, come quella dei "pensierobus", ed immagini particolarmente belle come quella del falò sulla spiaggia.
E' uno di quei libri grazie ai quali possiamo affermare che la fantascienza non è letteratura di serie B.  
 
31 Dicembre 2019, 19:15:02Commento scritto da antosimov
Voto: 9.50
Romanzo commovente, prosa poetica.
Affronta argomenti affrontati nel 1980 ma attualissimi anche oggi.
I tre personaggi protagonisti sono ben definiti e pagina su pagina scoprono nuove maturazioni interne.
Per la prima volta sono entrato in contatto con un robot di colore.
Uno dei miglior libri di fantascienza da me letti ; non mi meraviglia perché conoscevo già l'autore. Avevo  letto "L'uomo che cadde sulla terra" molti anni fa.
Una perla nel cosmo della fantascienza.
 
13 Febbraio 2016, 15:38:12Commento scritto da remotino
Voto: 8.50
Libro fantastico. Veramente bello, la storia è di per se triste ma il finale come tutti noi auguravamo da una speranza.

Un mondo con gli umani prossimi alla estinzione senza saperlo, inebetiti dalle droghe che gli venivano somministrate per renderli ebeti al trascorrere della vita. I protagonisti un robot antropomorfo con sentimenti propri, unico nel suo genere, e due umani che per cause diverse si sono ribellati a questo modo di vivere comune.

La storia è scritta in modo sublime con passaggi talvolta poetici.
 
03 Luglio 2013, 19:12:26Commento scritto da Gundam70
Voto: 7.50
Libro triste, ma bello. Narrazione fluida e dai toni addirittura poetici. Un futuro davvero inquietante, con una razza umana che muove gli ultimi passi verso l'annientamento totale. Pero' non e' detta l'ultima parola, perche' c'e' sempre chi, fuori dal gregge, fa la differenza e da una nuova speranza alla razza umana.
Libro da annoverare tra "Gli indimenticabili".
 
18 Giugno 2013, 19:25:34Commento scritto da Arne Saknussemm
Voto: 9.00
Un romanzo davvero toccante, una scrittura semplice, leggera ed una sottile poetica. Durante la lettura, a tratti, mi ha ricordato alcuni passaggi di Simak.
Alcune scene sono davvero splendide.
L'argomento trattato, poi, è davvero attuale e forse oggi lo è ancora di più di quando il romanzo fu scritto, dunque è facile entrare nella storia e provare le belle e le brutte sensazioni evocate dal testo.
Tevis attraverso questa distopia estremizza i mali e le pessime abitudini dell'uomo del ventesimo secolo (ancora più estreme in questo inizio del ventunesimo...) e l'effetto che questi hanno sulla società, evidenziando come certi cambiamenti radicali vengono posti in essere da piccole abitudini e modi di fare che subdolamente e spesso in punta di piedi entrano nella nostra vita, diventano parte della quotidianeità per poi evolvere verso forme diverse più estreme e fortemente invasive, la cui "azione" è agevolata dal fatto che sono già presenti nella nostra vita (agiscono dall'interno) e che quindi non trovano nessun tipo di difesa da parte nostra; siamo pressochè inermi e spesso inconsapevoli, lasciando andare ciò che dall'alba dei tempi ha caratterizzato, definito, plasmato, rinforzato il nostro essere e che ha permesso l'evoluzione e la continuazione della nostra specie per "abbracciare" valori frivoli, falsi dei, gioie illusorie, spesso isolandoci, chiudendoci in noi stessi e prestando ascolto solo ai nostri bisogni, quei bisogni che spesso non vengono da noi ma da quell'addestramento che quotidianamente subiamo quando la "curiosità intellettuale" va spegnendosi e (seppure non confinati in un Centro del Sonno) un certo stato di trance si impossessa di noi e, ancora più fortemente, dei nostri figli...del nostro futuro.
Tevis ci mostra la bellezza e l'importanza di valori che dopo aver dato per scontato abbiamo quasi accantonato (e che a volte perdiamo) ma che riusciamo ancora a sentire nostri. E viene voglia di riappropiarsene, dovremmo lottare per riappropiarcene, e se da soli non riusciamo a farlo allora dobbiamo rivolgerci a chi può insegnarci qualcosa, "metterci in contatto con i morti".
Romanzo sublime !
 
20 Aprile 2013, 19:50:03Commento scritto da MILES VORKOSIGAN
Voto: 7.50
Romanzo psicologico, profondo, comunicativo e triste, molto triste. Tevis non sbaglia esponendo la sua idea su un futuro in mano a pochi eletti e alle macchine. Un romanzo imperniato su tre personaggi, una narrazione fluida ed una meravigliosa forma poetica.  Ottimo romanzo anche per chi non è interessato alla fantascienza.
 
18 Novembre 2012, 13:51:51Commento scritto da maxpullo
Voto: 9.50
Questo romanzo è una delle distopie più curiose ed originali che mi sia mai capitato di leggere; al di là di questo è anche uno dei libri più poetici e belli che siano mai stati scritti.
Tevis parte da un mondo morto che non ha coscienza di esserlo, un mondo futuro in cui gli uomini hanno smesso di provare sentimenti annullandoli con le droghe ed hanno demandato tutte le attività ai robot, idioti ambulanti impegnati in una bizzarra e insensata parodia della vita; da questo punto di partenza egli sviluppa una trama bizzarra, insolita ed affascinante per mostrarci come da un inizio tanto buio, possa sprigionarsi di nuovo la luce della speranza.
Sono pagine di pura poesia ed ogni scoperta dei suoi protagonisti è una riscopera per il lettore: ogni tassello che essi aggiungono alla loro comprensione del mondo passato e di ciò che si è perduto è un tassello per il lettore che lo porta a toccare con mano il senso stesso della vita.
Il grande valore dato ai libri ed alla lettura rende molto facile (forse troppo facile) l'accostamento a "Farenheint 451" di Bradbury, ma Tevis è riuscito ad andare oltre ed a creare un libro stupendo che accosto idealmente ad "Infinito" di Simak ed al film di animazione "Wall-e"; un libro prezioso che mi ha regalato immagini indimenticabili come quella dello zoo meccanico, quella dell'Empire State Building paragonato alla pietra tombale di New York, quella della spiaggia in riva all'oceano in cui il protagonista vive la sua fuga dal carcere e quella infine del mimo, misterioso ed evocativo protagonista che, pur senza mai comparire di persona, pervade ogni riga del testo e che, a mio parere, rappresenta quasi la coscienza dell'uomo che, dal suo punto di vista privilegiato esterno alla vicenda, si diverte e sbeffeggiare la nuova civiltà, invitandola a ricordare ciò che ha dimenticato.
Di libri così ce ne sono pochi: questo non è solo un classico della SF, ma è piuttosto un capolavoro immortale della letteratura.

PS
Pessima la scelta del titolo italiano in questa edizione
 
01 Maggio 2012, 13:29:00Commento scritto da PabloE
Voto: 5.50

In buona sostanza: ottime premesse, caratteristiche distopiche con i controfiocchi, ma manca tutto il resto.

Il titolo uranico, ancorché meno poetico ed evocativo, esalta la caratteristica principale di questa distopia: lo stato di trance in cui versano i pochi uomini rimasti al mondo, rabboniti dall'uso continuo di droghe, da una mancanza completa di comunità (a partire dalla famiglia), dall'inesistenza di una qualsivoglia cultura (dall'incapacità di leggere all'ignoranza completa in tutti i campi). Il motto "chi controlla il presente controlla il passato" si ripresenta nell'umanità senza memoria della propria storia e se "chi controlla il passato controlla il futuro" questo qualcuno/qualcosa può cancellare anche il futuro dell'uomo costretto così a vivere il momento godendo dei soli piaceri estemporanei che conosce: droga e sesso. Se Orwell eliminava di fatto la privacy rendendo possibile controllare addirittura i pensieri degli uomini (e mi tornano in mente tante altre cose come i bagni in comune ecc.), Tevis capovolge la situazione estremizzando la privacy stessa al punto da rendere di poco gusto il guardarsi negli occhi, per non parlare della convivenza quasi totalmente vietata per legge.

Pur se queste ed altre caratteristiche rendono questo romanzo una antiutopia originale, diverse carenze ne hanno appesantito la lettura. La struttura del diario, oltre a risultare eccessivamente pesante probabilmente anche per la volontà dell'autore di rispecchiare il modo di scrivere di Bentley, mi è parsa inadeguata o quantomeno mal utilizzata per far risaltare il cambiamento di Bentley. L'atmosfera, il mondo creato da Tevis non riesce a prendere quota, rimane uno sfondo aleatorio in cui si susseguono le azioni dei personaggi. La trama non ha alcuno spunto di interesse, il tutto si riduce ad un uomo allontanato dalla donna che ama a causa di un terzo personaggio che la vuole per sè e quindi delle disavventure del primo per ritrovare la sua amata. Dirò di più: la trama parte da un presupposto totalmente idiota, illogico, molto peggio di Miliardi di tappeti di capelli [SPOILER: possibile che un robot con un'intelligenza pari o superiore a quella umana in più di cent'anni non abbia mai pensato di farsi buttare giù da un essere umano? Aveva bisogno della prima tizia che passava per accorgersi di 'sta cosa? Mi sembra giusto, era più facile causare la fine dell'umanità.]
 
14 Agosto 2010, 16:45:32Commento scritto da texwiller
Voto: 7.50
Bellissimo libro. Ruota tutto attorno ai tre personaggi veramente ben caratterizzati, in particolare mi ha colpito la "rinascita" di Bentley. Gran bel romanzo, scorre via leggero e mai banale.
 
03 Maggio 2010, 16:07:17Commento scritto da marsman60
Voto: 8.50
un libro che non ha bisogno di giudizi per quanto e' bello.
 
19 Febbraio 2010, 16:29:11Commento scritto da nickel
Voto: 7.50
Mi è piaciuto veramente. Un po' lento a tratti, ma poi recupera; e sul contenuto niente da dire, anzi.
 
19 Gennaio 2010, 11:38:34Commento scritto da Paolo-42
Voto: 7.50

Bello, ma gli manca qualcosa per essere eccellente...
 
17 Gennaio 2010, 16:25:59Commento scritto da belvas
Voto: 8.50
Tratta il tema del futuro negativo in modo assolutamente piacevole, forse non troppo originale, ma questo non è un problema. Da sottolineare la capacità di scrittura dell'autore, che, direi, dolcemente ti prende fino all'epilogo finale, che non è troppo sorprendente.
Da apprezzare la visione profetica, il romanzo è del 1980, della alienazione prodotta da Tv e droghe.
Per me che sono nato con la fantascienza spaziale il giudizio non può essere superiore a 8,5.
 
16 Novembre 2009, 19:20:26Commento scritto da joker
Voto: 7.00
Un buon libro di fantascienza sociologica incentrato sull'alienazione progressiva di un'umanità sempre più vuota. Interessantissima la figura di Spofforth in bilico tra la fragilità e l'onnipotenza.
Unica pecca è che, per essere un libro del 1980, è davvero molto carente dal punto di vista scientifico.
 
10 Novembre 2009, 19:22:29Commento scritto da Jex
Voto: 9.00
Un libro stupendo. Quì non vengono applicate le famosi leggi sulla robotica, anzi sono stravolte.
Lo scopo dell'autore è quello di inviare un monito: senza l'amore il futuro non può esistere e l'umanità è condannata a perire.
 
02 Novembre 2009, 21:09:49Commento scritto da grumele
Voto: 10.00
Poetico e con tanti spunti di riflessione. Una delle cose più belle lette ultimamente, consigliato anche al di fuori della cerchia dei lettori di fantascienza.
 
01 Novembre 2009, 23:47:17Commento scritto da Eremita
Voto: 7.50
Una bella storia...

Una storiadi crescita e di evoluzione personale, di lotta e di ricerca, oltre che di strade anche di risposte...
ma è anche una storia colma di tristezza e di solitudine...
tutti sono soli, estremamente soli, sia in mezzo agli altri, sia al proprio stesso interno.
Le difficoltà di comunicazione attraverso le parole dei propri sentimenti...

Ottimo volume anche come stile, molto scorrevole nonostante sia scritto come tre storie parallele.
 
01 Novembre 2009, 17:16:02Commento scritto da npano
Voto: 8.50
Bello! Bello!
Romanzo poetico di facile lettura.
Il romanzo ci descrive,  in un futuro senza futuro,  la storia di tre personaggi ( l'uomo, la donna e il robot) e dei loro rapporti e della loro evoluzione fino alla bella fine del romanzo.
Quello che descrive, la storia che narra è molto semplice ma assolutamente toccante e il romanzo scorre scorre come un fiume e quando arriva alla fine ti lascia soddisfatto della lettura.
Consigliato
 
31 Ottobre 2009, 13:30:48Commento scritto da Darkyo
Voto: 8.50
Anche se il titolo italiano continua a non piacermi, devo ammettere che è molto efficace nel riassumere la distopia descritta da Tevis in questo libro. Un futuro senza sentimenti ed emozioni, senza felicità se non quella indotta dalle droghe, un futuro senza bambini e quindi un futuro senza futuro. L'autore, senza mai apparire tecnofobo, narra la storia tenera e appassionante di tre personaggi - un uomo, una donna e un robot immortale - che riscoprono l'umano, perduto in una società fondata su una tecnologia disumana, che ha perduto il contatto con la realtà e con la sua funzione originaria. Alla fine, saranno proprio i sentimenti a concludere la vicenda, in modo drammatico e indimenticabile.
Un gran bel romanzo.
 
17 Ottobre 2009, 17:52:36Commento scritto da bibliotecario
Voto: 7.50
Ottimo romanzo che è un monito per tutti noi, ci presenta un futuro che potrebbe realmente presentarci il conto. Scritto in modo superbo, riflessivo, non vi è molta azione ma non se né percepisce la mancanza. I personaggi, solo tre, sono indimenticabili, uno dei tre L'androide Spofforth è il primo robor nero in cui mi sia imbattuto nelle mie molte letture fantascientifiche.
 
17 Ottobre 2009, 07:32:19Commento scritto da vinmar
Voto: 8.50
Libro struggente.Scritto con prosa elegante e scorrevole.Protagonisti ben definiti.Un futuro purtroppo possibile della nostra specie. Lo consiglio caldamente. Non è un romanzo d' avventure ma di atmosfere ma scorre leggero e avvincente ugualmente.Una buona riproposta. Peccato per il titolo, sono tra quelli che avrebbero preferito " Solo il mimo canta al limitar del bosco"  sarà forse perché lo lessi la prima volta con questo titolo. Ma è piccolo appunto, la copertina è bella veramente bella.
 
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