Il terzo libro della trilogia del "carbonio alterato", apparentemente è più soft dei primi due, nel senso che appare meno "hard boiled". In realtà c'è il trucco: le pagine sono diventete ben 530, perché l'autore si è soffermato di più nella caratterizzazione dei personaggi e nella descrizione dei vari contesti, oltre che nel ricordo di quanto già avvenuto nel passato della storia, Pertanto tutto appare più diluito, non veniamo continuamente strozzati dagli eventi. Semplicemente ritroviamo il nostro protagonista Takeshi Kovacs sul suo pianeta natale a fare ciò che ha sempre fatto, cioè ammazzare (per carità a buon fine) a destra e sinistra, ritrovandosi in una nuova "custodia". Ma non è sulla trama che voglio soffermarmi, perché mi sembrano più interessanti i diversi sottotesti. Cioè la sociologia, la psicologia, la politica, la religione, il sesso (e volendo se ne possono aggiungere molti altri). La politica vede sempre lotte di potere, corruzione, sottomissioni, lacerazioni popolari ed anche incapacità di governo, ma solo grandi ambizioni. Certe religioni qui descritte richiamano i tanti integralismi e le infinite contraddizioni fra quanto predicato e quanto realizzato. Insomma questi due temi si possono semplicemente riassumere nella Storia dell'umanità. Se uniamo questi aspetti alla sociologia alla psicologia ed al sesso, possiamo riassumere tutto nella parola antropologia. Per il resto nel libro troviamo ancora la violenza, tremenda e rivoltante e il sesso descritto in maniera pornografica, perfino nel lessico. E' interessante notare che i vari accoppiamenti descritti, spesso improvvisi e senza tanti preliminari fra persone che non si conoscevano fino ad un minuto prima, oppure si erano conosciuti in un lontano passato, avvengono con un innesco immediato della passione. Ebbene qui troviamo persone con "custodie", cioè corpi rimediati in qualche modo per vari motivi, non necessariamente belli. Quindi la scintilla scatta da dentro, come uno sguardo, una parola o una frase, un atteggiamento particolare. Ecco quindi perché, nella vita normale, molti uomini insignificanti o perfino brutti e delle vere "cozze" hanno comunque successo da quel punto di vista: danno perfino dei punti a grandi fusti e fighe strepitose. A proposito di lessico, non è che le parolacce mi diano particolarmente fastidio, ma quando in un libro, qualunque sia l'argomento di cui si sta parlando, ogni tre parole c'è una parolaccia, dopo un po' ci si infastidisce, e qui si esagera veramente. Va bene bellezza, questa è la FS moderna: o ti adegui o riprendi in mano Asimov &co;. Ma no, non è necessario: anche in tempi più vicini a noi ci sono autori che scrivono anche di argomenti tostissimi, ma con uno stile letterario ben più elevato di quello del mediocre Richard Morgan. Penso ad esempio all'immenso Dan Simmons ed alle sue saghe su Iperione ed Endimione. Ma potrei fare mille altri esempi. Se il mio voto su questa trilogia è comunque positivo non è certo per lo stile, ma per le originali e strabilianti idee fantascientifiche, che comunque restano nella mente. |
Terzo ed ultimo volume delle avventure di Takeshi Kovacs, ambientato sul mondo di origine del nostro eroe, in cui fa ritorno per chiudere un po di conti in sospeso. Gran bel romanzo di FS, dove tutti gli elementi del genere son ben calibrati e tutto funziona, compresi i colpi di scena, sino alla fine ma la magia di Bay City si è ormai persa nel tempo come lacrime nella pioggia. |
Il romanzo che chiude - per ora - la trilogia di Kovacs affronta la tematica della rivoluzione quellista (di cui tanto si era accennato nei volumi precedenti) sul pianeta natio del protagonista, con una serie emozionante di sparatorie, inseguimenti, fughe, esplosioni, conditi con un paio di idee davvero interessanti e originali. L'unica pecca che ho riscontrato è una certa superficialità nell'affrontare i risvolti psicologici e politico-sociologici degli avvenimenti narrati, che forse avrebbero meritato più pagine. Resta comunque una buona lettura. |