24 Aprile 2018, 13:05:09Commento scritto da contericci
Voto: 7.50
Romanzo complesso e di difficile decifrazione, considerato decisamente un "cult" tra architetti e sociologi. Il gigantesco edificio sembra inizialmente coccolare i propri ospiti grazie alle infinite comodità a disposizione, piscine, ristoranti supermercati. Nei piani bassi abitano i meno abbienti, salendo, aumenta il ceto sociale. Particolare curioso: le famiglie con bambini non superano il ventesimo piano, ai piani alti i ricchi proprietari amano invece accudire animali domestici molto sofisticati, annoiandosi un po'. Agli occupanti del piano terra spetta il parcheggio più lontano dall'ingresso, a quelli dell'ultimo, dove risiede anche il progettista dell'edificio, il più vicino. I residenti hanno la sempre più frequente abitudine di organizzare ricevimenti ai diversi piani, ricevimenti ai quali non sono visti di buon occhio quelli dei piani inferiori. Il solo fatto di spingersi ai livelli più alti comincia ad essere visto come una sorta di avanzamento sociale ma presto gli ascensori si guastano e diventerà sempre più difficile muoversi tra i quaranta piani. Così la situazione degenera. I condomini, appaiono come vittime di una sorta di malefica influenza che la colossale costruzione sembra esercitare su di loro e finiscono col regredire dal punto di vista etico e materiale e si instaura un clima dove la forza bruta prevale sull'intelligenza, come al tempo dei cavernicoli. Testo certamente non banale come altri romanzi di Ballard, con profonde implicazioni filosofiche e sociologiche.
 
07 Marzo 2014, 14:35:50Commento scritto da U
Voto: 9.00
E' un ottimo romanzo con un grande "difetto", la totale mancanza di verosimiglianza. La situazione che si crea è totalmente illogica, irrazionale, ingiustificabile, irrealizzabile, ecc.

Eppure è un ottimo romanzo, che ho personalmente letto con passione e che consiglierei a tutti. In effetti è più facile storcere il naso quando in una solida trama ci sono pochi "buchi", piuttosto che quando l'autore apertamente "dichiara" che non darà risposte logiche ai comportamenti e agli avvenimenti. In Condominium non c'è in pratica nemmeno bisogno di una forte sospensione della credulità, perchè c'è ben poco a cui credere, è più facile lasciarsi trasportare dalla spirale di follia che pervade il romanzo.
 
02 Giugno 2012, 12:07:54Commento scritto da Scubamanu
Voto: 4.00

Eccomi reduce dalla lettura di Condominium di Ballard.
E' il secondo libro di Ballard che leggo (ho letto per primo Vento dal Nulla) e, come per il precedente, ciò che colpisce di più non sono i personaggi (di cui sto già per dimenticarmi il nome) o la storia, ma l'ambientazione e la situazione. Un condominio di 1000 stanze in caduta libera verso il degrado e in grado di far tornare le persone agli istinti più bassi e primitivi
fin anche al cannibalismo


Sono sincera, all'inizio leggevo con avidità, il libro sembrava voler offrire centinaia di sviluppi....poi, ormai arrivata a metà, ho cominciato ad annoiarmi...ciò che leggevo era abbastanza scontato e per nulla originale, niente colpi di scena che rinfrescassero la voglia di leggere....
E c'è una cosa in particolare che mi ha dato molto ma molto fastidio: le scene di violenza gratuita sugli animali. Sarà che per lavoro ne vedo già abbastanza....non vorrei doverle leggere anche in un libro
Credo che Ballard con me abbia chiuso
 
02 Gennaio 2012, 10:41:36Commento scritto da mitd
Voto: 6.00
Bella l'idea iniziale, brillante come sempre la scrittura, però...

Comportamenti e reazioni dei personaggi appaiono forzati, così come l'intera situazione: sembra che Ballard abbia voluto dimostrare una tesi a discapito della verosimiglianza psicologica. Soluzioni che potrebbero apparire ovvie vengono ignorate (esistono supermercati anche fuori dal condominio), e lo stesso accade per altre esigenze primarie: incolumità fisica, dignità della persona, difesa dell'investimento effettuato per acquistare un appartamento di lusso...

D'accordo, in condizioni estreme emergono le peggiori pulsioni, ma per quanto mi riguarda l'irrazionalità di situazioni e comportamenti non ha saputo creare quella sospensione dell'incredulità indispensabile ad apprezzare un romanzo di questo tipo. Ballard ha voluto far diventare il Condominio una prigione, quando invece la ricerca di vie di fuga è l'istinto più forte di ogni essere, umano e non.

La sola abilità narrativa salva il giudizio.

 
09 Marzo 2011, 09:48:22Commento scritto da attiliosfunel
Voto: 8.00

Anche io dò un bell'otto a questo come già giustamente definito da altri apocalittico romanzo di Ballard. Parlare di capolavoro sembra troppo: benché io sia un fan sfegatato dell'autore, il suo stile gelido e poco comunicativo gli ha permesso raramente di varcare la soglia di una media quasi sempre, comunque, assai alta. Foresta di cristallo è, secondo me, ciò che più si avvicina (insieme a certi racconti) a un capolavoro tout court della letteratura del Novecento. Con Ballard non parlo infatti di capolavori di fantascienza, ma di ben altro livello. A partire dal linguaggio, che secondo me è la sua massima forza, e che sempre secondo me è studiatissimo e ben indirizzato. E poi le tematiche, che non puntano certo all'intrattenimento, ma ad una lucida analisi psichiatrico-sociale che ha pochi eguali nella letteratura di tutti i tempi.

Insomma, tutta 'sta pappina per dire che Condominium è un ottimo romanzo di letteratura a tutti i livelli, difficile da comparare con il resto della produzione tradizionale fantascientifica (e questo forse spiega come mai alcuni lettori non l'hanno apprezzato). Ricordo di averlo voluto comperare a tutti i costi già a dodici anni, attratto dall'idea geniale della trama e dalla copertina assurda di Thole. Come per Maxpullo, la lettura è poi stata un'esperienza avvincentissima. Ho poi comprato anche l'edizione Feltrinelli, ma senza rileggerla: diciamo che il buon Max con questa sua recensione potrebbe avermi dato l'idea di riprendere in mano l'opera dopo 25 anni o giù di lì! Vedremo... Per concludere, un Urania a dir poco consigliato.
 
09 Marzo 2011, 00:11:50Commento scritto da maxpullo
Voto: 8.00
Questo libro è l'esempio migliore possibile di come uno scrittore di razza possa raccontare di tutto, riuscendo ad avvincere e convincere anche senza avere granchè da raccontare.
Il titanico condominio nato dalla fantasia di Ballard non ha in verità nessun motivo reale per trasformarsi nel teatro di guerra e follia che ci viene presentato sin dalle primissime battute del libro e nessuna spiegazione viene data per giustificare, almeno in parte, il progressivo inarrestabile degrado del comportamento dei suoi occupanti: Ballard si limita a mettersi alla finestra (e noi con lui) ed a documentare freddamente e spassionatamente il progredire di una follia che nemmeno la Nebbia di Herbert sarebbe riuscita a provocare.
Eppure, come i personaggi del romanzo si sentono quasi soffocare nel mondo esterno al condominio e non vedono l'ora di tornare la sera nel loro ambiente per dar vita a nuove nottate di guerriglia e violenza, così io, ogni sera, non vedevo l'ora di riprendere il libro, per leggere avidamente le sue pagine.
Riuscire ad analizzare i motivi del fascino magnetico di questo capolavoro, il primo romanzo di Ballard che mi sia davvero piaciuto da cima a fondo, non è una impresa facile: da una parte c'è la formidabile comicità ispirata dalle descrizioni della follia dilagante dei condomini, ma un'altra c'è senza dubbio la grande capacità dell'autore nel riuscire a descrivere fatti e situazioni drammatiche in un modo tale che sembra quasi di leggere una poesia d'amore.
Ma il motivo di fondo è probabilmente quello più scomodo da ammettere: in una società che impone regole di vita strettissime e comportamenti governati da una certa qual rigidità, si può rimanere attoniti (per non dire affascinati) di fronte ad un modello di comportamento che abbatte quasi del tutto le convenzioni cui siamo abituati, quasi un tornare bambini e poter fare di tutto senza curarsi delle conseguenze.
Un capolavoro su cui riflettere.
 
26 Dicembre 2010, 18:28:29Commento scritto da olmo
Voto: 7.00
Ho letto l'edizione recente (2009 ottava edizione feltrinelli) con il titolo variato semplicemente in "Il condominio" e ad essere sinceri sono tormentato da sentimenti contrastanti che mi hanno accompagnato per tutta la lettura e una volta finito non mi abbandonano. Sono diviso fra commenti positivi riguardanti l'idea originale e originaria e la scarsa (spesso) capacità di rendere sulla carta questa idea più plausibile. Tralasciando a fatica questo enorme difetto, per il resto, l'autore descrive molto bene... l'illogico.
 
26 Aprile 2007, 16:43:24Commento scritto da Darkyo
Voto: 8.50
La fine del mondo (o meglio dell'umanità) è uno dei temi preferiti di Ballard, soprattutto dei suoi romanzi. In questo caso, però, non ci sono eventi (in)naturali o catastrofi planetarie: a far da cornice al disgregamento della società e alla regressione dell'umano è un semplice condominio, una gabbia per uomini, all'interno della quale emergono forti le differenze e le contraddizioni del presente. Un microcosmo che è simbolo del mondo intero, una vicenda che lascia presagire il terribile futuro che ci aspetta.
Non il solito Ballard stavolta: la narrazione è tesa e avvincente, le descrizioni crude e allucinanti, ma sempre poetiche e immaginifiche. Bellissimo.
 
17 Aprile 2006, 20:53:45Commento scritto da cat
Voto: 7.50
E' una lettura sofferta, non perchè la storia sia brutta, tutt'altro. E' che fa stare male in quanto molto coinvolgente  nel suo orrore.
 
02 Settembre 2005, 12:39:26Commento scritto da vipotto
Voto: 7.50
Apocalittico!
 
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