27 Febbraio 2024, 10:13:19Commento scritto da usul61
Voto: 4.00
Romanzo premiato con Hugo ma che ho fatto fatica a finire, come mi capita con questo tipo di libri ho saltato spesso interi paragrafi, dalla noia.
Una prima parte completamente sconclusionata e illeggibile. La seconda parte con un certo senso logico ma comunque un contenuto molto insipido. L'ultima e terza parte dedicata ad un evento tetrale, poco legato alla storia, il cui unico legame è l'assassinio della Regina Elisabetta.
Sconsiglio la lettura.
Voto 4
 
09 Settembre 2013, 18:21:29Commento scritto da Arne Saknussemm
Voto: 8.00
Vado controcorrente rispetto a tutti i commenti fin qui inseriti: per me questo è un bel romanzo e credo che l'Hugo se lo sia meritato, certo è datato (difatti gli do un 8 ... l'avessi letto 40 anni fà sarebbe stato almeno 8,5... credo!) ma l'Hugo lo vinse più di 40 anni fà e non ieri.
Leiber ci costringe tra 4 mura, in una "stanza" fuori dal tempo e dallo spazio, alle prese con 7-8 personaggi di varie epoche storiche e 2 alieni (un lunare di 1.000.000 di anni fà ed un gioviano proveniente da 1.000.000 di anni nel futuro), sono soldati, intrattenitrici, demoni e fantasmi, sono in prima linea nella guerra del cambio : devono modificare il passatop ed il presente...anche il futuro, per far si che in un futuro così lontano da non poter immaginare i Ragni vincano sui  Serpenti. Perchè? Loro questo non lo sanno.
Ma sono prima di tutto uomini con le loro debolezze (Leiber è cresciuto nei teatri e tra gli Shakespeariani e sa che i drammi sono per prima cosa drammi dell'anima), piccole rotelle di un enorme meccanismo che nemmeno loro possono comprendere, le loro vite sono sempre appese ad un filo e sono anche ben misere: nel Grande Tempo...si! Ovvero tra 4 mura o su un polveroso campo di battaglia sconosciuto tra sconosciuti.
Qui Leiber, con i suoi dialoghi mai banali, riesce a mettere in scena questa fragilità, questa insoddisfazione, la paura di ciò che non si conosce e la voglia di calore umano, di un soffio di vita invece di un venticello del cambio, e di una dose di libero arbitrio piuttosto che di un invisibile e sconosciuto deus-ex-machina, parla dell'amore per le cose, per l'arte, per gli esseri viventi, parla dell'assere umano.
Su un altro piano poi, riesce a mettere in piedi questo splendido meccanismo della guerra del cambio (che offre interessanti spunti di riflessione... a tratti mi portava alla mente i Tralfamadoriani di Vonnegut -solo perchè avevo appena letto Mattatoio 5- ma in Leiber non prevale il determinismo assoluto di Vonnegut, ma un relativismo, una casualità, una forza del libero arbitrio nella quale personalmente riesco a rispecchiarmi più facilmente) e riesce con poche parole, brevi frase buttate la, inizi (mai completati) di discorsi o vicende, a mettere in moto la fantasia del lettore che puo' sbizzarrirsi in luoghi e tempi sconosciuti e lasciati per lo piu' alla sua stessa capacità di sognare.
Molto immaginifico.
Infine Leiber mette in piedi un piccolo giallo, e ci da tutti gli elementi per poterlo risolvere: davvero intrigante.

Molto bello. Davvero un bel romanzo!

P.S. Grandiosa la scena dietro il paravento descritta in "Mister Ragno" !!    
 
04 Settembre 2013, 22:50:36Commento scritto da fabri
Voto: 4.00
romanzo quotatissimo che ho fatto fatica a finire. lento lento lento. di questo autore non ho ancora trovato niente di interessante, forse non lo comprendo appieno
 
19 Novembre 2011, 14:02:49Commento scritto da PabloE
Voto: 6.50

Impostato come se si trattasse di un'opera teatrale, questo romanzo ha una sola scena (praticamente una stazione di riposo per soldati), dodici personaggi, pochissima azione e tante disquisizioni simil-filosofiche. Risulta difficile addentrarsi nell'universo del Grande tempo, ma dopo un po' di pagine ci si lascia trasportare in questo affascinante universo costruito da Leiber. C'è la guerra sullo sfondo della stazione e lì rimane: le due fazioni rimangono ignote, le azioni belliche sono nulle (giusto un paio raccontate sommariamente dai soldati), il motivo per cui si combatte non si capisce granchè (prima sembri che riguardi la sola Terra, poi tutto l'universo). La trama non è male, ma neanche eccelsa per il fine disquisitorio. Tutto sommato un buon romanzo che fa riflettere sulle possibilità del Grande tempo (e non solo) e che intrattiene come una buona opera teatrale.
 
07 Agosto 2011, 09:20:25Commento scritto da maxpullo
Voto: 5.00

L'ingannevole quarta di copertina, l'insolito numero di ristampe e la pretesa generale che questo sia "il capolavoro di Fritz Leiber" mi hanno portato alla lettura con moltissime aspettative, tutte enormemente deluse.
Ci sono molte buone idee, una su tutte l'affascinante descrizione del Grande Tempo, il maestoso affresco dell'universo in divenire in cui nessuna probabilità rimane inesplorata ed in cui si muovono gli scialbi personaggi della vicenda. Il vero torto di Leiber è anzi proprio quello di aver creato un costrutto universale assolutamente originale, magnifico e convincente, per poi sprecarlo come palcoscenico di una storiella micragnosa che promette molto e poi non mantiene.
Si ciancia ad oltranza della guerra delle possibilità, si fanno intravedere eventi colossali e si fa molta filosofia anche interessante, però a stringere si rimane confinanti in una stanzetta al di fuori da tutto questo, ad assistere sconsolati ad una vera e propria farsa che coinvolge personaggi male assortiti: una sorta di presa per il naso che aggiunge la beffa dell'inconcludenza al danno dello spreco di una idea interessante.
Qua e là si salva qualche paginetta particolarmente ispirata, ma è incomprensibile come una cosa del genere (la parola romanzo è completamente fuori luogo) possa aver vinto il premio Hugo.
 
02 Maggio 2010, 16:17:40Commento scritto da gasp63
Voto: 5.00
Ho scritto le seguenti note e deciso il voto da assegnare prima di leggere i commenti degli altri UManiaci:

Primo romanzo di Leiber che leggo. Parziale delusione.
Impostazione teatrale, lento a tratti noioso e di difficile comprensione.
Poche spiegazioni riguardo le due fazioni contendenti
 
27 Febbraio 2010, 22:14:38Commento scritto da ovidio80
Voto: 7.00
Mi è piaciuta l'idea. Ma non lo svolgimento. Sembra un'opera teatrale. Il tutto è ambientato nello stesso posto. Da tempo cerco di recuperare l'antologia che contiene i racconti collegati a questo romanzo. Di Leiber ho preferito molto di più la fantasy.
 
08 Gennaio 2010, 23:19:47Commento scritto da legionario
Voto: 5.00
Una bella storia, ma solo una bella storia.
Peccato i personaggi, almeno caratterizzarli, non sono generali ma nemmeno ausiliari, e che dire del Romano? Bho!
 
10 Agosto 2009, 09:53:56Commento scritto da lolinhozzo
Voto: 2.00
Pessimo sotto ogni punto di vista, come ogni altra cosa che ho letto di questo scrittore. Da cassonetto.
 
21 Gennaio 2009, 09:13:34Commento scritto da nickel
Voto: 5.50
Non vedevo l'ora che finisse, per passare ad altro... L'idea non è brutta, il tentativo di un pezzo da teatro nemmeno, ma la realizzazione mi ha confuso: personaggi difficili da ricordare, discorsi campati per aria, troppo da ricostruire per capirci qualcosa... Strano che abbia vinto il premio Hugo, forse non c'era niente di meglio
 
04 Dicembre 2008, 18:17:10Commento scritto da Psycho
Voto: 2.00
Libro brutto ed estremamente noioso!Sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio da Leiber!
Bocciato in pieno!
 
14 Novembre 2008, 12:36:12Commento scritto da Paolo-42
Voto: 7.00
Per me é stata una lettura piuttosto piacevole...
 
10 Novembre 2008, 10:10:52Commento scritto da marsman60
Voto: 5.00
noioso pesante e futile brilla un po solamente per le ultime 2 pagine.
 
07 Novembre 2008, 10:44:38Commento scritto da cynewulf
Voto: 6.50
Leiber è un ottimo scrittore, la narrazione è sempre profonda e mai banale, ma la storia in sé è un pò troppo ambiziosa e teatrale per essere godibile come meriterebbe.
 
01 Novembre 2008, 02:00:06Commento scritto da pegolo2003
Voto: 3.00
Un libro veramente noioso,di una pesantezza fuori dal comune.Si salva solo la copertina.Uno dei peggiori Urania Collezione.
 
29 Ottobre 2008, 21:55:59Commento scritto da Gundam70
Voto: 5.00
Libro deludente e pesante. I dialoghi mi hanno infastidito per l'inutilita' di quello che dicevano.
Confesso di aver saltato paragrafi e pagine nella speranza che piu' in la' si raddrizzasse la situazione, ma cosi' non e' stato. Bocciato.
 
27 Ottobre 2008, 08:18:20Commento scritto da grifone58
Voto: 4.00
Sono rimasto profondamente deluso da questo romanzo di Leiber, infatti alla fine di questa tormentata lettura mi sono chiesto come abbia potuto vincere il premio Hugo... lo consiglierei soltanto ai nemici!!!
 
26 Ottobre 2008, 21:03:04Commento scritto da attiliosfunel
Voto: 6.50
A me, leggendolo vent'anni fa, piacque. Oggi, chissà che effetto mi farebbe. Ma,per affetto verso il me stesso di allora, e per compassione del Lippi dopo le batoste che vedo dare dagi UManiaci alle sue me scelte, gli dò un voto positivo, ma non positivissimo.
 
26 Ottobre 2008, 17:35:49Commento scritto da cat
Voto: 5.50
Lettura difficile e faticosa. Forse è un capolavoro ma non me ne sono accorto.
 
25 Ottobre 2008, 12:02:54Commento scritto da Eremita
Voto: 5.50
Idea Originale, svolgimento poco coinvolgente, si fa a volte fatica a seguire il corso degli eventi. Toppi personaggi, anche se ben delineati, in uno spazio ristretto...
Peccato, poteva essere molto meglio!
 
25 Ottobre 2008, 11:43:03Commento scritto da Darkyo
Voto: 5.00
Mai fidarsi della quarta di copertina: questo non è un romanzo di guerra. Nonostante i suoi protagonisti siano soldati provenienti da tutte le epoche e tutte le battaglie, reclutati per una inspiegabile (e inspiegata) guerra per la salvaguardia o la distruzione del Tempo, di azione ce n'è ben poca. La lotta è tutta psicologica e si gioca nella mente stranita di alieni e umani strappati al proprio mondo e al proprio tempo, costretti ad affrontare i propri ricordi in costante mutamento. Un'idea originale e interessante, ma sviluppata in maniera confusa e poco lineare; una lettura faticosa e deludente.
 
15 Ottobre 2008, 19:18:58Commento scritto da bibliotecario
Voto: 5.50
Grandi premesse, eroi di tutti gli eserciti che hanno solcato la terra, combattimenti in ogni epoca, scorribande spazio temporali, ragazze di facili costumi.
Fazioni dei Ragni e dei Serpenti, demoni fantasmi e zombi, si può partire, l'avventura ci attende e invece il tutto si riduce ad un dramma teatrale con zero azione, tutto svolto in un unico ambiente.
L'idea iniziale e certi concetti sviluppati durante il romanzo sono ottimi ma come viene portato avanti lo sviluppo della storia proprio non sono riuscito a farmelo piacere, sarà che non amo il teatro. Mi sbaglierò ma per me un occasione persa.
 
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