07 Gennaio 2013, 21:23:12Commento scritto da bal-lard
Voto: 5.50
Della raccolta (a dire il vero non orribile) ho apprezzato quasi esclusivamente il racconto che le da il nome  e "Caccia al grande serpente" che però alla fine gira un po' a vuoto. Sufficienza a "Le tre ombre del lupo" e "La macchia rossa di Giove". Il resto non mi è piaciuto. Ma quello che abbassa la media è l'eterogeneità dei racconti che, in questo caso specifico, è tale da valere come difetto.
 
10 Settembre 2010, 15:04:25Commento scritto da maxpullo
Voto: 6.50
Antologia molto variata i cui i racconti non hanno un vero e proprio filo conduttore, ma risultano comunque tutti gradevoli e di discreta qualità, garantendo un buon intrattenimento.
Giustissimo il titolo della raccolta perchè il primo racconto "Pistolero fuori tempo", di Edwar Wellen è, a mio avviso, anche il migliore. Senza troppe pretese o effetti speciali, Wellen ci racconta il curioso caso di un fuorilegge del vecchio west che, poco prima che venga eseguita la sua condanna a morte per impiccagione, si trova a vivere una straordinaria avventura che alla fine gli garantirà la libertà. Apprezzabile non solo lo spunto del racconto, ma anche e soprattutto la linearità del suo sviluppo ed il bel finale a sorpresa.
Il racconto successivo, "La macchia rossa di Giove", di T.L. Thomas, come sugerito dal titolo ci porta proprio sul grande pianeta al seguito di una rischiosissima spedizione volta a svelare il mistero della macchia più famosa del nostro sistema solare. Molto buono il suo l'incipit con la presentazione dei protagonisti e molto apprezzabile per la sua rapidità, il racconto perde un poco di credibilità nel finale, ma rimane comunque una lettura discreta.
Altra storia discreta è la successiva, "Caccia al grande serpente" di Gordon Eklund, che ci racconta le ansie e le incertezze di un giovane impegnato nella caccia di micidiali e mostruose creature aliene. Buona la caratterizzazione del personaggio nonostante la raapidità della storia e molto buone le descrizioni delle fasi della caccia, il racconto perde, a mio avviso, qualcosa nel finale perchè tenta di dire più di quanto sia umanamente possibile fare in un racconto di poche pagine, al punto che si perde di vista l'argomento centrale e non si riesce a comprendere quale possa essere il reale messaggio dell'autore.
Il racconto successivo, "L'ingegner Dolf", di Fritz Leiber, per l'argomento mondi paralleli ed il felicissimo spunto iniziale poteva essere un capolavoro della fantascienza, ma purtroppo si prefigge un obiettivo molto più ambizioso di quello che può essere perseguito in un racconto ed alla fine ne scaturisce una storia affascinante ma confusa, in cui sfuggono i raccordi tra le due realtà ed in cui soprattutto si ha una brutta sensazione di "forzatura", quasi che l'autore avesse avuto un'ottima idea, ma poi avesse finito per adattarla ad un copione assai più banale senza riuscire a svilupprla del tutto. Nonostante questo è l'unico racconto che mi era rimasto impresso dopo la prima lettura.
E dopo tanti racconti discreti, giunge l'unica nota stonata dell'antologia, il pretenzioso e buffonesco "Dai vasti spazi dello spazio" di John Sladek, che, nonostante la consueta ironia che caratterizza un po' tutta la produzione di questo autore e nonostante la sua brevità, risulta assolutamente privo di senso. Se al tempo avessero sostituito le sue due pagine con una serie di vignette di Mario Galli sarebbe stato certamente meglio.
Interessante e originale la storia di lupi mannari "Le tre ombre del lupo" di Laffery, ma, nonostante il tono ironico e disincantato e nonostante la linearità della trama, si finisce per avvertire la scarsa dimestichezza dell'autore con l'horror e quello che avrebbe potuto essere una bella storia con finale a sorpresa finisce per essere solo una favoletta per bambini.
Assolutamente privo di senso compiuto, poi il racconto successivo, "L'assassinio della Madre del Grano", di Dennis O'Neil. Come infatti la ricezione di onde radio possa turbare una non meglio identificata divinità non è dato sapere (ben diversa sarebbe stata forse l'emissione delle stesse), ma il racconto merita la sufficienza esclusivamente per la sua atmosfera di mistero e per l'ottimo stile che ricorda quello di Stephen King.
In chiusura di antologia c'è ancora posto per una delle storie di Young, in verità non tra le migliori della sua produzione e cioè "Fattore X". Il racconto parte e si sviluppa come una classica storia di fantascienza, ma, nel sorprendente finale, si rivela invece essere una storia di stregoneria e voodoo.
Racconti tutto sommato degni della piena sufficienza, accompagnati da una bellissima copertina di Thole, per una antologia che, pur non essendo tra le migliori mai pubblicate, risulta comunque interessante e meritevole di lettura.

Pistolero fuori tempo - 7
La macchia rossa di Giove - 6,5
Caccia al grande serpente - 6,5
L'ingegner Dolf - 6,5
Dai vasti spazi dello spazio - 5
Le tre ombre del lupo - 6,5
L'assassinio della Madre del Grano - 6
Fattore X - 6,5
 
25 Giugno 2010, 15:24:15Commento scritto da Giurista81
Voto: 6.00
Antologia estremamente eterogenea uscita per la collana Urania (n.676), nel lontano 03.08.1975, che prende il titolo dal racconto di apertura.Non mi è dato sapere chi sia il curatore, la sensazione è che si tratti di un lotto di racconti (sette più uno) raccolti in un volumetto senza alcun progetto che fungi da collante. I racconti sono assai diversi tra loro, persino come generi. Abbiamo dei testi fantastici, altri sci-fi e una specie di saggio breve sul rapporto tra le pirami-Stonhenge e l’uomo. A livello di autori coinvolti, a parte Fritz Leiber (nell’occasione piuttosto opaco) non si registrano nomi di grande richiamo commerciale.
Tra i testi più riusciti segnalerei il thriller/horror "Le tre ombre del lupo" di Lafferty e "Caccia al grande serpente" sci-fi che richiama alla mente i vermi giganti di Dune. Discreto e pungente anche "Fattore X" (un’intelligente parabola che, in chiave fantascientifica, rispecchia la situazione delle attuali economie con paesi che sfruttano i lavoratori e propongoni prodotti a prezzi concorrenziali improponibili per chi lavora nel rispetto delle leggi) per la firma del veterano Robert Young.
Nel complesso, quindi, “Pistolero fuori tempo” è un’opera priva di un’identità propria che raccoglie racconti assai diversi e con risultati non sempre all’altezza. Buoni alcuni testi, noiosi altri. Voto: 6

PS: per leggere una mia recensione più completa

http://giurista81.blogspot.com/2010/06/recensione-narrativa-pistolero-fuori.html#links
 
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