22 Marzo 2021, 12:24:18Commento scritto da dargon10
Voto: 7.00
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11 Gennaio 2020, 00:34:53Commento scritto da contericci
Voto: 5.50
Due giovanotti, zaini in spalla, sbagliano strada e si perdono nel bosco. Scovano al limitare di una radura un gruppo di villette e a furia di bussare trovano una famigliola molto gentile che offre loro ospitalità per la notte. "Ma come avete potuto sbagliarvi, sempre dritti e poi a sinistra, no?". E vabbè domattina alla luce del sole riprenderemo il cammino. Purtroppo l'indomani si troveranno avvolti in una  nebbia insolita ed inquietante,talmente densa che non sono nemmeno sicuri che quello sia veramente "l'indomani" visto che non ci sarà nemmeno la strada bruscamente interrotta da una fittissima foresta che si dubita possa essere cresciuta in una sola notte. Il sospetto di essere finiti misteriosamente in un'altra epoca è forte, ma il manipolo di eroi cercherà di fare buon viso a cattiva sorte. Salvo l'approfondimento psicologico dei personaggi e una certa suspance che accompagna il testo, ma il finale è abbastanza rabberciato.
 
12 Gennaio 2016, 07:35:39Commento scritto da astrologo
Voto: 6.50
UN DISCRETO ROMANZETTO SENZA PRETESE A BASE DI UN BALZO E CONTROBALZO TEMPORALE SPIEGATO SOMMARIAMENTE. SI Può LEGGERE.
 
07 Maggio 2009, 13:18:09Commento scritto da grifone58
Voto: 6.50
Buona l'dea anche se avrebbe potuto essere sviluppata meglio
 
14 Aprile 2009, 18:56:29Commento scritto da maxpullo
Voto: 6.50
Davvero insolito questo romanzo che, partendo da premesse vaghe e senza realmente mai decollare, riesce comunque ad intrattenere il lettore ed a fargli passare qualche ora di piacevole e mai noiosa lettura.
A me ha ricordato vagamente "il tunnel" di Murray Leinster perchè i principi che consentono alla vallata che ospita la cittadina di Kirdale di vivere la sua straordinaria avventura nel tempo sono altrettanto vaghi e misteriosi di quelli che consentono ai viaggiatori di spostarsi in diverse epoche attraverso il tunnel.
I protagonisti ed i personaggi sono appena appena abbozzati, quanto basta per giustificare i loro comportamenti ed anche l'ambiente in cui si ritrovano giocoforza a dover coesistere si riesce appena ad intravedere prima che il libro sia terminato; alcune descrizioni sulla terra del futuro risultano poi volutamente carenti ed il racconto si limita a lasciare all'immaginazione del lettore buona parte della trama. L'impressione è pressappoco quella di guardare una tela con un quadro appena abbozzato, una visione un po' miope in cui non manca proprio nulla, ma in effetti non si riesce a focalizzare l'attenzione sui singoli dettagli.
Eppure, nonostante la vacuità delle premesse, nonostante la teoria sui viaggi nel tempo sia appena abbozzata e davvero poco credibile, e nonostante tutta l'avventura risulti alquanto rocambolesca, proprio non riesco a "stroncare" questo libro, perchè leggendolo mi è sembrato di stare lì, in mezzo ad una giungla primieva i cui unici abitanti, oltre agli ex abitanti di Kirdale e ai due intrusi villeggianti, sono dei misteriosi ed incomprensibili vegetali, animati da scopi e logiche ancor più misteriose ed incomprensibili, a vivere le ansie e le paure di chi è chiamato improvvisamente ad essere l'ultimo rappresentante di una razza.
L'atmosfera di meraviglia e di sospensione che l'autore riesce a creare in pochissime pagine fa si che questo strano romanzo rimanga impresso anche a distanza di anni, pur senza essere davvero nulla di speciale e la mia valutazione non può che essere positiva.
 
11 Marzo 2008, 10:34:25Commento scritto da metalupo
Voto: 5.50
Per una volta le sparate della quarta di copertina riguardo altri riferimenti letterari, non sono campate in aria. La quarta cita Agatha Christie e a me è parso in effetti che questo romanzo sia una sorta di "Dieci Piccoli Indiani" in chiave fantascientifica. Non tanto per la trama né perché sia un romanzo incentrato su un enigma criminale (in alcuni passaggi però mi pare ci sia un consapevole e divertito riecheggiare di certi passi della Christie) quanto per il tentativo di ricreare la stessa atmosfera da stanza chiusa (ambiente limitato, in questo caso) in cui si muovono pochi attori. Per non parlare della surreale apparente normalità e compostezza british delle conversazioni di fronte a situazioni assolutamente sconcertanti. Al di là di queste caratteristiche, l'impianto fantascientifico è banale, pretestuoso e sviluppato solo marginalmente. La storia si trascina lenta e senza molti sussulti fra passaggi talvolta davvero noiosi (ecco un altra cosa in comune con la Christie), anche se il tutto viene riscattato da una buona raffinatezza stilistica. Nel complesso il romanzo non mi ha lasciato insoddisfatto, nel senso che non mi son sentito preso per i fondelli dall'autore, ma certo devo ancora capire che senso abbia avuto leggerlo.
 
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