24 Febbraio 2018, 19:50:36 | Commento scritto da zecca_2000 | | |
Romanzo di science fantasy, quarto del ciclo del nuovo sole e conclusione di una prima parte del ciclo, originariamente doveva essere la conclusione dle ciclo. Beh, che dire, nel ciclo succedono tante cose, viene descritta in maniera dettagliata una societa' futura con toni fantasy ma in cui si intuisce un sottostrato tecnologico, un tempo e una societa' in cui l'uomo ha abbandonato la Terra e forse la societa' terrestre e'regredita. Alla fine del romanzo non tutto e' chiaro, forse l'autore poteva evitare una delle tante divagazioni (veri e propri racconti totalmente disgiunti dal romanzo, di cui ancora non capisco il ruolo nell'economia del romanzo) e concentrarsi di piu' sulla storia principale. forse e' una mia pecca, ma non penso di avere capito appienoil ciclo. Voto 5,5 |
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09 Dicembre 2014, 11:14:59 | Commento scritto da mitd | | |
Quarto volume della pentalogia. Molto buona la prima parte, originale per situazioni e invenzioni letterarie. Nel finale si accentua l'aspetto messianico che, unito a una scrittura eccessivamente barocca e infarcita di divagazioni metafisiche, rende il tutto un po' confuso. Nuovi elementi rimandano al quinto e ultimo romanzo (che credo non fosse previsto in origine). |
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19 Marzo 2013, 13:54:35 | Commento scritto da Sherdan | | |
Wolfe fà dell'uso continuo e spiazzante di termini arcaici, medievaleggianti, di composti greci e latini, l'elemento che dà quel "quid" in più alla lunga narrazione di questi 4 volumi (il quinto me lo riservo più in là poichè leggibile anche separatamente). Anche per chi come me ha una "infarinatura" classica, è stata una vera impresa capire e trovare il significato di alcuni di questi vocaboli, per altri non c'è stato verso alcuno e come dire, il mistero che resta è di per sé stesso affascinante. Per il resto il mio primo approccio al Wolfe romanziere mi ha convinto ma non mi ha pienamente soddisfatto. La trama ha un filo conduttore abbastanza lineare, è un viaggio iniziatico del protagonista, una citazione colta di tanti romanzi di ogni genere ed epoca, che però spesso si dilunga e digrada in tanti "sotto - eventi" che ci portano a perdere il filo. Alcuni personaggi, abbozzati in molti casi ma incisivi nei loro pochi tratti, compaiono e scompaiono innumereveoli volte, seguono diversi flash-back, spesso i dialoghi si fanno criptici e il racconto s'appesantisce, ma senza mai essere noioso al punto tale da buttare via il libro. Infatti quando si pensa di aver raggiunto un momento di "stanca", l'Autore inserisce un guizzo di colore, di azione e persino alcuni "meta racconti" di miti classici reinventati ( Giasone, Romolo e Remo per es.) che pur proiettati nell'astratto futuro remoto della vicenda, restano vividi e metaforici come sempre. Sì, Wolfe è un fine narratore, dal linguaggio ammaliante, colto e intellettuale senza ombra di dubbio, ma chi s'approcciasse alla lettura del ciclo si prepari ad avere più dubbi che certezze, più domande che risposte, più senso del mistero che avventura. Sconsigliato a chi vuole cercare solo una bella storia d'evasione. |
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