03 Agosto 2017, 17:44:52Commento scritto da zecca_2000
Voto: 6.50
continuano e si avviano alla conclusione le avventure del Torturatore in questo mondo (che poi e' il nostro del lontano futuro), una sorta di Medio Evo futuro.
Toni fantasy ma contenuto FS quindi.
Quasi tutto quello che sembra magia ha una spiegazione razionale, o almeno se ne intuisce una.
Il personaggio e' interessaante, la narrazione anche. Procede senza prendere particolarmente, pero' nemmeno stanca.
Comprese le divagazioni filosofiche che non appesantiscono piu' di tanto.
Unica nota negativa, si poteva forse evitare il racconto nel racconto all'intenro del volume (tra l'altro, mi sembra abbastanza tipico di Wolfe..)
Voto complessivo positivio.
6,5
 
09 Dicembre 2014, 11:15:16Commento scritto da mitd
Voto: 7.50
Terzo volume della pentalogia. "La spada del littore" è un romanzo picaresco, viaggio attraverso terre sconosciute e pericoli incalzanti. La scrittura è più snella rispetto al romanzo precedente, così che la trama guadagna in velocità ciò che perde in originalità. Malgrado le intenzioni letterarie di Wolfe, però, l'approfondimento psicologico di situazioni a forte carattere emozionale è superficiale e freddo (i.e. Dorcas e il piccolo Severian), come trattato per dovere di completezza, senza coinvolgimento.  
 
19 Marzo 2013, 13:54:56Commento scritto da Sherdan
Voto: 8.50

Wolfe fà dell'uso continuo e spiazzante di termini arcaici, medievaleggianti, di composti greci e latini, l'elemento che dà quel "quid" in più alla lunga narrazione di questi 4 volumi (il quinto me lo riservo più in là poichè leggibile anche separatamente). Anche per chi come me ha una "infarinatura" classica, è stata una vera impresa capire e trovare il significato di alcuni di questi vocaboli, per altri non c'è stato verso alcuno e come dire, il mistero che resta è di per sé stesso affascinante. Per il resto il mio primo approccio al Wolfe romanziere mi ha convinto ma non mi ha pienamente soddisfatto. La trama ha un filo conduttore abbastanza lineare, è un viaggio iniziatico del protagonista, una citazione colta di tanti romanzi di ogni genere ed epoca, che però spesso si dilunga e digrada in tanti "sotto - eventi" che ci portano a perdere il filo. Alcuni personaggi, abbozzati in molti casi ma incisivi nei loro pochi tratti, compaiono e scompaiono innumereveoli volte, seguono diversi flash-back, spesso i dialoghi si fanno criptici e il racconto s'appesantisce, ma senza mai essere noioso al punto tale da buttare via il libro. Infatti quando si pensa di aver raggiunto un momento di "stanca", l'Autore inserisce un guizzo di colore, di azione e persino alcuni "meta racconti" di miti classici reinventati ( Giasone, Romolo e Remo per es.) che pur proiettati nell'astratto futuro remoto della vicenda, restano vividi e metaforici come sempre. Sì, Wolfe è un fine narratore, dal linguaggio ammaliante, colto e intellettuale senza ombra di dubbio, ma chi s'approcciasse alla lettura del ciclo si prepari ad avere più dubbi che certezze, più domande che risposte, più senso del mistero che avventura. Sconsigliato a chi vuole cercare solo una bella storia d'evasione.  
 
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