09 Dicembre 2014, 11:15:51 | Commento scritto da mitd |
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Primo libro della pentalogia. La storia è intrigante, il protagonista Severian è uno dei personaggi più inconsueti della fantasy, i comprimari ben delineati e originali, l'ambientazione unica. Grazie anche a uno stile di scrittura raffinato ma senza eccessi, "L'ombra del toruratore" è un inizio col botto. | |||||||
03 Luglio 2013, 10:29:20 | Commento scritto da Grianne |
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Strano libro. Mi piaciuto molto e molto poco allo stesso tempo. Alcuni passaggi sono splendidi. La parte che mi è piaciuta poco...non so. Wolfe usa qui uno stile narrativo estremamente particolare, in alcuni punti parla direttamente da autore a lettore, fornisce grosse anticipazioni sulla trama, usa una marea di termini sconosciuti e a volte si fa davvero fatica a seguire i salti che fa nei ragionamenti. Ma ho notato che procedendo ci si abitua a tutto ciò e lo si apprezza in maniera crescente. La sensazione che si ha è che Wolfe abbia il perfetto controllo della narrazione, e dell'impatto che essa ha sul lettore. Le caratteristiche che ho elencato sopra sono precise scelte dell'autore. Un autore certamente geniale. La cosa che mi ha dato più "fastidio", diciamo così, è che il modo in cui è scritto fa procedere la lettura di questo libro lentamente, a singhiozzo, e non mi piace quando mi accade. Leggerò i seguiti, probabilmente affiancandoli ad altre cose che scorrono via più veloci. Sono curiosa di vedere dove questa strana storia andrà a parare. | |||||||
19 Marzo 2013, 13:55:27 | Commento scritto da Sherdan |
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Wolfe fà dell'uso continuo e spiazzante di termini arcaici, medievaleggianti, di composti greci e latini, l'elemento che dà quel "quid" in più alla lunga narrazione di questi 4 volumi (il quinto me lo riservo più in là poichè leggibile anche separatamente). Anche per chi come me ha una "infarinatura" classica, è stata una vera impresa capire e trovare il significato di alcuni di questi vocaboli, per altri non c'è stato verso alcuno e come dire, il mistero che resta è di per sé stesso affascinante. Per il resto il mio primo approccio al Wolfe romanziere mi ha convinto ma non mi ha pienamente soddisfatto. La trama ha un filo conduttore abbastanza lineare, è un viaggio iniziatico del protagonista, una citazione colta di tanti romanzi di ogni genere ed epoca, che però spesso si dilunga e digrada in tanti "sotto - eventi" che ci portano a perdere il filo. Alcuni personaggi, abbozzati in molti casi ma incisivi nei loro pochi tratti, compaiono e scompaiono innumereveoli volte, seguono diversi flash-back, spesso i dialoghi si fanno criptici e il racconto s'appesantisce, ma senza mai essere noioso al punto tale da buttare via il libro. Infatti quando si pensa di aver raggiunto un momento di "stanca", l'Autore inserisce un guizzo di colore, di azione e persino alcuni "meta racconti" di miti classici reinventati ( Giasone, Romolo e Remo per es.) che pur proiettati nell'astratto futuro remoto della vicenda, restano vividi e metaforici come sempre. Sì, Wolfe è un fine narratore, dal linguaggio ammaliante, colto e intellettuale senza ombra di dubbio, ma chi s'approcciasse alla lettura del ciclo si prepari ad avere più dubbi che certezze, più domande che risposte, più senso del mistero che avventura. Sconsigliato a chi vuole cercare solo una bella storia d'evasione. | |||||||
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