26 Settembre 2011, 12:46:48Commento scritto da mitd
Voto: 5.00
Terzo e ultimo volume della trilogia del Bas-Lag.

Noia pura per 600 pagine.
Poi, nelle ultime 20, un finale originale e quasi bello (che comunque non tira le fila): Bradbury o Simak ne avrebbero tratto un bel racconto di 30-40 pagine. Due punti in più nel giudizio, comunque.

Acune considerazioni su "Il treno degli dei":
1) I personaggi principali, ben abbozzati al momento dell'introduzione, sentono, fanno e soprattutto ripetono le stesse cose. Non sarebbe un gran danno, se non fossero così sciapi.
2) La trama è campata per aria, pure per un Fantasy.
3) La trama è di una noia mortale (dipenderà da come è stata sviluppata?)
4) La scrittura è barocca oltre il limite della pedanteria.
5) L'immaginazione senza briglie nel descrivere fauna e flora aliena non ha un minimo di coerenza o verosimiglianza. (Esempio: una testuggine di terra lunga un chilometro sul cui carapace è stata costruita una città.)
6) Che fine ha fatto la pseudo-scienza inventata in "Perdido Street Station"? Sembrava dovesse cambiare il mondo.

Alcune considerazioni su Miéville in generale:
1) Ho l'impressione (quasi certezza) che  scriva i suoi romanzi scena dopo scena, senza sapere dove andrà a parare. Di qui la mancanza di coesione dei testi e il groviglio di trame e sottotrame incoerenti e irrisolti.
2) Non cambierà stile di scrittura. Troppo successo (ingiustificato)
3) La nomina al Premio Hugo non è garanzia di qualità.

Qulcuno si chiederà perché ho insistito nella lettura nonostante tutto... Beh, l'ho fatto anche per voi frequentatori di questo sito. Cave!
 
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