01 Febbraio 2023, 18:41:52Commento scritto da Phoenix
Voto: 9.00
Infect@: titolo quanto mai appropriato per questo romanzo che, pur non amando il genere, è stato per me una piacevole sorpresa. Una Milano al di fuori di parametri temporali o forse al di là anche del nostro universo, una città 'infetta' dove regnano sporco, liquami, pioggia fredda e rottami. Rottami non solo di veicoli e di edifici ma anche di esseri umani e di cartoon. La vicenda che è una sorta di 'spy story' o 'poliziesco' si svolge in una ambientazione onirica, ma non da sogno bensì da incubo.
Tutto è unto, appiccicoso, tutto fa ribrezzo a toccarlo e i protagonisti sono immersi nel luridume (sembra che gli unici posti puliti siano i 'cessi') e interagiscono con i cartoon (o cartoons?). La realtà è nascosta sotto un velo creato dalle nuove droghe: xtoons e lo scenario in cui si muovono i protagonisti è caratterizzato da una umanità disperata, drogata, terminale e dai cartoon, muti ma capaci di comunicare, che vivono della energia vitale di chi li ha 'creati' guardandoli.
Un poco Ballardiana la desolata Milano di Tonani e un poco come la San Francisco di Frank Carlucci, città arrivate al limite della loro vita, così come gli esseri che ci vivono..
Se devo fare un appunto all'autore è la lunghezza del romanzo, una stesura più incisiva avrebbe reso il romanzo più 'veloce' da leggere; poi alcune minime incongruenze sfuggite sicuramente alla revisione.
D. 2007
 
03 Gennaio 2014, 11:47:46Commento scritto da Free Will
Voto: 2.00
Volevo abbandonarlo già alla prima pagina. Invece ho proseguito fino a tutto il terzo capitolo e qui ho deciso di gettarlo nel cestino. Non mi capita troppo spesso: è successo già con un libro di Donato Altomare. Mi viene il dubbio che in Italia, in presenza di spazzatura, per non sapere a quale genere appartiene, si decida che è fantascienza. Peccato, perché per me la fantascienza è letteratura di alto livello.
 
07 Marzo 2011, 10:12:08Commento scritto da mitd
Voto: 5.00
Lo confesso: ho abbandonato dopo una trentina di pagine.
Altra confessione: gli ambienti cupi e degradati non sono il mio genere. E questi eroi maledetti hanno già esaurito la capacità di ricezione del mio immaginario.
Forse ero dell'umore sbagliato, ma ambientazione e protagonista sono cliché allo stato puro.
Ho letto i commenti entusiastici, e forse lo riprenderò in mano.... in un futuro non prossimo.
 
01 Giugno 2010, 12:58:53Commento scritto da iogy
Voto: 9.50
Il libro ha il notevole dono di farci ritornare bambini e assaporare ancora una volta le antiche atmosfere dei primi cartoons, quindi il libro avrebbe avuto la sufficienza già solo per questo (anche se un Goldrake o un mazinga Z ce l'avrei messi...aaah e anche l'ape Maya!)
La doppia coppia Cletus/Magda e il commissario e il detective sono fenomenali, danno vita a una caccia all'uomo serrata e avvincentissima...ciò da spunto all'autore di calarsi nella fantomatica Milano del futuro, dove cinismo e sadismo circondano continuamente i cartoons prodotti oggettivi delle nuove droghe in commercio.
Nel finale cala leggermente il ritmo ma la descrizione della formazione del charlie brown gigante (molto suggestiva) compensa ampiamente...
Ho apprezzato soprattutto i dialoghi, mai scontati, mai ripetitivi, nella mi personalissima esperienza come lettore questa è davvero una rarità!

Complimenti al caro Cletus che ha dato un tocco magico alla sf nostrana!!

(Il voto, vostro giudice, è 9/10...ma considerando le attenuanti generiche che l'imputato gode della simpatia della suprema corte e ch'egli è da anni rinchiuso nel manicomio di massima sicurezza Uraniamania...considerando tutto ciò...si aumenta la pena di mezzo punto...
così è deciso l'udienza è tolta  TUM!! TUM!!!)

 
28 Marzo 2010, 19:33:07Commento scritto da razzomissile
Voto: 8.00
Un romanzo difficile, la cui non linearità riflette il comportamento erratico ed imprevedibile dei toons stessi. Il romanzo ha molti spunti già menzionati ma Tonani li cala nella nostra (ir)realtà nostrana e questo è un grande pregio.

A me sono piaciuti: le cialde dei cartoni, viscide e non biodegradabili; la sagoma di Big Betty Boop che si sgonfia e si affloscia mollemente sopra il quartiere; la voce libera di Radio Smack, che trasmette umanità in un mondo di disvalori; la città pneumatica  per il nome evocativo da realtà post-industriale e post punk; la pioggia, il fango e la sporcizia  ed infine la fuga di Cletus e Magda, che mi hanno fatto tornare in mente Il Maestro e Margheita di Bulgakov.

Per concludere, il romanzo è sicuramante "da assumere retinicamente".
 
27 Marzo 2010, 19:48:52Commento scritto da bibliotecario
Voto: 8.00
Prima o poi anchio avrei dovuto scrivere il commento all'opera prima dell'amico Dario su Urania.
Semplicemente una ottima lettura.
La cavalcata adrenalinica, spasmodica, sporca e colorata nel futuro prossimo venturo che i protagonisti Cletus e Magda ci fanno vivere in una Milano infetta e cartonizzata è splendida e si legge tutta di un fiato.
Romanzo senza un attimo di pausa, pieno di idee nuove e coraggiose, infarcito di omaggi ad autori visionari che evidentemente hanno cosi bene ispirato Dario, il tutto in una commistione di generi che creà il melange perfetto.
 
26 Marzo 2010, 14:38:27Commento scritto da Palmer
Voto: 10.00
************Attenzione Spoiler****************
Partiamo con le critiche. E' abbastanza evidente che sono un fan di PKD, per cui mi è risultato abbastanza chiaro l'omaggio intrinseco di questo bel romanzo. Tra l'altro Dick è anche citato con la Penultima Verità, anche se non ho ben capito perchè tra tanti proprio questo.
Tornando al dunque,in INFECT@ l'omaggio alle realtà allucinate di stampo dickiano è pressochè totale. PKD era un maestro assoluto nel trascinare e avvolgere e immergere il lettore in contesti assurdi, sgangherati e impossibili.
E anche Tonani si è ben difeso, anche se purtroppo devo dire che non sempre la magia è riuscita. Infatti spesso mi sono ritrovato a non accettare la realtà mista umani/cartoon. L'abilità sarebbe stata nel farmi accettare senza opposizione mentale la realtà descritta mentre invece in alcuni frangenti ho fatto fatica. Ripensando ad ubik, nel quale in due paragrafi può accadere di tutto, ho pensato che forse INFECT@ è troppo descritto e troppo poco evocativo. Ad esempio nel primo paragrafo di pagina 28 viene data una sommaria spiegazione sulle modalità infettive delle allucinazioni tramite le superfici riflettenti sulle quali tornerò più avanti. Come a dire: "l'escamotage è quello di una allucinazione più vera del reale". Insomma la realtà è infettata da un altra realtallucinata (se mi passate il neologismo) integrata e in grado di operare dato che i proiettili dei cartoon uccidono. Il punto secondo me è che questa seppur minima spiegazione non andava nemmeno accennata, perchè ha fatto sì che poi io mi chiedessi come e perchè per tutta la durata del libro. Ci sono comunque passaggi in cui me ne sono del tutto dimenticato: magda che strofina il pube sul pomello fallico e cletus che gli da un mozzico, cletus e magda che scendono dalle scale antiincendio e che vengono sorretti da un murales a forma di drago, Montorsi che viene trascinato fuori dal pantano dai fari di un pulmino e Di Merbi (personaggio un po' fine a se stesso nella storia) che viaggia dentro uno scooby doo gelatinoso. E in effetti sono proprio questi episodi più assurdi quelli che funzionano meglio in assoluto, mentre. E' nei cartoon di sfondo che la magia - almeno per me non ha funzionato. Ad esempio in Roger Rabbit, altro grande omaggio, non c'è una spiegazione all'interazione dei cartoon con gli umani. Lo si accetta e basta.
Altra piccola critica che mi viene in mente è la mancanza di un qualche accenno ai mi motivi che giustificano il degrado della civiltà, della cultura, della tecnologia e dell'umanità.
Per quanto riguarda ciò che mi è piaciuto, ed è tanto, nonostante la critica introduttiva, posso dire che INFECT@ è un romanzo audace e pieno di idee e intuizioni sulla realtà in atto, che se vogliamo è anche uno dei compiti della fantascienza.
L'insistere sulle superfici riflettenti ad esempio. Tutto in INFECT@ spesso è un riflesso. La pioggia, i veri, gli schermi. Particolarmente azzeccata in questo senso è la continua insistenza sulle pozzanghere, topic mutuato dal Noir, forse la superfice riflettente che mette a nudo lo sporco per eccellenza. La pozzanghera come metafora di uno specchio che mette a nudo lo sporco. In questo caso ho molto riflettutto sul fatto che le droghe retiniche postulate nel romanzo di fatto già imperversano nella nostra società. La commistione di generi - mi sovvengono i cospla<x>yer che si travestono da cartoon -, l'immersione totale in mondi alternativi che vanno oltre la sovrapposizione della realtà fino ad eluderla, scarnificarla renderla vana fino a sostituirla senza successo, creando contraddizioni allucinatorie da questa comistione. Questo sta già avvenendo, il tema della profondità dello schermo vista in Avatar, del superamento della superfice.
Forse è anche questo il senso del personaggio errante e sconclusionato Di Merbi e del suo papero alter ego Ibremid. E' il suo avatar, una sua escrescenza più reale del suo padre in carne ed ossa, per quanto la carne e le ossa possano contare.
Insomma una storia audace, seppur non originalissima, che mi ha fatto molto riflettere, ricca di spunti, poliedrica senza ombra di dubbio unica nel panorama italiano.
Ora che è anche hollywoodianamente opzionato poi...;-)
 
03 Ottobre 2009, 07:42:48Commento scritto da gasp63
Voto: 10.00
Ho impiegato diverso tempo per decidermi a leggere Infect@ sapendo la mia difficolta verso la narrativa più recente.
Nello stesso tempo ero attratto da un romanzo che prometteva una storia di cartoni in salsa Cyberpunk.
Alla fine mi sono deciso e non sono rimasto deluso. Lettura scorrevole, appassionante tanto che ho letto il libro in poco più di una settimana (per me è un record).

Geniale la commistione tra umani e cartoni. L'idea non è nuova, Disney ha fatto i primi film di animazione mista credo già negli anni '50, ma implementata in modo innovativo.

Stupenda l'ambientazione a Milano. Per la prima volta leggo un libro dove quando si nominano vie e piazze non devo immaginarmele perchè so esattamente dove sono e come sono fatte. Per una volta mi sono sentito come gli Americani che leggono sempre libri ambientati nelle loro città.

Grande l'idea di raccontare gli esordi dei cartoni con l'espediente della radio....ho anche goduto di informazioni che non conoscevo e che spero non siano invenzioni (date di nascita dei cartoni etc..).

Dinamica l'impostazione cinematografica che porta avanti le diverse situazioni in parallelo (uno stile di scrittura non usato nei classici che prediligo).
In alcuni tratti ho avuto l'implressione di leggere non una storia di fantascienza, ma una storia sul nostro immediato futuro. Qualcosa che sta per accadere, che è dietro l'angolo. Impressione data da dettagli descritti nella storia che sono già oggi così (o quasi) e da altri dettagli che sono o potrebbero essere la prossima evoluzione di ciò che è già vero oggi. I TeraDisk potrebbero essere i BluRay oppure quello che verrà subito dopo...anche se l'assunzione della droga retinica (qui notare una certa somiglianza con alcuni scritti di Dick è d'obbligo) e +toon forse saranno un pò più avanti.

Infine i personaggi tutti ben delineati, anche i cartoni. Bellissimo il cameriere che si suicida e bella sorpresa scoprire che il disc-jockey era proprio l'amico di Cletus.
 
08 Agosto 2009, 23:46:17Commento scritto da nottolone
Voto: 9.00
Cupo e opprimente, alla Blade runner.Ben scritto. Si fa leggere che e' un piacere.
 
18 Giugno 2009, 13:20:44Commento scritto da nollicus
Voto: 7.00
Ho letto il romanzo qualche mese fa e non me la sono sentita di dare un giudizio immediato, mi aveva un po' frastornato, la lettura mi attirava ma non era semplice... Dopo adeguata "decantazione temporale" posso dire che m'è piaciuto per l'originalità della storia e dei personaggi, forse proprio perché, per essere letto, impone di calarsi totalmente nel suo mondo da incubo, senza spiegazioni che facciano da "rete di sicurezza" per il lettore.
 
03 Marzo 2009, 09:35:50Commento scritto da FrancoBrambilla
Voto: 9.00
Giovane, intrigante, visionario e...  "malato" al punto giusto. Svolgendosi in molti luoghi che circondano la mia realtà quotidiana dall'autogrill sulla tangenziale, all'aereoporto di Linate passando per il quartiere Feltre ancora oggi mi aspetto di veder spuntare qualche cartoon gigante tra i tetti o di calpestare qualche "cialda" fresca caduta dalla bocca di un  papero di passaggio. Le scene d'azione sono pronte per essere riprese su pellicola (Danny Boyle o Tarantino alla regia please) o trasformate in tavole (dai colori ovviamente allucinanti) per una graphic novel che solo artisti del calibro di Bilal o Druillet saprebbero realizzare. Mitico!
 
06 Ottobre 2008, 16:03:38Commento scritto da Deep
Voto: 6.50
Non saprei come definire questo romanzo che racchiude in se vari generi, dal giallo-thriller al fantastico, passando per lo splatter in alcuni punti, per il noir in altri...
Ho apprezzato molto l'idea a mio avviso originalissima: il romanzo è come "calato" in questa realtà fantastica e macabra allo stesso tempo con tutte le conseguenze del caso. La storia si dipana senza dare troppe spiegazioni sul come e sul perchè, ma l'autore è bravo a tenere viva l'attenzione fino alla fine.
Peccato solo per il finale nebuloso e poco chiaro al punto da far perdere "di vista" i vari personaggi: non si capisce bene ciò che accade e che fine facciamo alcuni di loro.

Sono sicuro che Dario Tonani ci farà vivere nuove emozioni, speriamo prima possibile!
 
16 Settembre 2008, 13:59:46Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.00
Il romanzo è un poliziesco/fantascientifico ambientato in una Milano del futuro e ci presenta una città in cui umani e cartoni animati convivono quasi pacificamente.
E' quasi impossibile non fare il paragone con l'allegra cartoonia di "Chi ha incastrato Roger Rabbit?" o il sordido Mondo Furbo di "Fuga dal Mondo dei Sogni", ma, a differenza dei due films, la Milano immaginata da Dario Tonani è una città vera nella quale i cartoni, lungi dall'essere i divertenti archetipi dell'immaginario collettivo, sono piuttosto la materializzazione delle allucinazioni indotte da nuovi e micidiali tipi di droga.
Per effetto di ciò, a fianco dei classicissimi beniamini della Walt Disney, dei buffi Looney Toons e dei personaggi a fumetti di tutte le epoche, troviamo anche cartoni "amorfi" o personaggi del tutto nuovi e sconosciuti, materializzazioni incomplete tratte dal "plasma" che anima le allucinazioni.
Quello che salta subito agli occhi nel romanzo è lo squallore della situazione: i cartoni, anzichè essere gli allegri e colorati compagni di divertimento, sono personaggi spesso incolore, incapaci di parlare se non attraverso delle "cialde" che materializzano i loro fumetti, e che anelano a prolungare la propria esistenza inducendo i loro creatori ad assumere nuove sostanze stupefacenti.
I cartoni di "Infect@", quindi, più che divertire rattristano e si rendono complici di crimini o, peggio, vittime di abusi inconcepibili e irriferibili (vedere ad esempio l'episodio del "giovane" Mickey Mouse); non hanno più nulla della loro originale allegra caratterizzazione, ma vivono dello squallore stesso dei bassifondi in cui sono stati concepiti, intrappolati in un mondo nel quale non hanno motivo di esistere, come figli spesso indesiderati e malvisti.
La graziosa Betty Boop diviene allora un grottesco pupazzo grande quanto un palazzo, oggetto di scherno da parte di chi, più che alle sue simpatiche fattezze, è interessato a scoprire se sia o meno disegnata sotto i vestiti, mentre diversi Wile Coyote gareggiano per chi commette il peggior crimine ed il valoroso Popeye si abbassa a fare il netturbino.
Penso che il maggior pregio di questo romanzo sia proprio quello di essere riuscito "rompere" gli schemi classici dell'interazione tra uomini e cartoni animati: come a suo tempo l'immaginazione di pochi ha saputo creare dei personaggi "tipo", degli stereotipi dell'umanità, quali sono appunto i cartoni, ora, attraverso i "trip" di tossicodipendenti questi stereotipi presenti nel nostro immaginario collettivo prendono vita, ma risultano contaminati nell'atto stesso della loro genesi dai cromosomi bacati dei loro genitori e risultano personaggi che più che simpatia suscitano pietà.
Nonostante l'originalità, il romanzo presenta a mio avviso alcuni difetti: oltre ad un finale un po' troppo confuso ed una eccesiva lunghezza, non ho affatto apprezzato la mancanza di una spiegazione circa la genesi dei cartoni. Si da, infatti, per scontato che essi siano la materializzazione dei sogni dei tossici, ma sono certo che qualche riga di spiegazione "fantascientifica" in più circa il processo di genesi, non avrebbe guastato ed avrebbe reso questo romanzo degno dei capolavori.
Buono ma non ottimo.
 
11 Marzo 2008, 08:24:01Commento scritto da Alan Wolf
Voto: 8.00
Un bel romanzo, mi è piaciuto molto. Una Milano sporca, umida, appiccicosa, dove si muovono personaggi padroni solo del loro delirio cartoonesco. Dario ha una prosa fluida e scorrevole, e la narrazione non rallenta mai nonostante la notevole mole di cose da "spiegare". Alcune scene fanno venir voglia di vomitare, ma è un pregio nei confronti dell'autore che, di fatto, ha violato l'ultimo mondo in cui forse ancora esiste l'innocenza... quello del cartone animato.
 
05 Marzo 2008, 17:34:47Commento scritto da Eremita
Voto: 8.00
Mi è piaciuto, ambientazione bella delirante!
 
03 Marzo 2008, 16:37:07Commento scritto da remotino
Voto: 7.50
Ottima idea! Praticamento ho letto il libro divorandolo. L'ambientazione anche se un po' forzata mi ha riportato indietro nel tempo quando attraversando Milano da parte a parte, passavo per Lambrate per andare dalla mia morosa (oggi moglie). Le fabbriche semivuote, lo sfasciacarrozze all'uscita della tangenziale. La trama c'era eccome, a me è piaciuto molto
 
17 Dicembre 2007, 12:54:45Commento scritto da Future Bomb
Voto: 7.50
Infect@ è una specie di "chi ha incastrato Roger Rabbit" in acido, e l'effetto è totalmente opposto alla classica idea di interazione uomo/cartoon. Mi chiedo come mai non sia stato questo romanzo a vincere il premio Urania, vista la debolezza di "stella cadente". Questo romanzo è scritto bene, con una buona idea di partenza, per nulla scontato e tanto meno "ruffiano", l'unica critica che gli si può fare è quella di non avere una trama che ti sorprende, trattandosi sostanzialmente di una caccia all'uomo vissuta da tre o più punti di vista, la Milano decadente e "infettata" rende benissimo e le descrizioni sono da 10 e lode. Sicuramente piacerà agli amanti di Gibson, di Sterling e di Dick, speriamo di leggere altro di Tonani in questa collana o su altre edizioni anche più prestigiose.
 
17 Settembre 2007, 14:09:48Commento scritto da miky1
Voto: 6.00
Voto "ufficiale" - composito pre T6:
7,5 per l'idea + 6,0 per la ripetizione ossessiva di talune situazioni, descrizioni ecc. ecc. + 6,5 per la trama un po' leggerina + 4 per la visione troppo brutale della mia Milano = totale 24 : 4 = 6

Voto "ufficioso" - super composito - post T6:
qui la situazione si fa più spessa!!!
Conosciuto l'esimio autore di persona, i primi 4 voti rimangono confermati, ma:
Cletus si è dimostrato un interista tremendo (diplomatico, ma subdolo) = 1
Mrs Cletus, pure lei (ridente ma anch'essa subdola) = 2 (a una signora non si può assegnare un 1)
Cletus Jr, pure Lui - il più tremendo (colpi bassi a non finire) = 1 (di stima - quasi quasi gli davo 0, ma poi la divisione non sarebbe venuta ben...).

Il totale diventerebbe 28 : 7 = 4 (per questa volta confermo il voto ufficiale)
 
10 Settembre 2007, 16:29:02Commento scritto da Gundam70
Voto: 6.50
Sebbene non cada nella mia definizione di Fantascienza, e' decisamente un romanzo di fantasia.
La mia Milano cartoonizzata ed esageratamente fatiscente, volgare e drogata, mi ha lasciato un po' di amaro in bocca. Ma il romanzo giallo, il lungo inseguimento e il finale non scontato mi hanno fatto divertire.
Bravo Cletus per la prosa. Scrivi bene.
 
24 Luglio 2007, 22:24:08Commento scritto da nickel
Voto: 6.50
A volte avvincente, spesso complicato fino a rendere difficile l'immaginazione
 
22 Luglio 2007, 09:17:43Commento scritto da vinmar
Voto: 6.50
Romanzo strano, ben costruito ma con alcuni nei. Lo stile mi è piaciuto, l'uso di un certo tipo di linguaggio lo trovo appropiato. I personaggi validi. L'ambientazione, forse, eccessivamente triste e squallida. Ciò che trovo negativo : la lentezza e la lunghezza, forse la trasformazione in racconto lungo avrebbe migliorato il godimento. La non perfetta spiegazione della droga retinica e dei cartoon non aiuta molto alla comprensione.
In complesso però ben vengano altri romanzi così da poter criticare e godere. Forza Cletus continua ;) ;)
 
13 Giugno 2007, 23:29:22Commento scritto da joe65
Voto: 6.50
Come molti ho trovato il romanzo strano, con parti del racconto a velocità diverse, mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi, e le descrizioni alla Blade Runner della " Milano da venire ", un po' irrisolto il meccanismo droga-cartoons che lascia magari un po' interdetti.
 
01 Giugno 2007, 23:44:35Commento scritto da Moebius
Voto: 8.00
Inevitabile! Inevitabile che il romanzo Infect@ sollecitasse, come è facile cogliere leggendo i commenti, risonanze contrastanti, evidenziando punti di vista anche molto distanti. Ma parafrasando Dario Tonani, che spero perdoni la forzatura, per uno scrittore di fantascienza "OGNI STRANEZZA E' MANNA DAL CIELO, MATERIA DA INDAGARE E, NEL CASO, DA SACCHEGGIARE". E questa materia, frammento dopo frammento, fotogramma su fotogramma, ritorna trasfigurata a pervadere "i labirinti della memoria", ad offrirsi spoglia, ormai nuda, alle "infantili" impressioni retiniche. Colori che in un "tourettiano" giro di vite, prendono forma dagli stessi protagonisti, e a tratti sembrano irridere cinicamente al lettore, quasi rincorrendo la vivace punteggiatura del romanzo. Metafora "virtuale", onirica, cruda e spietata al tempo stesso nei contrasti, che proietta il lettore constantemente in atmosfere e luoghi disumanizzati, periferie che trasudano ogni sorta di devianza, in una visione che diviene progressivamente quasi troppo vicina e familiare. Contrasti, dicevamo, che ritroviamo anche nella lucida caratterizzazione e, perchè no, contrapposizione dei protagonisti, Cletus e Magda da un parte, Montorsi e Mushmar dall'altra. Ma non andrebbero dimenticate le sfumature dei "minori", del formicaio che popola il romanzo, cartoni compresi. Immaginiamo, solo a titolo di esempio, come può coglierci impreparati, e stupirci, la dolce sensualità di Betty Boop (rinnovata, quasi riscritta nel suo DNA) o, nel riuscitissimo epilogo al romanzo, la nostalgica ritualità familiare di un H. Bogart.
Una proposta per i lettori che, a nostro avviso, non sfigurerebbe in una trasposizione cinematografica. Ma attenzione! Non c'è posto, in Infect@, a facili assonanze; non c'è spazio per "falsi" o "ingenui" Roger Rabbitt e soprattutto, come qualcuno ancora oggi si ostina a pretendere, "figli" di Gibson, Dick o Ballard.
 
15 Maggio 2007, 10:13:34Commento scritto da npano
Voto: 5.50
Ho fatto fatica a finire il romanzo, a tratti mi ha annoiato e quindi il mio voto non può essere positivo.
Peccato perchè l’idea di base era intrigante. Una versione dark/splatter di Roger Rabbit  ambientata nella mia beneamata/odiata citta.

Ma la storia non appassiona , è un susseguirsi di situazioni angosciose non sempre ben correlate.
Ho trovato esagerato il tono cupo, claustrofobico, violento che pervade il romanzo dall’ultima alla prima pagina.
Il linguaggio secco e incalzante e la tensione continua può andare bene a tratti ma non sempre.

A mio parere si poteva tagliare almeno il 50% del romanzo senza creare problemi alla storia.

Sono dei piccoli cammei la Betty Bop gigante e Linate, da soli valgono un bel racconto.

Infine
Abbastanza bello e inquietante il racconto di Evangelisti
 
14 Maggio 2007, 23:02:59Commento scritto da Psycho
Voto: 6.00
Sinceramente non so se mi è piaciuto!L'ho trovato a tratti avvincente ed incalzante ma a tratti sembrava quasi che l'autore non sapesse piu come tirare avanti!Quindi sommando il tutto penso che un sei sia più che adeguato!
Mi sento di dover dare un bell'otto al racconto di Valerio Evangelisti, veramente carino!
 
13 Maggio 2007, 14:56:30Commento scritto da cat
Voto: 5.00
L'idea dell' x-toon  magari sarà originale. Non si può però scrivere un libro senza una trama. Non regge.
 
11 Maggio 2007, 23:24:03Commento scritto da lolinhozzo
Voto: 3.50
Avrebbe avuto bisogno di un po' di affinamento stilistico: di sicuro il risultato sarebbe stato ben superiore...
 
02 Maggio 2007, 10:43:14Commento scritto da marsman60
Voto: 3.50
PESSIMO, ANCHE SE L'IDEA E' ORIGINALE, CONQUISTA IL 3,5 PER L'ILLUMINAZIONE FINALE IL SALTO DI QUALITA'(MA SOLO PER LA DROGA).
QUELLO CHE MI LASCIA PERPLESSO E' IL FATTO CHE SI POSSANO AVERE ALLUCINAZIONI ANCHE DA PARTE DI CHE LA DROGA NON LA ASSUME .
 
29 Aprile 2007, 10:07:24Commento scritto da caioiii
Voto: 6.00
Sufficienza raggiunta solo per l'originalità: droga ed effetti. Si nota la presenza dell'unico maestro di giochi tra reale e non reale: Philip K. Dick e atmosfere cupe e degradate alla Gibson. A volte un pò difficile immedesimarsi e seguire le descrizioni.  Comunque onore al merito.
 
19 Aprile 2007, 13:31:29Commento scritto da Darkyo
Voto: 7.50
Appena comprato, mi sono immediatamente tuffato nella lettura di questo originalissimo e inusuale romanzo italiano. Alla fine, però, sono rimasto interdetto, tanto che ho atteso che qualcun altro inserisse dei commenti, prima di poter dire la mia.
Gli elementi di forza del romanzo sono sicuramente l'originalità (o genialità) dell'idea di base (i +toon e il conseguente disfacimento della realtà); l'ambientazione credibile e futuribile; uno stile teso e avvincente; le descrizioni minuziose, a tratti realistiche a tratti allucinate. Ciò che non mi ha convinto pienamente sono invece la trama (troppo lineare e semplice per un noir futuristico), la fuga del protagonista arricchita all'inverosimile da scene di malvagità umana, e il finale, confuso e insoddisfacente (Molto bello, invece, l'epilogo). Il voto, però, non può che essere positivo (con un pizzico in più perché italiano!!! ;) ).
 
18 Aprile 2007, 14:25:55Commento scritto da frapol
Voto: 10.00
Davvero originalissimo, il romanzo ha il pregio di discostarsi da certi facili cliché (“Chi ha incastrato Roger Rabbitt” e “Fuga dal mondo dei sogni”) attribuendo ai cartoni un cinismo che è già di suo una bella novità. I personaggi sono ben delineati, l’ambientazione credibile, la trama adrenalinica. Ma soprattutto mi è piaciuta l’idea di base: che la droga si possa assumere dalle immagini (i cartoon) che passano su uno schermo. Ci vedo qualcosa di tremendamente attuale .







 
17 Aprile 2007, 18:06:48Commento scritto da ackseth2003
Voto: 5.00
Non mi è piaciuto per niente: a metà tra Blade Runner e Chi ha Incastrato Roger Rabbit sembra un'accozzaglia di vicende senza, o quasi, nesso logico.
Meriterebbe forse ancora meno di 5, ma mi è piaciuto il racconto in appendice di Evangelisti, che ho trovato spassoso. ;)
 
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