27 Febbraio 2019, 11:44:51Commento scritto da Fedmahn Kassad69
Voto: 8.50
Pic-nic sul ciglio della strada è un romanzo del 1972, considerato ormai uno dei capisaldi della narrativa fantascientifica di ogni tempo.
La trama è, ritengo, arcinota, la Terra viene visitata in sei punti diversi da alieni che ripartono senza ricercare alcun contatto, ma lasciandosi dietro tutta una serie di oggetti alieni il cui uso è sconosciuto, tali oggetti inoltre mutano inesorabilmente i luoghi ove sono stati abbandonati, originando le cosiddette "Zone", luoghi disseminati di anomalie fisiche, chimiche e biologiche estremamente pericolose e che pertanto vengono immediatamente evacuati ed isolati dalle autorità.
Le uniche persone, oltre alle autorità, a percorrere le Zone in lungo ed in largo sono gli Stalker, spericolati avventurieri e contrabbandieri, che rischiano la vita per recuperare oggetti alieni e venderli sul mercato nero.
Il romanzo segue da vicino le peripezie di uno di loro, Redric Shouart detto "Roscio", uno stalker che opera nella Zona situata all'interno della cittadina immaginaria di Marmont, Redric però non è il vero protagonista del romanzo, il vero protagonista è la Zona, geniale metafora che mette a nudo con uno sguardo profondo, amaro ed ironico insieme, il rapporto tra l'uomo e la natura, tra l'uomo ed il cosmo e, infine, tra l'uomo ed i suoi simili.
Per cui, concordo con l'opinione generale in merito all'importanza di quest'opera e, sorvolando su taluni difetti, primo su tutti un finale che ho trovato un po' debole, ne consiglio la lettura senza riserve, in quanto fondamentale fonte di importanti spunti di riflessione.
 
28 Dicembre 2012, 21:41:55Commento scritto da maxpullo
Voto: 7.50
Potente e visionario come i migliori lavori di Zelazny, surreale ed insolito come i racconti di Lafferty, filosofico e disincantato come le opere di Lem, questo romanzo è di difficilissima classificazione.
I fratelli Strugatski, traendo ispirazione da un episodio della loro vita quotidiana, sviluppano il tema dell'invasione in un modo assolutamente nuovo ed originale ma anche, se vogliamo, banale, al punto che ci si domanda come mai nessuno prima di loro (a parte forse Stanislaw Lem attraverso il suo tema dell'impossibilità di comprendere le azioni di entità aliene) sia riuscito a concepire una idea simile.
Sinceramente ho trovato spiazzante e caotica l'azione delle prime pagine, ma, a lungo andare, mi sono abituato allo stile insolito dei due autori e sono rimasto conquistato dalle idee che, a poco a poco, venivano fuori dal loro romanzo, al punto da perdonare al libro la mancanza di un vero inizio e di una vera e propria fine.
Un romanzo molto buono che per le immagini che propone e la profondità delle riflessioni che induce merita di essere annoverato tra i classici della fantascienza.
 
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