24 Ottobre 2009, 14:46:09Commento scritto da maxpullo
Voto: 6.50
Antologia a due marce questa con i racconti di Kit Reed che appaiono più surreali che fantascientifici e quelli di Robert Silverberg, assai più "coloriti" e più propriamente fantascientifici, cui spetta il compito di risollevare le sorti di un libro altrimenti senza troppo mordente.
Le due storie iniziali di Reed, "Esser portata in un paese straniero" e "Il regno di Tarquinio il superbo", sono un ottimo esempio della capacità narrativa di questo grande visionario: con pochissime pagine a disposizione, egli riesce a stravolgere completamente la realtà, facendo vivere ai suoi protagonisti delle esperienze al limite del grottesco e del surreale, molto amara la prima, buffa, ma non al punto da far sorridere, la seconda.
I due racconti successivi "Piggy" e "Tigre automatica", sembrano due rielaborazioni in chiave surreale e psicologica della celebre storia della gallina dalle uova d'oro: due storie molto tristi e malinconiche in cui i protagonisti non riescono a cogliere l'attimo e ad essere felici nonostante l'improvvisa fortuna capitatagli.
I tre racconti di Silverberg, invece, come detto, sono di tutt'altra pasta.
"Psicorobot" è un piccolo brevissimo capolavoro sull'argomento dell'autocoscienza e dell'intelligenza artificiale, un lampo che illumina l'antologia e poi si spegne; "Notte di fuoco", invece, molto bello, molto poetico e molto triste, per la tematica trattata ricorda un po' il celebre racconto di Asimov "Notturno" sul pianeta che periodicamente emerge dalla caverna per lo sgomento e il terrore dei suoi abitanti non abituati alla visione del cielo stellato: anche qui c'è in atto un dramma ciclico, ma di tipo assoutamente diverso.
L'ultimo racconto, "Soltanto alberi", pur pervaso da una percettibile vena di pedofilia, rimane un racconto molto bello e drammatico sul rapporto tra l'uomo e le altre creature viventi che egli sfrutta per il proprio tornaconto: gli alberi senzienti di Zen Holbrook, con la loro personalità, i loro sguardi ed il loro triste destino appartengono ad un bestiario che solo un autore di razza poteva concepire e non si dimenticano facilmente.
Assegnando un 6 ai racconti di Reed ed un 7 a quelli di Silverberg verrebbe 6,42 di media: si alza un pelino per la bella copertina di Thole e la valutazione è fatta.
 
29 Febbraio 2008, 11:56:29Commento scritto da metalupo
Voto: 6.50
4 racconti di Kit Reed (che in numeri successivi di Urania sarebbe stato una presenza costante in "appendice" ) e 3 di Robert Silverberg.

I Racconti di Kit Reed sono surreali. Direi che sono racconti del fantastico. L'abilità dello scrittore è indiscutibile. Le suggestioni che riesce a creare a volte fanno presa, a volte meno, ma immagino dipenda più dalla predisposizione personale del lettore che dal valore oggettivo del racconto. Fra i 4 racconti qui presenti direi che ce n'è uno eccezionale, due interessanti e uno che dice poco o nulla.
Sono solo suggestioni. Non c'è da aspettarsi un senso, un inizio o una fine. A me personalmente piacciono, molto.

Fra i 3 pezzi di Silverberg c'è "Psicorobot" che è un gioiellino (purtroppo "breve") e altri due racconti che vanno a parare da nessuna parte, pur essendo piacevoli e suggestivi da leggere.
 
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