| La caratteristica principale di questo romanzo è costituita dalla contrapposizione tra superstizione e razionalità che mette a confronto i protagonisti della vicenda e che tiene costantemente viva la tensione. Il conflitto tra questi due differenti approcci non troverà una soluzione definitiva nemmeno nel drammatico finale, lasciando intendere che ognuno degli attori sviluppa una soluzione del caso coerente col proprio credo, scientifico o religioso che sia. La trama è davvero coinvolgente e la suspense non conosce cali di sorta. E le bambole di Madam Mandilip, poi, fanno davvero paura...Non posso definirlo un capolavoro, ma un’ ottima lettura lo è di certo. |
Dopo le emozioni di "Striscia, ombra!", Merritt si riconferma ai miei occhi come uno scrittore di lusso: senza troppi fronzoli, senza troppe digressioni e senza una parola di più del necessario, Merritt ci racconta una storia da incubo come solo Lovecraft prima di lui aveva saputo fare.
Le atmosfere oniriche, il terrore suscitato dalle bambole che si muovono e dai fenomeni che la scienza non riesce a spiegare se non attraverso la comoda etichetta di "sovrannaturale", le morti orribili dei personaggi e l'angoscia dei protagonisti rendono questo libro assolutamente speciale e meritevole di una valutazione eccellente.
Da apprezzare soprattutto il fatto che l'autore ci fa vivere la vicenda attraverso gli occhi del suo protagonista, il dottor Lowell, che, da uomo di scienza, rifiuta veramente fino alla fine della storia, di cedere alla superstizione e ci concede un punto di vista privilegiato per poter meglio gustare la storia e tutti i suoi risvolti.
L'unico punto debole è il finale del libro che poteva essere sviluppato in maniera migliore: buona la ricostruzione della storia delle "bambole vive", ma troppo frettolosa; senza dubbio un'opera pregevole, di poco inferiore all'altra storia del dottor Lowell, "Striscia, ombra!" con cui condivide moltissimo. |
