16 Giugno 2017, 09:48:48Commento scritto da and
Voto: 9.00
Capolavoro
 
29 Settembre 2011, 22:51:13Commento scritto da PabloE
Voto: 9.00

Credo che sognerò l'occhio di Giapeto.

Si tratta di una space opera pura, fantascienza ad alto livello di precisione scientifica (l'effetto fionda, poi veramente utilizzato ad esempio). Nel finale si spinge ancora più in là diventando allora fantascienza metafisica, inesplicabile e dunque difficile da descrivere, impossibile da cogliere.

La storia è Storia (la S sta per Sublime e per Sicuramente-il-90%-delle-persone-ha-già-visto-il-film-di-Kubrik-che-solo-io-non-ho-ancora-visto-ma-non-importa-perchè-tanto-lo-vedrò-sicuramente-domani) e sarebbe superfluo parlarne.

La sottostoria di HAL 9000 (che considero la miglior cosa che abbia letto di Clarke) mi ha ricordato i paradossi asimoviani dovuti alla presenza delle tre leggi della robotica, ma va anche oltre partendo da un presupposto diverso delle tre leggi.

Dopo questo romanzo sono definitivamente convinto che il miglior pregio di Clarke, oltre alla sua proverbiale hard SF, sia la descrizione dell'indescrivibile, l'infinitesimo di fronte all'incommensurabile. Clarke riesce a darti palate di quel sense of wonder che tanti lettori reclamano, che tanti altri scrittori provano a fornire.

Credo che sognerò l'occhio di Giapeto.
 
10 Aprile 2011, 17:55:03Commento scritto da maxpullo
Voto: 9.00
Senza alcun dubbio una delle storie più affascinanti di tutta la fantascienza: Clarke riesce in maniera magistrale ed originale non solo a spiegare l'evoluzione dell'intelligenza sulla Terra ed a raccontare una straordinaria avventura di esplorazione delle meraviglie e dei misteri del sistema solare, ma anche a dare, non so quanto volontariamente, una idea molto affascinante del divino.
I peronaggi nati dal genio suo e di Kubrik, inoltre, grazie anche alla versione cinematografica della storia, sono entrati di diritto nell'immaginario colletivo, divenendo delle vere e proprie icone della fantascienza, conosciuti ed apprezzati anche dai non appassionati del genere.
Ma, al di là di questo, il motivo principale che mi ha fatto apprezzare, anzi letteralmente "godere", questa lettura è stata l'immensa impareggiabile capacità di Clarke di saper descrivere le meraviglie del cosmo e di riuscire a raccontare tanto bene il senso di smarrimento e di stupore provato da chi se le trova davanti; un pregio questo che caratterizza gran parte della sua produzione e che rende godibile e interessante ogni sua opera.
L'unico difetto di questo rormanzo è l'inconcepibile (ed incomprensibile) "svarione" finale per cui la Discovery si attesta attorno all'orbità di una luna di Saturno, anzichè di Giove come invece accade nel film: questa discrepanza, trascurabile ancorchè si legga solo il presente romanzo, diviene grave qualora si leggano le altre storie del "ciclo".
Al di là di questo, per me questo è uno dei classici fondamentali della fantascienza di tutti i tempi ed è anche un capolavoro immortale, da leggere e rileggere a volontà per tornare bambini e godere di una indimenticabile favola che parla del nostro pianeta, dei mondi a lui vicini e delle origini della civiltà umana.
 
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