| Voto: 8.50 |
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MUSIF, il muro due, al quale si giunge dopo la prima ritirata, con la disperazione nel cuore per la prima sconfitta subita.
KANIA, il muro tre, quello della speranza rinnovata.
SUMITOS, il muro quattro, dietro le spalle ne rimangono soltanto altri due, questo luogo vedrà una lotta disperata per la sua difesa.
VALTERI, il muro cinque. La consapevolezza della brevità dei momenti rimasti diventa intensa, acuendo la sensibilità, e una strana serenità scende sul cuore.
GEDDON. Il muro sei, l'ultimo muro. Dopo di esso non c'è nessun altro muro in cui poter ripiegare. Il muro della morte.
Gemmell ci accompagna per mano attraverso queste mura, mostrandoci dolore, sofferenza, amore, speranza.
Trovo che i nomi delle mura che circondano Dros Delnoch siano una specie di riassunto dell'intero libro. Esso ci narra la storia di un assedio disperato, dell'estrema difesa del regno Drenai. Ci viene mostrato cosa si prova a starsene lì, in meno di diecimila. In piedi su quelle mura a osservare centinaia di migliaia di nemici, attendendo una battaglia sapendo che sarà l'ultima.
Questo è il mio primo libro di questo autore, a lungo cercato. L'aspettativa era molto alta, e non sono stata delusa.
La capacità di Gemmell di trasmettere emozioni è impressionante. Ti arrivano simili a un pugno nello stomaco.
Tutto questo accompagnato da uno stile non perfetto, da un po' di confusione nella gestione dei PoV, da alcune incoerenze narrative.
Eppure arriva. Lui racconta di un assedio. Quasi 400 pagine per parlare di una singola, disperata battaglia. E scritta in uno stile oltremodo migliorabile.
Ma tu ti ritrovi lì, di fianco a quegli uomini, ultimo baluardo di un impero.
***SPOILER***
L'unica cosa che mi sento di bocciare con convinzione è la storia d'amore tra Rek e Virae, che nasce in maniera alquanto forzata, e il, devo dirlo, pessimo finale. Tornare alla vita addirittura? No, questo davvero non l'ho apprezzato.
| Voto: 9.00 |
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Imperdibile.